07 luglio 2014

GELA UN RICORDO DEL BOSCO LITTORIO CHE D'ESTATE VENIVA UTILIZZATO CON ENTUSIASMO DAI TANTI TURISTI E GIOVANI GELESI. A DISTANZA DI TANTI ANNI MOLTI CONCITTADINI OGGI RICORDONO CON UN PIZZICO DI NOSTALGIA QUEL LUOGO DEL BOSCO CHE, TUTT'ORA E' L'UNICO POLMONE VERDE DELLA CITTA'


Gela. Un ricordo dell'impianto che d'estate veniva realizzato nell'area del bosco littorio

E le francesine crearono il villaggio "magico"

L´area di bosco Littorio
Foto lasicilia.it


Nei primi anni cinquanta del Novecento, all'interno del Bosco Littorio di Gela veniva realizzato durante l'estate il villaggio Magique, dove giovani francesine, dopo avere impiantato le tende, allestivano una vera casa con cucina e servizi (luce, acqua, docce e fognatura): tutte le spese erano a carico del Comune.
All'epoca quel gradevole villaggio suscitò vivo entusiasmo in tanti turisti e nei giovani gelesi.
A distanza di tanti anni, molti concittadini oggi ricordano con un pizzico di nostalgia quel luogo ameno del bosco che, tuttora, è l'unico polmone verde della città.

A sera il villaggio si illuminava e le belle francesine, al suono dei dischi ballavano tra di loro.
Il bosco dai profumati e verdeggianti alberi, secondo le fonti storiche venne realizzato intorno al 1922-1923, e quindi all'inizio del fascismo, ai piedi del Calvario.
In quegli anni fu anche realizzato dall'amministrazione comunale, all'epoca retta dal podestà Gueli, il Parco delle Rimembranze, quest'ultimo per ricordare i trecento soldati gelesi caduti durante la prima guerra mondiale. Fino agli anni quaranta si poteva vedere in ogni albero una targhetta con il nome del militare caduto: oggi tutto ciò è scomparso, mentre esiste all'interno del parco il monumento al Milite Ignoto con una stele dove sono indicati i nomi dei caduti nella guerra mondiale 1915-18.
Un tempo l'area del Bosco Littorio era coltivata ad ortaggi ed in quella località esistevano diversi pozzi privati (quelli del Purgatorio, della Provvidenza ed altri) dove la gente si riforniva di acqua potabile a pagamento.
Il bosco fu chiamato Littorio per ricordare il vessillo adottato dal regime fascista, con l'aquila delle legioni romane a rappresentare la vittoria.
Durante il fascismo in quel luogo, ogni sabato (sabato fascista), si svolgevano le esercitazioni paramilitari da parte dei balilla moschettieri assieme ai loro istruttori.
Durante il secondo conflitto mondiale nel bosco furono collocate delle mine antiuomo che, terminata la guerra, vennero rimosse.
Tutt'oggi, come detto, il bosco è l'unico polmone di ossigeno per l'intera città, e quindi utile alla salute pubblica: all'interno si trova la caserma del corpo forestale, non più utilizzata, mentre negli anni sessanta vi funzionò la scuola professionale Inapli.
In tempi più recenti tutta l'area boschiva è divenuta zona caratterizzata da un rilevante interesse archeologico.

Renzo Guglielmino

06 Luglio 2014







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