Presentata la nuova manovra Bianchi
Finanziaria bis lacrime e sangue
Nessuna traccia di sviluppo
Trecentocinquanta milioni di euro, 40 dei quali destinati a spese fisse.
Tanto sarà possibile recuperare dei 570 milioni bloccati dal
Commissario dello Stato con la clamorosa impugnativa della finanziaria
regionale risalente ormai a più di un mese fa.
La manovra bis, salva stipendi vale proprio 350 milioni di euro ed è stata presentata oggi dall’assessore all’economia Luca Bianchi alle parti sociali. Una manovra che è stata già inviata informalmente al Commissario dello stato e che dovrà passare dallagiunta di governo prima di andare all’analisi dell’aula.
La giunta ne parla già da tre sedute, o almeno così dice il Presidente Crocetta, ma ancora non c’è nulla di definitivo. Il Presidente della Regione, però, è fiducioso e conta, già la prossima settimana, di poter avviare la discussione d’aula sulla manovra.
Ancora una volta una manovra lacrime e sangue che impegna la regione al rientro dei così detti residui attivi (crediti non riscossi e considerati non riscuotibili) attraverso un piano di rientro lungo 11 anni.
Secondo il rendiconto 2012 i residui attivi ammonterebbero a circa 15 miliardi di euro (3,5 mld considerati inesigibili), mentre la posta di residui passivi sarebbe di circa 7,5 miliardi. Per farvi fronte la regione accantona circa 220 milioni delle somme bloccate e ne recupera 350. Per far questo subiranno pesanti limature di circa il 20% capitoli di bilancio come gli enti regionali, a cominciare da Eas e Esa (acquedotti e agricoltura). Ma anche i consorzi di bonifica, la società Resais e pure i teatri. Ventitre milioni in meno ai forestali, mentre molte associazioni dovranno subire una decurtazione del 50% dei contributi un tempo riconosciuti, comprese le realtà antiracket e gli istituti per i ciechi. Per altre associazioni minori è previsto persino l’azzeramento.
Il disavanzo di bilancio della Regione passa da 1,3 miliardi del 2012 a 300 milioni nel 2013 secondo l’amministrazione. Per l’assessore Bianchi “è la dimostrazione dell’azione di risanamento dei conti che stiamo conducendo. Bianchi esclude dunque una manovra di assestamento tecnico dei conti, “anzi si potrebbero liberare risorse”.
Tutti provvedimenti presentati alle parti sociali con una relazione di accompagnamento nella quale si “mette in evidenza lo stato particolarmente difficile della congiuntura economica regionale e i vincoli stringenti di tenuta dei conti pubblici”.
Ma le parti sociali non ci stanno. ”E’ una proposta inaccettabile, che si limita al pagamento degli stipendi di 140 mila dipendenti diretti e indiretti dimenticando gli altri 5 milioni di siciliani: nella manovra-bis, infatti, non c’è alcuna traccia di misure per lo sviluppo”. “Questa manovra di fatto si limita a coprire il pagamento degli stipendi di regionali e forestali – dice Mario Filippello della Cna Sicilia – ma rinvia ogni misura per sostenere lo sviluppo e il lavoro produttivo. La classe dirigente di questa Regione si fermi e ascolti la voce della Sicilia che produce e che lavora. Al governo e al Parlamento – prosegue Filippello – chiediamo di assumersi le loro responsabilità di fronte ad una situazione difficilissima: servono misure per il sostegno alle imprese e per il credito, e soprattutto bisogna riaprire la concertazione con le parti sociali per utilizzare i fondi europei a disposizione, sia quelli residui del programma 2007/2014 che quelli del programma 2014/2020″.
“I tagli che il governo pensa di effettuare sono pesanti, li valuteremo per ogni singolo capitolo ma riteniamo già che la tensione sociale resterà alta – dice il segretario generale della Cgil Sicilia Michele Pagliaro -. Quello che possiamo subito dire e’ che non e’ accettabile che agli enti locali vengano sottratti il 30% dei finanziamenti destinati ai malati psichiatrici e ai disabili e che queste risorse vanno recuperate subito. Cosi’ come bisogna prevedere interventi per gli ammortizzatori sociali, di cui non c’è traccia”.
A fronte di 450 milioni venuti meno saranno recuperati 310 milioni attraverso l’azzeramento di 100 capitoli con spese inferiori al milione e con tagli su due fasce: il 20% su alcuni capitoli, il 50% per cento su altri. Verranno inoltre tagliati tutti gli investimenti sullo sviluppo.
Ma la regione parla ancora di un tavolo di confronto da istituire. nella nota dell’assessorato all’economia si legge ”Su tutte le risorse disponibili, ordinarie e straordinarie, regionali ed extraregionali, da impiegare per lo sviluppo della Sicilia e la coesione economica, sociale e territoriale opererà un ‘Tavolo permanente per la programmazione economica e finanziaria della Regione’, che si riunirà con cadenza mensile, anche attraverso commissioni specifiche a cui parteciperanno organi politici e tecnici dell’amministrazione regionale”.
Il Tavolo permanente “affronterà problematiche e iniziative di rilancio dell’economia regionale, a partire dalla riforma del sistema del credito e dalla programmazione operativa delle nuove risorse per il ciclo 2014/2020, al fine di definire nell’ambito delle indicazioni europee e nazionali, le priorità specifiche di intervento in Sicilia per il mondo produttivo e del lavoro, attivando il patrimonio di conoscenza e la capacita’ di proposta degli enti locali, delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati dei lavoratori e delle organizzazioni del terzo settore”. La riunione istitutiva del Tavolo permanente si terrà l’11 marzo.
La manovra bis, salva stipendi vale proprio 350 milioni di euro ed è stata presentata oggi dall’assessore all’economia Luca Bianchi alle parti sociali. Una manovra che è stata già inviata informalmente al Commissario dello stato e che dovrà passare dallagiunta di governo prima di andare all’analisi dell’aula.
La giunta ne parla già da tre sedute, o almeno così dice il Presidente Crocetta, ma ancora non c’è nulla di definitivo. Il Presidente della Regione, però, è fiducioso e conta, già la prossima settimana, di poter avviare la discussione d’aula sulla manovra.
Ancora una volta una manovra lacrime e sangue che impegna la regione al rientro dei così detti residui attivi (crediti non riscossi e considerati non riscuotibili) attraverso un piano di rientro lungo 11 anni.
Secondo il rendiconto 2012 i residui attivi ammonterebbero a circa 15 miliardi di euro (3,5 mld considerati inesigibili), mentre la posta di residui passivi sarebbe di circa 7,5 miliardi. Per farvi fronte la regione accantona circa 220 milioni delle somme bloccate e ne recupera 350. Per far questo subiranno pesanti limature di circa il 20% capitoli di bilancio come gli enti regionali, a cominciare da Eas e Esa (acquedotti e agricoltura). Ma anche i consorzi di bonifica, la società Resais e pure i teatri. Ventitre milioni in meno ai forestali, mentre molte associazioni dovranno subire una decurtazione del 50% dei contributi un tempo riconosciuti, comprese le realtà antiracket e gli istituti per i ciechi. Per altre associazioni minori è previsto persino l’azzeramento.
Il disavanzo di bilancio della Regione passa da 1,3 miliardi del 2012 a 300 milioni nel 2013 secondo l’amministrazione. Per l’assessore Bianchi “è la dimostrazione dell’azione di risanamento dei conti che stiamo conducendo. Bianchi esclude dunque una manovra di assestamento tecnico dei conti, “anzi si potrebbero liberare risorse”.
Tutti provvedimenti presentati alle parti sociali con una relazione di accompagnamento nella quale si “mette in evidenza lo stato particolarmente difficile della congiuntura economica regionale e i vincoli stringenti di tenuta dei conti pubblici”.
Ma le parti sociali non ci stanno. ”E’ una proposta inaccettabile, che si limita al pagamento degli stipendi di 140 mila dipendenti diretti e indiretti dimenticando gli altri 5 milioni di siciliani: nella manovra-bis, infatti, non c’è alcuna traccia di misure per lo sviluppo”. “Questa manovra di fatto si limita a coprire il pagamento degli stipendi di regionali e forestali – dice Mario Filippello della Cna Sicilia – ma rinvia ogni misura per sostenere lo sviluppo e il lavoro produttivo. La classe dirigente di questa Regione si fermi e ascolti la voce della Sicilia che produce e che lavora. Al governo e al Parlamento – prosegue Filippello – chiediamo di assumersi le loro responsabilità di fronte ad una situazione difficilissima: servono misure per il sostegno alle imprese e per il credito, e soprattutto bisogna riaprire la concertazione con le parti sociali per utilizzare i fondi europei a disposizione, sia quelli residui del programma 2007/2014 che quelli del programma 2014/2020″.
“I tagli che il governo pensa di effettuare sono pesanti, li valuteremo per ogni singolo capitolo ma riteniamo già che la tensione sociale resterà alta – dice il segretario generale della Cgil Sicilia Michele Pagliaro -. Quello che possiamo subito dire e’ che non e’ accettabile che agli enti locali vengano sottratti il 30% dei finanziamenti destinati ai malati psichiatrici e ai disabili e che queste risorse vanno recuperate subito. Cosi’ come bisogna prevedere interventi per gli ammortizzatori sociali, di cui non c’è traccia”.
A fronte di 450 milioni venuti meno saranno recuperati 310 milioni attraverso l’azzeramento di 100 capitoli con spese inferiori al milione e con tagli su due fasce: il 20% su alcuni capitoli, il 50% per cento su altri. Verranno inoltre tagliati tutti gli investimenti sullo sviluppo.
Ma la regione parla ancora di un tavolo di confronto da istituire. nella nota dell’assessorato all’economia si legge ”Su tutte le risorse disponibili, ordinarie e straordinarie, regionali ed extraregionali, da impiegare per lo sviluppo della Sicilia e la coesione economica, sociale e territoriale opererà un ‘Tavolo permanente per la programmazione economica e finanziaria della Regione’, che si riunirà con cadenza mensile, anche attraverso commissioni specifiche a cui parteciperanno organi politici e tecnici dell’amministrazione regionale”.
Il Tavolo permanente “affronterà problematiche e iniziative di rilancio dell’economia regionale, a partire dalla riforma del sistema del credito e dalla programmazione operativa delle nuove risorse per il ciclo 2014/2020, al fine di definire nell’ambito delle indicazioni europee e nazionali, le priorità specifiche di intervento in Sicilia per il mondo produttivo e del lavoro, attivando il patrimonio di conoscenza e la capacita’ di proposta degli enti locali, delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati dei lavoratori e delle organizzazioni del terzo settore”. La riunione istitutiva del Tavolo permanente si terrà l’11 marzo.
05 Marzo 2014
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