05 Luglio 2017
Chi si sente male ma non ha una malattia specifica può comunque chiedere il certificato del medico curante per giustificare l’assenza dal lavoro.
Non ci sono solo le malattie tradizionali a tenere lontano dal lavoro
il dipendente. Anche gli stati di malessere diffuso e generale (ad
esempio: spossatezza e stanchezza) o i semplici dolori non correlati a una patologia specifica (come mal di pancia o mal di testa)
possono essere oggetto di un certificato medico che giustifichi
l’assenza dal lavoro. Ma come fa il medico di famiglia a certificare la
malattia del paziente e la sua impossibilità a lavorare? Come si fanno
ad accertare le assenze dal lavoro per malessere diffuso?
Prima però di spiegare come e quando è possibile avere un certificato medico che autorizzi l’assenza dal lavoro per malessere diffuso
ricordiamo come avviene la trafila della comunicazione della malattia
nel triangolazione “dipendente-medico di famiglia-azienda”. Il
lavoratore che non si sente bene e vuol prendere uno o più giorni di
malattia deve comunicare subito al datore l’assenza dal lavoro. Lo può
fare in qualsiasi modo, purché tempestivamente. La giurisprudenza ha
ritenuto valida anche la telefonata o l’sms inviato al capo dell’ufficio
personale. L’assenza non comunicata può essere valutata come una
violazione disciplinare. Nello stesso tempo, il dipendente in malattia
deve sottoporsi, già dal primo giorno, alla visita del proprio medico di
base. A riguardo il medico non può fidarsi di un contatto telefonico
col paziente per emettere il certificato, ma deve sempre sottoporlo a
visita. Solo nei casi di urgenza e di impossibilità di trasporto il
medico può essere tenuto alla visita domiciliare nello stesso giorno
(sempre se richiesta entro le ore 10; diversamente slitta al giorno
successivo); in tutte le altre ipotesi è il lavoratore a doversi recare
presso lo studio del sanitario.
Dopo aver visitato il lavoratore, il medico redige il certificato che
comunica in via telematica all’Inps. L’Inps, a sua volta, lo mette a
disposizione dell’azienda che (sempre in via telematica) può prenderne
visione ed, eventualmente, chiedere l’invio del medico fiscale per la
visita di controllo.
Veniamo ora al caso assenze dal lavoro per malessere diffuso: una dei casi di malattia più
ricorrente tanto è vero che è stato lanciato un allarme dall’Inps,
ormai ricoperta da certificati. Si vorrebbe infatti tentare la strada
dell’autocertificazione (leggi Malattia: via libera all’autocertificazione del lavoratore).
Il problema di certificare gli stati di malessere diffuso
deriva dal fatto che questi non sono spesso verificabili sul piano
clinico, né a volte lo sono neanche a seguito di un esame obiettivo del
medico. In sintesi, i sintomi di malessere generale sono difficilmente
diagnosticabili e, pertanto, tutto si basa sulla fiducia tra medico e
paziente. Il medico di base conosce il malato per essere suo “cliente”
abituale; essendo quindi al corrente delle sue eventuali problematiche e
della capacità dello stesso di reagire – o meno – ai sintomi più
diffusi e meno gravi è in grado di stabilire se le sue condizioni sono
tali da giustificare l’assenza dal lavoro. Ecco quindi che il medico,
pur in presenza di un lamento dell’assistito, è libero di rilasciare o
negare il certificato.
Fonte: www.laleggepertutti.it
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