Antonio Fiumefreddo
Antonio Fiumefreddo ha detto questa frase davanti ai deputati della commissione Bilancio dall’Ars. Bagarre a Palazzo dei Normanni
di ANTONIO FRASCHILLA
“Anche in questo palazzo c’è una parte della politica infiltrata, non siamo in Svezia”. Non appena il presidente di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo ha detto questa frase davanti ai deputati della commissione Bilancio dall’Ars è successo il finimondo, con urla, qualche parola grossa e il presidente della commissione Vincenzo Vinciullo che lo invita a uscire dal Palazzo. Epilogo di una seduta ad alta tensione facilmente prevedibile, dopo gli scontri fortissimi tra Fiumefreddo e il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone sui deputati morosi e il caso delle cartelle di tre deputati (Nello Musumeci, Raffaele Nicotra e Nino D’Asero) che sarebbero state chiuse in maniera non regolare da alcuni dipendenti adesso indagati dalla procura di Catania: “Un attacco della mafia dall’antimafia” aveva tuonato Musumeci.
Regione Sicilia, dirigente Riscossione attacca i deputati: "Qui una politica infiltrata". E viene cacciato dall'Ars
Così in questo clima, la commissione
Bilancio si è trasformata in un ring. "Anche in questo Palazzo c'è una
parte della politica infiltrata, non siamo in Svezia. E i nomi e cognomi
li faccio alla magistratura, no in altre sedi", attacca Fiumefreddo
davanti ai deputati. Per Fiumefreddo "c'è una parte della politica,
trasversale, che tutela interessi criminali e che ha fatto
dell'esattoria una leva criminale". “Stia zitto se non no le diamo una
lira alla sua società. Decida cosa fare, se politico oppure polemica”,
dice il deputato Salvatore Lentini, e Fiumefreddo ribatte: “La denuncio
per estorsione, anzi, si mette al verbale che la denuncio”. "Lei è
venuto qui per provocare – ribatte Vinciullo - e non glielo consento a
casa mia. Sospendo la commissione... portatelo via". Uscendo Fiumefreddo
grida allo scandalo:
“Mi hanno buttato fuori dalla commissione Bilancio dell'Ars con la
forza, sono stato preso fisicamente da alcuni assistenti che si sono
persino frapposti tra me e Vinciullo che inveiva e che voleva arrivare
alle mani. Sono rimasto per alcuni minuti nel corridoio - aggiunge
Fiumefreddo - ma a un centro punto Vinciullo è uscito dalla commissione
dicendo che non potevo stare lì e me ne dovevo andare via. A quel punto
ho preso l'ascensore e ho lasciato il palazzo".
08 Marzo 2017
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