29 aprile 2022

ALLA SCOPERTA DEI BOSCHI DELLA SICILIA: IL SINAPA, POLMONE VERDE (GIGANTE) INESPLORATO


Dal sito www.balarm.it

È l’immagine perfetta della superiorità della natura nei confronti dell’uomo. Un percorso caratteristico e amato dai trekkisti, esperti e meno esperti

Salvatore Di Chiara 29 Aprile 2022
Mancano poche settimane alla celebrazione della giornata mondiale dell’Ambiente (5 giugno) e oggi, nonostante gli sforzi sostenuti contro il diboscamento, i risultati sono poco soddisfacenti. Aree naturali, oasi nascoste, foreste e boschi
spesso si trovano lontani dalla presenza dell’uomo ed evitano la possibile influenza negativa.

Usciti dalla città di Castelvetrano e proseguendo lungo la statale 119, giunti in prossimità del bivio per l’Asse del Belice, all’orizzonte s’intravede un polmone verde dalle proporzioni “quasi” esagerate che cattura l’occhio dell’ attento osservatore.

Alcuni chilometri separano i curiosi visitatori da un luogo che lascerà un ricordo senza precedenti. Il bosco di Sinapa rientra nel controllo e salvaguardia del demanio forestale 3. Sin dai primi passi mossi per raggiungere l’entrata, il distacco con la quotidianità è evidente e sembra immergersi in un mondo che rappresenta la perfezione della natura.

Un silenzio che accompagna e scandisce ogni passo fatto, togliendo il fiato di fronte alle libere immagini che si incontrano. Un luogo incantevole dalle mille sfaccettature e suddiviso in due percorsi: l’itinerario numero 1 e 2. Perché questa scelta? Non è dettata da un disegno geometrico o linea decisa dall’ente forestale ma, due percorsi che riescono a evidenziare diversi aspetti e nascondono degli squarci storico - ambientali di assoluta bellezza. Il primo percorso è abbastanza lungo. La distanza è insediata da tratti di salita non impegnativi e discese in cui bisogna concentrare la massima attenzione.

S’immerge all’interno della vegetazione lungo un percorso caratteristico e amato dai trekkisti. Dopo una salita leggermente impervia è possibile raggiungere la torretta di avvistamento e da lassù, si osserva uno scenario paesaggistico che abbraccia parte della valle del Belice. Nel ricordo di chi l’ha vissuto con i propri occhi, il terremoto del ‘68 ripiomba come un macigno e si scorge il Cretto di Burri (vecchia Gibellina) e non lontano, il paese fantasma di Poggioreale. Senza dimenticare le grotte di Santa Ninfa che distano a pochi chilometri dal bosco.

È l’immagine perfetta della superiorità della natura nei confronti dell’uomo. Si respira un intenso profumo di purezza dove il protagonista è l’aspetto rurale in assenza di strutture e mezzi di epoca moderna. La macchia mediterranea è concentrata nelle sue caratteristiche ( alta e bassa) e spiccano quei colori vispi e intensi. Una moltitudine di piante dove nidificano alcune specie di uccelli e la fauna è riuscita a insediarsi nel tempo con estrema delicatezza.

L’itinerario numero 2 è decisamente morbido da affrontare e allo stesso tempo, si entra dritti in un percorso storico. Un tuffo nei ricordi del passaggio ferroviario che dalla città di Castelvetrano conduceva fino alla stazione di San Carlo - Burgio. Superate le fermate di Partanna ( Modione) e Santa Ninfa, un terza era quella di Rampinzeri prima che giungesse a Gibellina vecchia. Lungo il tracciato è possibile osservare alcune opere d’arte minori ed entrare all’interno di una galleria di media lunghezza.

Cambia il contesto e si apre un’ampia finestra panoramica celebrando il duro sacrificio per il compimento di quelle opere che furono terminate dopo tanti anni. Improvvisamente, subentrano spontanee riflessioni sul binomio perfetto tra aspetti socio - architettonici e la componente ambientale. Le sorprese sembrano essere infinite e grazie agli interventi voluti dalla Guardia Forestale, ci sono diverse vie d’accesso che collegano con i territori limitrofi e quindi, accompagnano verso uscite secondarie e si congiungono a vecchie trazzere di campagna.

Una possibilità per toccare e gustare gli aspetti agricoli nella loro essenza. Il bosco di Sinapa rappresenta l’immagine perfetta della tranquillità mista al fascino delle vicende che hanno contrassegnato decenni della valle del Belice.













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