Subito il primo banco di prova oggi all'Ars il dl salva-imprese
Foto lasicilia.it
Lillo Miceli
Palermo. Dopo l'approvazione, in commissione Bilancio, del disegno di legge per pagare i debiti che la pubblica amministrazione ha accumulato nei confronti delle imprese private, questa mattina si torna a Sala d'Ercole per la discussione generale del provvedimento. E dal dibattito si capirà se la notte ha portato consiglio. Ovvero, se le posizioni emerse ieri durante le comunicazioni all'Ars del presidente della Regione, che ha presentato la sua nuova giunta, rimarranno identiche o se ci sarà qualche ammorbidimento.
Un primo passo è stato compiuto proprio ieri sera in commissione Bilancio dove sono stati accolti alcuni emendamenti dell'opposizione, a cominciare da quello del capogruppo di Forza Italia, Falcone, sulla riduzione del tasso d'interesse del prestito che la Regione dovrà ottenere dallo Stato, che passerà dal 4,7% al 2,8%. Si tratta, come è noto, di un mutuo di circa 850 milioni di euro rimborsabili in trent'anni. Mutuo che la Regione s'impegna a restituire prevedendo un introito certo attraverso l'addizionale Irpef e Irap. Addizionali che erano già state portare all'1,73% per fronteggiare il rientro dal deficit sanitario. Però, i partiti di opposizione e frange della maggioranza, ma anche le associazioni degli industriali, dei commercianti e degli artigiani, si sono opposti all'ipotesi mantenere inalterata l'addizionale per tre decenni. Perché ciò avrebbe scoraggiato nuovi investimenti in Sicilia, oltre che a rendere più difficile la vita delle imprese che già sono costrette a fronteggiare la grave crisi economico-finanziaria.
il presidente Crocetta, con due appositi emendamenti, però, ha preso l'impegno di cominciare a ridurre progressivamente le addizionali già dal 2015. Nella baraonda che ha accompagnato il rimpasto di governo, il disegno di legge paga-imprese è rimasto impigliato nelle liti politiche. Ieri sera, dopo un confronto che ha visto ribadire la contrarietà al nuovo governo di una parte del Pd e dell'Udc, in commissione Bilancio è stato velocemente raggiunto l'accordo.
E' auspicabile che il disegno di legge abbia un iter agevole, anche se di mezzo ci sono le feste pasquali, il ponte del 25 aprile e quello dell'1 maggio. Comunque, questa mattina, all'Ars dovrebbe svolgersi la discussione generale. Quindi, saranno dati i tempi per la presentazione degli emendamenti. Se non ci sarà ostruzionismo, l'articolato potrebbe essere votato il 24 di aprile, volendo anche prima.
il presidente della Regione, Crocetta, negli ultimi giorni ha lanciato diversi appelli al senso di responsabilità alle forze politiche, per dare il via libera al «paga-imprese» che darà anche un gettito per le casse regionali di circa 70 milioni di euro. Ma soprattutto per consentire alle imprese che vantano questi crediti di tirare un sospiro di sollievo, considerata la stretta creditizia operata dalle banche.
Subito dopo, sarà necessario approvare la variazione di bilancio. Una manovra di circa 300 milioni di euro resa obbligatoria dall'impugnativa del Commissario dello Stato che ha cassato spese per circa 558 milioni di euro. Ed anche questo disegno di legge dovrà essere varato con urgenza. Altrimenti, migliaia di dipendenti degli enti che dipendono dalla Regione rischiano di rimanere senza stipendio; i Consorzi di bonifica senza risorse per avviare la campagna irrigua; i forestali non possono essere avviati al lavoro, mentre sta per iniziare la stagione calda.
Ma la situazione politica, stante il dibattito che si è svolto ieri all'Ars (ne parliamo nella pagina accanto), non lascia spazio all'ottimismo. Un richiamo al senso di responsabilità all'Aula è arrivato anche dal deputato del Megafono, Antonio Malafarina, che ha invitato i suoi colleghi di maggioranza contrari al Crocetta-bis, a deporre le armi. Almeno, per qualche giorno. il rischio è che, entrando nel vivo la campagna elettorale il rinnovo del Parlamento europeo, gli animi si inaspriscano ancora di più, rendendo più problematica l'approvazione di questi due basilari provvedimenti. Che, comunque, da soli non bastano per rimettere la Sicilia nelle condizioni di agganciare la lenta ripresa economica. Bisogna nel più breve tempo possibile approvare il disegno di legge sullo sviluppo, quello sulla semplificazione amministrativa e il Testo unico delle Attività produttive per rendere più semplice la vita delle imprese e per attrarre investimenti. Non si può fermare adesso la macchina legislativa.
E non si può perdere il treno della programmazione dei fondi europei 2014-2020 su cui la stessa Ue, per fortuna, è in ritardo.
17 Aprile 2014
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