di Raffaella Pessina
Così Matteo Renzi durante il tour nell’Isola riferendosi alle infrastrutture. Nessun commento su Alfano: “È un viaggio di ascolto
AGRIGENTO - Visita ieri del leader del Pd Matteo Renzi ad Agrigento. Ad accompagnarlo c’era il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Su invito del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, hanno visitato la “Stanza della memoria” del giudice Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia, lungo la statale 640, il 21 settembre del 1990. Ad accogliere il ministro Orlando e il segretario del Pd Renzi, c’era il prefetto Nicola Diomede. Lo scorso ottobre, il giorno dell’inaugurazione della “Stanza della memoria”, era arrivato in città anche il sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi.
Orlando e Renzi, prima di spostarsi nel Ragusano, hanno visitato anche il vicino ex collegio dei padri Filippini per ammirare le opere esposte nella pinacoteca comunale e in particolare la collezione Sinatra dei pittori paesaggisti dell’Ottocento siciliano. Renzi, dopo aver firmato il registro delle visite ha così commentato: “A mio giudizio, nella fase che stiamo vivendo, tutto ciò che è memoria, tutto ciò che è recupero della storia del nostro Paese è fondamentale. La memoria dei nostri martiri e dei nostri eroi aiuti soprattutto le nuove generazioni ad essere capaci di avere dei valori altrettanto forti e intensi”. Ed ha aggiunto di essere stato particolarmente felice di essere assieme al ministro della Giustizia, “che è un compagno e collega di partito, ma che è qui come ministro di quel dicastero a cui Livatino apparteneva”.
A sua volta il ministro Orlando ha mostrato soddisfazione: “Credo che sia molto bello che il viaggio del segretario del mio partito si concluda idealmente qui, perché qui credo che stia una pietra miliare della nostra storia repubblicana. Rosario Livatino esortava a combattere la mafia facendo ciascuno la propria parte, svolgendo al meglio ognuno le proprie funzioni”. Nessun commento da parte di Renzi alla notizia che Angelino Alfano non si candiderà alle prossime nazionali, ribadendo che nelle 106 tappe italiane del suo tour è stato disponibile a rispondere solo a domande pertinenti alla tappa e non su altro. “È un viaggio fuori dal Pd, è un viaggio di ascolto sulle cose belle e meno belle di questo Paese. Un viaggio pieno di occasioni per conoscere il dolore della gente ad esempio di Arquata ma anche delle aziende che funzionano, un viaggio per avere uno spaccato sul Paese. Per ora siamo concentrati su questo, sul partito ci sarà tempo e modo per affrontare le tematiche del Pd e del Centrosinistra”.
Dopo Agrigento è stata la volta di Ragusa, che Renzi ha considerato una tappa sportiva ed ha visitato il palazzetto dello sport per rendere omaggio alle atlete della Passalacqua che negli ultimi anni lottano per vincere lo scudetto nella serie A di basket femminile e per dare risalto all’impegno di Gianstefano Passalacqua da tempo impegnato nello sport e oggi delegato provinciale del Coni.
Renzi si è fermato anche a Scordia, in provincia di Catania per visitare lo stabilimento della Oranfreezer. “Abbiamo scelto di essere in un luogo di esperienza siciliana - ha detto Renzi - per sottolineare come da una realtà della provincia di Catania nasce un’azienda che va in tutto il mondo, che ha 43 milioni di fatturato, che ha qualche centinaio di dipendenti, che nel dare lavoro produce qualità. Abbiamo incontrato aziende che lavorano in tanti settori, start up, innovazione, Sicilia 4.0 e abbiamo visto molti luoghi, lotta alla mafia, scuole e sport e mi piace l’idea di chiudere questa tappa siciliana - ha chiosato - con delle arance e il nome della capacità di trasformare in produzione quella che è la più grande potenzialità che questa cosa ha che è l’agricoltura”.
Poi Renzi ha parlato di uno dei problemi più pressanti in Sicilia, le infrastrutture, ammettendo che la Sicilia è molto indietro, ma che lo Stato ha stanziato molti soldi, che i cittadini non vedono: “Noi abbiamo messo un sacco di soldi, solo che i cittadini non li vedono ancora perché i cantieri sono in ritardo, siamo indietro con le procedure e la burocrazia è quella che è”. Di fatto Renzi ha ammesso che se, oltre ai privati che cercano di far funzionare le proprie aziende in Sicilia, vi fosse il supporto di una amministrazione pubblica efficiente, trasparente e concreta, la Sicilia potrebbe ridurre il gap con il resto d’Italia.
08 dicembre 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
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