Regione, riparte la manovra tempi ristretti per gli stipendi
Con l'esercizio provvisorio non sono garantiti le retribuzioni per lavorori stagionali
Con l'esercizio provvisorio non sono garantiti le retribuzioni per lavorori stagionali
LILLO MICELI
PALERMO. Trascorsa l'Epifania che tutte le feste porta
via - speriamo anche le sterili polemiche e gli agguati d'Aula - domani,
all'Ars, riprendono i lavori parlamentari. Il bilancio di previsione
per il 2016 e il disegno di legge di stabilità, sono già stati trasmessi
alle commissioni legislative di merito che avranno tempo fino al giorno
15 gennaio per presentare eventuali emendamenti, ma probabilmente ci
sarà una proroga al 20 gennaio. Poi, spetterà alla commissione Bilancio
verificare le coperture, mentre per gli emendamenti ci sarà tempo fino
al 24 gennaio. La commissione Bilancio, presieduta da Vincenzo
Vinciullo, quindi, procederà alle audizioni di rito - forze sociali ed
imprenditoriali, rappresentanti di enti ed istituzioni economiche e
culturali con l'obiettivo di "licenziare" bilancio e disegno di legge di
stabilità nella prima settimana di febbraio, per consentire all'Aula di
approvare i documenti contabili entro il 29 febbraio (il 2016 è
bisestile), cioè entro la conclusione dei due mesi di esercizio
provvisorio. Intanto, proseguiranno a Roma gli incontri con gli
esponenti del governo nazionale per ottenere i 500 milioni che mancano
ancora all'appello per equilibrare entrate ed uscite di bilancio. Il
disavanzo per il 2016, come è noto, è stato calcolato in 1,9 miliardi di
euro. Il governo Renzi si è impegnato a riconoscere alla Sicilia 1,4
miliardi: 900 milioni di euro sono già stati stanziati con la legge di
stabilità nazionale. La Regione si è impegnata ad effettuare tagli per
circa 500 milioni. Gli ulteriori 500 milioni dovranno arrivare da Roma
dove l'assessore all'Economia, Alessando Baccei, ha già ripreso i
contatti. Anche il presidente del la Regione, Rosario Crocetta, nei
prossimi giorni volerà nella Capitale per cercare di accelerare i tempi
ed ottenere i 500 milioni, prima dell'approvazione del bilancio 2016,
per potere programmare la spesa con una certa razionalità. Se, allo
stato attuale, sono garantiti gli stipendi dei dipendenti regionali,
così non è per la grande platea di lavori stagionali, a cominciare
dai braccianti della forestale e di quelli dei consorzi di bonifica e
dell'Esa. Il tempo trascorre velocemente, fra qualche settimana dovranno
iniziare nei boschi i lavori di manutenzione, come la creazione dei
viali tagliafuoco che sono di vitale importanza per evitare che le
fiamme si propaghino in caso di incendio. Opere che non ha senso
realizzare ad estate inoltrata e quando già centinaia di ettari di bosco
sono andati in fumo. A parte il fatto che gli stessi braccianti
potranno essere utilizzati per i lavori di bonifica delle frane.
Prolungare l'esercizio provvisorio sarebbe una iattura per tutti, a
cominciare dai precari degli enti locali che ogni anno vivono il
calvario del rinnovo del contratto. In oltre 20 anni, non sono state
create le condizioni per la loro stabilizzazione nei Comuni, nonostante
due leggi dello Stato abbiano dato ai sindaci questa possibilità. Sala
d'Ercole, in ogni caso, non dovrebbe rimanere chiusa fino alla prima
decade di febbraio. Il presidente dell'Ars, Giovanni Ardiz
zone, ha convocato per domani la conferenza dei capigruppo per valutare la possibilità di aprire una o più finestre legislative, per approvare alcune modifiche ad alcune importanti leggi già impugnati dal Consiglio dei ministri, a cominciare da quella sulla riforma delle Province. Il prossimo 30 giugno scade l'ennesimo commissariamento e prima di allora dovrebbe essersi svolte le elezioni di secondo grado per eleggere i presidenti dei Liberi consorzi di comuni ed i sindaci delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Elezioni che erano state indette per lo scorso 29 novembre e poi rinviate a causa della sopravvenuta impugnativa della legge regionale che, a differenza della "riforma Dell'io", non prevedeva che sindaco della città metropolitana debba essere il sindaco della città capoluogo. La norma nazionale, per la verità, crea più di un dubbio. Peraltro, essendo previsto il voto ponderato (ogni voto ha una percentuale diversa rispetto ai cittadini rappresentati), tutti i sindaci dovrebbero avere la possibilità di essere eletti "sindaco metropolitano". Il governo nazionale, inoltre, aveva cassato pure la norma che prevedeva l'istituzione di una giunta con relativa indennità e quella che impediva la candidatura ai sindaci a cui rimane meno di 18 mesi di mandato. Norma che era stata subito battezzata come "norma anti-Orlando". Il Consiglio dei ministri ha pure impugnato la riforma della legge regionale sugli appalti che aboliva il meccanismo del massimo ribasso e quella sulla gestione pubblica dell'acqua.
zone, ha convocato per domani la conferenza dei capigruppo per valutare la possibilità di aprire una o più finestre legislative, per approvare alcune modifiche ad alcune importanti leggi già impugnati dal Consiglio dei ministri, a cominciare da quella sulla riforma delle Province. Il prossimo 30 giugno scade l'ennesimo commissariamento e prima di allora dovrebbe essersi svolte le elezioni di secondo grado per eleggere i presidenti dei Liberi consorzi di comuni ed i sindaci delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Elezioni che erano state indette per lo scorso 29 novembre e poi rinviate a causa della sopravvenuta impugnativa della legge regionale che, a differenza della "riforma Dell'io", non prevedeva che sindaco della città metropolitana debba essere il sindaco della città capoluogo. La norma nazionale, per la verità, crea più di un dubbio. Peraltro, essendo previsto il voto ponderato (ogni voto ha una percentuale diversa rispetto ai cittadini rappresentati), tutti i sindaci dovrebbero avere la possibilità di essere eletti "sindaco metropolitano". Il governo nazionale, inoltre, aveva cassato pure la norma che prevedeva l'istituzione di una giunta con relativa indennità e quella che impediva la candidatura ai sindaci a cui rimane meno di 18 mesi di mandato. Norma che era stata subito battezzata come "norma anti-Orlando". Il Consiglio dei ministri ha pure impugnato la riforma della legge regionale sugli appalti che aboliva il meccanismo del massimo ribasso e quella sulla gestione pubblica dell'acqua.
11 Gennaio 2016
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