di Rosario Battiato
Confronto tra l’Isola con 23 mila
forestali e il modello Toscana: triplo di boschi, 600 addetti e un
decimo di ettari bruciati. Il bilancio disastroso di una Regione
incapace di proteggere le sue risorse
PALERMO – La matematica degli incendi non è una scienza esatta. Non si spiegherebbe altrimenti il confronto tra il sistema antincendio siciliano, strabordante nei numeri, e quello della Toscana che, con personale ridotto e una porzione decisamente più ampia di superficie forestale, riesce a contenere roghi e aggressioni al proprio territorio. Ancora una volta è un modello quello che serve alla Sicilia, perché, anche in questo caso, sono le perversioni del non-modello isolano a rendere gli incendi una materia ben più complessa di quanto possa apparire.
Da queste parti, infatti, i roghi si incrociano con le rivendicazioni degli operai forestali, da anni illusi e abbandonati nel ghetto del precariato dalla politica connivente, col malaffare – il caso dei 15 volontari nel ragusano che avrebbero appiccato incendi e lanciato falsi allarmi per percepire una retribuzione ingiustificata dallo Stato – senza risparmiare l'emergenza imperitura rifiuti con ben dieci centri per la raccolta differenziata finiti nel mirino del fuoco negli ultimi mesi.
Eppure i numeri dicono che a disposizione ci sarebbe un esercito. La Sicilia ha un terzo della superficie forestale della Toscana, un numero complessivo di operai forestali, considerando 23 mila unità in giornate piene come 9 mila unità uomo all'anno, superiore di circa quindici volte (considerando tutte le categorie) e un Corpo forestale regionale che conta un migliaio di unità contro le 7.500 dell'ex Corpo forestale dello Stato che, prima di essere assorbito nell'Arma dei Carabinieri, si distribuiva su tutte le regioni a statuto ordinario.
Risorse di un certo spessore, eppure gli incendi non sembrano saperlo e continuano a bruciare. Nel 2016 la Sicilia ha ospitato una superficie boscata percorsa dal fuoco di dieci volte superiore rispetto a quella della Toscana e nel 2017, pur non disponendo ancora di dati definitivi e a fronte di una crescita abbastanza diffusa su tutto il territorio nazionale, il distacco si è mantenuto invariato. È evidente che il sistema Toscana risulta essere quello più efficace.
Il modello toscano di antincendio boschivo è molto semplice. Sul territorio ci sono 40 enti impegnati in prima fila, tra province, comunità montane, comuni, che gestiscono squadre operative costituite da circa 600 operai forestali, come viene riportato sul sito della Regione Toscana, ai quali si aggiungono altre squadre organizzate. Gli operai hanno un contratto a tempo indeterminato e garantiscono “manodopera specializzata in quanto lavorano tutto l'anno nei cantieri forestali e sono, quindi, tecnicamente preparati a operare in bosco, sia nello spegnimento degli incendi, sia nelle operazioni di bonifica: un'attività di primaria importanza per la quale è fondamentale l'uso degli attrezzi manuali”.
A disposizione ci sono 350 mezzi con allestimento antincendio, ovvero pick-up e autobotti. Inoltre “tutti gli operatori sono forniti di idonei dispositivi di protezione – si legge sul sito della Regione – e addestrati attraverso una specifica attività nel Centro regionale AIB La Pineta di Tocchi, nel comune di Monticiano (SI)”.
In Sicilia, al contrario, c'è il solito grande caos. L'approvazione in ritardo del Bilancio isolano che di fatto ha posticipato l'inizio delle attività antincendio, ma anche l'assenza di un riforma del settore forestale che è attesa e invocata da anni e che la Corte dei Conti ha puntualmente stigmatizzato nella “Sintesi della Relazione sul rendiconto della Regione siciliana per l'esercizio 2016”.
Su tutto incombe il peso della responsabilità di una Regione che nel corso degli ultimi mesi ha ricevuto ben tre note dalla Protezione civile nazionale, venendo richiamata alle responsabilità previste dalla legge quadro n. 353 del 2000, e che ha firmato soltanto a metà luglio l'attesa convenzione con i Vigili del Fuoco – lo scorso anno era stata firmata col disciolto Corpo forestale dello Stato – per l'utilizzo degli assetti ad ala rotante (elicotteri) e dedicati ad uso esclusivo dell'Antincendio.
PALERMO – La matematica degli incendi non è una scienza esatta. Non si spiegherebbe altrimenti il confronto tra il sistema antincendio siciliano, strabordante nei numeri, e quello della Toscana che, con personale ridotto e una porzione decisamente più ampia di superficie forestale, riesce a contenere roghi e aggressioni al proprio territorio. Ancora una volta è un modello quello che serve alla Sicilia, perché, anche in questo caso, sono le perversioni del non-modello isolano a rendere gli incendi una materia ben più complessa di quanto possa apparire.
Da queste parti, infatti, i roghi si incrociano con le rivendicazioni degli operai forestali, da anni illusi e abbandonati nel ghetto del precariato dalla politica connivente, col malaffare – il caso dei 15 volontari nel ragusano che avrebbero appiccato incendi e lanciato falsi allarmi per percepire una retribuzione ingiustificata dallo Stato – senza risparmiare l'emergenza imperitura rifiuti con ben dieci centri per la raccolta differenziata finiti nel mirino del fuoco negli ultimi mesi.
Eppure i numeri dicono che a disposizione ci sarebbe un esercito. La Sicilia ha un terzo della superficie forestale della Toscana, un numero complessivo di operai forestali, considerando 23 mila unità in giornate piene come 9 mila unità uomo all'anno, superiore di circa quindici volte (considerando tutte le categorie) e un Corpo forestale regionale che conta un migliaio di unità contro le 7.500 dell'ex Corpo forestale dello Stato che, prima di essere assorbito nell'Arma dei Carabinieri, si distribuiva su tutte le regioni a statuto ordinario.
Risorse di un certo spessore, eppure gli incendi non sembrano saperlo e continuano a bruciare. Nel 2016 la Sicilia ha ospitato una superficie boscata percorsa dal fuoco di dieci volte superiore rispetto a quella della Toscana e nel 2017, pur non disponendo ancora di dati definitivi e a fronte di una crescita abbastanza diffusa su tutto il territorio nazionale, il distacco si è mantenuto invariato. È evidente che il sistema Toscana risulta essere quello più efficace.
Il modello toscano di antincendio boschivo è molto semplice. Sul territorio ci sono 40 enti impegnati in prima fila, tra province, comunità montane, comuni, che gestiscono squadre operative costituite da circa 600 operai forestali, come viene riportato sul sito della Regione Toscana, ai quali si aggiungono altre squadre organizzate. Gli operai hanno un contratto a tempo indeterminato e garantiscono “manodopera specializzata in quanto lavorano tutto l'anno nei cantieri forestali e sono, quindi, tecnicamente preparati a operare in bosco, sia nello spegnimento degli incendi, sia nelle operazioni di bonifica: un'attività di primaria importanza per la quale è fondamentale l'uso degli attrezzi manuali”.
A disposizione ci sono 350 mezzi con allestimento antincendio, ovvero pick-up e autobotti. Inoltre “tutti gli operatori sono forniti di idonei dispositivi di protezione – si legge sul sito della Regione – e addestrati attraverso una specifica attività nel Centro regionale AIB La Pineta di Tocchi, nel comune di Monticiano (SI)”.
In Sicilia, al contrario, c'è il solito grande caos. L'approvazione in ritardo del Bilancio isolano che di fatto ha posticipato l'inizio delle attività antincendio, ma anche l'assenza di un riforma del settore forestale che è attesa e invocata da anni e che la Corte dei Conti ha puntualmente stigmatizzato nella “Sintesi della Relazione sul rendiconto della Regione siciliana per l'esercizio 2016”.
Su tutto incombe il peso della responsabilità di una Regione che nel corso degli ultimi mesi ha ricevuto ben tre note dalla Protezione civile nazionale, venendo richiamata alle responsabilità previste dalla legge quadro n. 353 del 2000, e che ha firmato soltanto a metà luglio l'attesa convenzione con i Vigili del Fuoco – lo scorso anno era stata firmata col disciolto Corpo forestale dello Stato – per l'utilizzo degli assetti ad ala rotante (elicotteri) e dedicati ad uso esclusivo dell'Antincendio.
22 agosto 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
Dal 2003 al 2012
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