Sono giornate di estenuante attesa queste di metà maggio per i lavoratori stagionali del settore forestale e dei consorzi di bonifica che aspettano l’agognato avvio al lavoro che, per quest’anno, è in netto ritardo rispetto alle necessità del patrimonio boschivo e dell’agricoltura della Sicilia. Solo i 151isti forestali sono stati avviati al lavoro il 14 maggio, per il resto si attende il “via libera” che, per gli operai del consorzio, dovrebbe giungere la prossima settimana. Su forestazione e consorzi abbiamo fatto il punto della situazione con Pino Mandrà, Segretario generale della Flai Cgil di Catania
D. Segretario, iniziamo dalla forestazione: qual è la situazione avvio al lavoro?
R. I forestali 151isti sono stati avviati da qualche giorno. Devo dire che le partite forestali e bonifica sono abbastanza complicate. L’esordio del governo regionale presieduto da Nello Musumeci, che si ritrova ad affrontare per la prima volta le questioni che ci riguardano da vicino, non è stato dei migliori e non solo per questi due settori, ma più in generale per tutto quel che è di competenza della Flai. Dopo i proclami di stabilizzazione avanzati in campagna elettorale, il governo ha gettato la maschera. Ma c’è di più: a mio avviso, quanti oggi si ritrovano a Palermo nella cosiddetta “stanza dei bottoni” non possiedono una visione complessiva dell’agricoltura del nostro territorio, e ancor di meno di alcuni settori strategici quali la forestazione e la bonifica.
Per quanto riguarda i forestali assistiamo a un ritardo molto importante nell’avviamento dei lavoratori. Rispetto agli anni scorsi si parte molto dopo: faccio notare che questo era il governo che in campagna elettorale parlava di stabilizzazione e continuità lavorativa per tutti. Al contrario, come dicevo prima, si dimostra di non avere una idea complessiva della risorsa forestazione, di non avere un progetto politico per questo settore e per questo comparto, di non avere un progetto di sviluppo, di non relazionarsi con le grandi organizzazioni confederali che sono firmatarie del Contratto Integrativo Regionale (Cirl).
Anche sull’applicazione del contratto e sulla sua adozione, e ricordo che è stato firmato lo scorso anno, abbiamo avuto enormi difficoltà a far comprendere che un contratto non ha “colori politici” e che quando è sottoscritto tra le parti è operativo a tutti gli effetti. Chi non lo capisce, manca di cultura politica e, soprattutto, dimostra di non avere una idea di sviluppo dei settori forestale e agricoltura. Si prosegue a non voler considerare la forestazione come una risorsa essenziale contro il dissesto idrogeologico del nostro territorio, si continuano a considerare questi lavoratori degli assistiti ed il settore forestale come un semplice ammortizzatore sociale.
Il governo dimostra di avere una visione ristretta rispetto allo sviluppo della nostra regione e non fa tesoro del passato: basta solo ricordare quel che è accaduto lo scorso anno quando la Sicilia bruciava e solo grazie ai lavoratori forestali dell’antincendio si è evitato il peggio. E invece i lavoratori forestali non sono stati avviati per tempo. Questi operai rivestono un duplice importantissimo ruolo: realizzazione dei viali parafuoco e opere contro il dissesto idrogeologico, d’un lato; preparazione della campagna antincendio, che inizia a giugno, dall’altro. Per affrontare al meglio gli incendi sono necessari dei lavori propedeutici che non possono iniziare il 15 maggio, in quanto non vi è tempo sufficiente per essere pronti a giugno.
Infine, vorrei dire che sul contratto come forze confederali, e quindi insieme alla Flai anche la Fai e la Uila, abbiamo riportato una grande vittoria: il contratto parte e finalmente un lavoratore forestale siciliano, un otd, operaio a tempo determinato, avrà lo stesso stipendio di un lavoratore forestale delle altre regioni italiane.
E per quel che riguarda il Consorzio di bonifica?
La partita è aperta. Ci giungono notizie che i lavoratori della Sicilia occidentale verranno avviati in questi giorni, mentre per la Sicilia orientale si parla del 22 maggio. Per la parte orientale permangono delle difficoltà create da un governo che non vuol far funzionare il riordino già compiuto dal precedente governo che ha ridotto i consorzi da 11 a due. Si continuano a fare proclami di nuove leggi di riordino, ma a mio giudizio non c’è la necessità di una nuova riforma poiché è già stata compiuta e l’unica cosa da fare è farla funzionare al meglio.
Nelle piante organiche c’era la disponibilità di stabilizzare i lavoratori 151isti, 350 in tutta la Sicilia. Ricordo che l’intera macchina della stagione irrigua non può mettersi in moto senza i lavoratori stagionali e visto che la legge di riordino è stata già fatta, bisogna compiere il salto di qualità stabilizzando queste 350 persone.
Tuttavia, fino ad ora non si è fatto altro che perdere tempo con l’articolo 8 della vecchia legge, che precludeva l’assunzione ai lavoratori che avessero un contenzioso aperto. La quantità di contenziosi è grande, ma questa situazione non è certo addebitabile ai lavoratori bensì a una politica che non ha saputo decidere quando era il momento di decidere, facendo intervenire la Magistratura del Lavoro. Un governo siciliano che vuol essere alternativo ai governi del passato dovrebbe mettere fine a questa partita dei contenziosi e legiferare di conseguenza, invece che pensare a un’altra riforma che non possiamo vedere prima di 4 o 5 anni. Una idea assolutamente miope di quel che è lo sviluppo in Sicilia.
(19 maggio 2018)
Fonte: nuke.flaicgilcatania.it
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