09 luglio 2014

IL DILAGANTE FENOMENO DEI FURTI DI CAVI ELETTRICI. IL DIRETTORE DELLA CONFAGRICOLTURA ALESSANDRO VITA, AVEVA PROPOSTO DI DEDICARE AL CONTROLLO DEL TERRITORIO IL PERSONALE DELLA FORESTALE E DELL'ESA, L'APPELLO PURTROPPO E' PASSATO INASCOLTATO


Il dilagante fenomeno del furto di cavi elettrici porta con sé disagi per i cittadini ma anche danni pesantissimi per gli imprenditori e gli artigiani agrigentini


Il Ministro dell'Interno durante i lavori del vertice tenuto ieri ad Agrigento. 
Alla sua destra il prefetto Nicola Diomede. Foto lasicilia.it

Il dilagante fenomeno del furto di cavi elettrici porta con sé disagi per i cittadini ma anche danni pesantissimi per gli imprenditori e gli artigiani agrigentini.
I danneggiamenti, infatti, sono soprattutto concentrati nelle zone rurali, e questo sta mettendo in "ginocchio" le coltivazioni, impedendo l'utilizzo dei sistemi di irrigazione e l'utilizzo di attrezzature per la conservazione dei prodotti.
Una vera e propria emergenza, come ci confermano le associazioni di categoria, che si è concentrata soprattutto nelle aree tra Canicattì, Naro e Campobello di Licata, "ground zero" dei furti ma anche cuore pulsante dell'agricoltura agrigentina.
"Cominciammo ad occuparci del fenomeno, già due anni fa - ci spiega il direttore della Confagricoltura Alessandro Vita -, proponendo di dedicare al controllo del territorio personale della forestale e dell'Esa, rimanendo però inascoltati. Per i coltivatori la situazione era già abbastanza difficile anche senza che si aggiungessero questi episodi di vero e proprio banditismo. L'assenza di rete elettrica - aggiunge - sta provocando seri problemi non solo perché è impossibile effettuare le irrigazioni, che in questa fase interessano soprattutto le colture di uva e ortaggi, ma anche perché sono inutilizzabili le celle frigo e tutta una serie di strumentazioni indispensabili per le aziende di trasformazione".
"Per quanto riguarda la mia esperienza personale - dice invece il presidente della Cia Rino Frenda -, sono rimasto circa sei mesi senza corrente elettrica, con tutti i danni che sono facilmente immaginabili. Accade tra l'altro che chi viene per rubare i cavi poi si occupi anche di ‘ripulire' le aziende, asportando apparecchiature e in alcuni casi anche bestiame. Qualcuno tenta di sopperire al black out con gruppi elettrogeni, ma questo aumenta esponenzialmente i costi collegati soprattutto al carburante per la loro alimentazione".
Non va meglio agli industriali, dato che i saccheggi riguardano, come nel caso di Ravanusa, anche le Asi. Da Confindustria Centro-Sicilia ci confermano che già da un anno si stanno occupando del fenomeno, e pare che a giorni sarà presa una posizione nazionale. "Siamo di fronte ad una situazione preoccupante nel territorio agrigentino - spiega, Antonio Siracusa, delegato di Confindustria Centro Sicilia per Agrigento - che sta causando forti disagi alla comunità e ingenti danni alle attività produttive. Gli interventi criminosi si stanno facendo sempre meno episodici e sempre più mirati, paralizzando le imprese e il lavoro. Per questo é fondamentale il già considerevole impegno delle forze dell'ordine e non possiamo che apprezzare il tempestivo vertice indetto dal ministro Alfano".
Gioacchino Schicchi

08 Luglio 2014







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