Dal sito livesicilia.it
di Andrea Cannizzaro
Miccichè: "Sei articoli da riscrivere su sette". Convocata la Conferenza dei capigruppo.
PALERMO - All'Assemblea regionale siciliana doveva essere il giorno dell’approvazione del disegno di legge per le variazioni di bilancio ma è tutto rinviato a domani. Oggi il “ddl stipendi”, così lo si potrebbe ribattezzare, non vedrà la luce perchè si è resa necessaria una riscrittura. La conferenza dei Capigruppo, così, ha deciso all’unanimità di rinviare la seduta alle 17.
Alle 11.15 ha aperto la seduta per rinviarla immediatamente. “Ci sono - ha spiegato Gianfranco Miccichè - due articoli dell'emendamento del governo che vanno riscritti altrimenti non posso farli votare". Durante l’esame dei due emendamenti governativi al testo, però, si è deciso di riscrivere sei articoli su sette. E, un nuovo testo, pretende che il presidente dell’Ars dia il tempo per gli emendamenti. Così rientrando in aula Miccichè ha garantito: “Ci saranno modifiche di copertura e non modifiche sostanziali ma sono costretto a dare il tempo per gli emendamenti fino a mezzogiorno di domani”. Si comincerà a votare domani alle 16 e poi si procederà ad oltranza.
“L’ammontare delle operazioni previste - sono le parole del presidente del Parlamento regionale - è lo stesso. E non avrei problemi se facessimo votare gli articoli in blocco, poiché però dobbiamo fare votare ciascun comma singolarmente potrebbe accadere che si verifichi una differenza di valori". Si è così reso necessario un lavoro di drafting, di corretta redazione del testo, che sta impegnando lo stesso Miccichè, il presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona e l’assessore all’Economia Gaetano Armao.
Poco più di dieci giorni fa, quando il testo è arrivato a Palazzo dei Normanni il ddl è stato presentato come urgente perché avrebbe consentito il pagamento dei sussidi agli ex Pip, degli stipendi dei dipendenti degli enti parco, dei dipendenti dell’Esa e di altro personale impiegato in alcuni enti pararegionali.
La settimana scorsa però, il ddl è diventato però anche motivo di discordia, per le critiche dell’opposizione a quelli che sono stati definiti “tagli” alla spesa. Accuse non accettate dal governo che con l’assessore Armao, in aula, ha ribadito: “Si tratta di una mera operazione finanziaria che nulla vuole precludere delle politiche sottostanti”. Infine, c’è il nodo principale contenuto nell’articolo 1: quello che riguarda i Comuni in dissesto e un particolare “trattamento di favore - è questa l’accusa - per il Comune di Catania".
11 Dicembre 2018
Fonte: livesicilia.it
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