Chiusa la stagione congressuale, è il momento di esigere quanto proposto
di Alfio Mannino
Segretario Generale
FLAI-CGIL Catania
Con la rielezione di Stefania Crogi alla guida della FLAI-CGIL Nazionale, al termine dei lavori congressuali svoltisi a Cervia dal 9 all’11 aprile scorsi, si è chiusa la stagione congressuale della categoria agroindustria. Una stagione congressuale che si è intrecciata con una congiuntura economica e sociale assai difficile che sta colpendo essenzialmente i ceti e i soggetti più deboli, specie nel Mezzogiorno.
La fase congressuale ci è servita non solo per fare una analisi della condizione che attraversa il Paese e la nostra regione, ma anche per mettere in campo proposte idonee a dare risposte all’Italia e ai soggetti che rappresentiamo. Nei diversi congressi, a tutti i livelli, è emersa la necessità di una svolta nella politica economica del Paese attraverso una diversa politica fiscale che preveda una distribuzione più equa a tutela dei redditi medio bassi, e una grande politica di investimenti volta al rilancio del nostro apparato produttivo, specie nel Mezzogiorno dove, in presenza di dati sulla disoccupazione ben sopra il 20% e, addirittura, il 50% per quella giovanile, non si è soltanto davanti ad un problema economico, ma si è dinanzi ad un rischio maggiore, ovvero la tenuta democratica di intere aree del Paese. Serve, dunque, assolutamente, la creazione di nuova occupazione. A tal fine riteniamo vada data attuazione a quanto previsto dal piano del lavoro presentato dalla CGIL nel 2013.
Nel congresso territoriale della FLAI di Catania, tra le altre cose, abbiamo lanciato la proposta della realizzazione di un marchio dell’Etna per tutti i beni e servizi prodotti in questo territorio, tenuto conto anche che nei mesi scorsi l’Etna è diventato bene Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Il Congresso Regionale, facendo proprio quanto annunciato da Totò Tripi nella sua relazione, ha lanciato una sfida al Governo della Regione attraverso il progetto “Produrre sviluppo, rispettando il lavoro” con 5 proposte che riguardano:
1) Agroalimentare, pesca e zootecnia;
2) Norme regionali sul mercato del lavoro agricolo e certificazione della dignità del lavoro;
3) Sicurezza del territorio, ambiente e green economy;
4) Agricoltura sociale attraverso l’utilizzo delle terre confiscate alla mafia, di quelle dell’Esa derivanti dalla riforma agraria e non assegnate, e delle terre che dovrà censire la Banca delle Terra, da affidare a cooperative di giovani;
5) L’istituzione in Sicilia dell’Expo mondiale annuale delle produzioni agroalimentari e della pesca mediterranee.
Lo sviluppo e la crescita economica e sociale della Sicilia non si deve fondare sulla riduzione del salario delle lavoratrici e dei lavoratori e sull’applicazione del sottosalario, ma su interventi mirati alla qualità, all’innovazione delle produzioni agricole e alla tipicità dei prodotti agro-alimentari. Il Governo della Regione deve difendere le avanguardie produttive di tutti i comparti agricoli investendo sui sistemi commerciali e distributivi del prodotto, per sottrarli all’azione di speculatori economici, in primo luogo la criminalità organizzata che è la principale artefice e la cui azione comprime i prezzi all’origine della materia prima in modo consistente.
Una serie di proposte è stata avanzata anche per quanto riguarda i Consorzi di Bonifica e la forestazione.
Per quanto riguarda il comparto forestale, in questi anni abbiamo rivendicato maggiore attenzione al settore ed ai suoi addetti per tutelare le aree montane e lo sviluppo rurale, dove ancora oggi il settore assume un rilevante ruolo non solo sociale ed economico, ma anche di tutela dell’ambiente, di prevenzione del dissesto idrogeologico, nonché di stabilità per la demografia delle aree interne.
È, invece, cresciuta una campagna di diffidenza nei confronti dei forestali. È mancata, purtroppo, una programmazione politica a tutela del settore che punti ad un nuovo sistema agro-forestale-ambientale, capace di invertire la tendenza, passando da una logica assistenziale ad una logica di effettiva tutela dell’ambiente, di contrasto al dissesto idrogeologico, di messa a reddito di alcune attività forestali.
Un altro campo tutto da esplorare nel settore agro-ambientale e forestale, è quello delle energie rinnovabili, che sarà possibile sfruttare utilizzando la filiera bosco, il legno energia, il sole e l’acqua. E, alla Regione Siciliana, si propone la filiera virtuosa di investire, produrre, risparmiare.
FLAI, FAI e UILA in questi anni si sono impegnate, insieme a tutta la categoria, fornendo un valido contributo per determinare un nuovo percorso funzionale capace di valorizzare la risorsa bosco e garantire reddito ed occupazione ai lavoratori, con risultati alterni.
La manifestazione dell’11 Marzo può rappresentare una svolta in questo senso, una mobilitazione che ha visto la partecipazione di oltre 10.000 lavoratori e che ha acceso i riflettori sul comparto agro-forestale. L’auspicio è quello che, agli impegni assunti dal Governo, corrisponda un’azione politica e amministrativa adeguata. Purtroppo, dopo oltre un mese da quella iniziativa e dalla sottoscrizione di impegni da parte del Presidente della Regione, niente di quanto assunto è stato mantenuto.
Con molti ritardi, e in maniera assai precaria, solo in questi giorni si sta procedendo al lavoro dei soli 151isti.
Per quanto riguarda i Consorzi, in questi mesi sono stati adottati provvedimenti confusi e pasticciati che hanno determinato un clima di incertezza tra i lavoratori e un servizio di irrigazione inadeguato. Abbiamo svolto, lo scorso 16 aprile, assemblee permanenti in tutti i luoghi di lavoro ed è stato proclamato lo Sciopero Generale dei lavoratori di tutti i Consorzi della Sicilia per giorno 23 aprile.
Nel Congresso Nazionale abbiamo rilanciato la proposta di modifica delle regole del mercato del lavoro in agricoltura e si è deciso di avviare una grande campagna di mobilitazione per modificare il sistema pensionistico introdotto dalla Legge Fornero.
Chiusa questa intensa stagione congressuale, parte da ora una stagione che dovrà rendere esigibile quanto proposto, auspicando di trovare una interlocuzione con le istituzioni a tutti i livelli, con la consapevolezza che, in assenza di un cambio di passo nelle politiche sin qui adottate, servirà una grande campagna di lotta e mobilitazione affinché la condizione dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati, abbiano quelle risposte che non sono più differibili.
Termino questa riflessione a chiusura della stagione congressuale, e cogliendo l’occasione per augurare a tutte le lavoratrici ed i lavoratori dell’agroindustria serene festività Pasquali, con lo slogan che ha caratterizzato il nostro Congresso:
“Noisiamoquelliche ...” non dimenticano il passato, lottano per cambiare il presente e credono nel futuro.
Alfio Mannino
Segretario Generale
FLAI-CGIL Catania
17 Aprile 2014
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In attesa della riforma
"Vogliamo l'accordo del 14 maggio 2009"
Subito!
La risposta è scontata
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