Sicilia a pezzi, ecco le strade del dissesto
di Rosario Battiato
I
geologi hanno incontrato la cittadinanza di Caltavuturo, in provincia
di Palermo. Il quadro del rischio nei numeri della Protezione civile
PALERMO – I geologi siciliani sono tornati sul tema del dissesto.
Lo hanno fatto proprio ieri in occasione di un incontro con la
cittadinanza di Caltavuturo, il comune palermitano noto per il crollo
del pilone del viadotto Himera. Per l'ordine professionale è necessario
“cercare di fare sistema per affrontare le problematiche del territorio,
infatti in Sicilia – ha spiegato il coordinatore della commissione
protezione civile del Consiglio nazionale dei geologi, Michele Orifici
- solo il 50% dei comuni hanno il piano di protezione civile. Occorre
raccogliere i fondi per la prevenzione dei dissesti. E qui ci deve dare
una mano la politica".
Per Orifici è importante che gli amministratori locali, e anche la
politica regionale e nazionale, non dimentichino che il 70% dei comuni
della nostra Isola è a rischio idrogeologico. Per l'occasione è stato
anche diffuso un ampio dossier che riassume tutti i dati relativi al
dissesto presente e potenziale, che riguarda il territorio regionale.
Il rischio generale, che riguarda buona parte degli enti locali dell'Isola, coinvolge anche le infrastrutture viarie. Sono più di venti i dissesti in atto in Sicilia che interessano la viabilità primaria e secondaria. E non ci sono soltanto i viadotti e i ponti, ben sette quelli compromessi complessivamente, ma anche pezzi importanti di autostrade e strade provinciali e statali.
Grazie alla tabella che trovate in pagina, redatta sulla base dei dati forniti al QdS dall'Ordine dei geologi di Sicilia che hanno rielaborato i contenuti di un lavoro del dipartimento regionale della protezione civile, è possibile ricostruire tutti i percorsi interrotti dell'Isola e, quindi, tutte le difficoltà della mobilità interna che riguardano i siciliani, ben prima che avvenisse il crollo dei piloni del viadotto Himera.
In attesa che l'Anas fornisca un quadro ancora più chiaro della situazione autostradale, un dossier in merito dovrebbe essere pronto già nei prossimi giorni, ci sono già molti pezzi da ricucire.
L'assessore Pizzo ha stimato la necessità di circa 2 miliardi soltanto per ripristinare le strade secondarie, mentre nell'immediato servirebbero circa 3 milioni di euro per la creazione della bretella dell'A19 per il percorso alternativo che dovrebbe essere operativo, probabilmente, già nei prossimi tre mesi. Per la demolizione del viadotto e la ricostruzione di entrambe le carreggiate sono necessari 30 milioni di euro. Le risorse necessarie per questi due interventi sono state messe a disposizione dall'Anas.
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Abbiamo le proposte, ma dov'è la volontà politica?
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