23 settembre 2013

L'OASI DI VENDICARI CURATA DAI FORESTALI E VOLONTARI


Una estate record per l'Oasi di Vendicari

Oltre duecentomila persone visitano ogni anno il paradiso naturalistico che rimane aperto anche in inverno

Foto lasicilia.it


ANTONIO PARRINELLO
Vendicari. «Abbiamo fatto cappotto», questo diceva il Rais (il capo della mattanza la pesca del tonno rosso) dalla barca ferma al largo della riserva naturale di Vendicari. Era un segnale quello di sollevare il cappotto con un bastone e agitarlo per far capire, a chi stava sulla riva (mogli e figli dei tonnaroti), che la camera della morte era piena di tonni, che la pesca era stata abbondante. Tutto questo è avvenuto sino al 1943, data in cui la tonnara non fu più utilizzata per una serie di motivi: un'irregolarità nel passaggio dei tonni e la seconda guerra mondiale con il successivo sbarco degli alleati americani.
La riserva naturale di Vendicari si trova lungo la costa siracusana tra la suggestiva Noto barocca e Marzamemi (splendido borgo marinaro con porticciolo a vocazione turistica, che offre una delle più belle scenografie della Sicilia), per poi giungere all'estremo sud della Sicilia, Porto Palo di Capo Passero. Un paradiso che tanti siciliani non conoscono, a differenza di turisti che giungono anche dalla Nuova Zelanda per visitarlo. I numeri parlano chiaro: oltre 20mila persone all'anno visitano il paradiso naturalistico, che rimane aperto anche in inverno per permetterne la fruizione. Un flusso questo che è in costante aumento, tanto che l'azienda demaniale sta valutando la possibilità di applicare un ticket come, del resto, ormai avviene in tutti i paesi europei.
In questo periodo si è verificata la nidificazione delle "caretta caretta" (tartaruga marina), un gradito ritorno nella spiaggia di Vendicari. La prima schiusa di 63 uova si è avuta proprio in questi giorni. Sono cinque i nidi appartenenti a questa specie ad essere stati monitorati quest'anno nell'arenile della Riserva già minacciata di estinzione a livello globale. Si tratta di un evento di eccezionale rilevanza naturalistica, grazie all'attuazione del progetto di ricerca ovideposizione di "caretta caretta" realizzato in collaborazione con l'Ente gestore - Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali e con il supporto scientifico della Stazione Zoologica "A. Dorhn" di Napoli e del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Catania. La scoperta dei suddetti nidi, è avvenuta grazie al monitoraggio della zona dei volontari dell'Ente Fauna Siciliana durante le perlustrazioni notturne degli arenili. L'evento è avvenuto dopo l'ultima testimonianza orale, che risale ad oltre venti anni fa, di un contadino che affermava di aver visto delle piccole tartarughe nella spiaggia di Cittadella. I volontari, per circa un ventennio, con encomiabile costanza, hanno monitorato gli arenili sabbiosi alla ricerca di eventuali siti di ovideposizione. Negli ultimi anni le uniche osservazioni hanno riguardato le tracce, evidenti, di tentativi di deposizione. In attesa che anche negli altri nidi si compia il lieto evento questi saranno monitorati e vigilati. L'evento naturalistico contribuirà senz'altro ad accrescere la già alta reputazione che Vendicari ha nel mondo per la sua eccezionale valenza internazionale di sito deputato alla conservazione e protezione del patrimonio naturale.
La struttura della Riserva, attigua all'area di ovideposizione, è stata il primo nucleo del Centro Custodia del Creato Karol Wojtyla, in occasione della celebrazione intereligiosa nel 2011, tenutasi nell'area protetta con le reliquie del Beato Giovanni Paolo II, un momento di riflessione naturalistico spirituale per unire nel dialogo le comunità del Mare Nostrum.
All'interno della Riserva vi sono diversi insediamenti archeologici e architettonici, una necropoli bizantina, la tonnara a cielo aperto perché senza più copertura, ristrutturata nel 2004, così come racconta il Perito forestale Giorgio Cavarra.
«In questa riserva c'è un buon rapporto tra uomo e natura. Il turista è attratto da questa spiaggia incontaminata che è sempre meno abituato a vedere. La riserva ci prospetta lo scenario di un'area dunale unica lasciata allo stato naturale, grazie ai pochi interventi mirati eseguiti dagli uomini dell'Azienda forestale Demaniale e ai volontari a tempo determinato che hanno il compito di ripulire le spiagge e di controllare di continuo i punti di nidificazione della "caretta caretta"».
La riserva contiene una "ginepreta" incontaminata, molto fitta, che si trasforma in una barriera naturale, estesa per circa tre chilometri. I capanni di osservazione che si affacciano sui pantani permettono di ammirare la fauna, i trampolieri, gli aironi cinerini, le cicogne, i fenicotteri e, inoltre, il germano reale, i gabbiani, i cormorani e il cavaliere d'Italia che sosta qui nel suo viaggio dal deserto del Sahara ai luoghi di nidificazione nel nord Europa.
Una particolarità dei pantani è quella di essere invasi dalle acque del mare attraverso un canale che serve a portare l'acqua pulita e decantata.
Una nota dolente è stata quella di vedere, all'uscita della riserva, un camion pieno di sacchi di rifiuti raccolti dai volontari, lasciati dai pochi ma incivili che con la natura non hanno un buon rapporto. Ma questa è solo mancanza di educazione civica.

22 Settembre 2013





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