24 gennaio 2015

AUDIZIONE DEL M5S ALLA REGIONE PER GABARA. PERCHÉ NON SONO STATI COINVOLTI I FORESTALI?



Audizione alla Regione per Gabara


«Perché è stato dato il nulla osta al taglio degli eucaliptus in territori sottoposti a vincolo?»





San Cataldo. Una «battaglia» che andrà avanti, quella per la tutela del patrimonio ambientale, con l'apporto di amministratori, associazioni e società civile. Ad affermarlo, i partecipanti alla conferenza stampa svoltasi ieri mattina nella sede cittadina del "Movimento 5 Stelle", alla presenza del deputato regionale Giancarlo Cancelleri, dell'assessore comunale all'Ambiente e Territorio, Angelo La Rosa e del presidente della sezione nissena di Legambiente, Alessandro Giugno.
Tema dell'incontro con la stampa l'operazione in atto fino a pochi giorni fa nell'area forestale di Gabara, nell'ambito di un programma che sta interessando i territori di Caltanissetta ed Enna e che prevede l'abbattimento di 10.000 ettari di eucalitteti in 10 anni, al fine di alimentare una centrale a biomasse di una multinazionale. Sul fronte Gabara, i lavori sono stati sospesi in anticipo di oltre una settimana. Tuttavia, sul tappeto restano tanti interrogativi, evidenziati in conferenza stampa: perché è stato stipulato un contratto di vendita e non di concessione? Perché è stato dato il nullaosta alle operazioni in territori sottoposti a vincolo idrogeologico e paesaggistico? Perché non sono stati coinvolti i forestali? Quale sarà l'effettiva percentuale di rigenerazione dei polloni?
Così l'on. Cancelleri: «Siamo dinanzi ad un contratto stipulato nel 2001 ed integrato nel 2007. Esso prevede che, a fronte di 10 anni di attività, la Regione riceva circa 12.000.000 di euro. Tuttavia, il consulente della "Sper" (società che si è aggiudicata l'appalto per l'operazione, n. d. r.) mi ha confermato che la centrale a biomasse ha un fatturato annuo di 40.000.000 di euro: un rapporto sproporzionato. Non è possibile che la Regione "svenda" il proprio territorio. Il contratto è molto strano: non si è pensato di fare una concessione, ma di vendere e ciò rende molto più complesso recedere dall'accordo. Poi, stiamo parlando di una zona sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico e che ricade nella zona forestale: ci dicono che nel contratto vi è il nullaosta dell'Ispettorato Forestale, ma ciò in una zona vincolata non sarebbe previsto. Abbiamo chiesto un'audizione per l'amministrazione sancataldese all'Assessorato regionale, oltre a predisporre una mozione per chiedere di sospendere l'attività di taglio ed avviare i necessari controlli sulla situazione».
Audizione che potrebbe esserci la prossima settimana, come comunicato dall'assessore La Rosa: «I cittadini sancataldesi si stanno opponendo ad un'azione che io ritengo scellerata. E' stata effettuata la consegna del terzo lotto, ma il quarto lotto è stato bloccato e la Regione ha inviato il contratto all'Avvocatura dello Stato per capire se vi sono i margini per una rescissione. In effetti, ci sono molti punti oscuri: non si possono abbattere 50-60 ettari, in quanto gli articoli 7-8 di Polizia forestale per la provincia di Caltanissetta pongono dei limiti. Inoltre, la stessa società ci dice che la "ricacciata" (ossia la rigenerazione dei polloni) non sarà al 100%, ma all'80%. Note ancora stonate: qual è il piano di gestione? Esso dura sino al 2020, e dopo? Il bosco verrà abbandonato? E perché non sono stati coinvolti i forestali? Chiariamo: "Biomasse Sicilia" (società che si occupa delle attività di abbattimento, n. d. r.) non aveva intenzione di fermarsi prima: si è creato un caos del quale noi siamo stati il motore. Anche il comitato "Gabbara un si tocca" ha contribuito, pubblicando su Facebook una documentazione fotografica lampante».
Infine, il presidente di Legambiente Caltanissetta, Giugno: «Il grande problema è l'assenza di pianificazione, di piani di assestamento e, laddove c'è un piano paesaggistico, viene dato il nullaosta: il taglio a raso di un bosco evidentemente non altera il paesaggio… Sicuramente, non abbiamo a che fare con degli sprovveduti, ma noi abbiamo presentato un esposto e chiediamo a tutti di tenere sempre le orecchie aperte. Chi ha gestito negli anni questa situazione, ha permesso ricadute che sono solo negative: non si riscontrano motivazioni valide, tranne la "collusione" tra i poteri coinvolti. Per il futuro, ci interessa la progressiva sostituzione delle essenze e su questo ci batteremo».
Claudio Costanzo


23 Gennaio 2015




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