Stop a norme sul personale regionale
Sindacati convocati per il 17 febbraio
Stop alle contestate norme sul personale regionale.
Niente riforma del pubblico impiego, almeno per il momento, alla
Regione siciliana. Ma ad annunciarlo non è la stessa Regione siciliana
ma i sindacati autonomi. Gli esponenti del Cobas/Codir, il sindacato che
resta il più rappresentativo dei dipendenti regionali anche se negli
ultimi anni i confederali hanno recuperato un poco di terreno, ne da
notizia con un volantino apparso oggi pomeriggio sul suo sito.
Si tratta, però di norme ritirate più per forma che nella sostanza. Il neo assessore alla funzione pubblica Leotta, ha infatti mandato avanti al Riforma delle province e stoppato quella del Pubblico impiego proprio per incontrare i sindacati senza che ci sia il ‘peccato originale’ ovvero una riforma già avviata a fronte della quale i rappresentanti dei lavoratori possano rifiutarsi di ammorbidire le proprie posizioni. Un gesto di buona volontà, insomma, per avviare una trattativa.
All’incontro del 17 febbraio con tutti gli autonomi, scrivono dal Cobas/Codir, presenteremo una piattaforma comune con alcune “proposte di riorganizzazione della macchina amministrativa che, realmente, consentirebbero una vera spending review con consistenti risparmi oltreché il riconoscimento dei diritti lesi dei dipendenti”.
Una riforma in nove punti quella proposta dal sindacato che inizia con la riclassificazione del personale secondo categorie che rispondano alle reali esigenze dell’amministrazione, pre-pensionamento ma con requisiti precedenti alla legge Fornero, rinnovo della parte giuridica del contratto ma solo dopo lo stop alle ‘incursioni legislative su malattie, permessi, congedi, indennità, forestale ecc). Dal quarto punto in poi, però, c’è il rischio che si interrompa il dialogo. La richiesta, infatti, è il mantenimento del salario accessorio del comparto e della dirigenza materia questa sulla quale la trattativa si fa difficile così come lo stop a quella che definiscono ‘mobilità selvaggia dei dipendenti’ e ancora, riconoscimento dei bienni economici, rivisitazione della pianta organica per stabilizzare i precari e stop allo sperpero di fondi pubblici attraverso i contratti di assistenza tecnica esterna firmati dai vari dipartimenti.
La trattativa appare possibile sui primi tre e sull’ultimo punto, difficile altrove.
Si tratta, però di norme ritirate più per forma che nella sostanza. Il neo assessore alla funzione pubblica Leotta, ha infatti mandato avanti al Riforma delle province e stoppato quella del Pubblico impiego proprio per incontrare i sindacati senza che ci sia il ‘peccato originale’ ovvero una riforma già avviata a fronte della quale i rappresentanti dei lavoratori possano rifiutarsi di ammorbidire le proprie posizioni. Un gesto di buona volontà, insomma, per avviare una trattativa.
All’incontro del 17 febbraio con tutti gli autonomi, scrivono dal Cobas/Codir, presenteremo una piattaforma comune con alcune “proposte di riorganizzazione della macchina amministrativa che, realmente, consentirebbero una vera spending review con consistenti risparmi oltreché il riconoscimento dei diritti lesi dei dipendenti”.
Una riforma in nove punti quella proposta dal sindacato che inizia con la riclassificazione del personale secondo categorie che rispondano alle reali esigenze dell’amministrazione, pre-pensionamento ma con requisiti precedenti alla legge Fornero, rinnovo della parte giuridica del contratto ma solo dopo lo stop alle ‘incursioni legislative su malattie, permessi, congedi, indennità, forestale ecc). Dal quarto punto in poi, però, c’è il rischio che si interrompa il dialogo. La richiesta, infatti, è il mantenimento del salario accessorio del comparto e della dirigenza materia questa sulla quale la trattativa si fa difficile così come lo stop a quella che definiscono ‘mobilità selvaggia dei dipendenti’ e ancora, riconoscimento dei bienni economici, rivisitazione della pianta organica per stabilizzare i precari e stop allo sperpero di fondi pubblici attraverso i contratti di assistenza tecnica esterna firmati dai vari dipartimenti.
La trattativa appare possibile sui primi tre e sull’ultimo punto, difficile altrove.
10 Febbraio 2015
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