Regione, l'assedio dei lavoratori a palazzo d'Orleans
Precari, operai, ex lsu, forestali e operatori della formazione chiedono certezze sul proprio futuro mentre si attende ancora l'approvazione del bilancio
di ALFREDO PECORARO
PALERMO. Quando mancano quindici giorni alla
scadenza dell'esercizio provvisorio e all'Assemblea regionale stanno
arrivando i documenti economico-finanziari del governo Crocetta che sta
cercando di far quadrare i conti prima di presentarsi in Parlamento, il
palazzo della Regione è sempre più sotto l'assedio di precari, operai,
ex lsu, forestali e operatori della formazione. Una platea eterogenea,
accomunata dall'incertezza per il futuro; c'è chi teme di perdere il
posto come i 18.500 precari degli enti locali e gli 8 mila operatori
della formazione professionale, chi ha paura di dover rinunciare a una
parte del salario come i 22mila forestali, chi rivendica la
stabilizzazione come i 3mila ex lsu della Social Trinacria onlus, chi
non sa se e dove andrà a lavorare come gli ex interinali della
Multiservizi e di Biosphera e chi è terrorizzato di non poter ricevere
nemmeno l'assegno di cassa integrazione perchè i soldi sono pochi.
Il livello di tensione sta salendo di ora in ora, tant'è che il governatore Rosario Crocetta, dopo un blitz di una quarantina di operai Gesip (società del comune di Palermo in liquidazione) che stamattina entrando all'assessorato al Lavoro hanno minacciato una dirigente, ha fatto appello alle forze dell'ordine perchè garantiscano maggiore sicurezza alle istituzioni. Proprio davanti Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione, stamani duemila lavoratori hanno manifestato chiedendo al governo regionale impegni per il finanziamento della cassa integrazione. Si tratta di dipendenti di imprese in crisi che hanno attivato le procedure per gli ammortizzatori sociali, ma in Sicilia, come nel resto d'Italia, le risorse sono al momento insufficienti. Rispetto all'anno scorso quando i lavoratori in cig furono 20 mila, quest'anno i sindacati stimano, carte alla mano, almeno 30 mila richieste di ammortizzatori. Servirebbero 300 milioni, a fronte di una disponibilità di «appena» 30 milioni in cassa.
Altro fronte 'caldò è quello dei precari in servizio nei comuni dell'isola: 18.500 persone, molte delle quali lavorano per enti, e in posti chiave, da vent'anni. Per loro il governo Crocetta ha previsto, nella legge di stabilità, la proroga dei contratti fino al 31 luglio come prevede la normativa nazionale, con la relativa copertura finanziaria. Ma i lavoratori chiedono la stabilizzazione dopo anni di precariato, temendo di perdere il posto anche perchè i comuni, per via del patto di stabilità, non sono in condizioni di assumerli definitivamente.
Il governo Crocetta sta cercando di ottenere una deroga dal governo Monti almeno fino al 31 dicembre. Poi ci sono i forestali. Altre 22mila persone. I fondi non bastano a garantire le 151 giornate di lavoro, ma saranno utilizzati fino a 101 giornate, senza dunque l'integrazione.
Oggi intanto gli ex interinali della Multiservizi, società regionale, hanno occupato gli uffici dell'assessorato all'Economia, in via Notarbartolo; due di loro hanno minacciato
di gettasi da un balcone. Forti di alcune sentenze dei tribunali della Sicilia rivendiocano l'assunzione nella Sas, la società che ingloberà la ex Multiservizi e altre due società della
Regione. Altri lavoratori, questa volta dell'ente di formazione Ial Sicilia (cui la Regione ha revocato l'accreditamento per presunte anomalie nella gestione dei fondi pubblici) si sono incatenati davanti all'assessorato alla Formazione per protestare contro i ritardi nell'emissione dei mandati di pagamenti da parte della Regione. L'intero settore della formazione è in subbuglio. In 8.000 temono di perdere il lavoro dopo che il governo Crocetta ha bloccato l'Avviso 20, preannunciano la riforma del sistema, finito al centro di scandali e inchieste della magistratura.
Il livello di tensione sta salendo di ora in ora, tant'è che il governatore Rosario Crocetta, dopo un blitz di una quarantina di operai Gesip (società del comune di Palermo in liquidazione) che stamattina entrando all'assessorato al Lavoro hanno minacciato una dirigente, ha fatto appello alle forze dell'ordine perchè garantiscano maggiore sicurezza alle istituzioni. Proprio davanti Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione, stamani duemila lavoratori hanno manifestato chiedendo al governo regionale impegni per il finanziamento della cassa integrazione. Si tratta di dipendenti di imprese in crisi che hanno attivato le procedure per gli ammortizzatori sociali, ma in Sicilia, come nel resto d'Italia, le risorse sono al momento insufficienti. Rispetto all'anno scorso quando i lavoratori in cig furono 20 mila, quest'anno i sindacati stimano, carte alla mano, almeno 30 mila richieste di ammortizzatori. Servirebbero 300 milioni, a fronte di una disponibilità di «appena» 30 milioni in cassa.
Altro fronte 'caldò è quello dei precari in servizio nei comuni dell'isola: 18.500 persone, molte delle quali lavorano per enti, e in posti chiave, da vent'anni. Per loro il governo Crocetta ha previsto, nella legge di stabilità, la proroga dei contratti fino al 31 luglio come prevede la normativa nazionale, con la relativa copertura finanziaria. Ma i lavoratori chiedono la stabilizzazione dopo anni di precariato, temendo di perdere il posto anche perchè i comuni, per via del patto di stabilità, non sono in condizioni di assumerli definitivamente.
Il governo Crocetta sta cercando di ottenere una deroga dal governo Monti almeno fino al 31 dicembre. Poi ci sono i forestali. Altre 22mila persone. I fondi non bastano a garantire le 151 giornate di lavoro, ma saranno utilizzati fino a 101 giornate, senza dunque l'integrazione.
Oggi intanto gli ex interinali della Multiservizi, società regionale, hanno occupato gli uffici dell'assessorato all'Economia, in via Notarbartolo; due di loro hanno minacciato
di gettasi da un balcone. Forti di alcune sentenze dei tribunali della Sicilia rivendiocano l'assunzione nella Sas, la società che ingloberà la ex Multiservizi e altre due società della
Regione. Altri lavoratori, questa volta dell'ente di formazione Ial Sicilia (cui la Regione ha revocato l'accreditamento per presunte anomalie nella gestione dei fondi pubblici) si sono incatenati davanti all'assessorato alla Formazione per protestare contro i ritardi nell'emissione dei mandati di pagamenti da parte della Regione. L'intero settore della formazione è in subbuglio. In 8.000 temono di perdere il lavoro dopo che il governo Crocetta ha bloccato l'Avviso 20, preannunciano la riforma del sistema, finito al centro di scandali e inchieste della magistratura.
15 Aprile 2013
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