Slitta la Finanziaria in Commissione
Nominati i commissari nelle Province
Maratona senza fine per approvare in Commissione
la legge di stabilità regionale. Sono lavori a tappe forzate che non
potevano che generare ritardi quelli della II Commissione Bilancio
dell’Assemblea.
La Commissione non ha ancora completato l’esame che doveva finire entro ieri sera/notte ed i lavori proseguono stamani. Approvate tutte le norme sul personale ed anche il nuovo mutuo da quasi 150 milioni di euro che dovrebbe permettere di riportare a 300 i milioni di euro accantonati (attualmente sono 450). Approvate anche le norme sul personale proveniente dalle società Partecipate soppresse o in soppressione e quelle su i Forestali.
Alla conclusione dell’analisi mancano, ormai, gli ultimi articoli e un centinaio abbondante di emendamenti. Slitta, dunque, al pomeriggio la seduta d’aula per incardinare bilancio e finanziaria. La convocazione è per le 16.
Restano, naturalmente, in piedi tutti tutti sugli accordi romani che potranno essere sciolti solo dopo l’approvazione di una apposita norma da parte del Parlamento nazionale ma per ottenere quanto previsto ci sarà tempo fino a giugno ovvero fino a quando finirà la liquidità regionale come annunciano in commissione dallo stesso assessore Baccei. Certo, a prescindere dalle questioni occupazionali, sarebbe un paradosso pagare i forestali adesso ma non avere più le squadre antincendio in estate. Ma di paradossi la Sicilia è piena.
Salta, invece, la norma che tagli il numero dei consiglieri comunali e soprattutto le indennità negli Enti Locali. La medesima commissione, la I Affari Istituzionali, che ha approvato in un attimo l’emendamento per l’assunzione di 300 nuovi regionali, non riesce a votare questo stralcio della norma sugli Enti locali che che l’aula ha affossato la riforma delle Province per l’ennesima volta.
Il governo, invece, nel frattempo ha ricordato che le province erano rimaste abbandonate a se stesse ed ha nominato i commissari in base alla norma tampone approvata sempre dell’Ars, dopo lo stop alla riforma. Le province erano rimaste senza guida ormai da un paio di settimane ma la nomina dei commissari tardava. Giorno più o giorno meno lo sbando di quegli enti e dei servizi che garantivano ormai è assodato.
E fra i commissari ad acta spuntano anche noti dirigenti generali regionali come Rosaria Barresi, potente dirigente generale del dipartimento agricoltura, inviata a gestire Caltanissetta. Poi ci sono Marcello Maisano, dirigente al dipartimento Formazione, ad Agrigento; Francesca Gargano a Catania; il già dirigente generale della Protezione civile Pietro Lo Monaco a Enna; l’ex commissario dell’Asp di Messina Manlio Munafò a Palermo; il dirigente generale della pesca ed ex assessore di questo governo Dario Cartabellotta, a Ragusa; poi ci sono due fedelissimi dell’assessore alla funzione pubblica. Si tratta di Giovanni Corso, capo segreteria tecnica, a Siracusa e di Giuseppe Amato, capo di gabinetto inviato a a Trapani. Sono tutti funzionari regionali con una sola eccezione a Messina dove viene inviato un prefetto: Filippo Romano.
La Commissione non ha ancora completato l’esame che doveva finire entro ieri sera/notte ed i lavori proseguono stamani. Approvate tutte le norme sul personale ed anche il nuovo mutuo da quasi 150 milioni di euro che dovrebbe permettere di riportare a 300 i milioni di euro accantonati (attualmente sono 450). Approvate anche le norme sul personale proveniente dalle società Partecipate soppresse o in soppressione e quelle su i Forestali.
Alla conclusione dell’analisi mancano, ormai, gli ultimi articoli e un centinaio abbondante di emendamenti. Slitta, dunque, al pomeriggio la seduta d’aula per incardinare bilancio e finanziaria. La convocazione è per le 16.
Restano, naturalmente, in piedi tutti tutti sugli accordi romani che potranno essere sciolti solo dopo l’approvazione di una apposita norma da parte del Parlamento nazionale ma per ottenere quanto previsto ci sarà tempo fino a giugno ovvero fino a quando finirà la liquidità regionale come annunciano in commissione dallo stesso assessore Baccei. Certo, a prescindere dalle questioni occupazionali, sarebbe un paradosso pagare i forestali adesso ma non avere più le squadre antincendio in estate. Ma di paradossi la Sicilia è piena.
Salta, invece, la norma che tagli il numero dei consiglieri comunali e soprattutto le indennità negli Enti Locali. La medesima commissione, la I Affari Istituzionali, che ha approvato in un attimo l’emendamento per l’assunzione di 300 nuovi regionali, non riesce a votare questo stralcio della norma sugli Enti locali che che l’aula ha affossato la riforma delle Province per l’ennesima volta.
Il governo, invece, nel frattempo ha ricordato che le province erano rimaste abbandonate a se stesse ed ha nominato i commissari in base alla norma tampone approvata sempre dell’Ars, dopo lo stop alla riforma. Le province erano rimaste senza guida ormai da un paio di settimane ma la nomina dei commissari tardava. Giorno più o giorno meno lo sbando di quegli enti e dei servizi che garantivano ormai è assodato.
E fra i commissari ad acta spuntano anche noti dirigenti generali regionali come Rosaria Barresi, potente dirigente generale del dipartimento agricoltura, inviata a gestire Caltanissetta. Poi ci sono Marcello Maisano, dirigente al dipartimento Formazione, ad Agrigento; Francesca Gargano a Catania; il già dirigente generale della Protezione civile Pietro Lo Monaco a Enna; l’ex commissario dell’Asp di Messina Manlio Munafò a Palermo; il dirigente generale della pesca ed ex assessore di questo governo Dario Cartabellotta, a Ragusa; poi ci sono due fedelissimi dell’assessore alla funzione pubblica. Si tratta di Giovanni Corso, capo segreteria tecnica, a Siracusa e di Giuseppe Amato, capo di gabinetto inviato a a Trapani. Sono tutti funzionari regionali con una sola eccezione a Messina dove viene inviato un prefetto: Filippo Romano.
24 Aprile 2015
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