06 gennaio 2017

DOCCIA FREDDA PER I PRECARI DELLA REGIONE. LE PROROGHE SLITTANO A FINE MARZO. E DA QUELLI DELLA FORESTALE POTREBBE ARRIVARE UNA STANGATA ALLE CASSE DEL GOVERNO


I chiarimenti dell'assessore alle Autonomie locali Lantieri: «Questi i passaggi»

Otto lavoratori vincono la causa per il riconoscimento degli scatti di anzianità

PALERMO Doccia fredda sui tanti precari al servizio dei comuni che già avevano avviato le procedure per la loro stabilizzazione. «Le proroghe-ha, infatti, avvertito l'assessore alle Autonomie locali Luisa Landen, anche lei precaria - non si possono avviare prima del 31 marzo, lo dice espressamente la legge. Il piano - ha spiegato - prevede che sia la Regione a farsi carico del costo del personale, ma per farlo deve conseguire dei risparmi. Questo - ha aggiunto sarà possibile avviando la mobilità di una parte del personale delle ex Province». Di fatto, prima che partano le procedure, sempre che a Roma il cosiddetto decreto Milleproroghe venga coordinato con la normativa della Regione siciliana, per avviare le procedure di stabilizzazione dei precari degli enti locali sono necessari altri due passaggi: dovrà essere approvata la Finanziaria e al suo interno dovrà essere inserita la norma che autorizza il trasferimento dei dipendenti delle disciolte Province presso altre amministrazioni. «A quel punto - ha precisato l'assessore Lantieri scatterà il piano delle stabilizzazioni. Prima non è possibile». I dipendenti dei comuni di Catania, Caltanissetta, Alessandria della Rocca, Gagliano Castelferrato, Gangi. Giuliana, loppolo Giancaxio, Montemaggiore Belsito, Pedara, Realmonte, Roccella Valdemone, Sant'Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Torregrotta e Venefico, i comuni, cioè, che già avevano avviato le procedure per la loro stabilizzazione, dovranno pazientare per almeno altri tré mesi. «L'uscita pubblica dell'assessore Lantieri ha commentato il deputato dei Cinquestelle Sergio Tancredi - conferma quello che noi abbiamo affermato già in aula: si tratta di una legge inutile che non stabilizzerà nessuno. È solo l'ennesima presa per il fondelli a danno dei precari». E non è detto che, a fine febbraio, il governo Crocetta non chieda all'Ars l'autorizzazione per ricorrere all'esercizio provvisorio per un altro bimestre, fino al 30 aprile. Ma, come dire, "piove sul bagnato". È di ieri, infatti, la notìzia di una sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Catania, il dottor Domenico Circosta, a favore di otto lavoratori precari della Forestale che avevano chiesto la corresponsione, da parte della Regione, degli scatti di anzianità maturati nei tanti anni di servizio, seppure sulla base di contratti rinnovati di volta in volta. «La clausola 4 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato - si legge nella sentenza con cui si accoglie il ricorso - prevede il principio di non discriminazione per il quale i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato a meno che non sussistono ragioni oggettive nonché che i criteri del periodo di anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro devono essere gli stessi sia per i lavoratori a tempo determinato che per quelli a tempo in determinato, eccetto quando i criteri diversi in materia di periodo di anzianità siano giustificati da motivazioni oggettive». Se su l'onda di questa sentenza anche gli altri lavoratori a tempo determinato della Forestale, all'incirca 20 mila, dovessero rivolgersi al magistrato, per le casse della Regione sarebbe un salasso ultra milionario. E il principio, com'è facile intuire, è applicabile anche ai circa ventimila precari della pubblica amministrazione siciliana, la gran parte dei quali è di fatto in servizio dal 1988.
06 Gennaio 2017
Gazzetta del Sud






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