11 Giugno 2018
Dopo un lungo confronto, durato 5 mesi, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno dovuto prendere atto dell’impossibilità di proseguire il negoziato per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro degli operai agricoli e florovivaisti a causa del rifiuto di Confagricoltura, Coldiretti e Cia di accogliere la gran parte delle richieste contenute nella piattaforma unitaria.
Il CCNL è scaduto il 31/12/2017 e la piattaforma sindacale per il suo rinnovo contiene molti temi importanti che intendono migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori delle imprese agricole: dalla richiesta di aumentare i permessi e i congedi, all’integrazione per la maternità e alla tutela dei lavoratori colpiti da malattie gravi fino alla tutela delle donne vittime di violenza. Più tutele per i lavoratori degli appalti, per i lavoratori delle imprese senza terra e per quelli stranieri che lavorano in Italia attraverso distacchi internazionali, un intervento a sostegno degli OTI che perdono il lavoro durante l’anno, insieme alla necessità di aumentare gli interventi a tutela della sicurezza sul lavoro. Sono stati questi alcuni dei temi sui quali ci siamo confrontati negli ultimi mesi registrando, però, pochi passi in avanti.
Inoltre, abbiamo chiesto di valorizzare i temi che riguardano il collocamento, il trasporto e le azioni positive che possono essere messe in campo dalla Legge 199/2016, che agisce contro lo sfruttamento e il caporalato. Una buona legge che abbiamo fortemente voluto con iniziative unitarie negli scorsi anni. Su questo e su altri temi, come la possibilità di riunioni in azienda, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, hanno risposto negativamente.
La trattativa si è complicata con le richieste che le controparti hanno avanzato di:
- cancellare l’orario giornaliero di 6,30 ore;
- prevedere un salario minimo nazionale che scardina l’attuale modello contrattuale agricolo.
Destrutturare l’orario di lavoro metterebbe a rischio la contribuzione previdenziale per il calcolo della indennità di disoccupazione e non si avrebbe più alcun controllo sulla durata dell’orario giornaliero. Così come l’introduzione di un salario minimo a livello nazionale non tiene conto della struttura retributiva esistente nel settore che affida la titolarità della definizione dei salari contrattuali alla contrattazione provinciale, rischiando di determinare condizioni peggiorative sul versante salariale.
Il nostro rifiuto ad accettare queste proposte ha portato Confagricoltura, Coldiretti e Cia ad interrompere le trattative e a non voler più proseguire il confronto.
Nei confronti di questo atteggiamento incomprensibile e pericoloso, e di fronte alla totale indisponibilità di discutere dell’aumento del salario, Fai, Flai e Uila hanno deciso di proclamare lo
SCIOPERO NAZIONALE DEGLI OPERAI AGRICOLI E FLOROVIVAISTI
per l’intera giornata del 15 giugno 2018 con manifestazioni in tutta Italia.
Fonte: www.flai.it
Se ai tavoli di questa trattativa ci fossero stati i rappresentanti sindacali della triade Siciliana, qui-quo-qua, avrebbero accettato tutto..., con buona pace di tutti.
RispondiEliminaCari ""sindacalisti"" Siciliani, della triade naturalmente, prendete esempio di come si fa sindacato.
Giuseppe Spagnuolo.