Alfaniani rivendicano. «Tutto merito nostro sì dell'Ars al Bilancio»
Vincenzo Vinciullo, uno dei deputati d'opposizione
rimasti in aula durante il voto sul bilancio
Lillo Miceli
Palermo. Approvati Bilancio e finanziaria, sul terreno politico rimangono le scorie di un dibattito acre. Non solo nella dialettica tra maggioranza e oppisizioni, ma anche all'interno dei partiti. La scelta di uscire dall'Aula di una parte delle opposizioni, al momento del voto, non è stata approvata, per esempio, da due deputati di Ncd, Fontana e Vinciullo, che non hanno condiviso la via dell'Aventino dopo avere battagliato in commissione Bilancio e in Aula per migliorare gli strumenti finanziari, riuscendo a fare approvare alcuni emendamenti proposti. Una questione di coerenza
«Mi dispiace per chi ha scelto l'Aventino - ha ribadito Crocetta - perché si è eletti non per non fare le leggi, ma per fare leggi migliori. Tutti cantavano il De profundiis e, invece, siamo riusciti ad approvare il Bilancio malgrado si parlasse di un buco di tre miliardi che, ovviamente, non abbiamo provocato noi».
Per il capogruppo di Forza Italia, Falcone, sarebbero però «veramente paradossali e sconclusionate le dichiarazioni di Crocetta sulla finanziaria rivolte all'opposizizone, alla quale bisogna dire solo grazie, avendo avuto il merito di lavorare correggendo tanti errori e concorreendo a costruire una norma quanto più efficace nell'esclusivo interesse della Sicilia. Crocetta mente sapendo di mentire. Prima, infatti, aveva detto che questa non era la sua finanziaria e, coerentemente, non aveva preso parte ad alcuna delle sedute della commissione Bilancio; poi è arrivato in Aula quando era stato approvato oltre metà del testo, creando con la sua presenza, un oggettivo rallentamento dei lavori, nell'imbarazzo degli stessi deputati della maggioranza».
Argomenti che il presidente della Regione ha immediatamente rispedito al mittente: «Se avessi disconosciuto la finanziaria, certamente non l'avrei firmata. Sottolineo che il ddl l'ho firmato solo io per sottolineare la collegialità del lavoro svolto da tutta la giunta. Qualcuno ha tentato, all'inizio, di farmi litigare con l'assessore, Baccei, e con il governo nazionale. Non ci sono riusciti. Per quanto riguarda le opposizioni, lo ripeto: avrei preferito che votassero contro, ma non che scappassero dall'Aula».
Chi non è scappato, per dirla con Crocetta (i deputati di Ncd, Fontana e Vinciullo), nonostante la decisione del gruppo e delle opposizioni fosse stata quella di non partecipare al voto finale, osserva: «Non abbiamo disatteso alcun ordine, anche perché nessuno ne ha impartiti - ha detto Viunciullo -; noi di Ncd all'Ars siamo sette. Il capogruppo, D'Asero, non c'era per problemi familiari; Cascio era assente per motivi personali; Lo Sciuto aveva impegni di lavoro; Germanà se n'era andato per presunti impegni. In Aula eravamo: Fontana, Alongi e io.
Il mattino dell'1 maggio è stata indetta una riunione del centrodestra per stabilire di rimanere in Aula e votare contro. Io, pur essendo il vicepresidente della commissione Bilancio non sono stato invitato. Ma nello spazio che c'è tra la stanza di Musumeci e l'Aula, c'è stato un contrordine: tutti fuori dell'Aula. A comunicarmelo è stato il deputato di Forza Italia, Milazzo. Noi tre di Ncd non siamo saliti sull'Aventino. Alongi, poi, ci ha ripensato e abbiamo messo la questione ai voti: io e Fontana abbiamo deciso, democraticamente, di restare a Sala d'Ercole. D'Altronde, se la Crias ha ottenuto dieci milioni, è stato perché noi ci siamo battuti, così come per i consorzi universitari, il buono scuola... All'ultimo istante siamo riusciti a inserire 1,2 milioni per l'aeroporto di Comiso; trenta per le strade provinciali; non è stato soppresso l'Isituto per l'incremento ippico di Catania, ed è stata migliorata la norma sui forestali. Non eravamo determinanti per il numero legale, ma siamo stati coerenti».
04 Maggio 2015
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