23 luglio 2013

LA PROPOSTA: PUNTARE DI PIU' SULLA FORESTAZIONE RAGIONATA E RIPENSATA


«Fermare l'abbandonono delle nostre campagne per evitare altri disastri»

Proposta. «Puntare di più sulla forestazione ragionata e ripensata»


L´agronomo Corrado Vigo
foto lasicilia.it

Corrado Vigo, lei è agronomo, è produttore agricolo, è un uomo che vive la terra. Perché nella Val Pusteria, tanto per citare un luogo, è tutto straordinariamente pulito e curato e qui si cammina tra discariche?
«Può condensarsi in una frase stringata ciò che sta accadendo nelle nostre campagne "l'abbandono non premia". Molti dei disastri ambientali che ci circondano sono figli di decenni e decenni di una politica assai distante dal settore agricolo».
Questo è un abbandono, ha detto spesso lei, che si riconduce direttamente al fatto che è andato in crisi l'intero sistema produttivo della nostra agricoltura.
«I redditi degli agricoltori, vuoi per l'effetto dell'eccessiva e repentina messa in atto della globalizzazione, senza una adeguata compensazione, si sono sempre più assottigliati fino ad azzerarsi. E questo ha fatto allontanare molto dalle campagne, dalla terra, venendo a mancare la cura».
Voi avevate percepito prima e per tempo quel che rischiava di accadere. Ma davvero non è stato possibile creare un argine, attivare anticorpi che evitassero questo abbandono progressivo delle nostre campagne?
«Il compito di noi agronomi è stato ed è assai arduo: abbiamo accompagnato gli agricoltori con il suggerimento di tecniche colturali sempre più "risparmiose", abbiamo filtrato con gli agricoltori i "bilanci aziendali" fino a rasentare l'alchimia contabile per far loro quadrare i conti. Noi agronomi abbiamo messo in campo tutte quelle conoscenze tecniche nostre e/o importate, al solo fine di far resistere le aziende agricole, ma molti non ce l'hanno fatta».
E così nonostante tutto questo sforzo, è finita come vediamo. In altre zone del Paese, come raccontano i nostri testimoni ascoltati nelle Dolomiti, è proseguita la cura delle campagne, da noi siamo all'abbandono?
«E' sotto gli occhi di tutti ciò che avviene. Siano all'abbandono del territorio con conseguenti dissesti agro-ambientali. Gli agricoltori hanno sempre svolto una funzione di manutenzione e presidio del territorio e non solo d'estate, scongiurando gli incendi, ma anche di inverno, regimando le acque che transitano nei propri fondi; e noi agronomi in ciò siamo stati sempre al loro fianco».
Certo non è per niente bello andare a scoprire che viviamo in mondi diversi, cioè che da noi tutto questo disastro annunciato sta producendo danni irreversibili, mentre ci sono Regioni italiane che puntano sempre di più su tutto ciò che può arrivare dal territorio.
«Facciamo il raffronto col Trentino? Beh, osservo che lì, come ho riferito al Dirigente Generale dell'Assessorato all'Agricoltura e Foreste durante un incontro nel mese di aprile scorso, curano e coltivano i boschi, e di tutti i sottoprodotti ne fanno un buon uso ad "impatto CO2" uguale a zero: il teleriscaldamento. Ho proposto ad aprile di incrementare la forestazione delle zone pedemontane e collinari, al fine di rimettere in moto tutta l'economia dei paesi, oggi al collasso, facendo sì che la "forestazione ragionata e ripensata" possa essere un nuovo volano di tutta l'economia. Noi agronomi, così come anche i colleghi forestali, potrebbero far ripartire l'economia di queste zone. La forestazione a quote basse e con essenze quali ad esempio il castagno o il nocciolo, ripullulanti al taglio, potrebbe alimentare un nuovo mondo economico e non ultimo quello del "teleriscaldamento", con l'immediata conseguenza di un forte abbattimento della bolletta energetica per l'Italia ed anche per i cittadini. E ciò rimetterebbe in moto quella "manutenzione del territorio" che oggi non vediamo più, ma rimane solo nelle vecchie cartoline. Certo, impariamo dalle zone del Trentino, della Val d'Aosta, non c'è da vergognarsi».
A. Lod.

22 Luglio 2013






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