Fuoco siculo: 3.500 forestali pregiudicati su 24mila
di Alessandro Camilli
ROMA – Fuoco siculo, ce lo siamo già dimenticato. Quasi fosse una stranezza climatica di laggiù, della Sicilia. Al primo giorno buono, giorno di vento e di alta temperatura, in tutta la fascia settentrionale dell’isola ottocento (ottocento!) focolai di incendio in un giorno solo. Ovviamente non esiste l’autocombustione se non in circostanze rarissime e ottocento volte in un giorno è il contrario esatto di rarissimo.
Infatti, da laggiù, dalla Sicilia, quel poco o tanto che c’è di istituzioni, governo, polizia, magistratura hanno fatto sapere che il fuoco siculo lo appiccano mani umane. Mani umane che vanno cercate, secondo quel poco di Stato che c’è in Sicilia, nell’anti Stato che in Sicilia c’è e forte.
Nel caso specifico le mani più che sospette sono quelle di una buona parte dei cosiddetti forestali siciliani. No, non la Guardia Forestale in Sicilia che fa quel che può dopo essere stata tagliata di organico e finanziamenti (erano circa 1.500, sono meno di mille). Ad affiancare la Guardia Forestale vera c’è in Sicilia una sorta di milizia popolar-clientelare del fuoco.
Sono circa 25 mila, tutti precari nella definizione giuridica ma stabili di fatto nello stipendio perché, anche se lavorano (risultano al lavoro) porzioni di anno, quel che manca alla retribuzione e alla contribuzione viene integrato (pagato) dal welfare nazionale e regionale. Insomma 25 mila più o meno disoccupati cui la Regione, anche con i soldi dello Stato, garantisce uno stipendio indipendentemente da cosa fanno. Discutibile, ma fosse solo regalo di uno stipendio a lenire disoccupazione…
Dei circa 25 mila è risultato che 3.500 sono pregiudicati. Hanno commesso reati per cui sono stati giudicati, reati come spaccio di droga, sfruttamento del lavoro schiavile, truffa e…ciliegina sulla torta: incendio doloso! Tremilacinquecento “forestali” pagati non diciamo per vigilare su boschi e alberi ma non fare nulla nel passato si sono dati da fare in svariate attività criminali.
E allora in Regione si è pensato che almeno quelli che appiccavano il fuoco o spacciavano droga dall’elenco dei “forestali” siciliani andavano depennati. Il fuoco siculo è la risposta a questa idea: stai attento tu che vuoi licenziare, noi diamo fuoco all’isola.
Nel frattempo, intorno al fuoco siculo, si assembra e organizza la brava gente che nulla c’entra con chi dà fuoco prende stipendio per non far nulla: per riparare i danni dei roghi arriveranno soldi di Stato, si tratta di intercettarli come aziende, fornitori, mediatori…Di fuoco siculo, diretto o indiretto, in Sicilia quando capita campano in tanti. Per questo al primo giorno buono 800 focolai, è il caldo. Come quando a Jonny Stecchino/Roberto Benigni l’autista tutto fare e mafioso diceva: “Il problema, drammatico, qui a Palermo è…il trrraffico”.
21 Giugno 2016
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