Michele Giuliano - 06 Settembre
Circolare della Regione Siciliana: chi non può lavorare nella Pa può optare per un’altra soluzione. Potranno prendere un sostegno al reddito se iscritti nell’elenco ad esaurimento
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PALERMO – Si continua a discutere dei precari in Sicilia e della loro stabilizzazione. Perché, se da una parte sembrano essere ormai indispensabili in molti uffici in cui lavorano ormai da parecchi anni, dall’altra si tratta di personale che spesso non ha i requisiti per ricoprire i ruoli scoperti.
I numeri sono importanti: il bacino dei precari è costituito da 18 mila Lsu, lavoratori socialmente utili, collocati negli enti locali, 700 contrattisti della Regione, tremila Pip (Piani di Inserimento Professionale), mille operai dei Consorzi di Bonifica, per non parlare degli oltre 8.000 operatori della formazione professionale. A questi occorre aggiungere 28 mila forestali che lavorano, però, solo sei mesi per anno.
Al riguardo, l’assessorato regionale della famiglia delle politiche sociali e del lavoro ha emesso una circolare, nella quale si dice che, facendo riferimento alla legge regionale n.9 del 7 maggio 2015, “i soggetti iscritti nell’elenco ad esaurimento, che non possiedono i requisiti per l’utilizzazione presso amministrazioni ed Enti pubblici nonché quelli esclusi dallo stesso in quanto destinatari di misura interiettiva perpetua dai pubblici uffici, possono essere impegnati in specifici progetti di utilità collettiva, con finalità di recupero sociale, e beneficiano, per la durata delle attività progettuali avviate, di un assegno di sostegno al reddito in misura pari a quella attribuita agli altri soggetti del medesimo bacino, corrisposto dall’Ente utilizzatore”.
Per dare attuazione a questa norma, l’assessorato ha quindi sollecitato le manifestazioni di interesse all’utilizzo dei soggetti coinvolti in specifici progetti di utilità collettiva. A queste persone gli enti utilizzatori corrispondono, con onere finanziario a proprio carico, un assegno di sostegno al reddito di importo pari a 832 euro mensili più gli assegni per il nucleo familiare.
L’utilizzazione non configura rapporto di lavoro, ma un intervento di politica attiva, per cui non si instaura nessun rapporto diretto tra ente e personale. L’impegno nei progetti è previsto per 30 ore settimanali e per non più di 8 ore giornaliere.
Alcune decisioni sono state prese anche riguardo i lavoratori ex Pip, titolari di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, un esercito di 2.800 persone che vivono con un sussidio mensile di quasi 900 euro al mese di cambio di lavori di pubblica utilità per conto della Regione.
Per chi è in attesa di transitare alla Resais spa, la scelta è quella, per coloro che ne faranno richiesta entro il 31 dicembre 2018, di assumerli in apposita area speciale transitoria ad esaurimento. Le assunzioni sono regolate con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche parziale, che, per singola unità lavorativa, in termini di costo complessivo annuo e di giornate lavorative nonché per gli aspetti connessi all’inquadramento giuridico ed economico, è uguale a quello relativo al contratto a tempo determinato al 31 dicembre 2015.
Il personale verrà utilizzato, prioritariamente, presso gli enti di originaria provenienza e conserva il diritto alla riserva, nell’ipotesi di avvio delle procedure di stabilizzazione da parte degli enti di originaria assegnazione. Gli ex Pip fanno parte del progetto “Emergenza Palermo”. Stiamo parlando di un esercito che a suo tempo era formato da oltre 3 mila lavoratori, che costano 36 milioni di euro l’anno alla Regione, a suo tempo assoldati dal Comune di Palermo e passati negli ultimi anni nelle mani della Regione perché l’ente municipale del capoluogo siciliano si è trovato in una condizione finanziaria di default.
Fonte: qds.it
e vero che il 1 settembre si e aperta la caccia in sicilia,ma chi a pubblicato questa notizia riguardo i forestali che siamo 28000 e stata un sparo enorme,invece di diminuire aumentiamo in ogni notizia che si pubblica,e non e vero che i forestali lavorano 6 mesi l anno ,senza pensare che ci sono operai che dopo 30 anni fanno la maggior parte 78 e 101 giorni all anno. mi firmo Caruso Vincenzo,
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