L'INTERVISTA
BACCEI: SERVE ALTRO TEMPO PER RISANARE TUTTI I CONTI di
«SERVE ANCORA UN ANNO E MEZZO
PER METTERE I CONTI A POSTO»
Le riforme sono state fatte, come pattuito. E anche a Roma questo viene visto * come un beL
risultato. I conti sono più solidi di quando io sono arrivato ma c'è un
percorso ancora lungo da fare. Direi che serve almeno un altro anno,
forse uno e mezzo. Andare a elezioni prima sarebbe un danno per tutti»:
Alessandro Baccei, assessore all'Economia, si è preso appena due giorni
di pausa dopo la Finanziaria e da domani sarà a Roma per continuare a
discutere col governo nazionale le misure per uscire dalla crisi.
Intanto però traccia un bilancio della manovra approvata dopo tré giorni
di votazioni all'Ars senza sosta. ···
Quanto si risparmia con le
riforme approvate nella Finanziaria?
«La cosa più importante è
l'allineamento delle pensioni regionali a quelle nazionali. È una norma
che vale almeno cento milioni nel triennio, forse di più, dipende da
quante persone andranno via. Le altre misure sui regionali permet tono
invece risparmi più limitati ma un forte recupero di produttività. Sui
forestali il risparmio è molto più ampio perché i tagli consentono di
recuperare una quarantina di milioni. Inoltre quest'anno utilizzeremo
cento milioni di fondi extraregionali per ga- rantire il budget di
questo settore».
«Abbiamo tolto noi
quella norma. I forestali sono assunti quasi tutti a tempo determinato e
disegnare un percorso di prepensionamenti era molto difficile. Ma
abbiamo già avviato contatti con l'Inps e con il ministero del Lavoro
per studiare una norma siciliana che faccia da apripista a livello
nazionale. Ci riusciremo».
Si poteva fare di più anche sui costi
della politica.
La nonna che lei ha proposto per tagliare gli stipendi a
sindaci e consiglieri comunali non è passata. «È vero ma i risparmi
che avevamo ipotizzato sono già stati "calati" nel bilancio. Circa 19
milioni quest'anno e 45 dal prossimo. Sono somme che la Regione non
spenderà più a prescindere da come si determinerà l'Ars. Io questa
riforma la vedo un po' più complicata ma non impossibile. C'è una forte
diversità di vedute all'Ars. Manca una visione unitaria su ciò che si
deve fare».
In definitiva, a quanto ammontano i risparmi frutto
della manovra? «Direi fra 200 e 300 milioni. Ma già dai prossimi
giorni sarò a Roma per scongelare i 450 che abbiamo accantonato
prudenzialmente. E sarà facile anche chiudere con la Cassa depositi e
prestiti l'accordo per i mutui, che ci permetterà di spendere meno in
questo settore».
Ha parlato con Deirio della manovra approvata?
«Con lui no, ma ho colto comunque la soddisfazione a Roma per i
risultati raggiunti. Abbiamo fatto le cose per come era stato pattuito.
Ora c'è la convinzione di poter andare avanti».
Significa che il
rischio default è scongiurato?
«Non userei paroloni... Diciamo che la
situazione è molto migliorata e che ora ci sono le condizioni per fare
bene. Se non si inverte la rotta, si arriva facilmente al 2017. Lo dico
dal punto di vista tecnico, politicamente bisogna vedere come si mettono
molte cose...».
Sta dicendo che anche il rischio elezioni è
superato?
«Io dico che per completare il percorso ci vorrebbe almeno
un altro anno. Meglio un anno e mezzo. Sarebbe la cosa migliore per
tutti, al di là dei colori politici. Tra l'altro, registro un clima di
collaborazione fra maggioranza e opposizione che è molto positivo».
Cosa si può fare in questo anno?
«Ho già fissato per la settimana
che inizia I'll maggio l'arrivo in commissione Bilancio del piano che
riguarda le partecipate. E nel frattempo una norma già approvata in
Finanziaria ci permetterà di riordinare anche tutti gli enti regionali
con un decreto. Poi aiuterò la Contrafatto, dal punto di vista
finanziario, per le riforme dell'acqua e dei rifiuti. E credo si debba
recuperare il ritardo
nell'approvazione della riforma delle Province».
nell'approvazione della riforma delle Province».
Un piano ambizioso. Sono cose che si dicono da anni.
Secondo lei si stanno facendo adesso perché è Roma che obbliga a farle? «No, non ho avvertito in questi giorni l'obbligo di legiferare
perché ce lo chiede Roma. C'è un maggiore senso di responsabilità di
maggioranza e opposizione. E ha permesso di arrivare a scelte condivise.
Non c'è il muro contro muro. Ho lavorato bene con tutti i leader
dell'opposizione da Falcone a Cordaro, da Milazzo a Vinciullo. Alcune
loro proposte, come quelle sull'Esa e sui consorzi di bonifica, erano
condivisibili e sono state accolte».
In molti hanno notato che in
aula c'è stato solo lei. Crocetta è arrivato solo nelle ultime ore. Le
ha pesato?
«Il presidente mi ha lasciato grande libertà. Una
dimostrazione di fiducia. Ma tutta la manovra era condivisa fra noi. E
devo ammettere che quando in aula c'è stato lui è stato tutto più
facile. Stare solo in aula è stato molto pesante. Il suo intervento è
servito».
Perché ha detto no agli aumenti contrattuali per i
regionali che gli venivano proposti proprio dal Pd?
«Quella degli
aumenti contrattuali per i dipendenti regionali è una proposta che avevo
fatto io stesso. Ma in una fase precedente. Quando è arrivata dal Pd
non c'era più la copertura finanziaria. Mi dispiace. Ma posso assicurare
che dall'anno prossimo metteremo le risorse per rinnovare i contratti.
L'ho già promesso ai sindacati». L'allineamento delle pensioni dei
regionali vale 100 milioni in tré anni Nel 2016 saranno previsti i fondi
peri rinnovi contrattuali del personale» L'assessore regionale
all'Economia: «La manovra consente di risparmiare fra 200 e 300
milioni A Roma c'è grande soddisfazione»
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