12 ottobre 2012

NEI PROSSIMI MESI ANDIAMO VERSO LOTTE DURE PER LA PERDITA DI POSTI DI LAVORO




«Nei prossimi mesi andiamo verso lotte dure
per la perdita di centinaia di posti di lavoro»


Rossella Jannello
«Considerando il quadro nazionale e l'assoluta stasi di iniziative, a Catania andremo incontro a lotte dure per la perdita di centinaia di posti di lavoro a partire dalle prossime settimane». E' uno scenario di crisi, quello che prospetta il segretario generale della Uil catanese Angelo Mattone che in una relazione approntata per l'appuntamento di oggi passa in rassegna settore per settore, «fronte» per «fronte», lo scenario della crisi catanese.
A partire dal commercio con la vertenza più nota di Aligrup, («1000 dipendenti in 36 punti vendita, tutti senza certezze e molti di essi in sedi cui non sono interessati possibili acquirenti) e quella, appena avviata di Auchan S. G. La Rena, con il contratto di solidarietà al 30% per 160 dipendenti. «Senza parlare - aggiunge Mattone - del sommerso nei centri commerciali, per il quale è difficile "tenere i conti" e tutelare i lavoratori».
Ma anche l'industria «zoppica». «Sono in grande difficoltà le piccole aziende, ad esempio le concessionarie d'auto, con un'emorragia occupazionale difficilmente "misurabile". Ma ci preoccupa anche la situazione della St con la Cig ordinaria per i 2.200 dipendenti della produzione (su 3.900) e, in prospettiva il futuro del sito catanese, in assenza di investimenti e a causa di tecnologie (6 pollici) ormai in via di superamento. E anche nelle "inossidabili" Acciaierie i lavoratori sono in contratto di solidarietà».
E se nell'edilizia nei primi nove mesi dell'anno, si sono persi 2.500 posti di lavoro, la crisi dei Trasporti (con i casi Wind Jet, Ast, Amt) è sotto gli occhi di tutti. Tutto locale il caso dei quasi 5mila forestali catanesi da lunedì in gran parte sospesi dal servizio senza avere raggiunto neppure la quota di giornate garantite per legge.
E ancora i diritti negati del personale della scuola, i disagi giornalieri dei pensionati e i «tagli indiscriminati» che colpiscono dall'Universita' alla Ricerca, dalla Formazione alla Sanità. «Molti precari hanno perso il posto - lamenta il segretario della Uil - si rischiano licenziamenti, mentre i vuoti negli uffici si moltiplicano. Siamo dinanzi a carenze che in questo territorio vanno ben oltre il 10% del cosiddetto decreto Brunetta e l'ulteriore 10% prodotto dalle misure più recenti».
Infine, il tormentato settore energetico, in cui la Uil prova a fare un pò di conti: «A causa della ristrutturazione Enel Rete Gas intende chiudere a Grammichele e Acireale. Air Liquide annuncia 12 esuberi (l'intera produzione locale). E il Comune, incredibilmente, pur non essendo un obbligo di legge, esprime la volontà politica di cessione delle aziende del gas a privati. Proprio nel momento in cui Asec Trade e' tornata a fare utili grazie alla "cura Garilli" e quando i diritti di affitto degli impianti cittadini in vista della liberalizzazione della rete entro 2015 potrebbero essere remunerativi».
Un quadro pesante sul quale però la Uil catanese ha le idee chiare. Per tamponare le «ferite» e per pensare al dopo crisi. «Chiediamo da tempo - enumera Mattone - una ricognizione delle coperture di organico e la mobilità dei lavoratori da un'amministrazione a un'altra. Chiediamo, per la vertenza dei forestali, la creazione di una Agenzia per il Verde per valorizzare le risorse lavorative ma anche i beni ambientali. Chiediamo che divengano realtà il Prg, il Pua, Corso Martiri. Ma non ci possiamo preoccupare solo di difendere l'esistente che, ogni giorno di più, è sempre più inesistente! Per questo avanziamo alcune proposte per il turismo e la valorizzazione dei precari come risorsa produttiva per l'immediata apertura di musei e monumenti nei giorni, negli orari, più congeniali ai turisti. Un modo per creare lavoro buono. Ma anche rimodulare il settore della Formazione attraverso la programmazione, e reperire risorse per riconvertire i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro. Mentre cerchiamo di impiegare al meglio - conclude - le poche risorse rimaste per la Cig in deroga».

11 Ottobre 2012






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