25 agosto 2020

INCENDI SEMPRE PIÙ PERICOLOSI IN ITALIA A CAUSA DI CRISI CLIMATICA E ABBANDONO DELLE CAMPAGNE


Dal sito www.greenreport.it


Con la crisi climatica in corso si avrà un aumento nella frequenza di condizioni meteorologiche estreme, con il rischio di grandi roghi delle foreste

25 Agosto 2020 di Luca Aterini
Nel nostro Paese è in corso un graduale ma inesorabile cambiamento del regime di incendi, verso un aumento di Grandi Incendi Forestali spinti da un progressivo abbandono delle aree rurali e (soprattutto) dal montare di condizioni meteorologiche estreme, a causa della crisi climatica in corso. A delineare il quadro della situazione è il rapporto Un Paese che brucia. Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia, pubblicato oggi da Greenpeace Italia e la Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (Sisef), che mostra con chiarezza il trend che c’è dietro i numerosi roghi registrate in queste settimane dal Gran Sasso alla Sicilia, passando dalla Sardegna delle ultime ore.

I cambiamenti climatici, l’uso del suolo e le foreste sono strettamente connessi dal filo rosso degli incendi. Nel bacino mediterraneo, dal 2000 al 2017 le aree interessate da incendi sono state 8.500.000 ettari (ha), circa 3,5 volte la superficie della Sardegna. E l’Italia non è da meno: le foreste crescono ma in modo incontrollato, e finiscono mangiate dalle fiamme.

Tra il 1990 e il 2018 i boschi italiani hanno guadagnato oltre un milione di ettari. Tuttavia, dal 1980 al 2018 gli incendi boschivi hanno interessato 4.061.988 ettari: una media annua di 106.894 ettari, equivalenti a quasi 150 mila campi da calcio o all’estensione all’incirca del comune di Roma. Questo – si spiega all’interno del report – significa che il nostro patrimonio forestale è in crescita come superficie totale, ma è gravemente minacciato da incendi sempre più frequenti e severi. Al proposito è utile sottolineare che su un totale di 197 incendi che hanno superato i 500 ettari dal 2004 al 2017, il 50% si sono verificati negli anni 2007 e 2017. Sono questi Grandi Incendi Forestali i che causano la maggior parte dei rischi per le persone e che compromettono i servizi forniti dalle foreste italiane.

«Gli incendi boschivi stanno cambiando il loro comportamento e sono sempre più difficili da estinguere», argomenta Luca Tonarelli, membro Sisef e direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi della Regione Toscana. Come mai? Come già accennato le principali cause sono il progressivo abbandono di aree agricole e di pascolo, la mancanza di gestione del territorio e un approccio che si concentra principalmente sulla lotta agli incendi attivi piuttosto che sulla loro prevenzione.

La migrazione interna rurale-urbana, lo spopolamento, i processi di abbandono delle terre – che portano ad un accumulo incontrollato di vegetazione – pongono anche un tema di sostenibilità sociale: nel periodo 2007-2014, durante il quale nel nostro Paese si sono verificati oltre 44.000 incendi su 672.000 ettari, è stato dimostrato che gli incendi più grandi sono associati a una minore area edificata, una bassa percentuale di popolazione residente in abitazioni sparse e un’alta disoccupazione.

Ma le statistiche mostrano che, in ogni caso, gli incendi in Italia sono sempre più influenzati dall’andamento meteorologico. Per gli incendi i fattori più importanti sono il vento e la siccità, ed  è proprio attraverso un aumento della frequenza di condizioni meteorologiche predisponenti che il cambiamento climatico sta amplificando il pericolo incendi nel bacino del Mediterraneo, Italia compresa, tanto che la componente meteo sembra aver superato in importanza quella relativa alla vegetazione nel determinare il regime di incendi del Mediterraneo occidentale.

«I cambiamenti climatici sono la principale sfida del nostro tempo – sottolinea Federico Spadini,  della campagna Clima di Greenpeace Italia – eventi meteorologici estremi come tempeste di vento e siccità che facilitano la diffusione degli incendi sono sempre più frequenti e intensi, anche in Italia. Per scongiurare la catastrofe climatica dobbiamo agire ora per ridurre e poi azzerare le emissioni di gas serra, a livello nazionale e internazionale».

Ma sul fronte interno, da subito è necessario anche un cambiamento nel modo di combattere gli incendi, che ha un importante risvolto anche dal punto di vista economico, dato che il costo annuale (tra Stato e Regioni) di una campagna di lotta antincendio si avvicina nel nostro Paese a 1 miliardo di euro. «Non possiamo continuare ad affrontarli con un approccio unicamente emergenziale – conclude Tonarelli – dobbiamo puntare su prevenzione e controllo degli incendi. Per farlo, dobbiamo rafforzare la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali attraverso una migliore gestione del territorio e pratiche come la selvicoltura preventiva, soprattutto nelle zone dove abitazioni e aree naturali sono attigue. È altrettanto importante migliorare gli strumenti di raccolta dati, analisi e reportistica sugli incendi, al momento insufficienti».

Fonte: www.greenreport.it





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