Da SALVATORE PARLAGRECO - 11 marzo 2018
Il Foglio dedica grande attenzione al risultato elettorale in Sicilia. A ben ragione. Nell’Isola si è “consumato” il trionfo del Movimento 5 Stelle, che ha raggiunto e talvolta superato il 50 per cento dei suffragi. Quasi un plebiscito, ottenuto a spese degli avversari, il centrosinistra soprattutto, ma anche il centrodestra, sul quale si nutrivano grandi aspettative ad Arcore per evitare di scendere dal podio a favore della Lega di Salvini.
Il Foglio pone due questioni: la qualità del voto, che potrebbe contenere elettori non proprio specchiati; la seconda, è il repentino ritiro del consenso al centrodestra, che aveva conquistato Palazzo d’Orleans appena quattro mesi prima con Nello Musumeci.
Il giornale, con un articolo firmato da Giuseppe Sottile, si chiede se al trionfo abbiano contribuito anche quelli che hanno fatto ciò che hanno voluto in Sicilia e, insoddisfatti, sono approdati sul nuovo continente, scoperto da Beppe Grillo, dopo una faticosa nuotata lungo lo Stretto di Messina.
Poi si fa un’altra domanda: che cosa ha mai fatto pentire i siciliani di avere dato il loro consenso al centrodestra, in così breve lasso di tempo?
Le questioni sono formulate in modo intrigante e vale la pena riferirle nei tratti essenziali.
… dove sono finiti i boss che partivano in massa verso Arcore al solo scopo di stringere col Cavaliere Nero un patto scellerato di mutuo soccorso e puntualmente intramavano ogni sorta di nefandezza pur di fermare il radioso cammino delle masse popolari che si incantavano davanti ai quadri di Guttuso e intanto votavano per il glorioso partito di Achille Occhetto?…. e se l’abito della rivoluzione, tirato fuori dall’armadio il 4 marzo, fosse l’ennesimo travestimento di una Sicilia seducente e verminosa, furbesca e irredimibile?
Qualche risposta Il Foglio l’azzarda, non si tira indietro. Quattro mesi di bagnomaria e di stramberie – non ultime quelle di Vittorio Sgarbi, assessore ai Beni culturali – non potevano, ovviamente, che seminare disagio, delusione e, perché no, anche una buona dose di rabbia e indignazione. A tutti i livelli…Sono rimasti fortemente delusi tutti quei siciliani che vivono da anni, da troppi anni, adagiati sul ventre molle di uno stato sociale, slabbrato e clientelare, che ha distribuito prebende e privilegi a categorie ormai non più proponibili, dai forestali ai quali è consentito, oltre all’assegno pagato dalla regione, un doppio o triplo lavoro in nero, agli eterni precari del Lsu, del lavoro socialmente utile…
Si può non essere d’accordo sulle analisi e perfino indignarsi per qualche insinuazione, ma non è facile sfuggire ai temi che il risultato elettorale, ancor prima delle riflessioni del giornale, pone, e sulla rinuncia, da parte degli addetti ai lavori, a confrontarsi su di essi.
Invece che interrogarsi, in Sicilia il centrodestra, deluso per le aspettatite creare dal vertice di Forza Italia (l’inevitabile bis del successo delle regionali), ha aperto il fascicolo per processare Gianfranco Miccichè, ottimista oltremisura alla vigilia, oltre che solitario padrone delle ferriere.
Nel PD è in corso il consueto psicodramma, mentre le frange della sinistra radicale si rinfacciano errori ed omissioni e nel tempo libero trovano il modo di deridere e digrignare i denti verso gli “insopportabili” compagni dem, causa di ogni danno e fallimento.
Proviamo ad aprire uno spiraglio, considerando due circostanze. La prima: emigrazione dalle consuete nicchie trasversali e nuovo approdo dei boss. La polemica ha molti precedenti. Vennero poste le stesse domande quando l’attuale sindaco di Palermo incassò un trionfale settanta per cento di suffragi in occasione di uno dei suoi ritorni a Palazzo delle Aquile. Siccome, aveva denunciato il voto dei boss nei quartieri “mascariati” di mafia, gli venne chiesto conto e ragione dei suffragi ottenuti. Giusto come ha fatto Il Foglio, con molta eleganza, qualche giorno fa.
A chi ha memoria corta, ricordiamo che la Sicilia è la patria putativa del Movimento 5 Stelle. Ottenne un risultato straordinario appena si affacciò in Sicilia, alle regionali del 2012, fu il primo partito quanto a voti di lista, ma perse nella corsa alla Presidenza, com’è accaduto a novembre dello scorso anno.
Non c’è stato perciò un improvviso trasferimento sul carro dei vincitori, ma l’abbrivio prevedibile di una tendenza dell’elettorato siciliano a “provare” quel che di nuovo c’era sul mercato.
Chi crede che il miracolo sia venuto solo dal diritto di cittadinanza, promesso dai 5 Stelle, che rischia di trasformarsi in una clamorosa bufala, si sbaglia. I siciliani, e qui Il Foglio ci azzecca, non ne possono più di arruffoni, imbroglioni, mezze calzette, anime in pena e malandrini. Ciò non esclude che la pochezza dei governanti abbia provocato sfiducia anche nelle zone grigie, anzi. Ma è un dettaglio. Nelle grandi emigrazioni, c’è posto per tutti, buoni e cattivi.
Segnalo un episodio, uno dei tanti, che dovrebbe illuminarci su come sono andate le cose. In una delle circoscrizioni elettorali del palermitano si è svolto un duello impari fra il candidato 5 Stelle Aldo Penna, e il candidato azzurro Francesco Cascio. Conoscendo entrambi, alla vigilia non avrei dato alcuna chance al primo. Aldo Penna è un galantuomo che cerca clienti solo per il suo ristorante (Il Mirto e la rosa), e ne trova a profusione. Non promette, non fa favori, viene da una sinistra lieve e (quasi) romantica, la sinistra giovanile socialista e da una militanza radicale. In più, ad un mese dal voto, ha avuto un malore che l’ha costretto a stare in ospedale per tutta la durata della campagna elettorale.
Francesco Cascio, lo sfidante, è l’enfant prodige di FI. Inquieto, sicuro di sé, una campagna elettorale dinamica, attenta, senza risparmio di energie e risorse, con adunate oceaniche; un curriculum invidiabile, la guida di assessorati e stagioni politiche, la presidenza dell’Assemblea. Ebbene l’hanno votato solo gli invitati ai meeting, ha raggiunto il 18 per cento, mentre Aldo Penna ha appreso nel suo letto di ospedale di avere ottenuto quasi il 50 per cento dei suffragi.
La voglia di cambio ha asfaltato tutto e tutti, da Gentiloni, eccellente Presidente del Consiglio, all’enfant prodige Cascio, ammbizioso rappresentante del centrodestra.
Forse dovremmo semplicemente finirla con il criminalizzare l’avversario che vince, delegittimando la vittoria con insinuazioni. E’ un vizio che sta nel DNA della democrazia italiana. Viene da lontano. Dallo scontro furibondo fra Democrazia Cristiana e sinistra socialcomunista. Per la prima, i comunisti mangiavano i bambini ed erano asserviti a Mosca, grazie ai rubli. Per i secondi, la DC era una parocchia al servizio degli americani, ed il consenso era fasullo, ottenuto con i pacchi di pasta, con le prediche dal pulpito nelle chiese e con i mafiosi.
La delegittimazione è restata in piedi. Chi vince ha i mafiosi e i malandrini dalla sua parte, e non c’è altra spiegazione. Questo vale anche per i pentastellati, quando – sconfitti – per spiegare l’insuccesso mascariano l’avversario. E chi la fa, l’aspetti…
Se provassimo ad essere seri, che ne dite?
Fonte: siciliainformazioni.com
Nota
Editoria: 50 milioni, tanto è costato agli italiani “Il Foglio” di Giuliano Ferrara
Il Problema del Precariato "Forestale" sia per lo Stato che per la Regione non c'è alcuno interesse Politico di affrontarlo seriamente, in quanto i "Poteri Forti" costituiti da " Potenti Massoni Nordici" di cui ne fanno parte grossi imprenditori, Industriali, qualche Magistrato, Giornalisti prezzolati al "potente di Turno" Politici di destra e di sinistra che fanno comunella e inciuci per impedire, la nostra stabilizzazione.
RispondiEliminaIn fondo, il Problema si potrebbero risolvere, con corsi di riqualificazione professionale in una prima fase per tutto il comparto forestale, e come si e fatto con i precari della scuola della sanità ecc. ed in una seconda fase si potrebbero effettuare "Concorsi Pubblici Riservati solo per il Personale Precario Forestale" per poi suddividere tutti, nei vari enti pubblici, dove vi e carenza di organico a partire dagli Enti dello Stato come bidelli nelle scuole, ausiliari negli ospedali, giardinieri nelle ville pubbliche, autisti di autobus e mezzi speciali ecc. ecc., ma fino a quando non viene liberata la Repubblica di Salò (il Nord Italia dove si sono asserragliati i Potenti Massoni Nordici votati che sono quelli che non vogliono tutto ciò) che hanno permesso il superamento della crisi economica del Nord Italia spacciandola come superamento della crisi economica di Tutta Italia (compreso il Sud) “sfruttando e rubando i fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno” comprese le Tasse pagate dal mezzogiorno d’Italia ed utilizzandoli per dare agevolazioni fiscali per le Imprese e le Aziende del Nord (ricordiamoci tutti che i capi dei principali partiti italiani sono Emiliani, Toscani, Veneti, Piemontesi e Lombardi) proprio le Regioni che hanno ricevuto risorse economiche in cambio di voti per rientrare in Parlamento.
Saluti da Giuseppe Caruso
ti ricordo con la complicità dei politici del sud.e a seguire i sindacati...
EliminaQuesto e vero i Politici del Sud e i Sindacati alla fine sono la stessa cosa in quanto corrotti e complici di questo sistema corrotto in cui speculano sia sotto forma di favori personali che economicamente.
EliminaSaluti da Giuseppe Caruso
caro giornalista ..qui in sicilia oltre il lavoro che manca nn ce piu lavoro nero ho bianco..qui ce fame...se nn abbiamo sostenuto piu prima la sinistra ..e poi la destra che tutti hanno penzato alle loro pance e cricche...no alla gente che nn puo campare ..ne e l esempio al ars.. nel aumento gli stipendi..quindi siamo stufi..ma voi giornalisti..ricordatevi che anche con i nostri soldi ancora esistete che lo stato vi finanza ..quindi nn fale ..come pietro che tira la pietra e nascondete le mani..peppe ilardo
RispondiEliminaIl problema della stabilizzazione si risolve solo se si trova la copertura finanziaria,soldi che la regione non ha; e che in questo momento il solo governo nazionale può trovare. Fatto questo non c'è più bisogno di concorsi riservati e quant'altro, anche perché siamo inquadrati nel contratto agricolo, e il trasferimento in altro ente pubblico significherebbe cambio di tipologia di contratto. La nostra unica aspirazione deve essere quella del passaggio a oti, punto. E i sindacati, in questo argomento di copertura finanziaria non c'entrano nulla, non ricade nelle loro responsabilità, chi dice il contrario dice stronzate da bar, dove non si fanno leggi, contratti, accordi, tavoli, riunioni e assemblee; al bar si riuniscono solo quei soggetti che sanno mettersi dietro una tastiera con la presunzione di saperne più loro che chi invece tutte le leggi, contratti ecc. ecc. li fa o li segue. Saluti Giuseppe Candela
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EliminaGiuseppuzzo mi può chiamare mio fratello, e da quello che mi risulta tu non lo sei. Si evince che quello che scrivi a ragione, deriva dal mal di pancia, se tu sei da 28 anni in forestale e sei ancora un 101sta, ti posso dire che io sono in forestale da 31 anni e sono come te ancora un 101sta. Ma questo non c'entra con l'attribuzione delle responsabilità di tale condizione che penalizza non poco intere famiglie di forestali. Il problema è solo politico ed è la politica che lo deve risolvere. Se noi forestali non sappiamo far "comprendere" alla politica il nostro mal di pancia perché ci siamo disgregati, allora è anche colpa nostra. Se non siamo in grado di distinguere l'origine del male individuando il nostro vero nemico, saremo come quei soldati che si alzeranno e si metteranno a sparare a casaccio colpendo amici e nemici, più amici che nemici; e così non si vincono le guerre. Saluti Giuseppe Candela
Eliminaallora se io non ti posso chiamare giuseppuzzo tu non ti permettere di dire alla gente che dice stronzate .
Eliminaquesta e la tua opinione ,è io la rispetto ma rispetta pure quella degli altri e non dire che dicono stronzate.o chiacchiere da bar ,perchè è cosi che degenerano i discorsi a prescindere di chi abbia ragione o meno .cordialmente senza rangore.
EliminaCerto, certo, i confederali non c'entrano nulla in questo caso.
RispondiEliminaLa triade cisl-cgil-uil, invece serve solo ad approvare contratti porcheria, a dimezzare il rimborso chilometrico, elevare di livello solo gli amici degli
amici, ad non esigere neanche un mese di arretrati dopo 20 dall'ultimo rinnovo, a recepire dal C.C.N.L. di riferimento(gia scaduto naturalmente da tempo) solo le cose convenienti all'amministrazione,
a creare commissioni provinciali e regionali per il proprio tornaconto..
a questo ed a tante altre nefandezze serve il sindacato.
Vero?
Giuseppe Spagnuolo.
senti Giuseppe ti ho chiesto se sei 151nista .
EliminaEd io ti ho risposto proprio la dove me lo hai chiesto.
EliminaTi ripeto, qui, invece, che sapere il contingente di appartenenza non risolverà sicuramente un bel niente.
La lotta comune deve essere indirizzata principalmente a chi concretamente con i fatti fa gli interessi dell'amministrazione ed invece penalizza e punisce chi dice di "rappresentare" cosa in cui la famigerata triade cisl-cgil-uil si distingue e primeggia.
Chi testardamente, nonostante l'evidenza, continua a giustificare questo operato è evidentemente di parte, non c'è un solo motivo per difendere il sindacato specialmente con gli ultimi accordi sottoscritti.
Giuseppe Spagnuolo.
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EliminaRimane il fatto che i sindacati sono stati assenti per 30 anni e non ci interessa niente di noi operai forestali ormai prossimi alla pensione. Saluti Angelo.
RispondiEliminaAdesso basta, questa dialettica qui non è ammessa. Non c è volontà di dialogo, non si dà altro che evidenziare i propri interessi a discapito di tutti gli altri.
RispondiEliminaMichele hai ragione, ma purtroppo "sbraitare" non l'ho utilizzato io per primo, mi tocca difendermi abbassandomi agli stessi livelli.
EliminaA qualcuno purtroppo la verità non piace.
Giuseppe Spagnuolo.
concordo conte Michele ,quando ci sono solo interessi personali non si va da nessuna parte.ecco perchè non siamo mai stati capaci di formare un gruppo.un cordiale saluto
EliminaPer Michele Mogavero .... forse è meglio togliere questi commenti dove si parla di fratelli e sorelle ecc ecc ..... il gestore del blog sei tu ..... invece se si esprime un dissenso o un consenso dell'operato delle OO.SS. in maniera educato che ben venga ..... CMQ l'essere troppo a favore dei sindacati per me vuol dire che ci vanno spesso per ottenere privilegi ...... a buon intenditore poche parole ..... io sono 151-ISTA non sono a favore dei sindacati che sono sterili , naturalmente meritano tutti di avere almeno 151 gg per vivere con un po' di dignità economica .... non facciamo lotta tra poveri 78-ISTI .... 101-ISTI .... 151-ISTI .... stabilizzazione x tutti
RispondiEliminaFedele B.N. D2 Catania
Posso eliminarli senza problemi, però tutti dobbiamo rispettare tutti. Questo Blog è dei lavoratori, sia sindacalizzati, che non. A chi non piace può sempre decidere di allontanarsi.
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Io sono a favore dei lavoratori e critico le OO.SS. tutte senza distinzioni , vorrei far perdere consensi a loro x costringerli a fare di nuovo sindacato difendendo i lavoratori .... invece di fare comunella con i politici .... questo è il mio pensiero ..... Fedele B.N. D2 Catania
EliminaNon voglio fare polemica, ma bei giorni scorsi ti sei sempre scagliato con i Sindacati. Una cosa è criticarli a fin di bene, un'altra cosa è offenderli. Con questo chiudiamo questa polemica
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