Come ci è capitato spesso in questi anni, siamo
costretti dagli eventi a raccontare come nascono, in Italia e non
soltanto in Sicilia, gli operai della Forestale. Espressione di un Stato
sociale che, già nei primi anni ’80 del secolo passato, era in massima
parte imperniato a tutela dal Nord Italia. La malafede dei Governi
nazionali di centrosinistra di questi anni che fanno finta di non
conoscere la storia
Commenta Salvatore Centorbi sulla propria pagina facebook:
“Oggi sul Tg regionale di Rai 3 i forestali sono stati definiti una piaga.
Questo stato di cose sta diventando veramente insopportabile, spero che
il nuovo presidente della regione… chiunque esso sia, sappia ridare
dignità a questo comparto e metta a tacere queste infamità”.
Con molta probabilità, quando ha scritto queste righe, Centorbi non
aveva ancora ascoltato le parole pronunciate ieri sera da Crozza contro
gli operai della Forestale della Sicilia. Sì, una parte della nota
trasmissione Fratelli di Crozza, ieri sera, è stata dedicata ai forestali della Sicilia.
Crozza, ieri sera, non è stato originale: ha detto quello che hanno
ripetuto fino alla noia certe trasmissioni Tv in questi anni: e cioè che
la Sicilia ha tanti operai della Forestale, circa 24 mila; che questi
operai non fanno niente, che il Canada, che ha un territorio immenso,
può contare su 4 mila forestali e bla bla bla.
Non riusciamo a capire il senso dell’attacco di ieri sera: attacco a
freddo, un ‘siluro’ che, a dir la verità, non faceva sorridere.
Ovviamente, sui forestali della Sicilia non è stata raccontata tutta la
storia. Riassumiamola.
I forestali nascondo nei primi anni ’80 del secolo passato. Nel Nord
Italia era in corso la ristrutturazione industriale. E lo Stato stava
spendendo una barca di soldi in questa parte del Paese.
Allora in Italia c’era ancora la politica. La Cassa per il Mezzogiorno stava per essere sostituita con l’Agenzia per il Mezzogiorno.
Politici e sindacalisti – sindacati che allora erano rappresentati da
CGIL, CISL e UIL – si rendevano conto che lo Stato non poteva investire
tante risorse nel Nord Italia – per rilanciare, nell’80% dei casi,
l’industria automobilistica e il suo indotto – ignorando il Sud.
Nel Nord si interviene con 100 per la grande industria? Nel Sud
interverremo, in proporzione, con 20. Per utilizzare questo 20% di
risorse date al Sud – in media un quinto di quanto si dava al Nord
Italia – si decise di intervenire sul territorio del Mezzogiorno. E
poiché nel Sud c’era bisogno di intervenire nelle aree spesso
abbandonate con il rimboschimento, si decise di puntare sulla
forestazione.
E’ per questo che vedono la luce gli operai della Forestale in tutto
il Sud. Che non debbono essere confusi – come ha fatto ieri sera Crozza –
con le Guardie forestali.
I 4 mila soggetti che operano in Canada a tutela dei boschi non sono,
come pensa Crozza, operai della Forestale, ma Guardie forestali.
Anche l’Italia ha – anzi aveva prima dell’arrivo del Governo Renzi – il Corpo Forestale
con le Guardie forestali. Ma il Governo Renzi – forse il Governo più
disastroso della storia della Repubblica italiana – ha abolito il Corpo
forestale.
I risultati di questa scelta sbagliata – voluta dall’Unione europea
dell’euro per scippare soldi all’Italia e portarli in Germania – sono
sotto gli occhi di tutti: è stato oggettivamente riconosciuto
che gli incendi che in questi giorni hanno funestato migliaia di ettari
di verde in Piemonte sono anche il frutto della scomparsa del Corpo
forestale.
Gli operai della Forestale sono cosa molto diversa dal Corpo
forestale. Gli operai della Forestale lavoravano tre-quattro mesi
all’anno; mentre le Guardie forestali lavorano tutto l’anno.
Gli operai della Forestale sono operai avventizi. Lavorano
tre-quattro mesi all’anno e poi percepiscono un’indennità di
disoccupazione.
Tutto questo è stato stabilito con leggi dello Stato. Quello che in
TV non raccontano è che, fin dagli anni ’80 del secolo passato,
l’accordo era il seguente: al Centro Nord andavano quasi tutta la Cassa
integrazione e, in generale, gli aiuti alle industrie; mentre al Sud
andava una parte – minima – degli aiuti alle industrie e i fondi per gli
operai della Forestale.
E’ sempre stato noto a tutti che gli operai della Forestale svolgevano una funzione ambientale e sociale: il
loro lavoro rientrava – per accordo sindacale e di governo – come Stato
sociale, così come Stato sociale sono la Cassa integrazione e gli altri
aiuti di Stato alle industrie del Centro Nord Italia.
Da quando l’economia italiana è entrata in crisi – dal 2008, per la
precisione – il Centro Nord Italia non ha fatto altro che drenare
risorse al Sud. Operazione che il Governo Renzi ha portato avanti con
estrema determinazione.
Tutte le polemiche che in questi anni hanno accompagnato gli operai
della Forestale della Sicilia sono servite a giustificare lo scippo di
soldi ai danni degli stessi operai forestali della nostra Isola e, in
generale, i guasti ambientali provocati in Sicilia.
Tutte queste polemiche sono in malafede. In questi ultimi anni
nessuno ha messo in discussione la Cassa integrazione e gli altri
interventi in favore del sistema economico del Centro Nord Italia. Sono
stati messi in discussione, invece, gli interventi nella forestazione
nel Sud Italia.
Nel silenzio generale sta passando la seguente tesi: giusto
continuare a sostenere lo Stato sociale nel Centro Nord Italia;
sbagliato continuare a mantenere lo Stato sociale nel Sud: e siccome lo
Stato sociale, nel Sud, è rappresentato anche dai forestali, con
l’accordo che risale ai primi anni ’80, è giusto smantellare i forestali
del Sud per continuare ad aiutare il sistema economico del Centro Nord.
Attenzione: il Governo Renzi non si è preso solo le risorse dei
forestali del Sud, ma anche altro. Basti ricordare il sostegno alle
imprese – le agevolazioni – finanziate con le risorse del Sud, circa 12
miliardi di euro, finiti, nel 90% dei casi, alle imprese del Centro Nord
Italia.
Nel caso dei forestali della Sicilia, lo scippo penalizza due volte la nostra Isola.
Quando iniziò la storia dei forestali lo Stato impose alla Regione
siciliana una penalizzazione: mentre nel resto d’Italia gli operai della
Forestale, per i tre-quattro mesi di lavoro all’anno, li pagava lo
Stato, in Sicilia il pagamento è stato appioppato alla Regione.
Negli anni ’80 lo Stato fece il seguente ragionamento:
“Voi, in Sicilia, avete l’Autonomia? Bene: allora gli operai della
Forestale (che in certi momenti sono arrivati ad essere circa 30 mila)
pagateveli voi”.
I Governi regionali degli anni ’80 avrebbero dovuto opporsi a questa ingiustizia.
Chi scrive – correva l’anno 1988 – fece presente l’ingiustizia di questa storia all’allora presidente della Regione siciliana, Rino Nicolosi. La sua risposta fu, grosso modo, questa:
“Se in questo momento pongo a Roma tale tema mi creano problemi sui
fondi dell’Agenzia per il Mezzogiorno e su altre linee di finanziamento.
In questo momento pagando gli operai della Forestale riceviamo altro
dallo Stato. Non conviene porre il tema ora”.
Allora i soldi c’erano. Oggi non è più così.
Sui forestali lo Stato sta scippando le risorse alla Sicilia su due fronti.
Complici i Governi regionali di centrosinistra degli ultimi anni, lo
Stato ha scippato alla Regione i fondi con i quali la stessa Regione
pagava gli operai della Forestale.
Infatti, quello che nessuno ha detto in questi anni è che la
Regione siciliana ha sempre pagato gli operai della Forestale con i
soldi della tasse pagate dai siciliani e non con i fondi dello Stato!
Scippando alla Regione i fondi per pagare i forestali, lo Stato – per
la precisione il Governo Renzi – ha tolto ai siciliani soldi dei
siciliani. Una vergogna!
Eclatante quello che è avvenuto quest’anno, se è vero che gli operai
della Forestale dell’antincendio non sono stati avviati al lavoro ad
aprile, ma a giugno inoltrato, se non a luglio. Questo è avvenuto per
mancanza di soldi scippati da Roma, ribadiamo, con il consenso del
Governo regionale uscente.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: gli incendi che hanno
colpito i boschi della Sicilia durante l’estate. In meno di tre mesi
sono andati in fumo circa 20 mila ettari di verde.
Ma al Governo nazionale non basta avere scippato alla Regione i fondi
per le attività forestali. C’è sempre il ‘pericolo’ che la Regione
trovi altre risorse per far lavorare questi operai. E questo per lo
Stato è male, perché poi l’INPS dovrebbe corrispondere la
disoccupazione.
L’esigenza dello Stato, adesso, è quella di sbaraccare
completamente la Forestale siciliana per fare risparmiare l’INPS. Questa
è la verità che nessuno dice. Ennesimo scippo ai danni della Sicilia.
L’INPS, insomma, deve risparmiare sui forestali del Sud.
Il vero tema che il nuovo Governo della Regione dovrà affrontare, in tale settore, sarà questo.
Tema difficile. Perché mai, come in questo momento, l’Italia e non
solo la Sicilia, cade a pezzi per problemi di dissesto idrogeologico.
Mai come adesso c’è bisogno di ripristinare le aree verdi della Sicilia,
soprattutto dopo gli incendi degli ultimi anni che hanno ridotto il
verde della nostra Isola, aumentando a dismisura il rischio
idrogeologico.
04 Novembre 2017
Fonte: timesicilia.it
Guarda cosa ha detto:
Crozza nei panni di Crocetta ci sfotte: 24 mila forestali per tagliare una siepe
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