di Antonio Maria Casarubea - 11/01/2020
Economia di gara, programmi di spesa conclusi ma non del tutto saldati per contenziosi vinti, fondi che Bruxelles non ha chiesto indietro oppure ha restituito alla Sicilia, programmi nazionali utilizzati solo in parte. Risalgono anche a 20 anni fa, al programma comunitario 2000-2006, i soldi che la Regione non ha speso, ha economizzato e che non sono andati persi ma dei quali nessuno si ricordava più. Complessivamente fondi per quasi un miliardo di euro non tutti, però, riutilizzabili e riprogrammabili ma con buone possibilità di poterne impiegare una parte consistente.
E’ il tesoretto scoperto da un pool di esperti che il Presidente della Regione ha istituito alcuni mesi fa ponendolo sotto la diretta responsabilità del suo capo di gabinetto vicario, quell’Eugenio Ceglia che prima ha avuto un ruolo importante nel gabinetto dell’assessore Razza e prima ancora nell’entourage dell’allora ministro Davide Faraone.
Il pool, secondo quanto raccontava nei giorni scorsi il Giornale di Sicilia avrebbe individuato somme non spese che fanno riferimento in qualche caso anche al Por 2000-2006 e a successivi accordi di programma quadro con lo Stato.
La maggior parte di queste somme sono nella disponibilità del dipartimento Rifiuti: almeno 600 milioni non spesi negli anni scorsi per impianti e misure ambientali. E questi sono forse i fondi più facilmente utilizzabili per la coerenza dei progetti originali con quelli in cui si potrebbero reimpiegare
Ci sono, poi, quasi 120 milioni di euro nei capitoli di investimento dell’Assessorato Salute e sul re impiego di questo, però, ci sono alcuni dubbi che potranno essere fugati solo dopo la fine della ricognizione.
Somme minori sono state trovate nei capitoli destinati all’edilizia scolastica e in quelli del Turismo e piccoli residui in altri capitoli.
Questo ‘tesoretto’ per assurdo potrebbe essere frutto degli errori nella programmazione degli anni precedenti. In pratica alcune delle opere contestate dall’Europa per le quali la Regione è stata costretta a pagare con il proprio bilancio progetti già rendicontati ma considerati non coerenti da Bruxelles sarebbero, in seguito, state oggetto di ricorso regionale.
La dove la Comunità Europea ha riconosciuto le rivendicazioni della Regione oppure dove le contestazioni sono state., in seguito, sanate, Bruxelles ha rimborsato le somme anticipate da Palermo e adesso queste risorse sono in un cassetto ma restano vincolate a specifici usi ed impieghi e non possono essere utilizzate, ad esempio, per ripianare il bilancio.
Di fatto questi soldi ‘dimenticati’ adesso potranno essere riprogrammati per investimenti purchè si tratta di interventi coerenti con la destinazione originale pena incorrere in nuove infrazioni
Fonte: www.blogsicilia.it
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