15 marzo 2017

SUI FORESTALI, FAI-FLAI-UILA STANNO CONDUCENDO TRATTATIVE SERRATE “PER SUPERARE L’ASSURDO DI UN COMPARTO ANCORA REGOLATO IN SICILIA DA UN CONTRATTO DEL 2001”. “SERVONO RISORSE – HANNO PUNTUALIZZATO CHE LA REGIONE NON VUOLE TROVARE


All'attenzione dell'esecutivo dei sindacati
Agricoltura, attenzione su capolarato, braccianti agricoli e “voucher fantasma”
Servono risorse – hanno puntualizzato Cipriano, Marino e Mannino – che la Regione non vuole trovare

Rinnovo dei contratti per i braccianti agricoli e i forestali, attuazione della legge anticaporalato e mobilitazione contro i “voucher-fantasma”, tutela occupazionale per i lavoratori Aras e dei Consorzi di Bonifica, lotta alle agromafie. Tante le questioni sul tappeto, molti gli ambiti di impegno concreto per gli Esecutivi regionali di Fai-Flai-Uila Sicilia che si sono riuniti oggi a Enna nel salone dell’associazione “Luciano Lama” su iniziativa dei segretari generali Calogero Cipriano, Alfio Mannino e Nino Marino.
In merito alla vertenza Aras, che investe non solo il personale dell’Associazione Allevatori di Sicilia ma anche tutte le imprese del comparto, i segretari di Fai-Flai-Uila sono in attesa del confronto con l’Aia – l’Associazione italiana allevatori – fissato per mercoledì 22: “Sappiamo che l’Aia vuole sostituirsi all’Aras e non possiamo che sollecitare la ripresa dell’attività. Il servizio, però, deve ripartire dai 115 lavoratori in organico e dall’accordo ormai raggiunto con l’Aras per la riduzione momentanea dell’orario di lavoro in attesa delle prestazioni aggiuntive su cui la Regione ha già assicurato un impegno di spesa da un milione 400 mila euro”. Cipriano, Mannino e Marino hanno aggiunto: “Non consentiremo operazioni speculative. L’Aia ha responsabilità dirette sulle gestioni passate, subentrando all’Aras si faccia quindi carico di oneri e onori!”.
I rappresentanti delle organizzazioni di categoria di Cgil-Cisl-Uil si sono lungamente soffermati anche su caporalato, voucher, agromafie: “Il lavoro nero è una piaga, anzi “la” piaga del settore agroalimentare siciliano. Un nostro studio evidenzia come siano in calo gli occupati regolarmente iscritti negli elenchi anagrafici, mentre aumenta il fatturato di settore. Qualcosa non funziona. A questo, peraltro, si collega la nostra battaglia sui voucher che noi insistiamo a definire e considerare “caporalato di carta”. Parlamento e Governo stanno discutendo di questo strumento normativo, noi restiamo fermi sulla nostra richiesta di cancellazione dei voucher dal mercato del lavoro agricolo”.
Sui forestali, Fai-Flai-Uila stanno conducendo trattative serrate “per superare l’assurdo di un comparto ancora regolato in Sicilia da un contratto del 2001”. “Servono risorse – hanno puntualizzato Cipriano, Marino e Mannino – che la Regione non vuole trovare, e, intanto, accumula ritardi nell’approvazione di una riforma che rivendichiamo ormai da tempo con una dettagliata proposta di legge. Siamo consapevoli delle norme che bloccano il rinnovo dei contratti, ma ciò non può penalizzare un comparto fatto prevalentemente da precari stagionali. A proposito di norme, poi, dobbiamo ricordare quelle a lungo disattese in materia di diritti elementari dei lavoratori”. Su altri tavoli, non meno impegnativi, i sindacati stanno discutendo dei nuovi contratti provinciali per i braccianti agricoli: “Abbiamo chiesto un incontro con Cia, Confagricoltura e Coldiretti che si terrà venerdì. Nei contratti vogliamo inserire contenuti attuativi della legge anticaporalato, che noi consideriamo una conquista di civiltà ancora tutta da realizzare. La repressione non basta. Organizzazioni sindacali e associazioni datoriali devono trovare soluzioni per assicurare prevenzione e presidi di legalità”.
Fai-Flai-Uila con la Filbi Uil, infine, confermano massimo sostegno alla battaglia dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica: “Siamo stati convocati giorno 13 dall’assessore regionale Antonello Cracolici, ma la riunione ci è sembrata sterile. Il regolamento attuativo e lo statuto dei Consorzi di Sicilia orientale e occidentale, che sostituiranno gli attuali enti di bonifica, impongono una valutazione politica innanzitutto su chi dovrà farsi carico dei debiti esistenti. Se questi saranno zavorra per i nuovi Consorzi, si rischia di innescare una bomba a orologeria. Oggi, peraltro, la situazione è già esplosiva per 800 precari, ma la Regione fa spallucce. Salvo ritrovarsi di fronte a una valanga di ricorsi, che si concluderanno con il riconoscimento delle prerogative legittimamente acquisite in questi anni dai lavoratori”.


15 Marzo 2017
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