02 ottobre 2012

PROGRAMMA ELETTORALE DEL CANDIDATO PRESIDENTE ROSARIO CROCETTA (PD)











Sintesi di Programma – Aggiornamento 8-09-2012


RIFIUTI – CANCELLARE GLI ATO. ACQUA PUBBLICA
Via gli Ato dalla Sicilia, organi parassitari che hanno triplicato i costi dei servizi e creato problemi spaventosi ai cittadini che,a fronte di una peggiore qualità dei servizi, hanno dovuto pagare balzelli incredibili. Il servizio dei rifiuti deve tornare ai Comuni, mentre l’acqua, diritto fondamentale dell’uomo, deve essere pubblica, prevedendo tariffe sociali con un quantitativo minimo assegnato alle fasce deboli. Il costo dell’acqua deve essere uguale in tutta la Sicilia. Finora si è creata una realtà frammentata con tariffe che sono le più alte d’Europa a fronte dei servizi più scarsi d’Europa.
LA FORMAZIONE AI GIOVANI 
La formazione in Sicilia deve essere completamente rivista e riorganizzata, legandola alla ricerca e alle Università. I progetti formativi devono andare di pari passo con i processi lavorativi. La formazione deve aprire al mercato del lavoro. Uno degli obiettivi è puntare alle nuove tecnologie. I giovani hanno il problema che quando finiscono di studiare non hanno un curriculum utile per entrare nel mondo del lavoro. La nuova formazione dovrà completarsi in aziende ed in ambienti in cui i giovani imparino il lavoro ed abbiano poi un curriculum da spendere o nella stessa azienda o in altre.
LA SCUOLA 
La formazione primaria dovrà avere come base il tempo pieno così come in altre regioni d’Italia. Ciò risolverà il problema di molti precari, farà risparmiare spese alle famiglie per il recupero in forma privata e toglierà i ragazzi dalle strade. La scuola deve aprirsi alla contemporaneità, deve partire dall’antica storia e cultura del Paese, ma deve anche confrontarsi con la globalizzazione e la modernità per formare ragazzi che parlino almeno due lingue straniere, sappiano usare le nuove tecnologie e conoscano l’economia ed il diritto. Questa è la scuola secondaria che bisogna costruire. Formazione classica e contemporaneità sono due modelli non in contrapposizione, ma che possono integrarsi attraverso laboratori di ricerca, stages e centri di formazione. La scuola secondaria deve avere rapporti costanti con l’Università, i centri di ricerca e le aziende. Nel contempo vano studiate la letteratura e la storia siciliana.
I GIOVANI, LE DONNE, LE DIVERSITA’
Una Sicilia che abbatta le discriminazioni e riconosca i diritti di tutti, la Sicilia del lavoro e  dello sviluppo, la Sicilia nella quale siano riconosciute le minoranze e le donne siano veramente “l’altra meta’ del cielo”.
Più diritti per gli anziani e le persone diversamente abili, eliminando in primo luogo le barriere architettoniche, offrendo una sanità efficiente ed accessibile a tutti.
E’ necessario costruire nuove prospettive per i giovani, allargando la base produttiva (green economy e nuove tecnologie). Occorre favorire  il lavoro di giovani donne e diversamente abili incentivando le aziende che assumono tali lavoratori. Si dovranno favorire inoltre le imprese che abbattono il precariato e rinunciano ai contratti a tempo determinato.
CULTURA E BENI CULTURALI
Non è possibile che in Francia ed in altri Paesi i beni culturali siano risorse che portano ricchezza ed in Sicilia siano dei costi. I Musei nei periodi di massimo afflusso turistico devono aprire anche la notte, devono essere musei viventi che ospitino caffetterie, librerie, mostre. Questi musei devono essere in rete tra loro, scambiandosi esperienze ed iniziative che li rendano più attrattivi. I siti archeologici anch’essi devono essere viventi, ospitando rappresentazioni di tipo internazionale che attraggono turisti e produzioni che valorizzino la professionalità di artisti ed intellettuali siciliani. Bisogna valorizzare le tradizioni artigianali, come l’opera dei pupi e la lavorazione delle ceramiche La cultura è una delle più grandi risorse della nostra isola che ospita un terzo dei beni monumentali dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Questa è la terra dei più grandi autori contemporanei da Pirandello a Cammilleri, un patrimonio che deve essere conosciuto. L’identità culturale del popolo siciliano è la base per la rinascita dell’isola.
TURISMO
Bisogna attrarre investitori internazionali e la Regione deve facilitare invece che ostacolare chi nell’isola vuole realizzare proposte che rendano la nostra offerta competitiva.
La Sicilia possiede un patrimonio naturalistico, architettonico monumentale archeologico che dovrà essere valorizzato, che dovrà divenire una grande risorsa economica per l’Isola, attraendo milioni di turisti: terme, artigianato, valorizzazione dell’arte classica, moderna e contemporanea. Esperimenti come quello della fiumara d’arte di Antonio Presti o di Gibellina di Corrao, devono essere potenziate ed estese, pubblicizzandole in tutto il mondo e facendole diventare occasione di sviluppo per tutto il territorio siciliano. Gli hotel dovranno essere tutti in rete e occorrerà creare pacchetti turistici in grado di attrarre anche turismo di massa, calibrando la politica delle tariffe in modo dinamico adattandolo alle stagioni e all’andamento del mercato. Ovviamente occorrerà anche avere reti di assistenza nei territori per i visitatori. Si dovrà potenziare fortemente la formazione alberghiera in modo da professionalizzare il senso di ospitalità naturale che i siciliani hanno verso i forestieri.
AGRICOLTURA
Questo settore dovrà legarsi fortemente alla ricerca di nuove produzioni biologiche per fronteggiare la concorrenza a ribasso che viene dai Paesi emergenti. E’ indispensabile rivolgersi ad un’agricoltura di qualità in grado di penetrare nelle fasce più ricche del mercato mondiale. Saranno necessarie nuove modalità di produzione, come ad esempio l’utilizzo di serre fotovoltaiche e la produzione di anidride carbonica in serra in modo da far crescere i prodotti senza additivi. Va curata la formazione ai produttori, così come il rapporto con i centri di ricerca e le Università. L’imprenditore agricolo non può più agire da solo perchè il mercato è globalizzato, occorrerà favorire nuove globalità di distribuzione. In Spagna esistono solo tre catene di distribuzione per tutta la nazione, in Sicilia ve ne sono una ventina in ogni Comune e spesso produttori e agricoltori sono strozzati dalla criminalità che controlla i mercati di distribuzione. E’ indispensabile una revisione dei modelli di trasporto: l’aeroporto di Comiso che va aperto subito deve specializzarsi nel campo della distribuzione agricola per fornire prodotti freschi a tutta l’Europa.
TRASPORTI
Sono al centro dello sviluppo dell’isola, perciò occorre completare la Siracusa-Trapani attesa da 30 anni ed avviare la costruzione dell’arteria di collegamento nord-sud Santo Stefano di Camastra e Gela che toglierà dalla marginalità il centro della Sicilia. Nel contempo occorre pensare a nuove arterie per collegare Catania a Gela e ad Agrigento e nuovi collegamenti con Comiso. Va rimodernato il sistema ferroviario con collegamenti veloci. Le autostrade del mare devono contribuire allo sviluppo di una terra che si affaccia sul Mediterraneo, un mare che sarà sempre più luogo di collegamento tra l’est del mondo e l’Europa. La Sicilia deve intercettare questi flussi commerciali. E’ antimoderno che nè Palermo nè Catania nè Messina abbiano una rete metropolitana. In queste città vanno previsti parcheggi sotterranei, restituendo le piazze ai cittadini.
INDUSTRIA
Va aperta una vertenza forte con le aziende che operano nei grandi poli industriali che devono comprendere che la Sicilia non è una pattumiera. Ciò senza demonizzare le produzioni industriali né idealizzarle. L’homo faber produce, ma controllo la sua azione ed è quello che deve avvenire in Sicilia. Con l’Italia e l’Europa bisogna aprire una vertenza a favore degli autotrasportatori del settore industriale che vanno aiutati. Tra Catania ed Enna va costruito un polo di tecnologie avanzate e green economy. Il Governo nazionale deve finanziare le zone franche urbane di Catania, Gela ed Erice cancellate dal Governo Berlusconi.
PESCA
La Sicilia deve aprire una vertenza con l’Europa, nel 2013 cadrà l’attuale direttiva che penalizza la pesca nel Mediterraneo essendo essa concepita a favore della pesca dei mari del Nord. Vanno reclamate regole e misure adatte ad un settore che occupa 30 mila addetti e va varato un piano di rilancio della piccola e media marineria siciliana.
MODERNIZZAZIONE INFORMATIZZAZIONE.
Voglio che la presentazione di un’istanza basti un’e-mail mettendo fine a file e attese estenuanti. Informatizzazione vuol dire modernità, e ogni ufficio regionale dovrà adeguarsi a questo.
Voglio una Sicilia contemporanea dove la pubblica amministrazione sia completamente informatizzata, dove ci sia una rete diffusa di trasporti; incentivi per le imprese che assumono nuovi dipendenti, denunciano il pizzo e la corruzione. Mi impegnerò per abolire i privilegi delle cricche e delle caste.
STOP BUROCRAZIA E MORALIZZAZIONE DELLA VITA PUBBLICA
Tutte le istanze presentate da aziende e cittadini, dovranno avere una risposta entro 90 giorni lavorativi. Non possiamo bloccare lo sviluppo a causa di lentezze burocratiche o talvolta di negligenze di qualche funzionario. Occorrerà creare sistemi di incentivi e penalizzazioni. Si ha diritto all’incentivo se si superano gli obiettivi così come occorre in qualche modo penalizzare coloro che non raggiungono gli obiettivi minimi. Insomma un sistema con logiche produttive. I dirigenti non dovranno essere valutati dagli assessori ma da organismi tecnici competenti
Fuori i corrotti. E’ assurdo che parlamentari o funzionari arrestati per reati contro la pubblica amministrazione rimangano negli stessi posti come se nulla fosse accaduto. Eliminazione delle consulenze esterne per l’esercizio delle normali attività degli assessori, ci sono tanti dipendenti cha hanno la professionalità necessaria per svolgere lavori che spesso vengono dati ad esterni
La retribuzione dei parlamentari sarà legata alla loro effettiva presenza in aula e in commissione.
Non potranno più esistere gli stipendi da 500 mila euro l’anno che si sono visti diverse volte; lo stipendio dei dirigenti dovrà essere comparato a quello degli altri parlamenti regionali e agli standard europei.
SANITA’
La sanità deve avere al centro l’uomo e la sua dignità. Dignità per i cittadini “pazienti” ma anche dignità per gli operatori. Trovo incomprensibile che all’interno della scuola gli incarichi vengano decisi sulla base dei curricula e dei punteggi e invece nella sanità esistano ancora le nomine assessoriali, ipotizzando che i politici abbiano persino competenze per nominare primari.I dipendenti non possono essere ostaggi della politica, devono avere percorsi professionali certi e anche questi valutati da tecnici e non dalla politica. La sanità è tutto chiusa al proprio interno nella logica del cittadino “paziente”. Il compito della sanità non dev’essere di curare e basta, ma di prevenire, curare ed impedire che il malato di nuovo caschi nella malattia. Alcune competenze tra sanità e assistenza sono assurde perché un malato che viene dimesso dall’ospedale che non trova punti di riferimento all’esterno è destinato a riammalarsi. Il malato psichico sottoposto a tso uscendo dovrà fare i conti con una società che non lo prevede. Per  questo è necessario un coordinamento tra assistenza e sanità. Ospedali dove i bambini vivano una condizione felice, i pazienti non sentano come dei soggetti buttati in un letto le ragazze alla prima visita ginecologica non abbiano a vergognarsi. Per questo l’assistenza sanitaria deve anche contemplare l’assistenza psicologica. La sanità non può essere solo un problema di tagli che sono stati e sono necessari, ma i tagli vanno fatti nelle isole del privilegio non nella sanità riservata ai cittadini comuni. Dobbiamo puntare sempre di più all’eccellenza mettendo in rete gli ospedali. La cartella clinica dei cittadini deve essere messa in rete e visibile dal medico di famiglia, in modo che in caso di ricovero possa aversi la situazione sanitaria storica del cittadino. Sono cose semplici che non capisco perché non si siano fatte.
I PRIMI CENTO GIORNI 
Il presidente di Confindustria Ivan Lo Bello sostiene che se si sbloccassero le richieste di autorizzazione che giacciono nei cassetti della Regione si incrementerebbe il Pil dell’8 per cento, immettendo in circolo denaro privato. Perciò va istituita una conferenza dei servizi permanente che esamini tutte le pratiche. Va costruita una  cabina di regia sugli investimenti alle dipendenze della Presidenza della Regione per evitare il balletto di rinvii tra associazioni ed enti locali. Vanno recuperati i fondi europei che per la Sicilia sono di 5 miliardi e 700 milioni, rinegoziando questa situazione con l’Unione Europea. Il patto dei sindaci deve essere l’occasione per portare in Sicilia 5 milioni e mezzo di euro dotando gli edifici dei Comuni di pannelli fotovoltaici, con un risparmio del 50 per cento delle spese di energia. La Banca centrale europea ha stimato che quei 5 miliardi e mezzo di euro possono portare a 24 mila posti di lavoro, la metà andrebbero ai precari, l’altra metà ai giovani disoccupati. Il sole è la nostra ricchezza, ma la Sicilia merita uno zero in condotta per non aver saputo sfruttare questa risorsa come hanno fatto la Germania e la provincia di Bergamo, prime in Europa ed in Italia.





Programma completo

Sindaco dei Siciliani

E’ una Sicilia stremata quella che il prossimo governo regionale si troverà di
fronte. AI Siciliani vogliamo ridare la speranza; La crisi finanziaria ed
economica che negli ultimi anni ha colpito il mondo occidentale
industrializzato ha aggravato le già preoccupanti condizioni di difficoltà e
disagio che la popolazione siciliana continua a patire.
C’è uno scontro in Europa fra quanti vogliono portare avanti una politica di
difesa esclusiva degli interessi delle Banche e dei Mercati -causando
licenziamenti di massa, aumentando la percentuale di povertà e facendo
venir meno l’attenzione nei confronti delle fasce più deboli e della società in
genere -, e, invece, quanti sostengono la difesa della moneta unica
proponendo una politica di sviluppo e di occupazione, di difesa dello stato
sociale, di difesa dei più deboli, ampliando la base produttiva e tagliando i
privilegi delle caste. In verità è in atto in Europa un attacco alle zone deboli
dell’Unione che così tendono a divenire sempre più marginali. Il nuovo
Governo della Regione si batterà e lotterà per impedire il processo di
marginalizzazione della Sicilia sia a livello nazionale quanto europeo,
riacquistando quel ruolo di protagonista del proprio presente e del proprio
futuro ormai perso negli ultimi anni.
L’impegno cui siamo chiamati tutti quanti è quello di riprendere in mano il filo
di una matassa che dovrà essere velocemente districata per impedire il crollo
economico/sociale della Sicilia.
Questi ultimi anni hanno tracciato una crisi senza precedenti, nell’ambito
privato numerose aziende, in particolare, piccole e medie imprese hanno
cessato la loro attività, dichiarato fallimento o ridimensionato il personale
impiegato. Molti siciliani hanno perduto il loro lavoro, anche quello precario, e
si sono aggiunti alla folta schiera di coloro i quali non hanno e non trovano
occupazione, giovani, donne e ultra cinquantenni sono le principali vittime di
tale massacro sociale.
Nell’ambito pubblico le politiche di contenimento e riduzione degli sprechi, per
molti versi condizionate da molteplici circostanze (mal funzionamento del
comparto pubblico/aumento dell’imposizione fiscale tributaria), non sempre
hanno raggiunto gli obiettivi auspicati. La maggior parte degli enti locali, stretti
fra l’esiguità delle risorse a disposizione e i vincoli imposti dal patto di
stabilità, fatica a garantire l’espletamento dei servizi essenziali e ha quasi
rinunciato ad attuare una politica d’investimenti.
La crisi non concede tregua. I ritardi si accumulano e i processi di
trasformazione della società proseguono incalzanti. Tutto diventa
competizione e le incertezze si pagano a caro prezzo.
La Sicilia ha bisogno di una nuova stagione improntata a una buona politica
di cambiamento e innovazione che sappia coniugare efficienza/efficacia e
credibilità della classe dirigente, presupposto indispensabile per riconquistare
la fiducia dei cittadini, un’azione politica e amministrativa concreta fondata su
idee strategiche di sviluppo e rilancio della nostra terra.
Vi è una nuova centralità da cogliere: il Mediterraneo quale luogo privilegiato
del traffico commerciale fra l’economia asiatica in espansione e l’Europa in
regressione. A quest’appuntamento la Sicilia non può farsi trovare
impreparata. E’ dentro di quest’ambito che la crescita dell’economia siciliana
diventa tappa obbligata di un processo di rilancio dell’intera economia
nazionale e il Mezzogiorno deve essere protagonista di una nuova occasione
di sviluppo per il Paese.
Rivedere i criteri di utilizzo dei finanziamenti europei e programmare i nuovi
fondi comunitari con modalità che superino definitivamente le parcellizzazioni
e le dispersioni del passato e concentrino le risorse su alcuni grandi assi
strategici in grado di promuovere sviluppo, crescita occupazionale qualificata,
infrastrutture, istruzione e formazione, ricerca e innovazione
Fare della “concertazione sociale” e della “programmazione dal basso” il
metodo di lavoro insostituibile con il quale promuovere le azioni da svolgere e
assumere in maniera condivisa le decisioni. Un percorso nel quale ogni
singolo cittadino si sentirà e sarà protagonista delle scelte da compiersi per
innescare il cambiamento. Mutuando i tratti qualificanti della stagione della
progettazione integrata e negoziata e sviluppando forme stabili di
coinvolgimento partecipativo degli attori imprenditoriali e sociali nelle scelte
da compiere, si potrà agire per il miglioramento comune.
Pertanto da questo ne discenderà che sia la rivisitazione dei programmi
ancora oggi in essere cofinanziati con i fondi strutturali, quanto i programmi
regionali per il futuro periodo di programmazione saranno caratterizzati dal
confronto con tutti i rappresentanti delle Amministrazioni locali, le forze
sociali, imprenditoriali ed il mondo del volontariato.
Qui di seguito leggerete la mia proposta, la nostra proposta di aprire a
un’altra Sicilia, 9 Aree programmatiche iniziali che , con il contributo di tutti
coloro i quali intenderanno sposare il “partito del fare legale e del
cambiamento” senza alcun distinguo di appartenenza, diverranno un
programma di Governo finalizzato a promuovere crescita e occupazione nel
breve e nel medio periodo e avviare un processo di profonda trasformazione
della Sicilia in grado di renderla competitiva nel contesto dei mutamenti
globali nel quale il mondo è impegnato.
La Lotta alla mafia non deve essere più lo slogan di una classe politica che
poi non sviluppa azioni concrete perché ci vuole una reale pratica antimafia di
governo dell’Amministrazione pubblica che dovrà interessare tutti i settori di
quella regionale.
Bisogna cacciare dalla Regione Siciliana la mafia.
La regione della rivoluzione, della dignità metterà sotto lo stesso tetto
Istituzioni, volontariato, parti sociali, imprese, lavoratori, associazioni
antiracket e antimafia in un lavoro straordinario per eliminare ogni forma di
criminalità, di corruzione e di legame con la mafia. Creeremo un osservatorio
antimafia e antiracket che funzionerà da elemento di collegamento fra
l’azione di governo e l’azione della società. Fuori la mafia dagli appalti,
subappalti e forniture. Occorrerà semplificare l’acquisizione delle informative
antimafia delle imprese attraverso la White-list delle imprese che possono
lavorare con la pubblica amministrazione. Le imprese che denunciano il pizzo
e la corruzione, invece di essere discriminate come oggi, riceveranno
sostegno pubblico. La formazione del nuovo cittadino non sarà obiettivo solo
della scuola ma di tutta la società, saranno progetti integrati tra Istituzioni,
scuola, quartieri, chiese e associazioni religiose e laiche. Parole come parità
non dovranno più essere vuote, proporremo la legge per il doppio voto di
genere in tutti gli organi elettivi delle donne, la loro presenza in tutte le giunte
comunali, provinciali e regionali sarà garantita. Ci batteremo contro ogni
forma di discriminazione di varia natura. Sarà una politica per le famiglie e le
persone, concedendo mutui ad interessi zero ai giovani che vogliono
acquistare la prima casa. La Sanità, sarà il punto centrale della dignità che
metterà al centro i bisogni degli ultimi, si batterà contro ogni disuguaglianza e
valorizzerà le differenze come ricchezza. Ci batteremo per il lavoro,
favoriremo percorsi lavorativi per le persone diversamente abili. Lavoreremo
per l’inclusione sociale di tutti abbattendo ogni ghetto e ogni emarginazione,
sposando anche le battaglie per i diritti civili delle persone. La nuova sanità
metterà al centro la dignità dell’uomo, dialogando in alcune parti con il mondo
dell’assistenza e mettendo al centro il concetto di cittadino piuttosto che
quello di paziente, dando prioritariamente importanza alla prevenzione,
curando il malato e seguendolo dopo le fasi di cura. Il mondo del volontariato
è al centro di tale ragionamento, poiché dietro ogni volontario c’è un non
vedente che vuole vedere, un diversamente abile che vuole camminare,
sentire e partecipare alla vita sociale.
Il nostro punto di riferimento sono i modelli che vengono dall’Europa, dove
con costi più bassi si offrono servizi migliori. Il personale sanitario deve
essere liberato dal giogo politico a cui è stato sottoposto in questi anni. I
dirigenti della Sanità saranno scelti sulla base del loro titolo e del loro
curriculum, eliminando la discrezionalità della politica. La rivoluzione della
Sicilia offesa viene dal suo territorio, dalla sua arte e dalla sua natura che
finora è stata legata al ricatto della mafia e delle speculazioni. Autorizzazioni
e concessioni entro 90 giorni attraverso le conferenze di servizi permanenti.
Tutti gli attori saranno coinvolti nella concertazione del bilancio sociale di
genere e nelle scelte di indirizzi programmatici e favorirà il controllo
democratico dell’attuazione dei programmi grazie a confronti diretti dei
cittadini. E’ favorito il ricorso a referendum per risolvere questioni decisive e
cruciali per la pubblica amministrazione. Scuola, lavoro, terzo settore,
turismo, beni culturali, formazione, sanità, rigore della pubblica
amministrazione, diritti, parità non saranno più slogan ma patto fondativo di
un nuovo rinascimento siciliano. Gli Ato hanno prodotto disastri enormi e le
competenze sulla gestione dei rifiuti dovranno passare in forma singola o
associazionistica libera. L’acqua è un diritto fondamentale dell’uomo e ci sarà
una gestione totalmente pubblica. Occorre riaprire il dialogo con i gruppi
industriali dell’isola per rilanciare la politica del lavoro e della produzione nel
rispetto dell’ambiente. Agricoltura, pesca, trasporti, turismo, artigianato e
commercio sono nodi essenziali della nostra economia. Nei punti di seguito
sono trattate le principali questioni ritenendo che il programma subirà
cambiamenti in virtù dei contributi che avremo con i cittadini durante la
campagna elettorale.


1) Amministrazione Regionale:

L’Amministrazione regionale in questi ultimi anni ha mostrato il suo peggiore
volto, palesando inefficienza e inefficacia nelle attività svolte. Fatti salvi alcuni
casi in cui si è riusciti a creare un’inversione di tendenza che ha permesso di
recuperare gap e cambiare cultura e modalità di lavoro, molti cambiamenti
dovranno ancora realizzarsi ed il percorso è ancora lungo. Non mi sento però
come chi ascoltando la piazza spari adesso sul mucchio! Vanno analizzate le
cause di questa situazione per capire dove intervenire per ripartire e
innescare un processo di vero cambiamento.
L’Amministrazione regionale è il braccio operativo attraverso il quale la
politica e chi sta al Governo realizza il programma scelto e condiviso dagli
elettori che hanno creduto nelle proposte che vogliono ridare dignità
all’amministrazione e ai siciliani.
Questa la finalità che il mio programma intende raggiungere, per la quale
occorre intervenire per rimuovere l’evidente situazione di stallo in cui oggi
versa l’amministrazione, causata dal soffocamento di tante risorse positive
che non sono state motivate e valorizzate e persinopersino, a volte, discriminate
attraverso il ricorso esagerato a risorse esterne che alcune volte non hanno
avuto i titoli e le competenze del personale interno.
Innanzitutto la struttura amministrativa dovrà essere funzionale agli obiettivi, è
necessario e urgente intervenire per avere una amministrazione più snella e
meno costosa. Un’’Amministrazione al servizio del cittadino e
dell’Impresa”, il costo del suo funzionamento si giustifica solo se esso si
traduce in un beneficio per la collettività.
Diversi studi hanno dimostrato che negli Stati ove il comparto pubblico è
particolarmente efficiente questo ha effetti positivi per i cittadini. Si deve
tendere, quindi, ad una nuova politica volta alla specializzazione ed alla
valorizzazione delle risorse umane interne. Occorre prendere coscienza che
per un cambiamento dell’amministrazione la sua azione va reindirizzata
secondo i principi del “codice etico del pubblico dipendente” che
rappresenterà il nuovo punto di partenza: legalità, trasparenza, eliminazione
della corruzione e dei corrotti a qualsiasi livello. Questi i principi che devono
guidare l’attività della pubblica amministrazione.
La nuova parola d’ordine sarà “meritocrazia”.
Chiederemo impegno, senza distinzione di ruoli e/o grado, proporrò contratti
stabili che prevedano chiari percorsi di carriera, compiti e funzioni che ridiano
dignità e motivazione al dipendente pubblico. Questi affronterà la sua vita
lavorativa supportata e motivata da un’Amministrazione che vorrà investire,
formando e specializzando le proprie risorse umane secondo una strategia
precisa e condivisa e che supporterà il suo personale nella battaglia verso la
legalità.
Basta con il ricorso al personale esterno, a questi, si potrà fare ricorso solo
per i profili altamente specializzati e solamente dopo la verifica all’interno
dell’Amministrazione. In ultimo, la questione della Dirigenza apicale, che ha
causato, nel recente passato, non poche disfunzioni e rallentamenti alla
attività degli assessorati, faccio riferimento all’aspetto legato alla loro
contrattualizzazione. Proporrò una norma in base alla quale i Dirigenti
Generali non saranno più contrattualizzati dall’organo politico (assessore pro
tempore di riferimento), la loro nomina avverrà sulla base delle loro reali
competenze rispetto alla funzione loro assegnata. La loro attività sarà oggetto
di una valutazione annuale esterna e indipendente e la riconferma dipenderà
dal raggiungimento degli obiettivi assegnati e raggiunti.
Questo servirà a sancire un netto distacco tra il ruolo amministrativo e quello
politico, consentendo cosi, a chi guiderà i rami dell’amministrazione, la
continuità amministrativa necessaria per evitare ritardi, blocchi e disfunzioni
che hanno caratterizzato fino ad oggi l’amministrazione regionale.
Verso una burocrazia snella ed efficiente:
Ragionare in un'ottica di miglioramento e di efficienza implica riorganizzare
un’amministrazione al passo con i tempi, che sappia avvantaggiarsi delle
tecnologie disponibili per ridurre la burocrazia e i costi che essa comporta. La
digitalizzazione dei servizi, l'informatizzazione delle procedure e la messa in
rete degli uffici saranno gli strumenti ai quali fare ricorso, per accelerare
l’attività amministrativa e al contempo renderla più trasparente. Si potranno
colmare i diversi gap per avviare una più ampia diffusione della rivoluzione
digitale della PA. Avviare una fase di approfondimento sul contesto regionale
per declinare gli indirizzi e gli obiettivi dell’Agenda Digitale europea e di quella
italiana secondo le specificità del nostro territorio. Una sorta di vera e propria
Agenda Digitale Regionale che, orientata ai traguardi fissati dall’Agenzia
Europea, individui aree prioritarie d’intervento per indirizzare e sostenere al
meglio la crescita dell’innovazione digitale sul proprio territorio.
Per facilitare tale processo occorrerà rivedere la legislazione di settore al fine
di ridurre il numero delle norme e dei passaggi amministrativi oggi previsti in
ogni iter burocratico finalizzato a debellare definitivamente il rischio di
qualsiasi condizionamento esterno non riconducibile al rispetto della legalità e
della trasparenza. In tale direzione intenderò ridare il ruolo che merita
all’istituto della conferenza dei servizi, nata con l’obiettivo di snellire per
ottenere in poco tempo autorizzazioni e che invece, per l’uso distorto, ha
rappresentato un’ulteriore ostacolo.
Intendo, nel più breve tempo possibile, proporre un disegno di legge con il
quale snellire la normativa regionale, apportare le necessarie modifiche alla
struttura amministrativa continuando con l’accorpamento di alcuni assessorati
e di taluni dipartimenti, trasferendo e razionalizzando compiti e funzioni anche
verso gli Enti Locali.

2) Agricoltura di qualità

Il rilancio dell'agricoltura per una regione che è stata il granaio d'Italia è
passaggio fondamentale per il prossimo programma di governo. Abbiamo
assistito negli ultimi anni al deprezzamento dei prodotti siciliani che potrebbe
essere causa di un inizio lento ma progressivo abbandono delle coltivazioni.
E indispensabile, e questo sarà previsto e consentito nella futura
programmazione comunitaria, fornire quel reale sostegno all'imprenditore
agricolo che attraverso attività collaterali potrà coprire i costi derivanti dalla
produzione agricola. Parallelamente bisognerà puntare al biologico per
ottenere dei prodotti che consentiranno l'ottenimento dei marchi di qualità. Il
riaffermarsi del prodotto siciliano sui mercati dovrà essere un obiettivo
primario, bisognerà comunque che vi sia anche un cambio di mentalità e di
cultura, occorrerà anche consorziarsi per garantire produzioni ed al contempo
contenimento dei costi che verranno suddivisi su più soggetti al fine di poter
più facilmente essere presenti sui mercati. Sotto questo aspetto bisognerà,
con la collaborazione e la condivisione del mondo agricolo, compiere delle
scelte e delle conseguenti mission per affacciarsi ai mercati stranieri ove il
nostro prodotto (quello di qualità, dunque di nicchia) rimane ancora oggi
apprezzato. Si dovrà puntare all’incentivazione del turismo enogastronomico,
(non fermandosi alle semplici sagre popolari) volano quest'ultimo che
consentirebbe altra fonte di reddito per l'imprenditore agricolo. In ultimo i
giovani, l'educazione e la formazione ai prodotti della terra, ai metodi di
coltivazione e produzione consentirebbero quel salto culturale ed il
conseguente riavvicinamento della gente al mondo agricolo con maggiore
consapevolezza.
E’ indubbio che per compiere tale azione l’Amministrazione regionale dovrà
ritornare a svolgere quel ruolo di accompagnamento e supporto
all’imprenditore agricolo attraverso una riorganizzazione del sistema
agricoltura finalizzata alla razionalizzazione di tutti gli Enti ed Uffici che si
occupano della materia.

3) Impresa e sviluppo locale

Bisogna attuare una politica moderna di attrazione d’investimenti esterni, in
particolare stranieri, che si fondi al contempo su un’efficace azione di
contrasto nei confronti della criminalità organizzata e delle varie forme di
illegalità diffusa e che miri a promuovere un’immagine della Sicilia come
regione laboriosa, onesta e accogliente.
Favorire la nascita e il rilancio di piccole e medie imprese, che sono il motore
dell’economia siciliana, mediante politiche di incentivazione fiscale e di
agevolazioni economiche e con iniziative dirette a promuovere condizioni
stimolanti di accesso al credito sia potenziando lo strumento dei consorzi fidi
sia convenzionando istituti bancari propensi a investire in una nuova Sicilia,
sia potenziando l’attività della finanziaria regionale. Bisognerà intraprendere
un confronto con il sistema Bancario per affrontare le questioni riguardanti il
costo del denaro per il mondo imprenditoriale ed eventualmente studiare la
possibilità di una moratoria per aiutare le imprese che si trovano in difficoltà di
liquidità e pertanto non in grado nel breve periodo di far fronte agli impegni
assunti. Bisognerà intervenire per facilitare il pagamento dei debiti della
pubblica amministrazione per dare certezza ai bilanci delle imprese creditrici
anche con strumenti finanziari innovativi.
Rivedere il sistema degli aiuti alle imprese in grado di rispondere realmente
alle esigenze prevedendo due soli strumenti: A) credito d’imposta come
strumento di semplificazione ed accelerazione per le imprese adeguatamente
capitalizzate o in attività, B) un regime di aiuto de minimis per le imprese di
nuova costituzione e le micro imprese in genere, secondo quanto previsto
dalla normativa europea.
Dare concreta e fattiva attuazione in tutto il territorio regionale al SUAP
(Sportello Unico Attività Produttive).
Rivedere la strategia e l’organizzazione delle aree produttive nelle loro
diverse forme, prevedendo la creazione di una banca dati regionale che dia le
riposte necessarie ad orientare le scelte relative sia al mercato interno quanto
all’attrazione di nuovi investimenti.
Questo significherà immaginare una nuova strategia regionale industriale
capace di creare lavoro e occupazione partendo dalle realtà e dalle vocazioni
dei diversi territori non snaturandoli, ma indirizzando gli attori a compiere
scelte sensate dal punto di vista della reale utilità e fattibilità degli
investimenti.
Cercare attraverso idonei strumenti di attrarre nella nostra terra nuove
iniziative industriali che diano comunque la garanzia di continuità temporale e
che non finiscano per creare disoccupazione e povertà per come è avvenuto
sino ad oggi.
Va aperta una vertenza verso le aziende che operano nei grandi poli
industriali, per ricondurle verso una politica industriale più rispettosa
dell’ambiente. senza per questo demonizzare le produzioni industriali né
idealizzarle.
Altra questione sarà quella di affrontare in maniera concreta il problema degli
Autotrasportatori.
Nelle province dedite a tale vocazione va costituito un nuovo polo tecnologico
(tecnologie avanzate e green economy).
Va sicuramente ripresa la questione con il Governo Nazionale e la UE
riguardante la costituzione delle “ zone franche urbane” di Catania, Gela ed
Erice cancellate dal Governo Berlusconi.
A questa nuova visione di sviluppo dovrà accompagnarsi una
riorganizzazione dell’amministrazione pubblica snella e tempestiva nelle
risposte. Lo sviluppo del territorio non può essere ostaggio delle lentezze
burocratiche.

4) Infrastrutture e Trasporti

Il sistema dei trasporti della Regione Siciliana presenta indubbie criticità, tali
da limitare lo sviluppo economico e sociale dell'Isola. Occorre pertanto porre
in atto una strategia di potenziamento ed ottimizzazione che miri ad un
duplice obiettivo:
- il sostegno allo sviluppo del mondo imprenditoriale, da un lato,
per accrescere la competitività del sistema produttivo e
trasportistico regionale;
- il miglioramento della qualità della vita del cittadino, dall’altro, per
sostenere il riequilibrio e l’organizzazione del territorio siciliano.
Si tratta, dunque di realizzare interventi in grado di contribuire al riequilibrio
dei modi di trasporto sia per la mobilità di persone che merci, la cui maggior
quota oggi si svolge su strada. Ciò significa:
- potenziare il sistema di trasporto marittimo, puntando alla
specializzazione delle diverse funzioni – commerciale, crocieristica,
diportistica - rendendo l’insularità da limitazione ad occasione e
razionalizzando i sistemi portuali siciliani;
- supportare il potenziamento del sistema portuale regionale con una
sostanziale riorganizzazione del sistema ferroviario (tale da
garantire il rilancio competitivo della modalità ferroviaria in ambito
infraregionale) ed interportuale, realizzando concretamente
collegamenti ferroviari veloci, gli Interporti di Catania (in corso di
realizzazione) e di Termini Imerese (che rischia di perdere la copertura
finanziaria da parte della UE);
- potenziare il sistema aeroportuale, strategico per superare la
marginalità della Sicilia rispetto all’Italia e all’Europa, sia con interventi
sugli scali (Palermo, Catania, Trapani, Comiso e soprattutto quelli delle
Isole Minori), che sulle connessioni (stradali e ferroviarie) che ne
garantiscono la funzionalità: è il caso della Ferrovia Circumetnea da
collegare all’aeroporto di Catania e del Servizio Ferroviario Provinciale
allargato a valenza regionale “Alcamo-Castelvetrano-Mazara-Marsala-
Trapani” e “Siracusa-Ragusa-Gela necessario a garantire adeguati
servizi di collegamento con gli Aeroporti di Trapani Birgi e Comiso;
- migliorare il sistema stradale, con un particolare riguardo al
miglioramento della sicurezza di marcia, per realizzare concretamente
la chiusura di un anello di viabilità perimetrale di tipo autostradale (SrGela)
ed il potenziamento ed adeguamento delle strade trasversali tali
da mettere in comunicazione i grandi centri tra loro e l’entroterra,
nonché la costa Tirrenica con quella Ionica (avviare la costruzione
dell’arteria di collegamento nord-sud Santo Stefano di Camastra Gela
che toglierà dalla marginalità il centro della Sicilia).
Ancora, per le implicazioni connesse allo sviluppo locale, riveste
fondamentale importanza il completamento dei sistemi di trasporto
pubblico di massa sostenibile nelle aree metropolitane di Palermo, Catania
e Messina oltre che l’incentivazione e il riordino del trasporto pubblico
locale extra-urbano.

5) Turismo, beni culturali

Sicilia, la terra dei forti contrasti, la terra dei più grandi autori contemporanei
da Pirandello a Camilleri, la terra che ha conosciuto le più grandi dominazioni
– greci, arabi, normanni, la terra ove la cultura rappresenta una delle più
grandi risorse ospitando un terzo dei beni monumentali dichiarati
dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. La terra che possiede altresì
un vastissimo e prezioso patrimonio naturalistico, archeologico. Una terra
capace di esprimere realtà uniche come la Fiumara d’arte di Antonio Presti la
cui idea é stata recentemente mutuata dal Museo gughenhein, e la Gibellina
di Ludovico Corrao con la sua grande esperienza in campo culturale.
Nonostante le ricchezza naturali del nostro territorio il turismo non riesce a
diventare la fonte primaria di crescita economica ed occupazionale.
I beni culturali devono diventare risorse capaci di produrre ricchezza e reddito
in Sicilia, cosi come avviene in tanti altri Paesi e ritornare ad essere vissuti da
tutti i cittadini . Ad esempio i Musei, nel periodo di massimo afflusso turistico
devono rimodulare gli orari di apertura anche serali. Vanno ripensati secondo
logiche imprenditoriali ospitando caffetterie, librerie, ristoranti, in una sola
parola devono acquisire “un’anima vivente” divenendo luoghi d’incontro e di
scambio culturale.
Propongo la realizzazione di una rete museale che attraverso gli strumenti
informatici sia capace di condividere informazioni, esperienze per far in modo
che tali realtà divengano realmente interessanti per il flusso turistico.
Solamente così i musei potranno finalmente divenire fonte di reddito e passar
da uno stato d’improduttività a un altro nel quale la parola d’ordine sarà,
autosostentamento. Potranno essere affidati, come già sperimentato ad
esempio in Francia per la gestione ordinaria dei servizi a cooperative giovanili
in conformità di un piano strategico regionale.
Maggiore valorizzazione dei siti archeologici anche attraverso
l’organizzazione di eventi culturali per attrarre flussi turistici specifici per
tipologie di evento (Musica, teatro. Etc…), realizzando occasioni che possano
divenire proposte veramente interessanti ed attraenti sia per investitori
quanto per il mondo del turismo in generale.
Andrà creata una piattaforma contenente un "data base" per centralizzare
l'offerta alberghiera e facilitarne la ricerca.
In relazione alle ricchezze sopra menzionate, va immaginata la nascita o il
potenziamento di altre forme di turismo, ecologico, sportivo e a basso costo
per i giovani, iniziative che una volta implementate potrebbero rappresentare
un volano per il lavoro e l’occupazione giovanile.
Fino ad oggi in Sicilia il turismo non è decollato per la mancanza di una
strategia e di una regia unitaria tale da individuare ed indirizzare, con il
contributo e la condivisione di tutti gli addetti ai lavori, la strada da percorrersi
finalizzata a trovare unicità e sinergia tra tutti gli aspetti che possono
concorrere a far diventare il turismo la primaria fonte di reddito e sviluppo
economico siciliana, pertanto la Regione dovrà assumere un forte ruolo di
coordinamento in tutti gli aspetti (trasporti, infrastrutture, servizi, etc) e le
componenti del turismo in genere..
Vanno, anche, creati i percorsi turistici d’arte con riferimento a tradizioni
importanti come quelli della ceramica dell’opera dei pupi e dell’artigianato
d’arte. Vanno pensati gli itinerari dei Parchi naturalistici, culturali, artistici,
delle terme, del turismo giovanile e itinerante su camper ed in tenda.
Occorrerà mettere in rete la conoscenza turistica di tutti i luoghi della Sicilia e
di tutte le imprese che sono coinvolte, và offerto un servizio informatico
completo. In pratica bisognerà creare un servizio onnicomprensivo su tutti i
territori siciliani in modo da permettere ad ogni realtà dell’isola di essere
conosciuta nel mondo.

6) Formazione Professionale:

Una formazione che risponda alle esigenze del mercato.
Negli ultimi decenni a fronte d’ingenti risorse finanziarie comunitarie la
formazione regionale si è distinta per inefficacia! Se andiamo a vedere il
rapporto tra somme impiegate/spese e creazione di posti di lavoro le
percentuali sono bassissime, questo perché molto probabilmente la
formazione non è stata il frutto di una strategia che rispondesse a precise
esigenze del mondo del lavoro. La formazione in Sicilia deve essere rivista e
riorganizzata legandola alla ricerca e alle Università, ma soprattutto alle
aziende. Dobbiamo garantire una formazione di qualità. Partire dalla
domanda per offrire una "formazione che serve". Va fatta un'analisi regionale
dei reali fabbisogni formativi e su questa adeguare l'offerta. E' in funzione
della domanda lavorativa che va indirizzata la formazione e la riqualificazione
professionale, solamente così potremmo dire di avere speso correttamente le
risorse che ci vengono destinate creando e/o trasformando il percorso
formativo in una realtà lavorativa. La formazione cosi come é stata gestita in
questi ultimi anni non appartiene alla mia cultura ed al mio modo di concepire
questo settore secondo me centrale per lo sviluppo del nostro territorio e per
la crescita delle nostre risorse umane. Bisogna riportare tutto in un alveo di
funzionalità creando quella relazione stretta che deve intercorrere tra mondo
scolastico (perché è da qui che bisogna partire) universitario poi, mondo
imprenditoriale e formazione. Proporrò un tavolo tecnico al quale inviterò la
scuola, le Università ed il Partenariato economico/sociale perché, insieme, si
possa ridisegnare la mappa ed il modello gestionale della formazione
professionale affinché questa risulti funzionale al mondo del lavoro e
dell’impresa.
Istruzione. Obiettivo primario deve essere migliorare la scuola e portarla ad
alti livelli con la riqualificazione del sistema. Il valore etico dell'istruzione va
oltre le nozioni di studio, é un investimento per il futuro. Serve una scuola di
qualità. La formazione di base dovrà avere il tempo pieno cosi come in altre
regioni, con questo argineremo il problema dei precari e aiuteremo le famiglie
a risparmiare le spese per il recupero in forma privata e non da ultimo
toglieremo i ragazzi dalle strade.

(7) Ambiente/territorio/Energia/Rifiuti:

Soddisfare i bisogni attuali senza compromettere le generazioni future. E' in
estrema sintesi il concetto di sviluppo sostenibile che dovrà guidare le azioni
da intraprendere nel futuro. Dal mio punto di vista, dagli appalti pubblici di
fornitura agli appalti di opere strutturali ed infrastrutturali non si potrà più
prescindere dal rispetto di questo concetto. . Più della metà del nostro
territorio é a rischio idrogeologico e gli eventi ai quali abbiamo assistito negli
ultimi due anni sono la dimostrazione che dobbiamo dare un taglio con il
passato ed assumere un approccio più consapevole per “l’ambiente” da
considerare nella sua interezza, dal rispetto della flora e della fauna alla
valutazione di rischi di inquinamento delle falda acquifere prima di autorizzare
qualunque opera. Puntare, dunque, ad uno sviluppo eco/sostenibile
Un nuovo modello energetico distribuito interattivo e democratico.
Creare una catena di connessione “ricerca-innovazione-produzione”, puntare
sulla ricerca e sulla sostenibilità ambientale aprirà definitivamente la Sicilia
alla nuova frontiera economica della green economy, e dell’agro-ambientale,
diventando il luogo naturale di valorizzazione del capitale umano qualificato di
cui la nostra regione è ricca, che va incentivato a rimanere per essere
partecipe e protagonista di questo nuovo modello di sviluppo.
Il mio obiettivo é quello di coniugare profitto e sostenibilità ambientale,
creando le condizioni normative e occupazionali per l'applicazione, l'utilizzo e
la gestione di tecnologie ad alta efficienza energetica e ad impatto ambientale
zero.
I digestori anaerobici di ultima generazione, impianti solari termodinamici di
piccole e medie dimensioni oltre al fotovoltaico e alle biomasse
garantirebbero l'inizio di un percorso per arrivare a un'economia auto
sostenibile e a basse emissioni. Cioè la green economy. Investire in nuovi
sistemi tecnologici consentirà in pochi anni di creare redditi reali e risorse da
ridistribuire, creerà occupazione formando nuove figure professionali di cui
queste tecnologie necessitano, sarà un obiettivo primario al fine di realizzare
filiere energetiche locali. Obiettivi ambiziosi e realizzabili, viste le esperienze
maturate in altri paesi e in altre città italiane ed europee, da cui poter
attingere.
Le tecnologie sono disponibili sul mercato, ma le infrastrutture e le
amministrazioni devono modernizzarsi con interventi strutturali altamente
integrati.
Da rifiuto a risorsa.
Il rifiuto é percepito dalla nostra comunità come un problema, un prodotto
senza valore, costoso e inquinante. In realtà é un prodotto/risorsa,
riutilizzabile e redditizio. Servono nuovi modelli e sistemi di trattamento e
riciclo industriale sostenibili.
Investire in processi di recupero crea occupazione, micro impresa e valore
aggiunto per i territori, in tal modo i rifiuti diventano materie prime e
semilavorati con un impatto immediato sulla riduzione delle emissioni e sui
territori. Politiche di educazione alla gestione dei rifiuti, di riutilizzo e
d'incentivo al riciclo sono i punti cardini per il modello auspicato e per il nuovo
paradigma.
In un'ottica di prospettiva sono due le priorità: la prima far in modo che le
discariche ad alto impatto ambientale divengano piattaforme per il
trattamento dei rifiuti e la seconda prevedere in tempi brevi la realizzazione
d'impianti facendo ricorso alle tecnologie, a basso impatto ambientale, già
disponibili e che garantiscano la salute della gente.
Il problema esiste ed é urgente! Dobbiamo agire prima che si paventi una
Napoli 2! Gli Ato vanno dimenticati, sono stati organi parassitari che hanno
aumentato i costi dei servizi. I Comuni debbono ritornare a giocare un ruolo
centrale. Andrà istituito un sistema di raccolta capillare “porta a porta” e
questo sicuramente consentirà di riaassorbire le risorse umane
precedentemente assunte, mantenendo i livelli occupazionali. Ma attenzione
ciò non significherà assolutamente garantire privilegi ed isole felici, tutto
dovrà essere improntato alla trasparenza ed alla legalità.
Si dovrà rendere un servizio efficiente alla cittadinanza a fronte delle tasse
corrisposte.

8) Famiglia e Walfare

La struttura economico sociale siciliana, già debole, negli ultimi anni, a causa
dell’aggravarsi della crisi economico/finanziaria internazionale, si è
ulteriormente indebolita aumentando notevolmente la percentuale di povertà.
E’ mio intendimento non trascurare le esigenze delle categorie più deboli in
genere intervenendo sia con un’adeguata politica di walfare, sia con interventi
mirati per ogni singola emergenza.
Un buon Governo è quello che non dimentica le questioni ed i problemi che
affliggono la base, ovvero le famiglie. E’ nei loro confronti che bisognerà
trovare lo spazio e le risorse di intervento per consentire alla gente di
condurre una vita dignitosa.
Con l’aumento della base produttiva ed il conseguente incremento
dell’occupazione si potranno risollevare le sorti di molte famiglie ma, consci
che ciò non basterà come unica azione, si manterranno i livelli contributivi in
favore del terzo settore e dell’associazionismo e del volontariato per
accompagnare ed assistere le fasce deboli in questo percorso di ripresa.
Si guarderà in particolar modo alla condizione della donna e dei giovani,
categorie quest’ultime particolarmente vessate da questa crisi e dimenticate
dalle politiche sin ora annunciate.
L’essere umano, la sua condizione e la sua dignità sarà al centro della mia
politica e della mia azione di Governo, rappresentando l’uomo e la famiglia il
fulcro attorno al quale ruota tutto il resto.

9) BILANCIO

Com’è noto oggi il bilancio regionale si trova in una situazione di squilibrio
strutturale tra le entrate e le spese; in effetti negli ultimi anni abbiamo assistito
all’andamento pressoché costante delle prime, mentre le spese hanno avuto
un incremento notevole provocato sia dal trasferimento di funzioni da parte
dello Stato (vedasi sanità) senza l’assegnazione delle necessarie risorse, sia
per l’essersi fatti carico di criticità economico/sociali (precariato, PIP, forestali,
etc…). Occorre poi sottolineare che ad aggiungersi a tale situazione si sono
palesati sprechi e condotte poco consone ad una sana e corretta gestione
finanziaria.
Pertanto bisogna certamente ripartire “dall’anno zero”, bisogna rivedere la
veridicità dei residui attivi e passivi, inscrivendo le reali poste finanziarie;
“Trasparenza e Veridicità” queste sono le parole ed i concetti ai quali ci si
dovrà attenere e seguire per ricominciare a scrivere un documento quale
quello del bilancio indispensabile per porre in essere qualsiasi attività di
governo.ile per porre in essere qualsiasi attività di Governo.

Un bilancio come quello attuale, il cui 60 % circa è assorbito dalla spesa
sanitaria, il 12% alla spesa pe stipendi del personale in servizio ed in
quiescenza, il 5% necessario al pagamento degli interessi sul debito, il 9 %
per il pagamento delle spese per il funzionamento della macchina
amministrativa. In definitiva rimarrebbero circa il 10, 15% per investimenti.
Cosa fare? Ripartire da un nuovo dialogo con lo Stato finalizzato a alla
stesura di un nuovo accordo in materia di rapporti finanziari per dare vita al
“federalismo fiscale” che permetterà alla Regione di rinegoziare sia le funzioni
da svolgere che le relative risorse necessarie.
Poi bisognerà procedere ad una rivisitazione dell’organizzazione
dell’apparato pubblico, passare alla riscrittura del Bilancio, sposando la
filosofia “dell’economia di prossimità” come uno dei possibili modelli di
sviluppo, tornare ad una politica di accrescimento del capitale materiale ed
immateriale ripianando il debito attraverso, finalmente, la valorizzazione
dell’ingente patrimonio regionale.
In ultimo, una proficua ed efficace azione di contrasto al fenomeno
dell’evasione fiscale e dell’illegalità.
Altra questione quella della vera riorganizzazione degli “Enti e delle Società
regionali”, argomento che va affrontato sia sotto l’aspetto della rivisitazione
del bilancio regionale, sia sotto l’aspetto della riorganizzazione
dell’Amministrazione regionale.
In particolare, le competenze di molti Enti regionali potrebbero essere
assorbite da Uffici degli Assessorati regionali di riferimento; in altri casi,
invece, gli Enti che hanno un’eccessiva parcellizzazione territoriale (vedasi ad
esempio i Consorzi di bonifica) potrebbero essere riuniti in poche strutture
che identificano grosse aree territoriali regionali.
Detta operazione comporterebbe quale immediata conseguenza la
diminuzione del peso finanziario a carico del bilancio direttamente
proporzionale al diminuire degli organi di governo e di controllo (presidenti,
consigli di amministrazione e collegi dei revisori) degli enti stessi.

29 Settembre 2012

Crocetta come Fava: nei loro programmi niente soluzioni per i forestali



Ricordiamolo che il PD è stato al Governo con l'attuale presidente Raffaele Lombardo.

(Rimaniamo in attesa di leggere i programmi degli altri aspiranti Presidenti anche se quello del M5S è stato già presentato).


Leggi cosa potevano fare e non hanno fatto le coalizioni che appoggiano Rosario Crocetta.








Anche l'UDC che oggi è a fianco di Rosario Crocetta (PD), è stato in questa legislatura parte integrante del Presidente Lombardo, ma non solo, nei governi passati è stato il Partito del Presidente e dell'Assessore al ramo, Totò Cuffaro.







Lascio a voi le giuste considerazioni.



 

1 commento:

  1. Ciao Michele e grazie per il lavoro che svolgi per tutti i forestali... GRAZIE

    Io questa volta voterò il movimento 5 stelle

    sicuramente nella speranza che migliorano la nostra situazione lavorativa, ma la mia decisione arriva perchè voglio protestare contro questa politica che ci ha governato malissimo almeno da 50 anni.

    VOTO MOVIMENTO 5 STELLE PER PROTESTA.

    Ciao a tutti Santo Spada

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