28 novembre 2014

MANIFESTAZIONE FLAI E UILA IL 29 NOVEMBRE. IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UILA-UIL STEFANO MANTEGAZZA: NONOSTANTE L’ITALIA SIA IL PAESE PIÙ FRAGILE D’EUROPA DAL PUNTO DI VISTA DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO, GLI OPERAI FORESTALI E I LAVORATORI DEI CONSORZI DI BONIFICA CHE DOVREBBERO MANUTENERE IL TERRITORIO SONO NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI DA MESI SENZA STIPENDIO, SENZA CONTRATTO E SENZA PROSPETTIVE




#illavorochevogliamo: manifestazione Flai e Uila il 29 novembre

 

Il segretario generale Stefano Mantegazza spiega le richieste dietro la protesta: azioni concrete contro il lavoro nero, nuove politiche a tutela del territorio, Jobs Act e Legge di stabilità



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 Il lavoro nero rimane tra le piaghe che affliggono
 l'agricoltura e il Paese in generale




"Manifestiamo perché, nonostante le tante parole su trasparenza, legalità e rispetto dei diritti, il lavoro nero resta una piaga drammatica per il Paese".

Così il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione che vedrà l'organizzazione scendere in piazza insieme a Flai-Cgil sabato 29 novembre a Roma. 


"Se non ci saranno segnali concreti da parte del Governo - ha spiegato Mantegazza - dopo la manifestazione di sabato prossimo alla quale parteciperanno oltre 10.000 persone, porteremo i lavoratori ad Expo 2015 per spiegare ai consumatori di tutto il mondo che un terzo della qualità dell’agroalimentare italiano è fatto con lavoro nero”.
 

Altro punto della piattaforma della manifestazione è la richiesta di una nuova politica in materia di tutela del territorio.
“Nonostante l’Italia sia il paese più fragile d’Europa dal punto di vista del dissesto idrogeologico - ha detto Mantegazza - gli operai forestali e i lavoratori dei consorzi di bonifica che dovrebbero manutenere il territorio sono nella maggior parte dei casi da mesi senza stipendio, senza contratto e senza prospettive”.


Ma non mancano, tra i motivi della protesta, anche il Jobs Act e la Legge di stabilità.


Per Mantegazza il Jobs Act “è sbagliato, perché al contrario di quello che si vuol far credere, riduce i salari con la generalizzazione dei voucher e l’introduzione del salario minimo per legge e aumenta la precarietà. Inoltre non dà risposte a quelle generazioni di persone che sono diventate adulte restando precarie; né alla fascia di cinquantenni espulsi dal mondo del lavoro. Togliendo la cassa integrazione, la mobilità, la cassa in deroga, si creano solo nuovi poveri che, insieme alle tutele, rischiano di perdere anche la fiducia nella democrazia.
Infine, il taglio di risorse ai patronati previsto nella Legge di stabilità priverà milioni di persone di un’assistenza gratuita che il servizio pubblico non è in grado da solo di fornire”.
 

“Agli amici della Fai-Cisl - ha concluso Mantegazza - diciamo che ci rammarica la loro decisione di sfilarsi da un’iniziativa stabilita unitariamente. Ci auguriamo di poter riprendere, al più presto, un percorso unitario, perché è questo il modo di fare sindacato che da sempre caratterizza la nostra categoria”.
 

L'appoggio di Confeuro
La manifestazione ha invece raccolto il pieno supporto di Confeuro: "L'iniziativa del 29 novembre –  ha dichiarato il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – ha tra i suoi meriti anche quello di ribadire ancora una volta la richiesta di una riforma del mercato del lavoro agricolo finalmente trasparente e volto a combattere l'intermediazione illecita e il mercato del lavoro nero; nonché di contrapporsi al grave attacco ai patronati e ai diritti dei cittadini".
 

Confeuro è anche sulla stessa linea di Uila e Flai per quanto riguarda il "no" a Jobs Act e Legge di stabilità. Ha commentato Tiso: " Il Jobs act, e in generale le politiche del governo, evidenziano diverse storture e una pericolosa mancanza di dialogo che in questo particolare momento storico rischiano di aggravare una situazione già difficilissima e per certi versi esplosiva".
 

"Come Confeuro – ha concluso Tiso – abbiamo sempre creduto che queste modalità di protesta dovessero avvenire solo a seguito di diversi tentativi di dialogo. Ma a questo punto, vista l'indifferenza e l'arroganza mostrata più volte dal governo, non si può fare altrimenti che mostrare tutta la propria indignazione per quanto si sta cercando di realizzare sulle spalle delle persone più deboli".


 26 Novembre 2014
  AgroNotizie




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