Ars, stipendio d'oro anche ai medici
di EMANUELE LAURIA
Un decreto del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone aumenta la busta paga dei camici bianchi di Palazzo dei Normanni. I due medici in servizio nella guardia medica dell’Assemblea, delegati in prima battuta alle cure dei deputati e dei dipendenti del Palazzo simbolo della politica siciliana, guadagnano, a testa, circa 168 mila euro lordi all’anno. Una cifra che è la somma di un’indennità di oltre 104 mila euro e di un compenso aggiuntivo, un extra legato alla funzione, di 63.500 euro. Un compenso aumentato di 5 mila euro rispetto all’anno precedente. E radddoppiato rispetto al 2014.
Per i due dottori, Augusto D’Ancona e Francesco Mangiameli, una retribuzione di quasi ottomila euro netti al mese che non teme confronti con quelle dei medici del Sistema sanitario nazionale in servizio a Palermo e nell’Isola: nessuno dei tremila colleghi che dipendono dall’Asp può godere dello stesso appannaggio. Le retribuzioni di alcuni primari dei maggiori ospedali cittadini sono nettamente inferiori: Piergiorgio Fabbri, responsabile della Rianimazione del Civico, guadagna 117 mila euro. Agostino Geraci, direttore del Pronto soccorso dello stesso ospedale (100 mila accessi l'anno) ne percepisce 102 mila. Persino i manager di Asp e ospedali, a capo di aziende con migliaia di dipendenti, si fermano a 130 mila euro, ben sotto la somma accordata ai medici dell'Ars.
Pur senza gettare la croce su due professionisti con ottime referenze, questi raffronti non possono che rafforzare l’etichetta di «ambulatorio della casta » che è stato affibbiato alla guardia medica dell’Ars. Una struttura istituita nell’aprile del 1988 e che opera in virtù di una convenzione con l’Asp rinnovata in via provvisaria e in scadenza l’anno prossimo. I due medici, dipendenti dell’azienda sanitaria, sono in comando a Palazzo dei Normanni e quindi pagati dall’Ars.
"Non si capisce perché chi frequenta l’Ars non possa usufruire del 118 come tutti gli altri cittadini", dice Renato Costa, segretario regionale Cgil medici. "Evidentemente ho sbagliato posto di lavoro", commenta Giuseppe Di Natale, in servizio al pronto soccorso di Villa Sofia con una retribuzione inferiore alla metà di quella dei colleghi dell'Assemblea e un'attività che lo costringe a visitare dai 50 ai 90 pazienti ogni notte.
Paolo Ruggirello, deputato questore dell’Ars, dice che è allo studio una soluzione più economica ma precisa che "quella struttura è utile, lavora anche nelle ore serali quando ci sono sedute d’aula o di commissione ed è a disposizione pure dei turisti della Cappella Palatina"
24 Febbraio 2016
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