ESCLUSIVA - On. Figuccia: «Dai forestali agli operai ex Province, dico tutto. Crocetta fallimento acclarato»
Onorevole, è partita la stagione dei Forestali e già arrivano le prime sospensioni, dato che i 151sti termineranno l’attività a fine mese per poi riprendere attorno alla metà di giugno. Ci sarà mai stabilità in questo settore?
«I fatti dicono che la tanto decantata razionalizzazione voluta da parte del Governo regionale in questo settore non ha portato alcuna produttività, nessun rilancio in tal senso. C’è stata una visione miope che non ha tenuto conto delle esigenze dei lavoratori».
Quali sarebbero, pertanto, secondo Lei le soluzioni urgenti da intraprendere per rilanciare definitivamente tale settore?
«Va operata una riforma organica del settore, rilanciando l’idea del bosco produttivo. Valorizzando le riserve naturali, rendendole fruibili al massimo. Va adottata a tal proposito il modello della Riserva Naturale dello Zingaro, esempio da estendere ad altre strutture per generare notevolmente nuovi incassi».
C’è da dire, comunque, che l’errore in tal senso si trova già a monte, se si va a vedere la manovra Finanziaria del 2015 approvata dalla Regione Sicilia…
«Sì, questo è quello che ha prodotto l’assessore Baccei che, con la manovra Finanziaria del 2015, per pagare gli operai della Forestale, ha tagliato i soldi agli agricoltori e agli artigiani siciliani facendo scomparire il fondo di rotazione della Crias, invece di tutelare separatamente i due settori».
Passiamo adesso ad analizzare la situazione, tanto delicata, degli operai delle ex Province. Che ne sarà del loro futuro?
«Anche qui la situazione è più delicata e complessa che mai. La riforma di soppressione delle Province siciliane, tanto esaltata e annunciata da Crocetta in tv da Giletti, in realtà non è mai esistita, o meglio non è mai nata. Si è soltanto andati avanti con la nomina di commissari e dirigenti che chiusi segretamente nelle loro stanze decidono di propria e spontanea volontà come gestire gare d’appalto milionarie, sostegno scolastico, viabilità delle strade ecc…Tutte questioni che andrebbero affrontate democraticamente. E invece la democrazia è morta, l’hanno definitivamente seppellita. Con tutte le conseguenze pesanti che ricadono poi sugli stessi lavoratori».
Come si dovrebbe intervenire, quindi, per arginare tale annoso ed inquietante problema?
«Alcune soluzioni potrebbero essere quelle di ridurre i trasferimenti statali, di reperire fondi dal bollo auto, di creare innovazione nella pubblica amministrazione garantendo allo stesso tempo spazi di mobilità. Ma bisogna intervenire urgentemente, se si vuole almeno mettere una pezza ai tanti disastri causati».
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24 Maggio 2016
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