31 gennaio 2017

FUNZIONE PUBBLICA. I REGIONALI SI ASSENTANO PIÙ DEGLI STATALI. LANTIERI: RECEPIREMO NORME ANTIFURBETTI


di Riccardo Vescovo
PALERMO. Contro i furbetti della 104 e le assenze anomale la Regione corre ai ripari: “Siamo pronti a recepire le norme varate dal governo nazionale”, assicura l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri. Il ministro Marianna Madia sta infatti lavorando al decreto che riformerà il pubblico impiego e proverà a contrastare i "furbetti" delle assenze, quelli che per farla breve si assentano soprattutto nei weekend o sempre negli stessi giorni - lunedì e venerdì su tutti – e la Regione spera in questo modo di limitare il fenomeno dell’assenteismo in generale che in Sicilia risulta più elevato rispetto al resto d’Italia.

Se gli statali in media si sono assentati 9 giorni l’anno ciascuno, tra i regionali la media sale a 12 giorni l’anno. Eppure secondo il monitoraggio effettuato dalla Regione, i dipendenti di Palazzo d’Orleans continuano ad assentarsi sempre di meno. Nel 2015, nel periodo tra luglio e agosto, si erano registrati 68.163 giorni di assenza su un totale di 909.880 giorni lavorativi, pari a una percentuale di assenze del 7,5 per cento. 

Nel 2016 questo dato è calato nello stesso periodo al 6,6 per cento (57.850 giorni di assenza su 87.1266 giorni da lavorare). Stesso trend tra aprile e giugno quando la riduzione, rispetto all'anno precedente, addirittura ha superato il 20 per cento. Insomma, la situazione è in miglioramento ma resta ancora critica.

La Regione risulta invece in linea col dato dell’amministrazione statale per quanto riguarda le assenze con la 104, la norma per agevolare chi assiste parenti infermi. In questo caso siamo sui due giorni al mese di assenza. Su questo fronte, il dipartimento della Funzione pubblica era intervenuto con una circolare per limitare i casi di assenza in determinati giorni come il mercoledì, quando c’è il rientro. L’assessore Lantieri ribadisce però che “queste limitazioni danneggiano chi ha davvero bisogno. Vivere con un parente che ha una disabilità è un difficile, tre giorni al mese sono anzi pochi e lo dico da volontaria che collabora con le associazioni e conosce da vicino certe realtà. Siamo pronti a recepire le norme nazionali per stanare i furbetti ma bisogna evitare di colpire i più deboli e chi ha davvero necessità di assentarsi”.

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31 Gennaio 2017
http://gds.it/2017/01/31/i-regionali-si-assentano-piu-degli-statali-lantieri-recepiremo-norme-antifurbetti_623226/





TERRENI AGRICOLI INTESTATI AI MORTI PER OTTENERE I CONTRIBUTI DELLA UE. LA SCORSA SETTIMANA C'È STATA ANCHE UNA CONDANNA A RESTITUIRE I FONDI RICEVUTI NEL 2010, DOPO CHE I FINANZIERI HANNO SCOPERTO CHE I TERRENI ERANO TUTTI DELL'AZIENDA FORESTE





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Fiume Torto (031), area territoriale tra i bacini del Fiume Torto e del Fiume Imera Settentrionale (031A) e area territoriale tra il bacino del Fiume San Leonardo e del Fiume Torto (032) - Comune di Roccapalumba (PA). Conferenza programmatica del 4 novembre 2016

Fiume Torto (031), area territoriale tra i bacini del Fiume Torto e del Fiume Imera Settentrionale (031A) e area territoriale tra il bacino del Fiume San Leonardo e del Fiume Torto (032) - Comune di Termini Imerese (PA). Conferenza programmatica del 4 novembre 2016

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Bacino idrografico del Fiume Arena (054), area territoriale tra i bacini del Fiume Arena e del Fiume Modione (055), bacino idrografico del Fiume Modione ed area territoriale tra i bacini del Fiume Modione e del Fiume Belice (056) - Comune di Campobello di Mazara (TP). Conferenza programmatica dell'8 giugno 2016






PA, UN PIANO MADIA PER I PRECARI STORICI. IL GOVERNO HA ALLO STUDIO UNA SOLUZIONE PER SUPERARE IL PRECARIATO. IL BLOG: VI RICORDIAMO I LAVORATORI FORESTALI NON SONO PERSONE DI SERIE B! E' LA CATEGORIA PIÙ ANZIANA NON STABILIZZATA

Ansa

Il governo ha allo studio una soluzione per superare il precariato all'interno della Pubblica amministrazione. Il problema verrebbe risolto tra il 2018 e il 2020. Con il Jobs Act erano stati sospesi 40mila posti precari

ROMA - Il ministero guidato da Marianna Madia sta mettendo a punto un piano straordinario per superare il precariato storico nella P.a in via definitiva. Secondo quanto si apprende, il decreto Madia sul pubblico impiego, in arrivo per metà febbraio, delineerà una roadmap per risolvere nell'arco del biennio 2018-2020 la questione. Si sta ragionando sullo schema adottato per assumere maestre di nidi e materne, dando la possibilità alle amministrazioni di usare la spesa diretta al lavoro flessibile per posti a tempo indeterminato.

Il progetto, da sempre sostenuto da Madia, è passare dalle piante organiche ai fabbisogni, attraverso un nuovo sistema di reclutamento che abbia come perno il concorso. "Mettere fine al cattivo reclutamento", ha spiegato la ministra sin dalla presentazione della riforma, ma senza dimenticare i precari che si sono accumulati negli anni. Si tratta quindi di importare un meccanismo che consenta di assumere i tempi determinati entrati tramite concorso e di dare una chance, attraverso riserve ad hoc, a quanti lavorano da anni nella P.a. D'altra parte anche l'Ue da tempo ha acceso un faro sulla questione del precariato nella P.a italiana, rispetto a cui l'Italia ha già assicurato il proprio impegno per risolvere il problema. I precari storici sono tutti i lavoratori quelli con contratti vari e a termine che sono stati prorogati di anno in anno per più anni. Nel milleproroghe è prevista la proroga per un anno di 40 mila che in base ad una norma del Jobs Act non potevano essere più rinnovati. Ora la Madia è pronta a risolvere il problema in modo strutturale in attesa del testo unico sulla Pa che consentirà di assumere non per pianta organica ma in base alle effettive necessità della pubblica amministrazione come è stato fatto per le maestre di asilo.

Fonte della notizia: http://www.repubblica.it/economia/2017/01/30/news/pa_un_piano_madia_per_i_precari_storici-157227870/






L’ORA LEGALE - IL FILM - ENNESIMA OFFESA AL CORPO FORESTALE DELLO STATO




E così dopo Checco Zalone, che nell’ultimo film “Quo vado” è cascato nell’equivoco che gli operai forestali calabresi sono i membri del Corpo Forestale dello Stato (ironizzando sul sovrannumero che però riguarda solo i primi), anche i più maturi ed esperti Ficarra & Picone nell’ultimo film “L‘Ora Legale” sono incappati ancora più marchianamente nell’equivoco che vede associati i quasi 30.000 operai forestali siciliani agli appartenenti al CFS che tra l’altro in Sicilia sono presenti solo in poche unità nel servizio CITES.

Nel film, del quale se ne consiglia comunque la visione per la bellezza globale del suo messaggio, vengono rappresentati i “forestali” come coloro che svolgono principalmente la loro seconda attività privata, intascando di conseguenza lo stipendio pubblico senza merito. Ad un certo punto del film vengono inquadrati decine di “forestali” che finalmente riprendono a lavorare nei boschi, dopo che il nuovo sindaco ha ripristinato la legalità. La cosa scandalosa è che i “forestali” ripresi nelle scene indossavano le uniformi da campagna del Corpo Forestale dello Stato con tanto di stemma e alamari al colletto, tra l’altro montati al contrario.

Dispiace che Ficarra & Picone, due comici di qualità e da sempre con la schiena dritta, abbiano preso questo abbaglio sul Corpo Forestale dello Stato. Sarebbe bastato una ricerca, nemmeno tanto approfondita, per sapere che comunque gli operai dipendono dalla Regione e non dal Sindaco e che il CFS in Sicilia è presente solo negli aeroporti col servizio CITES e che le regioni a statuto speciale hanno un proprio corpo forestale regionale con proprie divise.

Un ennesimo vilipendio, quindi, nei confronti del CFS che negli anni ha dovuto sempre lottare con questo fardello che lo vede associato agli operai forestali delle regioni. Dato che dal primo gennaio il Corpo Forestale dello Stato è ufficialmente defunto, possiamo considerare questa ennesima rappresentazione cinematografica sul CFS  “vilipendio di cadavere”.

Seggioli Raffaele

Fonte della notizia: https://salviamolaforestale.wordpress.com/2017/01/30/lora-legale-il-film-ennesima-offesa-al-corpo-forestale-dello-stato/


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Il Prof. Massimo Costa sul film l'Ora Legale. Intanto sgombriamo il campo dall’equivoco sui forestali: se messi in condizione di lavorare, il loro è un lavoro utile, e soprattutto molto, molto faticoso e usurante



Viva Natoli 
Abbasso Natanè






RISCHIO IDROGEOLOGICO, VIA A 13 INTERVENTI DEL PATTO. GEOLOGI: «NÉ UN FILO CONDUTTORE NÉ PIANI ADEGUATI»


Cronaca – Fanno parte del Patto per la Sicilia. Secondo il presidente dell'ordine, «si rischia di agire senza una strategia comune». Colpa della mancanza di uno studio moderno. Ma un gruppo di studenti ha fatto una mappa

Miriam Di Peri
Negli interventi legati al rischio idrogeologico in Sicilia e messi nero su bianco nel Patto per il Sud siglato tra l’ex premier Matteo Renzi e il governatore Rosario Crocetta, esiste un «considerevole nodo critico». L’allarme parte dai geologi siciliani, secondo cui «non esiste tra i vari interventi un filo conduttore, una strategia comune che metta insieme i progetti, in modo da ottenere il massimo risultato».

I progetti già finanziati legati al rischio idrogeologico sono tredici, da Montalbano Elicona a San Cataldo, passando per Furnari o Sant’Agata di Militello. Ma si tratta di progetti «sostanzialmente slegati tra loro», accusa Giuseppe Collura, presidente regionale dell’ordine dei geologi. «Purtroppo - spiega - molto spesso si è agito riesumando vecchi progetti che i Comuni avevano dentro i cassetti, ma spiace constatare che non sia stato immaginato un filo conduttore, in assenza del quale si rischia di non raggiungere l’obiettivo, si rischia di fare cose che tra di loro non hanno un nesso». Secondo i geologi si tratterebbe di «interventi puntuali, su situazioni specifiche», come il consolidamento e la sistemazione idraulica di una strada di Furci Siculo, o per i lavori urgenti per la ricostruzione di un muro di sostegno distrutto a Sant’Agata di Militello o gli interventi per la salvaguardia della parte a valle del centro abitato di Reitano. «Abbiamo sempre sollecitato la Regione - sottolinea il presidente dei geologi - sulla necessità di un piano ragionato secondo un comune denominatore, purtroppo ad oggi non abbiamo avuto risconti».

Cosa comporta, in soldoni, non poter contare su una programmazione complessiva? «A titolo esplicativo - sottolinea Collura - basti pensare che si continuano a contare i danni all’indomani di un'esondazione, ma senza interventi programmati e costanti è come se non ci fossimo mai preoccupati di capire perché si forma la piena e in quali condizioni l’acqua arriva fino al centro abitato». Certo, è innegabile che i fondi contenuti nel Patto per il Sud siano una boccata d’ossigeno: «È assolutamente positivo che ci sia la possibilità di intervenire, anche puntualmente, il problema è non limitarsi all’azione puntuale. Sarebbe finalmente ora di pensare a un grande piano di manutenzione dei corsi d’acqua, restituendogli così la capacità di contenere le piene».

Eppure la Regione possiede già un piano di assetto idrogeologico, il cosiddetto PAI, ma il limite di questo strumento «è quello di registrare puntualmente i fenomeni già avvenuti». Insomma, non una mappa del rischio, che indichi in quali territori concentrare maggiore attenzione, ma una sorta di cimitero delle frane, dove segnare i fenomeni che man mano si presentano. Senza contare che da quando è stato pubblicato, nel 2006, sono già trascorsi oltre dieci anni. «Bisogna dotarsi su scala regionale - attaccano ancora i geologi - di uno strumento più innovativa rispetto al PAI, è una cosa che ripetiamo da tempo: lo sforzo che devono fare gli amministratori è quello di cogliere la necessità di passare a un reale strumento di pianificazione, che consentirebbe di pianificare anche la manutenzione ordinaria, per esempio dei corsi d’acqua».


Che tipo di studi occorrerebbero per redigere una mappa del rischio idrogeologico in Sicilia? «C’è un progetto, portato avanti da un gruppo di studenti dell’Università di Palermo, relativo al bacino dell’Himera. Il progetto si chiama Su.Fra. (suscettività alla franosità): tecnicamente si mettono insieme una serie di indici, che vengono elaborati attraverso un algoritmo che calcola la propensione di quel territorio alla franosità. Il futuro deve necessariamente andare in questa direzione». Per fare studi di questo tipo, intanto, servirebbero i geologi nella pubblica amministrazione. «Come ordine regionale abbiamo attivato una indagine conoscitiva, attraverso un questionario inviato ai 390 Comuni siciliani. Ci hanno risposto 320 amministrazioni e tra queste, soltanto 14 hanno un geologo in pianta organica. Eppure la Sicilia è una Regione in cui il 90 per cento dei Comuni ha almeno un’area ad elevato rischio idrogeologico. È così anche nelle Asp, negli uffici del Genio civile, ma senza una seria progettazione si metteranno sempre pezze, non si farà mai una prevenzione reale».

Un problema che non riguarda soltanto l’assessorato al territorio. «C’è un bando dell’assessorato all’Agricoltura per il finanziamento di reti infrastrutturali interaziendali che destina soltanto lo 0,5 per cento agli studi geologici. Come si fa a pensare di costruire una strada praticamente escludendo un serio studio geologico sul territorio nel quale verra costruita?»

31 Gennaio 2017
http://meridionews.it/articolo/51295/rischio-idrogeologico-finanziati-13-interventi-del-patto-geologi-mancano-un-filo-conduttore-e-piani-adeguati/





30 gennaio 2017

NON C'È PACE PER I FORESTALI. CIRCA DUEMILA OPERAI CINQUANTENNI VEDONO SFUMARE LA POSSIBILITÀ DI ASSUNZIONE A TEMPO PIENO. L'IRA DEI SINDACATI. L'ASSESSORE PROMETTE UN NUOVO VERTICE. IL BLOG: NON SE NE PUÒ PIÙ DEL TEATRINO, I DUE CONTINGENTI RIMETTEREBBE TUTTI D'ACCORDO, O SI VUOLE ANCORA GIOCARE CON I LAVORATORI? VERGOGNA!



IL CASO. L'ira dei sindacati: «Duemila lavoratori cinquantenni vedono così sfumare la possibilità di assunzione a tempo pieno». L'assessore promette un nuovo vertice

Forestali «anziani» scavalcati in graduatoria: scoppia la protesta

Non c'è pace per i forestali siciliani. Circa duemila operai, soprattutto con più di 50 anni, sarebbero stati scavalcati in graduatoria da altri colleghi più giovani a causa del riordino, da parte dei Centri per l'impiego, degli elenchi da cui la Regione attinge per firmare i contratti stagionali. Questa retrocessione bloccherà gli avanzamenti di carriera dei più anziani e dunque l'aumento delle giornate di lavoro, compresa la possibile assunzione a tempo indeterminato. Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil nei giorni scorsi hanno chiesto un incontro all'assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè e alla dirigente generale Maria Antonietta Bullara che erano però assenti, scatenando l'ira dei sindacati. L'assessore Miccichè rassicura tutti e spiega che «in settimana convocherò un incontro». Il problema riguarda i criteri con i quali la Regione stila le graduatorie dalle quali attinge per immettere i lavoratori in servizio. Per anni queste norme hanno tenuto conto di alcuni criteri tra cui l'anzianità di servizio e l'anzianità di disoccupazione. Nel 2012 il criterio dell'anzianità di disoccupazione venne abolito a livello nazionale ma in Sicilia secondo i sindacati questa novità non è stata mai recepita. Poi nel 2015 l'Ars ha votato una norma per aggiornare gli elenchi, fermi come detto al 1996, e inserire gli anni lavorati dagli operai fino ad oggi, in modo da penalizzare chi magari in questi anni ha fatto altri lavori e non ha risposto alla chiamata della Regione. Nell'aggiornare la graduatoria però gli uffici del Lavoro hanno considerato questa volta anche la norma nazionale che aveva abolito il criterio dell'anzianità di disoccupazione. Risultato: secondo Alfio Mannino della Fiai Cgil «circa 2mila lavoratori sono stati scavalcati in graduatoria e a fame le spese sono stati i più anziani a vantaggio dei quarantenni. Si è negato loro un diritto acquisito». I forestali sono divisi in tre fasce in base al numero di giornate di lavoro: 78, 101, 151 e poi ci sono quelli a tempo indeterminato. Gli operai più anziani attendevano l'avanzamento da una fascia all'altra ma adesso sono stati retrocessi. Secondo Calogero Cipriano della Fai Cisl «la norma dell'Ars diceva solo di ricalcolare gli anni di servizio dal 1996 al 2015». E per Nino Marino della Uil «c'è il rischio di una raffica di ricorsi, tanta gente che dopo decenni attendeva l'assunzione si è vista all'improvviso retrocessa». (*RIVE*)
30 Gennaio 2017
Giornale Di Sicilia



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Regione. Aggiornati gli elenchi: forestali anziani scavalcati in graduatoria e scoppia la protesta










REGIONE. AGGIORNATI GLI ELENCHI: FORESTALI ANZIANI SCAVALCATI IN GRADUATORIA E SCOPPIA LA PROTESTA



di
PALERMO. Duemila forestali pronti all’avanzamento di carriera si sono visti scavalcare in graduatoria. E addio aumento delle giornate di lavoro o assunzione. La Regione ha infatti aggiornato gli elenchi dai quali attinge per reclutare gli operai ma nel portare avanti questa operazione ha cambiato i criteri utilizzati in passato, penalizzando soprattutto gli over 50. Un errore secondo Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, che chiedono un incontro urgente all’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, e alla dirigente generale Maria Antonietta Bullara, e minacciano nuove proteste.
Per anni i criteri utilizzati per stilare le graduatorie hanno tenuto conto di diversi aspetti come l’anzianità di servizio e l’anzianità di disoccupazione, calcolati però secondo la situazione vigente nel 1996. La Regione adesso ha aggiornato questi elenchi al 2015 ma ha recepito una norma nazionale che nel frattempo ha modificato i criteri. Il risultato è che i forestali più anziani sono stati scavalcati in graduatoria e adesso i sindacati sono sul piede di guerra. 

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30 Gennaio 2017
http://gds.it/2017/01/30/aggiornati-gli-elenchi-forestali-anziani-scavalcati-in-graduatoria-e-scoppia-la-protesta_622559/




Nota
  
In giornata pubblicheremo l'articolo integrale





TRIBUNALE DEL LAVORO. SENTENZA CHOC SUI FORESTALI, RISCHIO STANGATA PER LA REGIONE: UGUALI VANTAGGI ECONOMICI FRA GLI OTD E OTI. AD OGNI LAVORATORE SONO STATI RICONOSCIUTI CIRCA 2.700 EURO


Il giudice: uguali vantaggi economici fra gli operai precari e quelli con contratto a tempo indeterminato.

di Erika Intrisano
CATANIA – Uguali vantaggi economici fra operai forestali precari e operai con contratto a tempo indeterminato. Lo ha stabilito il giudice del tribunale del Lavoro, Domenico Circosta che con una sentenza storica ha accolto il ricorso presentato nel settembre del 2014 da otto forestali precari. Si tratta di lavoratori della categoria antincendio che avevano richiesto il riconoscimento degli scatti biennali di anzianità. Diritti di cui avevano, invece, usufruito i lavoratori assunti a tempo indeterminato. Un pronunciamento a cui, come era prevedibile, sta già facendo seguito una pioggia di ricorsi. 

Nel dettaglio la contestazione mossa dai lavoratori richiama la clausola 4 contenuta nell’accordo sul contratto a tempo determinato che prevede, appunto, “il principio di non discriminazione” nel trattamento economico fra le due categorie. I forestali rivendicavano di aver svolto le stesse mansioni dei lavoratori a tempo indeterminato e di averlo fatto per lo stesso periodo di tempo. Il giudice ha dato loro ragione e i lavoratori hanno ricevuto il pagamento degli scatti di anzianità relativi al periodo compreso fra il marzo 2001 e il 31 dicembre 2013: in totale ciascuno di loro ha ottenuto circa 2.700 euro. 

Ma al di là dei singoli casi, la sentenza potrebbe fare da spartiacque. Sebbene, infatti, riguardi nello specifico solo otto lavoratori, la decisione - in generale - contempla gli interessi di tutti i precari. In altre parole, il pronunciamento emesso dal Tribunale del Lavoro potrebbe costare molto di più alla Regione, considerato il nutrito numero di forestali di cui si è dotata: ovvero circa 18 mila a fronte dei soli 1200 assunti con contratto a tempo indeterminato su un numero complessivo di 20 mila unità. Qualora, questi dovessero decidere di presentare ricorso per ottenere gli scatti di anzianità di servizio, di cui hanno goduto gli otto lavoratori in seguito alla sentenza del giudice Circosta - decisione che adesso costituisce un precedente - la Regione potrebbe essere costretta a sborsare una cifra da capogiro. 

La sentenza riconosce alcuni diritti economici degli operai forestali assunti annualmente a tempo determinato, diritti connessi all'anzianità di servizio e richiama alcuni principi generali: la “non discriminazione” del trattamento economico tra operai a tempo determinato e operai a tempo indeterminato a meno che non sussistano ragioni oggettive. E l’assenza di una differenza sostanziale tra le due categorie di lavoratori tale da giustificare trattamenti diversi. 

“In tal senso – si legge – non emerge da alcuna disposizione normativa che è richiesta ed esigibile dal personale a tempo determinato una prestazione qualitativamente diversa rispetto a quella esigibile dal personale indeterminato, per cui deve ritenersi insussistente una ragione giustificatrice delle diversità di trattamento”. Secondo, inoltre, quanto contenuto nella sentenza della Corte di Giustizia UE del 22 dicembre 2010 i principi indicati vanno applicati in assenza di “motivazioni oggettive”. 

Secondo Luigi Savoca, avvocato amministrativista del sindacato dei forestali, la sentenza assume particolare rilevanza anche in considerazione di logiche che non di rado possono animare il mondo del precariato. “Può ragionevolmente affermarsi – spiega Savoca a LiveSicilia– che questa sentenza costituisce un tassello a supporto della più generale battaglia dei lavoratori forestali siciliani e dei precari condotta per la stabilizzazione della loro posizione lavorativa, così da sottrarre queste categorie di lavoratori dal ricatto clientelare di un ceto politico che utilizza l'incertezza delle persone per i propri fini elettorali”. In merito alla sentenza, emerge, inoltre, il principio di “non applicabilità del regime della prescrizione ai diritti economici dei lavoratori forestali in quanto il loro rapporto di lavoro non può definirsi stabile, seppur deve considerarsi continuativo nel tempo” – conclude il legale. 

Una sentenza importante per Maurizio Grosso, segretario generale Sifus Confali. Il sindacalista ha sempre difeso a spada tratta i forestali siciliani, non ritenendoli affatto numerosi. “La sentenza – dichiara Grosso a Livesicilia – rappresenta la prova che non esistono categorie di serie A e di serie B. I forestali hanno gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori con, addirittura, indennità aggiuntive legate ai rischi e alle responsabilità delle mansioni che svolgono: altitudine, prevenzione incendi e via dicendo. Ciò scaturisce dalla funzione indispensabile che rivestono (o meglio, dovrebbero rivestire qualora i governi si muovessero in un ottica di programmazione) per il patrimonio boschivo e del territorio siciliano”.

29 Gennaio 2017
http://livesicilia.it/2017/01/29/sentenza-choc-sui-forestali-rischio-stangata-per-la-regione_821491/



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IL PROF. MASSIMO COSTA SUL FILM L'ORA LEGALE. INTANTO SGOMBRIAMO IL CAMPO DALL’EQUIVOCO SUI FORESTALI: SE MESSI IN CONDIZIONE DI LAVORARE, IL LORO È UN LAVORO UTILE, E SOPRATTUTTO MOLTO, MOLTO FATICOSO E USURANTE


Ora gli indipendentisti adorano Ficarra e Picone. Nell’Ora legale, Roma disarciona il sindaco onesto

(Massimo Costa) Sono andato a vedere il film “L’Ora legale” di Ficarra e Picone e credo meriti una recensione approfondita. Avevo qualche pregiudizio. Mi aspettavo una solita sviolinata contro i Siciliani, piena di pregiudizi, alla PIF, o una cosa alla Saviano, da professionisti mediatici dell’antimafia o dell’antimeridionalità o dell’antisicilianità. Me ne sono andato con la convinzione che Ficarra & Picone – come la si voglia vedere – sono una spanna sopra tanti altri. Ma entro di più nel merito. Il discorso non è così semplice.
Certo, c’è qualche rappresentazione di troppo dei Siciliani da “macchietta”, qualche sudditanza psicologica di troppo nei confronti del Nord, che sarebbe chissà perché “più civile” (“ma voi a Milano come fate….”). E, sui forestali, c’è il solito luogo comune che sono un esercito: tanti, tanti, tanti,…
Però non dimentichiamo che è un film comico e che qualche esagerazione ci può anche stare, qualche fustigazione di malcostume diffuso (gli impiegati pubblici assenteisti, i commercianti abusivi, l’abusivismo edilizio, i parcheggiatori abusivi…) che in effetti è difficile negare… sia pure come effetti di fatti storici molto complessi, più che come cause.
Il messaggio complessivo, però, che passa, se si guarda fino all’ultimo, anzi specie all’ultimo, è sconvolgente e davvero inedito.
Intanto sgombriamo il campo dall’equivoco sui forestali: alla fine sono stati trattati tutto sommato con rispetto. Si è dimostrato che, se messi in condizione di lavorare, il loro è un lavoro utile, e soprattutto molto, molto faticoso e usurante. L’immagine di questo esercito scatenato sulle nostre montagne a prendersi cura del territorio a tratti mi è sembrato che abbia dato dignità a questa categoria, così come quella di Ficarra distrutto al termine di una giornata di “vero” lavoro. Ma questo – tutto sommato – è un aspetto secondario del film.
Il vero fatto è che ci sono due letture possibili. Una superficiale e una profonda.
Quella superficiale è che i Siciliani sono pronti a lamentarsi, ma quando si chiede loro davvero di rispettare le regole sul serio, tornano indietro, cacciano il sindaco bravo e corretto, e rimettono in sella la vecchia guardia, che – più o meno – lo sa fare.
Quella più profonda, ma neanche tanto più profonda, basta poco per vederla, lancia invece messaggi dirompenti.
Il primo è che la legalità senza sviluppo non funziona. I cittadini indignati, della legalità, hanno visto subito tutti gli svantaggi e quasi nient’altro: la tari raddoppiata, l’impossibilità di lavorare per il fruttivendolo, il locale chiuso per mancanza di licenze, il posteggiatore che urla al nuovo sindaco “Ma che devo andare di nuovo a rubare?”. Il film è un po’ verista e po’ pirandelliano. Non ha una sola verità, non è “didascalico”. La verità è vista sotto tanti punti di vista, e non necessariamente c’è una speranza e un lieto fine.
Non c’è il lieto fine, perché in effetti oggi la Sicilia non ha ancora un lieto fine: sarebbe stato falso. È vero che la “vecchia guardia” ancora egemonizza la politica e il consenso. È vero ed è per questo che ci sono i Siciliani Liberi.
All’inizio, guardando la campagna elettorale del vecchio e del nuovo, mi sembrava uno spot per il nostro Ciro Lomonte a Palermo, che sta cambiando completamente il modo di fare politica.
Ma il nostro Ciro Lomonte non dovrà fare lo stesso errore di Natoli. La legalità è il cardine della nuova politica, ma se non si aggredisce la Questione Siciliana, questione economica, sociale, culturale, sarebbe una battaglia destinata alla sconfitta. Questo è vero, drammaticamente vero.
Il secondo messaggio che passa è che nessuno, neanche il più pulito del mondo, può fondare il messaggio sul fatto di essere “più puro degli altri”. Nessuno è perfetto. Anche il “buon” Natoli, gratta gratta, aveva chiesto una raccomandazione per la figlia, aveva sbagliato, come tutti noi. Il moralismo prima o poi finisce per essere vittima di se stesso (e chi vuole intendere intenda).
Ma il messaggio più dirompente è quello finale, quando si rivela chi sta dietro tutto questo male: tre persone.
un maresciallo dei Carabinieri, un faccendiere romano, un mafioso del paese.
E quello che, in una precedente scena, il faccendiere dice, è terribile e rivelatore del fatto che F. & P. sono “dei nostri”. “Voi del Sud, che la crisi l’avete avuta sempre non potete permettervi l’onestà”, se questo esperimento di onestà dilaga, crolla tutto un sistema di potere in ITALIA. Si dice – a chiare lettere – che il sindaco “cattivo”, con tanto di “striscetta tricolore” nel simbolo, interpretato dall’ineffabile Sperandeo, è legato a doppio filo a un potere italiano che lo sostiene, lo garantisce, lo protegge, lo alimenta. A memoria mia è la prima volta in assoluto che passa un messaggio del genere.
Alla fine il sindaco onesto è lasciato solo da tutti, ma più di tutti dallo Stato e dall’Italia.
Alla scena finale ci sono questi tre soggetti, questi tre “diavoli”, che nulla hanno a che spartire con l’ingenuità della “massa” strumentalizzata. E, di questi, due su tre sono o dipendono da Roma.
Chi l’avrebbe mai detto da Ficarra & Picone? Scusate, ma per me non è poco, non lo è affatto. È questo il vero messaggio profondo, lanciato in modo molto felpato, che rimane dopo qualche risata superficiale. Beh, grazie allora, Salvo e Valentino. Qualche luogo comune a questo punto me lo tengo volentieri.


29 Gennaio 2017
http://www.siciliainformazioni.com/redazione/534859/ora-gli-indipendentisti-adorano-ficarra-picone-nellora-legale-roma-disarciona-sindaco-onesto


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Viva Natoli!






NEVE MADONIE, FORESTALI IN AZIONE A PIANO BATTAGLIA. «SETTE INTERVENTI, UNA PERSONA È FINITA IN OSPEDALE». FOTO E VIDEO


Cronaca – Gli altri sei soccorsi sono stati trasportati al presidio medico vicino alla struttura sciistica e curati in loco. Notevole l'afflusso di utenti: «Oggi ci sono state circa tremila presenze e sono arrivati una cinquantina di pullman provenienti anche da tutta la Sicilia, numerose anche le auto private». Guarda foto e video

Stefania Brusca
Le Madonie hanno visto tempi migliori, ma il peggio sembra passato. È finita da poco l'emergenza neve che ha imperversato per giorni nei Comuni colpiti. In prima linea, oltre a 118 e soccorso alpino, anche i forestali che continuano a prestare soccorso, in particolare nella zona di Piano Battaglia.



A bordo del mezzo speciale Unimog gli ispettori superiori dei forestali Antonio Zafonte e Giuseppe Li Sacchi sono stati in prima linea a fronteggiare l'emergenza neve dal 6 Gennaio. Sono state soccorse cosi centinaia di persone, soprattutto automobilisti, sia di giorno che di notte.«L'emergenza vera propria è passata - afferma  Zafonte - adesso ci dedichiamo alla località sciistica. Oggi ci sono state circa tremila presenze e sono arrivati una cinquantina di pullman provenienti da tutta la Sicilia, numerose anche le auto private».


In tutto, spiega il forestale, sono stati effettuati sette interventi. Sei persone «sono state trasportate al vicino pronto soccorso di Piano battaglia e curate in loco, solo un paziente è stato trasportato con ambulanza all'ospedale di Petralia Sottana».

Una giornata impegnativa quindi, senza contare che poi «verso le 11,30 nel comune di Petralia sottana si è verificato in terremoto di magnitudo 3,5». Un sisma che finora sembra non aver creato danni a cose o a persone ma che in alcune zone vicine all'epicentro è stato avvertito distintamente dalla popolazione.

29 Gennaio 2017
http://palermo.meridionews.it/articolo/51387/neve-madonie-forestali-in-azione-a-piano-battaglia-sette-interventi-una-persona-e-finita-in-ospedale/











MEGA TRUFFA ALL’INPS SCOPERTA DALLA FINANZA, SMASCHERATI 191 FALSI BRACCIANTI, SEQUESTRATI TRENTA ETTARI DI TERRENI. VENTISEIMILA LE GIORNATE LAVORATIVE FITTIZZIE


I finanzieri della Tenenza di Patti in provincia di Messina dopo nove mesi di indagini ritengono di aver smascherato, in due distinte operazioni conclusesi nelle scorse settimane, un’ingente truffa, per oltre quattrocentomila euro, ai danni dell’I.N.P.S., scoprendo centonovantuno falsi braccianti ed individuando ben ventiseimila giornate lavorative fittizie.
Nel medesimo contesto sono stati sottoposti a sequestro trenta ettari di terreni, nei Comuni di Sant’Angelo di Brolo e Librizzi, per un valore di trecentomila euro in applicazione di un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Monia De Francesco su richiesta del Sost. Proc. dott.ssa Roberta La Speme della Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Messina,

La prima attività ispettiva eseguita dalle Fiamme Gialle è stata avviata con l’obiettivo di accertare l’effettiva esistenza e la reale operatività di un’azienda agricola nel settore della coltura di frutta a guscio ed olivicolo operante nei Comuni di Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi e Sant’Angelo di Brolo.
Dopo una serie di minuziosi riscontri sono stati acquisiti molteplici gravi indizi idonei a dimostrare la fittizietà dei numerosi rapporti di lavoro instaurati tra il titolare della stessa azienda e ben cento braccianti dipendenti.
Nel corso dei controlli, inoltre, è emerso che undici di queste persone erano state assunte, in un periodo differente, anche da un’altra azienda agricola operante nella stessa zona e nel medesimo settore. Pertanto, gli accertamenti sono stati estesi anche a questa seconda ditta individuale, presso la quale sono stati individuati ulteriori novantuno lavoratori agricoli assunti con le medesime modalità illecite.
I finanzieri pattesi hanno scoperto che la truffa si concretizzava nell’instaurazione, soltanto sulla carta, di rapporti di lavoro in agricoltura a tempo determinato, i quali, nella realtà, non si realizzavano mai o solo in parte rispetto alle giornate lavorative dichiarate.
La truffa consisteva, secondo le accuse, nel costituire aziende senza alcuna struttura organizzativa, né capacità economiche tali da giustificare l’assunzione di numeri così elevati di dipendenti, presentando all’I.N.P.S. denunce aziendali contenenti dati non veritieri come, ad esempio, disponibilità di terreni superiori a quelle effettive.
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di Manlio Viola
29 Gennaio 2017
http://messina.blogsicilia.it/mega-truffa-allinps-scoperta-dalla-finanza-smascherati-191-falsi-braccianti-sequestrati-trenta-ettari-di-terreni/375936/





29 gennaio 2017

LAVORO, LE PROPOSTE DELLA CISL, FURLAN “INVESTIMENTI E POLITICHE ATTIVE PER RECUPERARE I RITARDI DEL PASSATO”. SE PERDONO VALORE IL LAVORO E LA PERSONA UMANA, DIVENTANO FORTI I POPULISMI ED ANCHE I NAZIONALISMI


Angela Di Marzo
“Se perdono valore il lavoro e la persona umana, diventano forti i populismi ed anche i nazionalismi. Anche la democrazia partecipativa diventa a rischio se perde il lavoro”. Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan concludendo oggi a Roma l’iniziativa della Confederazione di Via Po che questa mattina ha formulato le proprie proposte sul tema del lavoro, confrontandosi con intellettuali, esponenti del clero e del mondo cattolico. “La Cisl è una organizzazione che ha alla sua base come valori fondanti il lavoro e la partecipazione, che sono anche elementi di democrazia”, ha ricordato Furlan. “Nella parola lavoro si racchiudono gli elementi di solidarietà, equità, giustizia che sono alla base del nostro modello di comunità e della nostra Carta Costituzionale”, ha sottolineato la leader della Cisl. “Partire dal valore del lavoro, oggi, significa richiamare i Governi Europei e quello italiano in primo luogo a rimettere al centro le politiche della crescita, creando le condizioni per far cambiare all’Europa i suoi paradigmi economici che oggi tengono bloccato lo sviluppo. Vanno superati i vincoli europei che impediscono gli investimenti in infrastrutture, ricerca, innovazione, formazione”. Per la Furlan, “fare oggi una nuova politica per il lavoro significa non lasciare nessuno solo. Nella quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo, ogni uomo e donna devono essere protagonisti in modo da partecipare ai processi produttivi a testa alta. Ed il sindacato deve essere capace di creare le condizioni perché vengano utilizzati gli attrezzi della conoscenza e della formazione. A cominciare dal tema dell’alternanza scuola- lavoro che deve diventare una esperienza importante, dove il valore del lavoro diviene anche un fattore di cultura”. Per la leader del sindacato cattolico, “ la risposta giusta sono gli investimenti e le politiche attive del lavoro, bisogna recuperare i ritardi su questo fronte. Ecco perché la seconda parte del jobs act è quella più importante, anche se sembra interessare solo noi. Dove sono le istituzioni, dove sono i partiti?”, si è chiesta Furlan. “Per questo abbiamo messo in campo oggi la nostra proposta. Ci sono associazioni ed un mondo culturale comune con cui dialogare in maniera positiva e poter svolgere insieme con lo stesso linguaggio questo ruolo di stimolo importante e fondamentale nella società. Ma ora chiediamo al Governo di rispettare gli impegni perché il tema dei cambiamenti non deve vedere nessuno da solo in un paese dove la solitudine tra i giovani e gli anziani è un fatto terribile. Non trovare oggi un lavoro cambia i diritti di cittadinanza. A questo dedicheremo il Congresso nazionale della Cisl, perché questo è il tema centrale del paese. Non solo pane, ma anche le rose, gridavano un tempo le mondine. Il rispetto della dignità del lavoro, la sua qualità, devono diventare l’orizzonte del sindacato”. “Creare lavoro è la vera priorità. Sappiamo che non esistono scorciatoie: il lavoro, come la crescita, non si creano per legge ma riorientando le politiche economiche. E le politiche del lavoro possono e devono fare la loro parte” ha detto il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. “La velocità dei mutamenti tecnologici – ha detto Petteni – richiede competenze sempre più specifiche ma, al contempo, la nuova organizzazione del lavoro meno gerarchica e più cooperativa richiede sempre più competenze trasversali. La formazione quindi deve essere sempre più la prima forma di tutela dell’occupabilità del lavoratore. La criticità più forte è quella della disoccupazione giovanile. Il rischio è condannare una generazione a perdersi e la nostra economia a non diventare davvero innovativa e dinamica. Per la Cisl questo diventerà, per il 2017, il principale asse di impegno sul lavoro”. “Esistono già provvedimenti importanti quali i bonus occupazionali per il lavoro stabile, che per il 2017 sono concentrati sui giovani. Inoltre – ha proseguito il segretario – il nostro Paese ha finalmente adottato l’apprendistato duale e l’alternanza scuola lavoro, che costituivano i veri spread che ci distinguevano in negativo da quasi tutti gli altri sistemi europei, riforme che però non sono ancora decollate. L’altra importantissima riforma mai decollata, la seconda gamba del Jobs Act, è quella delle politiche attive, per non lasciare solo chi perde il lavoro e chi cerca il primo impiego”. Infine, il superamento della segmentazione del mercato del lavoro e della precarietà non può passare per un atteggiamento di netta ostilità: “alcune forme di lavoro vanno contrastate con decisione qualora si tratti di abusi ma vanno sostenute e tutelate quando si tratti effettivamente di una nuova articolazione della prestazione dei servizi lavorativi o di strumenti per contrastare la piaga del lavoro nero”.
Tra le proposte della Cisl, “sostenere con una specifica premialità contributiva e/o fiscale le imprese e le filiere che creano lavoro di qualità in settori con elevate prospettive occupazionali (ambiente, servizi alla persona); sostenere la formazione continua degli occupati sia promuovendo i fondi interprofessionali delle parti sociali e finalizzando meglio le loro risorse, sia con una misura di detassazione per le imprese che investono in formazione, con l’obiettivo di arrivare a coprire con la formazione continua tutti gli occupati”. Per il sindacato, “l’apprendistato duale deve diventare la modalità più comune per concludere un ciclo di studi e raggiungere una qualificazione. Le norme legislative e contrattuali ci sono, ma serve mettere in campo un massiccio sforzo culturale, avvicinando lo strumento alle tante Pmi, creando sul territorio reti tra università e imprese più strette e tra scuole tecnico-professionali e imprese stesse. Gli enti bilaterali e i fondi interprofessionali possono essere d’aiuto nella formazione dei tutor e come facilitatori”. 


26 gennaio 2017
http://www.cislpalermotrapani.it/lavoro-le-proposte-della-cisl-furlan-investimenti-politiche-attive-recuperare-ritardi-del-passato/





28 gennaio 2017

TRIBUNALE DI PALERMO ACCOGLIE RICORSO 150 PRECARI DELLA SCUOLA, PER ANNI HANNO LAVORATO SOLO CON CONTRATTI A TERMINE


Il Tribunale di Palermo sezione Lavoro accoglie il ricorso presentato da circa 150 lavoratori, precari di lunga durata della scuola, personale assistente tecnico e amministrativo che, pur essendo inserito in posizione utile, al fine dell’assunzione, nelle graduatorie provinciali, almeno dal 2008, tuttavia per anni hanno lavorato solo con contratti a termine, vivendo ingiustamente le incertezze del precariato e l’ansia annuale del rinnovo dell’incarico.
“Sono soddisfatta del risultato che abbiamo ottenuto con questa azione da me proposta – dichiara l’avvocato Nadia Spallitta – che indubbiamente ripristina una condizione di giustizia e di legalità, riconoscendo il diritto all’assunzione a tempo indeterminato nei ruoli del Ministero dell’Istruzione, con decorrenza dal 2008, con ricostruzione giuridica ed economica della carriera.
In un momento di grave crisi, caratterizzato da uno dei più alti tassi di disoccupazione a Palermo – continua il legale – non posso che rallegrarmi del fatto che centinaia di famiglie, da me assistite, da questo momento potranno guardare con serenità al loro futuro, con prospettive e qualità di vita migliori.
Ritengo che siano anche importanti le decisioni del Tribunale di Palermo, unico in tutta Italia, che in un modo per certi aspetti innovativo, nell’accogliere i ricorsi, ha applicato una norma di settore posta a garanzia del diritto al lavoro”.


28 Gennaio 2017
http://www.madonielive.com/2017/01/28/tribunale-accoglie-ricorso-150-precari-della-scuola/