La tutela ambientale. Si allarga a macchia d'olio la protesta per mantenere libera la spiaggia
«Giù le mani da Randello»
Sel solleva dubbi sulle autorizzazioni comunali e incita ad aderire all'iniziativa di domenica prossima
«Impazza la protesta del popolo di Randello. Sui social, nelle piazze, nelle strade, in spiaggia, non si parla d'altro. Randello è il tema caldo dell'estate. La gente è indignata e vuole chiarezza. Non c'è concessione né Resort che tenga. Partita l'onda, non si può più fermare. Randello non è in vendita». E' l'appello del Comitato spontaneo Randello Libera che invita tutti a partecipare domenica 17 agosto dalle 16, in spiaggia, (ingresso da Punta Braccetto-lato Canalotti), ad un raduno popolare in difesa dell'integrità dello spiaggione e del suo territorio «da mani private avide e rapaci, da amministratori pubblici silenti ed asserviti».
Per dare un segno visibile di ferma protesta, il Comitato propone di scendere in spiaggia con una striscia di stoffa colorata, una federa bianca con su scritto "Randello Libera" o qualsiasi altro segno colorato, da esporre in spiaggia e appendere sugli ombrelloni con il supporto di mollette da bucato. Accanto al Comitato anche Fare verde Vittoria attualmente impegnata nella pulizia dell'arenile. E con un comunicato fa sentire la propria voce il coordinamento provinciale di Sel: «Siamo convinti che la spiaggia e il mare di Randello debbano essere fruiti e goduti anche dai turisti ed ospiti dei vari villaggi turistici ed alberghi della zona. La spiaggia di Randello è unica, e quindi preziosa, proprio perchè selvaggia, libera ed incontaminata. Una vera e propria oasi di pace e di tranquillità per tutti coloro, turisti e non, che continuano ad affollarla da sempre. I ragusani, e i tanti turisti che fruiscono di Randello, non si sono mai lamentati del fatto che in spiaggia bisogna andarci a piedi, attraversare la pineta, scavalcare le dune e poi poter fare il bagno in acque pulite. Questa è l'unicità di Randello e del suo parco forestale».
A questo punto Sel solleva dubbi sull'operato del Comune di Ragusa: «Come sia potuto accadere che il Comune di Ragusa autorizzi la costruzione di stabilimenti balneari, il demanio conceda autorizzazioni, l'Amministrazione della forestale autorizzi i bus navetta del resort (gli autisti hanno le chiavi dei cancelli?) ad attraversare il boschetto (negato, giustamente a tutti gli altri cittadini) e installare gruppi elettrogeni per alimentare camion frigo ad uso bar. Il tutto sotto il cappello della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Ragusa che non ha niente da dire. Tutto perfettamente legale e in regola. Quello che fa a pugni con la sensibilità dei cittadini rispettosi di questo patrimonio è la profonda ingiustizia che si sta avallando, un'odiosa discriminazione fra i normali cittadini e i clienti del resort».
Per Sel Ragusa non ci sono alternative nè sono accettabili compromessi: «Randello, la sua spiaggia, le sue dune ed il boschetto, devono tornare liberi. Siamo pronti alla mobilitazione ed invitiamo da subito i tanti attivisti e simpatizzanti, e di concerto la cittadinanza tutta, a partecipare in massa alle iniziative promosse dal Comitato Randello Libera».
M. B.
15 Agosto 2014
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