Dopo mesi di trattative documento pronto: 2 miliardi e 390 milioni dal governo per infrastrutture e beni culturali. L'ultima parola al consiglio dei ministri
Il premier Matteo Renzi con il governatore Rosario Crocetta
e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando
di CLAUDIO REALE
Dopo mesi di trattative il documento è pronto. Contiene opere su dissesto idrogeologico, viabilità secondaria, periferie e beni culturali: la giunta di ieri ha dato il via libera definito al “Patto per la Sicilia”, che secondo la vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello permetterà di aprire “mille cantieri in tutti i Comuni dell’Isola”. Domani il documento sarà trasmesso alla presidenza del Consiglio dei ministri, cui spetta l’ultima parola sul mega-piano di investimenti finanziato dal governo centrale per 2 miliardi e 390 milioni di euro, che si sommano ai 14 miliardi del Fondo di sviluppo e coesione.
Il progetto – sul quale vige la regola non scritta della riservatezza fino al “sì” di Roma – fa parte dei “Patti per il Sud” e fa il paio con quelli per Palermo e Catania che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha firmato durante la visita in Sicilia di fine aprile. In programma interventi in sei zone considerate di "grande attrazione culturale" - le aree archeologiche di Siracusa, Selinunte e Piazza Armerina, la Cattedrale di Agrigento, il castello di Maredolce di Palermo e la cittadella borbonica di Messina – e altre opere come la darsena di Gela e la cittadella giudiziaria di Catania. Ci sono anche 120 milioni per i forestali. Una prima bozza del Patto per la Sicilia era stata predisposta fra la fine dell’anno scorso e l’inizio del 2016, ma le polemiche per il gran numero di investimenti riservati a Gela hanno spinto la giunta a riconsiderare l’elenco.
18 Maggio 2016
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