«Il presidente Mattarella
e il riordino dei Parchi»
A nome del Comitato per la Riperimetrazione del Parco dell'Etna (oggi Comitato per la Riforma dei Parchi in Sicilia), ho espresso, attraverso Internet, al neopresidente della Repubblica Sergio Mattarella le mie vivissime felicitazione e l'augurio più sincero per un proficuo lavoro per il bene della nazione e di tutti gli italiani. Il Comitato è sinceramente grato al presidente Mattarella, allora giudice della Corte Costituzionale, per l'impegno profuso nella stesura della sentenza 212 del 29 luglio 2014, con la quale si è messo ordine giurisdizionale e costituzionale nel guazzabuglio giuridico preconizzato con la legge istitutiva dei parchi, dalla Regione Siciliana e dai suoi organi (L. R. 6.5.81 n. 98.) In particolare la sentenza costituzionale 212/14 ha dichiarato la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente (art. 117 della Costituzione, secondo comma, lett. s) e l'obbligo da parte della Regione Siciliana, di applicare la legge quadro nazionale n. 394/91 che al terzo comma dell'art. 22 prevede che per l'istituzione di parchi e oasi regionali, devono essere utilizzati i terreni demaniali, dei comuni, delle province ed i demani forestali e non anche i terreni dei privati. La sentenza ha tenuto conto del diritto di proprietà tutelato e sancito dall'art. 42 della Costituzione che al terzo comma recita: "la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale", escludendo in modo irreversibile la possibilità di utilizzare le proprietà private per fare oasi e parchi, mettere vincoli assurdi e paradossali, bloccare lo sviluppo dell'edilizia, dell'agricoltura, della zootecnia e di tutte le attività produttive da anni esercitate nel territorio, criminalizzando tutti i proprietari terrieri e permettendo ai masnadieri di turno di violare, danneggiare e procurare soprusi ed angherie a coloro che per anni hanno dedicato la propria esistenza a quelle terre. La Regione Siciliana e per essa il governo regionale ancora non si sono resi conto della grande rivoluzione che sta per accadere, nonostante i miei articoli e le mie denunzie fatte alla Procura della Repubblica di Palermo. Perdurando tale stato di immobilismo e parassitismo, sarò costretto a dare mandato ai miei avvocati di valutare l'opportunità di denunziare i massimi organi della Regione Siciliana per inosservanza di leggi e sentenze e per attentato alla Costituzione cosi come sancito nell'art. 283 del Codice Penale. Mi auguro che i magistrati delle Procure della Repubblica di tutta la Sicilia cosi solerti a colpire i cittadini anche per illeciti modestissimi realizzati nei propri terreni, valutino attentamente la situazione e si prodighino per restituire al diritto di proprietà la valenza costituzionale riconosciuta da tempo immemore in tutte le legislazioni a cominciare da quella romana e per finire alla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo, firmata anche dal governo italiano ed avente valore di legge in tutto il territorio nazionale.
Dott. Carlo Cincotti
Presidente Comitato per la riforma dei Parchi in Sicilia
04 Febbraio 2015
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