La Sicilia sull’orlo del default, anzi è fallita
Via alla stagione degli attacchi alla Regione
“Se lo sapesse Angela Merkel...la Sicilia ha un deficit fra gli 8 e i 10 miliardi di euro,
più di tutti i land messi insieme”. Attacca così il pezzo di Giorgio
Ponziano che occupa tutto il tagli alto centrale della pagina 12 del
secondo quotidiano economico italiano.
Un attacco diretto nel quale il deficit della Sicilia viene valutato circa 3 volte rispetto a quanto scritto, fino ad ora, proprio in Sicilia e contestato come falso o quantomeno esagerato dal governatore Crocetta.
Un pezzo ampio che non tralascia ne le questioni economiche ne quelle politiche dando spazio agli economisti più critici che in Sicilia di solito non vengono ascoltati. “I numeri del disastro – scrive Italia Oggi – sono contenuti nel Dpef di Alessandro Baccei…che cammina sui carboni ardenti”.
Niente di nuovo, cifre a parte, per chi segue le vicende siciliane ma i toni duri del giornale nazionale sembrano dare il la ad una stagione di attacchi. Una stagione che la Sicilia ha già vissuto e che sembra ripetersi con le aggravanti. Prima il post di Ivan Lo Bello, ora l’attacco di Italia Oggi. eventi fra loro scollegati ma che ripetono le sequenza dell’inizio degli attacchi al governatore precedente, Raffaele Lombardo conclusosi come ben sappiamo. uno scenario già visto e previsto anche in questo caso circa un mese fa ma che nessuno confermerà mai.
Ma cosa scrive Italia Oggi Intanto del mutuo fatto in fretta e furia da Baccei per mettere una ‘pezza’ da 1,7 miliardi. Un mutuo salutato come successo che il giornale economico demolisce subito. La valutazione, oltre tutte quelle politiche (fra le quali c’è da segnalare come Nino Dina, presidente della Commissione Bilancio, Udc, venga indicato come ‘opposizione’ e non sembra una svista) è affidata all’economista Vincenzo Fazio ex preside della facoltà di economia di Palermo, una delle ‘Cassandre’ siciliane. “Certamente il mutuo solleva diversi dubbi – dice ad Italia Oggi – Prima di accenderlo bisognava ridiscutere le rate e gli altri mutui e comprendere se la somma delle rate è compatibile con un bilancio annuale che ancora non c’è”.
Insomma un mutuo senza garanzie di pagamento che potrebbe aggravare la situazione debitoria/fallimentare della Sicilia.
Poi c’è l’attacco alla sanità, quella data per risanata da Crocetta e compagni “il fatto è – scrive ancora il giornale – che la sanità siciliana è un colabrodo” e fa i conti in tasca ai debiti di ciascuna azienda. Cifre che, siamo certi, saranno contestate in giornata. L’attacco successivo è a Riscossione Sicilia il cui passivo ammonta ad una cifra valutabile fra i 10 e i 15 milioni per effetto dei suoi 700 dipendenti. Possibile che una società che riscuote le tasse sia in deficit?
Ed ecco gli altri economisti: Adam Asmundo della Fondazione Res. “la Sicilia non ce la fa, non ce la può fare, c’è uno squilibrio strutturale fra le risorse che entrano e quelle che escono”. Poi Massimo Costa, economista dell’Università di Palermo che già dalle nostre colonne aveva disegnato la sua previsione e ad Italia Oggi aggiunge “La Sicilia è per l’Italia ciò che la Grecia è per l’Europa. La Sicilia è già fallita. Quanto all’ultimo mutuo è come se una famiglia invece di fare la spesa con lo stipendio ricorresse a prestiti su prestiti”.
Se l’economia va male, la politica non va meglio visto che siamo già al Crocetta ter in soli due anni.
L’attacco è iniziato, c’è da aspettarsi una escalation da qui ad aprile. I conti non tornano e non torneranno ed a pagare i debiti fatti da altri saranno i siciliani, i lavoratori che perderanno il lavoro e così via in una spirale che rischia di portare tutti ancora più in basso.
Un attacco diretto nel quale il deficit della Sicilia viene valutato circa 3 volte rispetto a quanto scritto, fino ad ora, proprio in Sicilia e contestato come falso o quantomeno esagerato dal governatore Crocetta.
Un pezzo ampio che non tralascia ne le questioni economiche ne quelle politiche dando spazio agli economisti più critici che in Sicilia di solito non vengono ascoltati. “I numeri del disastro – scrive Italia Oggi – sono contenuti nel Dpef di Alessandro Baccei…che cammina sui carboni ardenti”.
Niente di nuovo, cifre a parte, per chi segue le vicende siciliane ma i toni duri del giornale nazionale sembrano dare il la ad una stagione di attacchi. Una stagione che la Sicilia ha già vissuto e che sembra ripetersi con le aggravanti. Prima il post di Ivan Lo Bello, ora l’attacco di Italia Oggi. eventi fra loro scollegati ma che ripetono le sequenza dell’inizio degli attacchi al governatore precedente, Raffaele Lombardo conclusosi come ben sappiamo. uno scenario già visto e previsto anche in questo caso circa un mese fa ma che nessuno confermerà mai.
Ma cosa scrive Italia Oggi Intanto del mutuo fatto in fretta e furia da Baccei per mettere una ‘pezza’ da 1,7 miliardi. Un mutuo salutato come successo che il giornale economico demolisce subito. La valutazione, oltre tutte quelle politiche (fra le quali c’è da segnalare come Nino Dina, presidente della Commissione Bilancio, Udc, venga indicato come ‘opposizione’ e non sembra una svista) è affidata all’economista Vincenzo Fazio ex preside della facoltà di economia di Palermo, una delle ‘Cassandre’ siciliane. “Certamente il mutuo solleva diversi dubbi – dice ad Italia Oggi – Prima di accenderlo bisognava ridiscutere le rate e gli altri mutui e comprendere se la somma delle rate è compatibile con un bilancio annuale che ancora non c’è”.
Insomma un mutuo senza garanzie di pagamento che potrebbe aggravare la situazione debitoria/fallimentare della Sicilia.
Poi c’è l’attacco alla sanità, quella data per risanata da Crocetta e compagni “il fatto è – scrive ancora il giornale – che la sanità siciliana è un colabrodo” e fa i conti in tasca ai debiti di ciascuna azienda. Cifre che, siamo certi, saranno contestate in giornata. L’attacco successivo è a Riscossione Sicilia il cui passivo ammonta ad una cifra valutabile fra i 10 e i 15 milioni per effetto dei suoi 700 dipendenti. Possibile che una società che riscuote le tasse sia in deficit?
Ed ecco gli altri economisti: Adam Asmundo della Fondazione Res. “la Sicilia non ce la fa, non ce la può fare, c’è uno squilibrio strutturale fra le risorse che entrano e quelle che escono”. Poi Massimo Costa, economista dell’Università di Palermo che già dalle nostre colonne aveva disegnato la sua previsione e ad Italia Oggi aggiunge “La Sicilia è per l’Italia ciò che la Grecia è per l’Europa. La Sicilia è già fallita. Quanto all’ultimo mutuo è come se una famiglia invece di fare la spesa con lo stipendio ricorresse a prestiti su prestiti”.
Se l’economia va male, la politica non va meglio visto che siamo già al Crocetta ter in soli due anni.
L’attacco è iniziato, c’è da aspettarsi una escalation da qui ad aprile. I conti non tornano e non torneranno ed a pagare i debiti fatti da altri saranno i siciliani, i lavoratori che perderanno il lavoro e così via in una spirale che rischia di portare tutti ancora più in basso.
05 Febbraio 2015
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