03 settembre 2015

NESSUNO STATO DI CALAMITÀ PROCLAMATO PER L'EMERGENZA SUIDI SULLE MADONIE. AD ACCELERARE LA PROCEDURA NON SONO BASTATI UN MORTO E TRE FERITI AGOSTANI



Nessuno stato di calamità proclamato per l'emergenza suidi sulle Madonie. Ad accelerare la procedura non sono bastati un morto e tre feriti agostani




Vincenzo Lapunzina
Lo scorso 11 agosto nell’ editoriale dal titolo “Emergenza suidi. Il Governo Regionale ha deliberato lo stato di calamità naturale. Il "suido passa a Renzi” avevamo dato notizia dell'avvenuta approvazione dello stato di calamità naturale da parte della Giunta Regionale, nella seduta del 10 agosto.

Ne eravamo certi in quanto fonti autorevoli, facenti parte del governo regionale, ce ne avevano dato notizia chiedendoci di rassicurare i lettori e di sottolineare la prontezza con la quale il Governo e l’Assemblea Regionale (con una legge implementata ad hoc) avevano risposto nottetempo alla tragedia consumatasi nelle campagne madonite la sera del 7 agosto.

La fonte (istituzionale) si è rivelata non affidabile. Verificato il documento ufficiale abbiamo riscontrato che non è stato proclamato nessuno stato di calamità naturale.

Quella sera perse la vita Salvatore Rinaudo (77 anni), in quanto letteralmente sbranato da un suido inselvatichito; la moglie, accorsa in suo aiuto, riuscì a cavarsela con delle ferite che al San Raffaele di Cefalù giudicarono guaribili in pochi giorni. 


A seguito di un ulteriore caso di aggressione, avvenuta domenica 31 agosto ai danni di un imprenditore agricolo (31 anni) nelle campagne di Nicosia (En),  per dare contezza ai nostri lettori dello “stato dell’arte” abbiamo chiesto agli uffici regionali competenti se la richiesta dello “stato d’emergenza” fosse stata inoltrata al Governo nazionale.
Richiesta che sarebbe dovuta essere accompagnata da una delibera di giunta che ne proclamava lo “stato di calamità”.

Il condizionale è d’obbligo in quanto questa mattina (1 settembre) abbiamo appreso che ancora la Giunta non ha proclamato lo stato di calamità.
Una leggerezza imperdonabile!
La delibera di cui facevamo cenno nell’articolo dell’11 agosto, ovvero la 193 del 10 agosto, si limitava a prendere atto di una nota a firma congiunta degli assessori all’Agricoltura, Territorio e Ambiente e del presidente della Regione Crocetta. 


La suddetta nota, prodotta sulla carta intestata del Territorio e Ambiente , numero 5283 del 10 agosto, correlata dall’ennesima relazione prodotta dagli uffici dell’ente Parco delle Madonie, redatta anche sull’onda emotiva della tragedia, avrebbe dovuto impegnare la giunta di Governo ad attivare “procedure urgenti ed indifferibili finalizzate a garantire la pubblica incolumità, la salvaguardia degli ecosistemi ed equilibri ecologici e delle colture agricole”.

Come bisognava attivarle?  La risposta era contenuta inequivocabilmente nella nota, ovvero mediante “l’immediata attivazione di tutti gli accorgimenti e procedure tra le quali gli abbattimenti, prevedendo opportune deroghe agli adempimenti che sinora hanno reso particolarmente complessa, se non in alcuni casi impossibili l’adozione delle predette tecniche di controllo”.

La Giunta, per forza di causa maggiore, come se sulle Madonie negli ultimi 10 anni non fosse accaduto niente,  prende atto del carteggio e conferisce mandato agli Assessori competenti in materia, Agricoltura e Territorio Ambiente (tra l’altro delegato per gli “affari della protezione civile”),  di porre in essere tutti gli “atti urgenti consequenziali”.
“Non esclusi - si legge nella delibera – quelli correlati alla dichiarazione dello stato di calamità”. «Con calma», avranno pensato, «tanto i suidi sarebbero andati in ferie».

Ad oggi, dopo 20 giorni,  presso gli uffici che coordinano i lavori della Giunta il fascicolo “Piano di gestione dei suidi nel Parco delle Madonie. Procedure urgenti”  è dormiente, quasi vuoto, consta di un solo “aggiornamento” pervenuto in tempo di “pace” estiva, segno che in questa terra di Sicilia qualcuno lavora a ridosso di ferragosto.
E gli uffici in capo agli altri assessorati interessati quali atti hanno prodotto a supporto di una delibera di Giunta la cui emanazione è in ritardo di oltre 20 giorni?
Abbiamo tentato di chiederlo all’assessore Maurizio Croce (Territorio e Ambiente) che nel corso di tutta la mattinata di oggi  (1 settembre) sarebbe stato impegnato quindi impossibilitato a rispondere alle nostre domande. Almeno così ci hanno riferito i collaboratori del suo gabinetto.

Qualcuno ci riferisce che il periodo feriale ha influito negativamente sulla definizione dell’iter che avrebbe dovuto portare alla proclamazione dello stato di calamità.
Ma, cari lettori, in Sicilia tutto viene fatto in emergenza e una  “procedura urgente” in più o in meno importa poco.

Siamo in attesa di un altro morto o di altri feriti perché gli eventi che si sono verificati ad agosto ( 1 morto e 3 feriti)  non sono bastati a convincere la politica e la burocrazia, a caccia di cavilli e “cavigliuna”, che non si può più attendere ed ogni decisione verrà presa tardivamente rispetto al rischio ed ai danni irrimediabili  che questa specie abusiva, che non va in ferie, sta arrecando all’intero ecosistema del Parco delle Madonie e non solo.

Ma siamo in Sicilia dove per delle ragioni che non comprendiamo “comandano” anche i suidi che con la loro “furbizia” hanno messo a nudo, qualora non ce ne fossimo mai accorti, l’incapacità di tutto l’apparato burocratico-politico di gestire tempestivamente qualsiasi situazione ci si presenta davanti.

Ed è proprio il caso di dire: "Buttanissima  Sicilia”, la tua bellezza non ci potrà mai salvare!


01 Settembre 2015
http://www.ilcaleidoscopio.info/Notizie_nessuno_stato_calamit__proclamato_l_emergenza_suidi_sulle_madonie_ad_accelerare_procedura_non_sono_bastati_morto_e_tre_feriti_agostani?idNews=ffb1ad48-1b94-400f-a4ba-ae468067ee18





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