Sciopero degli operatori antincendio. Centosettanta licenziamenti a Catania
di Roberta Fuschi
Gli occhi sono puntati su Palermo, dove nelle stesse ore gli operatori della Sicilia occidentale hanno fatto sentire la loro voce davanti al Palazzo della Regione in attesa di un incontro con Crocetta.
CATANIA – Sciopero regionale degli operatori antincendio. Il presidio davanti agli uffici dell’Esa sembra un remake dei numerosi momenti di lotta che negli anni forestali e operatori antincendio hanno messo in piedi. Il motivo è semplice: nulla o poco è cambiato. Nessuna “rivoluzione” ha investito un settore che necessitava una razionalizzazione e una qualche forma di programmazione efficiente. E l’unica novità in vista non è per niente rassicurante, anzi. Si tratta di centosettanta licenziamenti per altrettanti operatori antincendio catanesi. Un numero parziale se si tiene conto delle cifre che investiranno le provincie di Siracusa (centoventi persone) e Ragusa (cinquanta). I lavoratori verrebbero così dirottati nel ramo della manutenzione. Per questo motivo i lavoratori della Sicilia orientale si sono dati appuntamento nella città etnea. Gli occhi sono puntati su Palermo, dove nelle stesse ore gli operatori della Sicilia occidentale hanno fatto sentire la loro voce davanti al Palazzo della Regione in attesa di un incontro con Crocetta. I lavoratori, che attendono ancora le spettanze di giugno, luglio e agosto, hanno chiesto a gran voce interventi “immediati e urgenti” in grado di consentire la ripresa delle attività lavorative e provvedimenti finalizzati al riordino legislativo dell’intero comparto.
“E’ impossibile lavorare in queste condizioni”, dice un lavoratore. “Con questo sistema non si può programmare con chiamate a cinque o dieci giorni”, gli fa eco un collega. “Non soltanto manca la programmazione, ma non si è neppure in grado di gestire l’ordinario”, rincara la dose il segretario della Flai Alfio Mannino. Il riferimento è al migliaio di lavoratori siciliani, “licenziati per passare dall’antincendio alla manutenzione”. “Non si può sguarnire un servizio così importante in corso d’opera. Ad oggi i 151 isti hanno fatto soltanto 50 giorni e gli altri li faranno in pieno inverno”, argomenta il sindacalista che avrebbe preferito una discussione organica sulla “pulitura dei boschi e nuova piantumazione”. E invece si vive un po’ alla giornata. “lo stato di incertezza e di confusione che attraversa il settore forestale non solo lede fortemente i diritti dei lavoratori del comparto ma mette a rischio il nostro immenso patrimonio boschivo”, si legge in una nota unitaria di Fai, Flai e Uila. “Tale condizione non è più accettabile a maggior ragione dopo le notizie ricevute da parte dell’Azienda Forestale che la mancanza di risorse finanziarie non permetterebbero all'Azienda Forestale di riassumere o prolungare l’attività lavorativa così come più volte rassicurato da parte degli uffici e dagli assessorati dei 101 isti ma soprattutto non vi è nessuna prospettiva per i 78 isti. Tale notizia fa seguito a quanto comunicatoci da parte dell’Ispettorato Ripartimentale Foreste di Catania di procedere al licenziamento del 20% di addetti al raggiungimento delle 30 giornate con gravi conseguenze sulla funzionalità del servizio con il rischio concreto di non poter svolgere le giornate garantite per legge”.
10 Settembre 2015
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