30 giugno 2014
FUOCO NEL VALLONE SAN GIORGIO. EVACUATA LA CASERMA UNGARETTI, L'NVENDIO E' STATO SPENTO DAI VIGILI DEL FUOCO E DAL CORPO FORESTALE
Due roghi in poche ore
Fuoco nel vallone di San Giorgio
Evacuata la caserma Ungaretti
Ancora incendi in città. Stamani, un rogo scoppiato alle spalle di Monte Po, ha lambito gli uffici della Polizia municipale il cui personale è stato evacuato in via precauzionale. E un altro incendio ha interessato la zona dell'elisuperficie dell'ospedale Cannizzaro.
Melania TanteriCATANIA - Paura, stamani, nella caserma dei vigili urbani di via Ungaretti. L'edificio è stato infatti lambito dalle fiamme di un vasto rogo scoppiato nel vallone alle spalle di Monte Po, periferia ovest della città, a poca distanza dagli uffici della Polizia municipale il cui personale è stato evacuato in via precauzionale.
Stando a quanto comunicano dalla sala operativa Vigili del Fuoco, l'incendio sembrerebbe aver avuto origine nel quartiere San Giorgio, dove avrebbero preso fuoco sterpaglie, e si sarebbe propagato velocemente fino a raggiungere il viale Moncada a Librino e la via Palermo, a Nesima, alle spalle della quale si trova la caserma della Municipale.
L'intensità delle fiamme, probabilmente alimentate dal vento, avrebbe costretto i pompieri ad approvviggionare acqua chiedendo la collaborazione del Comune di Catania. La situazione sembrerebbe, comunque, essere rientrata anche se, sul posto, c'è ancora un'autobotte dei pompieri.
Sempre questa mattina, un incendio è divampato nel terreno attiguo all’elisuperficie dell’ospedale Cannizzaro di Catania, nella parte del territorio del Comune di Acicastello. Poiché le fiamme, bruciando le sterpaglie, minacciavano direttamente l’elibase, oltre a provocare disagi nel presidio ospedaliero a causa del fumo, l’Azienda Cannizzaro ha attivato l’Unità di crisi. Operatori del 118, personale dell’Ufficio tecnico e delle squadre di manutenzione dell’ospedale si sono messi all’opera per contenere il rogo, prima dell’intervento dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale che ha consentito di spegnere il fuoco. Sono intervenuti anche i Carabinieri e la Polizia municipale di Acicastello, che hanno dato supporto per le manovre dei mezzi.
30 Giugno 2014
UIL SICILIA: NECESSARIO RIORGANIZZARE I FORESTALI CHE SONO IN UNA CONDIZIONE DI ESASPERANTE PRECARIETA', OGNI ANNO PER FAR COMPLETARE LE GIORNATE SI RISCHIA CHE IL CALENDARIO NON BASTA E L'ANTINCENDIO PARTE TROPPO TARDI
Sicilia: Uil, necessario riorganizzare i forestali
Palermo, 30 giu. (Adnkronos) - "Chiediamo al Governo regionale una riorganizzazione dei servizi in grado di promuovere lo sviluppo. Vale anche per i Forestali, ancora in una condizione di esasperante precarietà. Ogni anno per fare completare le giornate a 151isti, 101isti e 78isti si rischia che il calendario non basti e che i servizi anti-incendio partano troppo tardi. Le conseguenze le conosciamo tutti: boschi in fiamme per tutta l'estate. Dobbiamo uscire da questa impasse". Lo ha detto Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia durante l'XI congresso del sindacato a Giardini Naxos, in provincia di Messina. "La Uil ha chiesto di riaccorpare le competenze per i forestali su un unico assessorato. Quando è stato fatto, però, si è voluto creare caos negli avviamenti e nelle graduatorie, si è rischiato di compromettere l'attività e soprattutto è emerso quanto la politica intenda mantenere salda la presa su questo bacino di elettori - ha aggiunto Barone - E' ora di finirla! Per i forestali si possono utilizzare le risorse della Comunità europea, che significa progetti di tutela ambientale rispondenti ai parametri e alle modalità di verifica di Bruxelles. Ma soprattutto si deve pensare alla forestazione produttiva. In molte regioni la gestione del patrimonio boschivo crea ricchezze. Perché in Sicilia no?".
30 Giugno 2014
ARS: CORTE DEI CONTI, SANITA', INCENDI, MANOVRA FINANZIARIA: SI ACCENDE LO SCONTRO IN SICILIA. C'E' ANCHE LA GESTIONE DISSENNATA DELL'AZIENDA FORESTE DEMANIALI E DEL CORPO FORESTALE
Ars: Corte dei Conti, sanità, incendi, manovra finanziaria: si accende lo scontro in Sicilia
SI APRE OGGI UNA SETTIMANA POLITICA ‘ELETTRICA’. ATTESA PER LA ‘PARIFICA’ DEL BILANCIO DA PARTE DELLA MAGISTRATURA CONTABILE. LE DISCUSSE NOMINE DEI MANAGER DELLE AZIENDE SANITARIE E OSPEDALIERE DELL’ISOLA. SEMPRE PIU’ DIFFICILI I RAPPORTI, NEL PD, TRA I RENZIANI (CHE ORMAI CONTROLLANO IL GOVERNO CROCETTA) E I CUPERLIANI
Si apre oggi per la politica siciliana una settimana piena di incognite. Il primo punto interrogativo è rappresentato dalla Corte dei Conti, che si dovrà esprimere sul Bilancio della Regione.
Come scriviamo già da giorni, la ‘parifica’ del Bilancio 2013 dovrebbe arrivare. Non che i conti economici della Regione meritino la ‘promozione’. Ma non dovrebbe essere la magistratura contabile a mandare a casa Governo e Ars e, quindi, a interrompere questa vuota legislatura.
Un altro motivo per il quale la ‘parifica’ dovrebbe arrivare è legata agli interessi del Governo nazionale di Matteo Renzi, che può contare su un Governo acquiescente che accetta tutto, anche pesantissime penalizzazioni. A Renzi conviene avere in Sicilia un Governo di ‘ascari’. E dovrebbe fare di tutto per tenere in piedi Crocetta e la sua traballante Giunta.
Detto questo, la ‘parifica’ del Bilancio, quest’anno, si annuncia a ‘lacrime e sangue’, perché l’analisi sui conti della Regione, questa volta, dovrebbe essere impietosa. Si attendono le ‘verità’ sul residui attivi (cioè sui crediti fittizi che la Regione, in tutti questi anni, ha iscritto in Bilancio pur sapendo che queste entrate non si sarebbero mai concretizzate), sui rifiuti (l’indebitamento, in questo settore, dovrebbe essere ben al di là del miliardo e 300 milioni di euro di qualche anno fa), sull’acqua, sullo scandalo dell’informatizzazione (Sicilia e Servizi, ma anche le banche dati giuridiche costituite e poi abbandonate dopo aver formato il personale e dilapidato un sacco di soldi).
Si dovrebbe parlare anche dei fondi europei. Forse è arrivato il momento che la Corte dei Conti dica la verità: e cioè che, in tanti casi, questi soldi non si spendono non soltanto per demeriti della burocrazia regionale, ma anche perché il Governo nazionale non ne vuole sapere di tirare fuori il cofinanziamento, che dal 2007, per il 40 per cento in media, è a carico della Stato. In ogni caso, potrebbe essere l’occasione per fare il punto anche sul ‘buco nero’ del Piano di sviluppo rurale (Psr): 2,1 miliardi di euro stanziati per la Sicilia dei quali si sa poco o nulla.
La Corte dei Conti dovrebbe accendere i riflettori anche sulla sanità. Tanti i punti dolenti di questo settore: spesa farmaceutica tra le più alte d’Italia, forniture costose, proliferazione di dirigenti tecnici e amministrativi al posto dei dirigenti medici (tutto questo mentre il personale medico scarseggia).
Ma anche i costi eccessivi dei grandi nomi della sanità privata piombati in Sicilia in tutti questi anni con la scusa di migliorare la qualità del servizio sanitario. Parliamo di Ismett, San Raffaele Giglio di Cefalù, Bambin Gesù, Rizzoli di Bologna, Maugeri. Potrebbe essere l’occasione per un corretto raffronto tra il costo – in certi casi eclatante – di queste grandi e blasonate strutture sanitarie private e la reale qualità del sevizio che offrono.
Anche il capitolo precari dovrebbe essere al centro della riflessione della magistratura contabile. Saranno numeri amari, perché il costo di questo personale, ormai, non è più sostenibile, anche alla luce dei continui scippi finanziari che Roma opera ogni anno ai danni del Bilancio regionale.
Un passaggio sarà di certo dedicato anche ai Comuni siciliani, quasi tutti in deficit. E a due riforme lasciate a metà: la riforma delle Province, che ha abolito solo gli organi elettivi, e l’istituzione di Consorzi di Comuni (che non sono affatto liberi come prevede lo Statuto siciliano) e delle Città-Aree metropolitane, che nessuno vuole.
La Corte dei Conti dovrebbe fare chiarezza anche sugli accantonamenti unilaterali operati da Roma ai danni della Sicilia. L’anno scorso la magistratura contabile fece chiarezza, indicando in 950 milioni di euro la cifra che il Governo nazionale aveva tolto dal Bilancio 2013 della Regione (e non 500 milioni di euro circa come si cercava di far credere).
Quest’anno lo scippo dovrebbe essere di un miliardo e 100 milioni di euro: ma i numeri precisi dovrebbe fornirli la magistratura contabile. Che dovrebbe anche far conoscere ai siciliani a che cosa la Regione siciliana avrebbe rinunciato in cambio di 550 milioni di euro che Roma restituirebbe per consentire al Governo di Rosario Crocetta di presentare la terza manovra finanziaria di quest’anno all’Ars.
In realtà, avrebbe dovuto essere lo stesso presidente Crocetta a comunicare ai siciliani a che cosa la Regione siciliana sta rinunciando per avere in cambio la restituzione di questi 550 milioni di euro. Ma poiché il Governo Crocetta rimane poco ‘trasparente’, ci si augura che almeno la magistratura contabile faccia chiarezza su quello che l’esecutivo regionale nasconde.
Atteso anche un passaggio della Corte dei Conti sulla legalità amministrativa che l’attuale Governo regionale ha messo sotto i piedi. Valga per tutti la mancata applicazione del Decreto legislativo n. 39 del 2013. Per non parlare della proliferazione dei dirigenti ‘esterni’ all’Amministrazione regionale. O del caso dell‘Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive trasformato, in meno di un anno, in un ‘carrozzone mangiasoldi’, dove a proliferare sono soprattutto gli incarichi conferiti agli esterni.
Non è da escludere che la Corte dei Conti si soffermi anche sullo scandalo dei falsi curricula, dei quali la Regione è piena: ovvero personaggi che fanno incetta di incarichi illegittimi che vengono considerati, in modo truffaldino, legittimi per fare curriculum e acciuffare altri incarichi. Una vergogna, tutta siciliana, che magistratura contabile, Tar e Cga farebbero bene a sbaraccare per ripristinare quella legalità amministrativa ormai scaduta, in alcuni casi, nel ridicolo.
Va da sé che dal giudizio della Corte dei Conti – e dalle prescrizioni che la magistratura contabile ‘comminerà’ – dipenderà l’attività amministrativa del Governo Crocetta e la stessa vita dell’Ars.
Il riferimento è alla manovra finanziaria – la terza di quest’anno in discussione a Sala d’Ercole (cosa mai accaduta in quasi settant’anni di Autonomia) – ma anche alle nomine ai vertici delle Aziende sanitarie provinciali, delle Aziende ospedaliere dei Policlinici universitari.
Il caso ha voluto che la relazione sulla ‘parifica’ del Bilancio, quest’anno, coincida con l’insediamento dei nuovi direttori generali della sanità pubblica siciliana prevista per domani mattina. E siccome non mancano i dubbi su possibili nomine illegittime, sarà interessante capire come si comporterà il Governo regionale. Farà chiarezza sulle eventuali illegittimità? Tirerà dritto, perché ‘coperto’ a Roma dal Governo Renzi?
In ogni caso, Governo e Ars non potranno non tenere conto delle indicazioni che arriveranno dalla magistratura contabile. E’ noto che, la scorsa settimana, il Governo Crocetta avrebbe voluto avviare la discussione a Sala d’Ercole sulla terza finanziaria, dando per ‘scontata’ la ‘parifica’ del Bilancio 2013 da parte della Corte dei Conti. Atto di scortesia istituzionale per fortuna bloccato dalla presidenza dell’Ars.
Non mancano, poi, i problemi politici. Mezzo PD siciliano è in rivolta. Crocetta, che ormai guida un Governo regionale che non è altro che una sorta di ‘appendice’ del Governo Renzi, tiene fuori dalla Giunta tutta l’ala del Partito che fa capo a Cuperlo.
I cuperliani siciliani, dal canto loro, non sembrano molto interessati a uno ‘strapuntino’ in Giunta (Crocetta avrebbe offerto di dare il posto a un cuperliano nel Governo mettendo fuori l’assessore Mariarita Sgarlata, considerata ormai più grillina che crocettiana). I cuperliani, insomma, chiedono un cambio di passo del Governo, oggi egemonizzato dal senatore Giuseppe Lumia e dalla Confindustria siciliana di Antonello Montante.
Su questo punto lo scontro è durissimo. I cuperliani non mollano. E in aula, proprio sulla terza manovra finanziaria, daranno battaglia. La risposta di Lumia e Davide Faraone (il ‘capo’ dei renziani siciliani) non si è fatta attendere. Non è un caso che nella rimodulazione della rete ospedaliera operata dall’assessore Lucia Borsellino si configuri un attacco senza precedenti alla sanità ennese. In questa scelta non c’è nulla di ‘tecnico’, ma è solo il tentativo di Lumia e Faraone di colpire il leader del PD di Enna, Mirello Crisafulli.
E’ come se Faraone e Lumia stessero dicendo agli abitanti di Enna e dintorni: “Lo vedete, Crisafulli non conta più nulla e noi vi sbaracchiamo la sanità. Abbandonate Crisafulli e venite con noi”.
La mossa, almeno fino ad ora, non ha avuto seguito. Ma avrà un seguito a Sala d’Ercole, dove – soprattutto sulla terza manovra finanziaria – ci sarà battaglia.
Il fuoco, infine. Dovrebbe un argomento al centro del dibattito politico, dopo che i boschi di mezza Sicilia sono andati in fumo. Alla base di tutto c’è la gestione dissennata dell’Azienda Foreste Demaniali e del Corpo forestale. ma ci sono, soprattutto, gli errori amministrativi del Governo.
Il dubbio è che ci possano essere pesanti responsabilità, penali e contabili. Sotto questo profilo ha lasciato un po’ di stucco la dichiarazione di un’associazione ambientalista, che ha già ‘assolto’ assessori e alti burocrati. Soprattutto perché, contestualmente, il Governo ha ritirato una discussa circolare che avrebbe consentito la sanatoria – a certe condizioni – nelle aree vincolate.
A tanti osservatori le due cose – assoluzione di assessori e burocrati e contestuale ritiro della circolare – sono sembrate strane…
30 Giugno 2014
ATTO DI ACCUSA DELLA CISL. INCENDI? LA COLPA E' TUTTA DELLA POLITICA
Atto di accusa della Cisl
«Incendi? La colpa è tutta della politica»
Cutrale: «Ora ci si lamenta degli ettari di bosco andati in fumo ma non si è fatto niente per predisporre in tempo le misure preventive»
Uno degli incendi che di recente hanno devastato l´area iblea
Foto lasicilia.it
«E' fuori da ogni logica civile ciò che si sta riscontrando in queste ore in Sicilia e nel nostro territorio in particolare. Dopo l'incendio nella riserva di "Calaforno" che ha distrutto diverse decine di ettari di bosco di grande valore, creato negli anni con l'impiego di ingenti risorse economiche e con il sacrificio progettuale e lavorativo di dirigenti e di centinaia di operaie ed operai, si è determinata una condizione di sdegno in tutta la comunità iblea». E' quanto rileva Sergio Cutrale, segretario territoriale della Fai Cisl che chiarisce che «ciò che, nonostante l'enorme dispiacere, veniva classificato come un caso grave ma isolato, si riscontra invece essere stato solo l'inizio di una serie di incendi e devastazioni del territorio. Affermiamo con grande delusione - attacca Cutrale - che tali disastri sono da ricondurre interamente ad una classe politico-amministrativa irresponsabile, decisamente incapace di programmare ed operare scelte concrete a tutela del patrimonio ambientale e territoriale, vanificando di fatto la dignità di tanti lavoratori. E' di queste ore lo spegnimento, con l'ausilio di canadair, degli ulteriori incendi che hanno distrutto svariati ettari di bosco. Sono rimaste nella memoria di tanti cittadini non più gli alberi ma le interminabili colonne di fumo che attestavano la moria degli stessi e del paesaggio. Non è possibile che tutto ciò possa cadere nel dimenticatoio, così come non è accettabile che, a fronte di un simile disastro ambientale, non vi sia alcun colpevole».
Per la Cisl è indispensabile invitare «la politica ad evitare l'ennesimo stupido atto di accusa secondo il quale l'incendio è da ricondurre a qualche lavoratore arrabbiato. Troppo semplice e persino comodo. L'indice va puntato senza mezzi termini al "Governo dei nominati" dove gli assessori, in stile casa del Grande Fratello, non rispondono agli interessi della Sicilia e dei siciliani ma, agli umori del grande fratello. E' necessario che i sindaci si costituiscano parte civile, ciascuno per la propria competenza, in difesa del proprio territorio ed a prescindere dal colore della propria casacca. E' comprensibile che solamente il presidio dei lavoratori nei vari cantieri, la realizzazione di viali parafuoco, l'avvio in tempo utile del personale antincendio con le relative squadre di personale all'uopo formato, sarebbero state le uniche risposte possibili, che una classe politica seria deve programmare, per evitare tali disastri. Anche se per qualcuno è facile giustificare tutto, con la solita affermazione: "Non ci sono soldi"».
R. R.
29 Giugno 2014
CASTELLAMMARE DEL GOLFO, TERRITORIO DEVASTATO DALLE FIAMME. VIDEO
Castellammare del Golfo, territorio devastato dalle fiamme
Dopo gli incendi dello scorso 24 giugno che hanno distrutto ampie fette di territorio tra Scopello e la Riserva naturale dello Zingaro, arriva un'altra domenica di inferno a Castellammare del Golfo. Un incendio, favorito dal forte vento da sud-ovest, si sviluppa nel pomeriggio sul versante nord-est del Monte Inici, interessando soprattutto contrada Grotticelli, e in serata si estende dalla zona del Belvedere fino a quasi raggiungere l'area del porto. Intorno alle ore 23 la situazione sembra ritornare relativamente sotto controllo, mentre si fa la conta dei danni per quest'ennesimo esecrabile attentato al territorio. (Servizio a cura di Massimo Provenza)
30 Giugno 2014
LA SICILIA CONTINUA A BRUCIARE. OGGI LA GARA PER GLI ELICOTTERI
La Sicilia continua a bruciare
Oggi la gara per gli elicotteri
La Sicilia continua a bruciare. Un
nuovo rogo minaccia dalla scorsa notte le abitazioni della periferia a
monte del paese di Belmonte Mezzagno nel palermitano. Secondo vigili del
fuoco e forestale le fiamme sono attualmente sotto controllo ma gli
abitanti della zona non sono tranquilli soprattutto dopo che un analogo
incendio, qualche giorni fa a Palermo, ha raggiunto i market di
Villagrazia e alcune abitazioni in zona Villabate.
> LE IMMAGINI DEGLI INCENDI IN SICILIA
Paura anche sull’isola di Pantelleria dove un grosso incendio è divampato in contrada Suvaki non lontano da due affollati alberghi. Le fiamme sono state tenute lontane dalle due strutture ricettive ma non è stato possibile impedire all’incendio di raggiungere alcuni dammusi (abitazioni tradizionali dell’isola) due dei quali sono stati raggiunti ed hanno riportato danni: uno agli infissi l’altro alla recinzione. Una ventina le costruzioni che sono state sgomberate per sicurezza.
Per oggi è atteso lo svolgimento della gara d’urgenza per gli elicotteri del servizio antincendio di cui la Sicilia ancora non dispone. Dovrebbero essere 7 e permetterebbero di contenere con maggiore efficacia gli incendi evitando che raggiungano l’abitato.
> LE IMMAGINI DEGLI INCENDI IN SICILIA
Paura anche sull’isola di Pantelleria dove un grosso incendio è divampato in contrada Suvaki non lontano da due affollati alberghi. Le fiamme sono state tenute lontane dalle due strutture ricettive ma non è stato possibile impedire all’incendio di raggiungere alcuni dammusi (abitazioni tradizionali dell’isola) due dei quali sono stati raggiunti ed hanno riportato danni: uno agli infissi l’altro alla recinzione. Una ventina le costruzioni che sono state sgomberate per sicurezza.
Per oggi è atteso lo svolgimento della gara d’urgenza per gli elicotteri del servizio antincendio di cui la Sicilia ancora non dispone. Dovrebbero essere 7 e permetterebbero di contenere con maggiore efficacia gli incendi evitando che raggiungano l’abitato.
30 Giugno 2014
GLI INCENDI DEI BOSCHI SICILIANI: ECCO DI CHI SONO LE RESPONSABILTA'
Gli incendi dei boschi siciliani: ecco di chi sono le responsabilità
IN QUESTI CASI, I FATTI PARLANO DA SOLI. UNA LEGGE HA INCASINATO I RAPPORTI TRA CORPO FORESTALE E AZIENDA FORESTE. TUTTI GLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE BLOCCATI DALLA MANCANZA DI SOLDI. MANCA LA COPERTURA FINANZIARIA PER L’ACQUISTO DI CARBURANTE. LE DITTE NON VOGLIONO FORNIRE MATERIALI E ATTREZZATURE AL CORPO FORESTALE PERCHE’ LA REGIONE NON HA PAGATO IL CONTO DEL 2013
di Paolo Luparello
(e di altri colleghi che preferiscono non essere nominati!)
Per scrivere queste righe ho interpellato diversi colleghi con esperienza diretta dei fatti che vengono narrati. Non si tratta quindi di mere riflessioni. Colgo l’occasione per ringraziare ognuno di loro. Invito inoltre chi leggerà questo articolo a segnalare gli altri episodi che hanno determinato perdita di vite umane dovute agli incendi, ma anche ai fenomeni di dissesto.
ANNO 1993 – 18 agosto – incendio boschivo in Castiglione di Sicilia (CT). Perdono la vita 3 operai forestali ed un brigadiere del Corpo Forestale – (travolti dalle fiamme e carbonizzati)
ANNO 2007 – 28 agosto – incendio boschivo in Patti (ME). 3 le vittime
Mi limito a questi due episodi, ma il numero di vittime è certamente più lungo.
Quando si parla di incendi boschivi si dimenticano i fatti di cronaca.
Si parla di incendi, di forestale, di elicotteri, di Canadair. La storia si ripete. Dopo il primo incendio stagionale tutti divengono esperti, dicono la loro, lamentano disservizi, addossano colpe, scaricano colpe. Ma tutti, ancora una volta, dimenticano le vittime che hanno perso la vita nelle fiamme.
Dimenticano che incendio è sinonimo di distruzione ambientale, di perdita di flora e fauna, di perdita di biomassa, di carenza di emissione di ossigeno, di rottura della catena alimentare e talora di perdite di vite umane.
Tutti, politici compresi, non hanno ancora ben chiaro che l’incendio è un sistema dinamico che si muove verso l’operatore e si muove in modo imprevedibile.
Tutti, ancora una volta, non hanno ben chiaro che può spegnere un incendio boschivo solo chi è addetto ai lavori, chi si è specializzato in questa attività.
Il coordinamento delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi è competenza del Corpo Forestale e per far fronte ai numerosi incendi, in una regione particolarmente calda durante la stagione estiva, si avvale di un contingente di operai che nel tempo sono stati formati e specializzati nell’attività antincendio.
La campagna antincendio comprende ogni anno il periodo stagionale più caldo ovvero dal 15 giugno al 15 ottobre, pertanto dalla data del 15 giugno tutta la struttura antincendio deve essere perfettamente funzionante. Ciò significa che il Corpo Forestale, tramite gli ispettorati ripartimentali delle foreste provinciali, deve aver effettuato sin dalla conclusione della campagna antincendio dell’anno precedente, una serie di manutenzioni propedeutiche all’avvio della struttura AIB (Antincendio boschivo).
Per comprendere la tipologia dei lavori si elencano alcune attività:
§ ritiro automezzi – manutenzioni ordinarie e straordinarie – lavaggi – interventi di carrozzeria – controllo e sostituzione di pneumatici – manutenzione pompe dei moduli antincendio – revisioni;
§ ritiro dei dispositivi di protezione individuali (DPI) – riparazione e ricondizionamento delle tute ignifughe – acquisto di nuovi DPI;
§ manutenzione degli apparati radio e pannelli solari;
§ acquisto di attrezzature antincendio (naspi – manichette – raccordi – pale – roncole – flabelli – bonze – vasche mobili – lampade da caschi – bidoni);
§ smontaggio box, mobili in legno e manutenzione mediante levigatura e impregnante;
§ programmazione visite mediche;
§ controllo cassette mediche;
§ manutenzione estintori.
E’ fuor di dubbio che eventuali ritardi nella logistica determinano grosse difficoltà nell’attività antincendio.
Orbene per la prima volta nella storia del Corpo Forestale della Regione siciliana, alla data del 30 giugno la campagna antincendio non è stata ancora avviata e non è ipotizzabile una data certa di avvio.
Per effetto dell’art. 12 della L.R. 28 gennaio 2014, n. 5 “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2014. Legge di stabilità regionale” è stata disposta (comma 1) la riunificazione dei lavoratori forestali alle dipendenze del Dipartimento regionale Azienda Foreste Demaniali della Regione, struttura a cui è stata quindi intestata la titolarità dei rapporti di lavoro con tutti i lavoratori forestali ivi compreso il personale impiegato nel servizio di antincendio boschivo;
sono state altresì confermate (comma 2) tutte le competenze – incluse quelle sulla funzione dell’antincendio – al Comando del Corpo Forestale della Regione siciliana con esclusione della titolarità dei rapporti di lavoro con il predetto personale del servizio di antincendio;
infine è stato disposto che il Comando del Corpo Forestale avrebbe utilizzato il predetto personale con l’istituto dello “avvalimento” attuato “mediante apposita convenzione da stipulare tra il Comando del Corpo Forestale della Regione siciliana ed il Dipartimento regionale Azienda Foreste Demaniali, da approvare con decreto del Presidente della Regione”.
L’art. 12 citato ha, di fatto, sgretolato un’attività perfettamente funzionante espletata da personale esperto per affidarla in parte all’Azienda Foreste Demaniali e, in parte, al Corpo Forestale mediante un meccanismo, “quello della convenzione”, burocratico e bizzarro costituito da una serie di schizofrenici passaggi senza aver chiaro chi deve fare che cosa.
Allo stato attuale i lavoratori stagionali del servizio antincendio non possono essere avviati in quanto si attendono i giudizi di idoneità da parte delle Asp (Aziende sanitarie provinciali). Sembrerebbe che vi sia un calendario di visite mediche che si spinge oltre il mese di luglio.
La carenza delle risorse economiche dovute in parte al bilancio regionale, in parte a disfunzioni burocratiche, in parte ad una gestione interdipartimentale che coinvolge anche due ragionerie centrali, hanno bloccato tutti gli interventi manutentori di cui si è fatto cenno.
Ancora oggi non vi è la copertura finanziaria per l’acquisto del carburante ed ancora peggio le ditte cui sono stati affidati i servizi e forniture dell’anno 2013 vantano crediti nei confronti dell’Amministrazione e non intendono effettuare alcuna prestazione con il Corpo Forestale.
E’ doveroso chiedersi? Perché tutto questo? Quale sarebbe stato il vantaggio dell’art. 12? Perché in Sicilia dobbiamo distruggere anziché migliorare e/o costruire?
Una cosa è certa: il territorio paga le conseguenze delle scelte scellerate dell’uomo.
Incendio del 24 giugno nella Pineta di Nicolosi – Distrutti circa 40 ettari di fitto bosco.
Hanno operato con immenso sacrificio:
10 unità di personale in divisa del Corpo Forestale, due autobotti del CFRS, 6 unità di personale a tempo indeterminato. Sono intervenuti, volontariamente, alcuni operai della forestale (gli stessi del servizio antincendio) senza attrezzature, senza maschere antifumo ed in abiti civili;
due Canadair;
volontari della protezione civile e del soccorso alpino;
una squadra di vigili del fuoco.
Con il tradizionale sistema antincendio del Corpo Forestale avviato dal 15 giugno 2014 le attività sarebbero state condotte in modo diverso.
La vedetta avrebbe segnalato l’incendio in tempo reale.
La prima squadra di pronto intervento locale avrebbe raggiunto il fronte fuoco in 6 minuti contro i 45 minuti impiegati dalle autobotti inviate da Catania e Giarre.
Il fronte fuoco sarebbe stato circoscritto in poche ore e probabilmente si sarebbe evitato l’intervento dei Canadair e notevole risparmi economici.
L’aggravante?
L’Azienda Foreste Demaniale non realizza i viali parafuoco per mancanza di disponibilità economiche ed il sottobosco è fitto di sterpaglie, parti secche, ovvero combustibile altamente infiammabile.
La lotta è impari … specialmente se affidata all’improvvisazione!
30 Giugno 2014
Segnalo altri casi di operai forestali che hanno perso la vita mentre facevano il proprio dovere.
Proprio per non dimenticarli è stata creata una sezione specifica.
Ecco chi sono:
Proprio per non dimenticarli è stata creata una sezione specifica.
Ecco chi sono:
18 Agosto 1993. Incendio boschivo tra Linguaglossa e Castiglione di
Sicilia (CT). Hanno perso la vita Giuseppa Manitta, Vincenzo Zumbo,
Benedetto Mineo (operai forestali addetti allo spegnimento incendi
boschivi). Francesco Manitta (Brigadiere del Corpo Forestale);
Luglio 1999. Incendio boschivo a Giuliana (PA). Perde la vita Marino Liborio, operaio forestale ddetto allo spegnimento incendi boschivi;
09 Agosto 2009. Incendio boschivo a Niscemi (CL). Perde la vita Giuseppe Petrolio, operaio forestale ddetto allo spegnimento incendi boschivi;
08 Agosto 2010. Incendio boschivo tra Santa Margherita di Belice e Menfi (AG). Perde la vita Girolamo Clemente, operaio forestale ddetto allo spegnimento incendi boschivi;
04 Agosto 2012. Incendio boschivo a Castronovo di Sicilia (Pa). Perde la vita Francesco Pizzuto, Autista;
30 Settembre 2012. Incendio boschivo a Pietraperzia (EN). Perde la vita Giuseppe Perri, operaio forestale addetto allo spegnimento incendi boschivi.
Luglio 1999. Incendio boschivo a Giuliana (PA). Perde la vita Marino Liborio, operaio forestale ddetto allo spegnimento incendi boschivi;
09 Agosto 2009. Incendio boschivo a Niscemi (CL). Perde la vita Giuseppe Petrolio, operaio forestale ddetto allo spegnimento incendi boschivi;
08 Agosto 2010. Incendio boschivo tra Santa Margherita di Belice e Menfi (AG). Perde la vita Girolamo Clemente, operaio forestale ddetto allo spegnimento incendi boschivi;
04 Agosto 2012. Incendio boschivo a Castronovo di Sicilia (Pa). Perde la vita Francesco Pizzuto, Autista;
30 Settembre 2012. Incendio boschivo a Pietraperzia (EN). Perde la vita Giuseppe Perri, operaio forestale addetto allo spegnimento incendi boschivi.
GLI INCENDI, IL GOVERNO DEL TERRITORIO, IL MODELLO ASPROMONTE E I FORESTALI DI TRAPANI. LETTERA APERTA AI SICILIANI ED AL PRESIDENTE CROCETTA
Ricevo e pubblico
Quando la Sicilia brucia spuntano i soliti sciacalli.
Ma lo sanno l’ex
Assessore regionale Vecchio, oggi purtroppo Parlamentare nazionale e l’aspirante giornalista Matteo
Borghi, che la maggior parte degli incendi e delle superfici percorse dalle
fiamme riguardano terreni privati e superfici
boscate non appartenenti al demanio
regionale?
Il Sig. Vecchio insiste:
“ il 98% dei forestali appicca incendi”.
Se ne ha le prove faccia l’elenco di queste decine di migliaia di Lavoratori
e dei loro presunti reati e lo porti in
Procura. Se non ce li ha, vada dallo Psichiatra.
Una ricerca condotta su scala nazionale e
pubblicata sul Corriere della Sera del 25 Luglio 2008, consente di esaminare le
motivazioni di 97 arrestati ( 2000/2007) per incendi dolosi e colposi. Solo il
10% di essi ammise di aver commesso il reato per cercare lavoro. La metà (5)
operai forestali; l’altra metà (5) volontari. Prevalgono invece piromani puri, pastori e
agricoltori.
Quanto al Sig. Matteo
Borghi: provi lui “ a spegnere gli incendi con la pipì “. Se gli va bene si scotta solo
l’uccello! Forse Martedì 24 Giugno era in pantofole, al fresco,
aspettando Italia-Uruguai e non ha
percepito la tempesta di vento e di caldo che si era scatenata sulla Sicilia.
La buona parte dei
26.000 forestali Siciliani in questo momento sono costretti alle vacanze
forzate. Tranne i 1312 Lavoratori a Tempo Indeterminato ( L.T.I. ) e sotto
altri aspetti gli operatori dell’antincendio ( 7.000 ). Essi sono stati
assunti, ma in buona parte dei casi non immessi ancora in servizio ( ci
ritorneremo ). Se siamo fortunati …, quest’anno si realizzerà solo il 20/30%
dei parafuochi. In ritardo!
Il Governo Crocetta è
impantanato nella ennesima Finanziaria ( la terza ). Per il semplice
motivo, a mio avviso, che sta cercando di ridurre i privilegi del libero Stato
di Sicilia. E’ normale che il Segretario
Generale dell’ARS guadagni più del
Presidente degli Stati Uniti? E’ normale che la riduzione massima ammessa da
Ardizzone per i Dirigenti dell’ARS sia
di 240.000 Euro, invece dei 160.000 proposti da Crocetta e già fissati al
ribasso, alcuni mesi fa, per i Dirigenti regionali? Non
possono campare! Poveretti! Solo aspetti, ma altamente simbolici, di
quanto sta accadendo.
In questo contesto e tenuto conto dei tagli per miliardi di
Euro, imposti da Bruxelles e da Roma, chissà quando sarà approvata la
Finanziaria ter e con quali contenuti!
Per i forestali, oggi, ci sono le risorse utili per i L.T.I.
(… ?), per far completare le prime 51 giornate ai 151-isti e garantire 20
giorni di lavoro agli operatori dell’antincendio. Questi ultimi sono stati
avviati ma in parte significativa non immessi ancora in servizio. In qualche
provincia per motivi collegabili alla sorveglianza sanitaria, quasi in tutte
per problemi relativi ai Dispositivi di Protezione Individuale ( D.P.I. ). In
particolare si attende la sanificazione ( o sostituzione ) delle tute
ignifughe utilizzate negli anni passati e affidate a ditte all’uopo
specializzate. Tutte le perizie
prevedono costi per la sicurezza, D.P.I.
compresi. Negli anni scorsi c’erano più fondi a disposizione. Come mai non
si è riusciti a garantire un kit ( tute, scarpe, caschi, guanti, maschere
antifumo, lampadine, ect ) di riserva?
Se così fosse stato, oggi non si attenderebbero i tempi della
sanificazione ( o sostituzione ). E gli operatori sarebbero operativi. Tutti!
In questo contesto e con l’emergenza incendi in corso bisogna fare i conti con ciò che si può e si deve fare per tutelare il nostro territorio.
Lunedì 30 Giugno,
secondo il quotidiano La Repubblica del 28/06, sarà aggiudicata una
gara di 1.996.000 Euro per 7 elicotteri che dovranno spegnere i roghi in Sicilia nei prossimi 3 mesi e mezzo…
. Oltre le 700 ore di volo questa cifra aumenterà!
Lo stesso meccanismo degli anni passati! Ma così
“ viene collegato il profitto al
numero degli incendi che si verificano”!
Perché invece non si stipula un contratto secondo il modello che il Parco dell’Aspromonte ha applicato con successo per le
squadre a terra? Lì, al contrario, l’importo base veniva garantito solo se si riducevano gli incendi.
Altrimenti poteva essere proporzionalmente
ridotto. Nel periodo 2000/2005 gli incendi si abbatterono
del 90%!
I forestali di Poggioreale, Santa Ninfa, Partanna, Salaparuta, Gibellina, Castelvetrano, in attesa che si
verifichino le condizioni per l’avviamento e la immissione in servizio, stanno
attuando la sorveglianza gratuita a tutela del territorio e delle aree
boscate. La loro funzione è di deterrenza, vigilanza e segnalazione. Non occorrono D.P.I. particolari per tutto questo. A parte gli smanicati ad alta visibilità che
costano meno di 10 Euro e scarpe antiscivolo.
Questa è la notizia che dovrebbe andare sulle prime pagine di tutti i
quotidiani. In Aspromonte, le squadre a
terra, riuscirono a ridurre gli incendi e il loro impatto devastante anche
grazie ad una vigilanza continua, fissa, diffusa e itinerante.
A Pioppo, Associazioni
di volontari ( Libera Acqua Onlus, Comitato per l’Autonomia ), formate da
forestali e cittadini, stanno cercando
da tempo di condividere e formalizzare medesimo progetto con gli enti preposti.
L’Amministrazione forestale, ad ogni livello, deve senza indugi
utilizzare gli operatori forestali attualmente disponibili ( L.T.I.; operatori antincendio, specie quelli che in
questo momento sono sprovvisti di D.P.I., ect), allocandoli nei punti ritenuti sensibili dal Piano antincendio e
dalle esperienze territoriali.
Questo modello di prevenzione primaria serve oggi, ma anche quando la situazione si normalizzerà e tutti i Lavoratori saranno assunti (
Agosto/Settembre ). Si spera. Aree inizialmente oscure alle torrette e/o in prossimità di parafuochi inadeguati sono più di quel che si possa pensare. In ogni
caso la presenza di operatori in punti sensibili frena gli istinti criminali.
Le Organizzazioni
Sindacali di categoria hanno una delle loro ultime occasioni per ritrovare una
parte dei Lavoratori. E’ normale che in una situazione che si delinea così grave già da Aprile non
si coinvolga il mondo del lavoro verso uno sciopero generale? Per spingere
maggioranza ed opposizione ad approvare una Finanziaria definitiva ed
esigibile? La prossima settimana si apriranno “tavoli tematici” tra Governo e
parti sociali. In questo momento servono o sono un ingombro? In ogni caso la
forestazione non avrà la priorità.
Una buona parte dei
Sindaci, in momenti come questo, lanciano appelli e accuse. E’ un rituale consolidato. Ma si ricordano che
hanno compiti precisi in materia di tutela ambientale che non si esauriscono
con l’attivazione della Protezione Civile?
Riusciranno a disporre ed assicurare la pulizia dei terreni privati e di
quelli appartenenti al demanio comunale specie quando sono limitrofi ad
abitazioni, centri urbani, strade, aree boscate? Riusciranno ad assicurare medesimi interventi
per le aree boscate private e per i boschi
appartenenti al demanio comunale?
Si impegneranno
affinchè , entro la fine dell’anno, tutti i Comuni Siciliani si dotino
di un Catasto degli incendi, necessario per l’applicazione delle sanzioni
previste dalla Legge Nazionale n° 353/2000?
Infine, ma non per ultimo,
PRESIDENTE CROCETTA
Prenda coscienza che
lei ha nei forestali una forza umana e professionale che deve
essere riconosciuta, valorizzata e orientata.
Con adeguati programmi collegati ai Fondi Europei si può
difendere, propagare e moltiplicare il verde di questa terra devastata.
Due soli grandi
classi, L.T.I. e 151-isti e progetti adeguati per ampliare la superficie boscata, promuovere attività produttive, tutelare il
territorio, trasmettere alle future generazioni i saperi, acquisiti e da
acquisire ( la formazione culturale e professionale sul campo ). Due soli grandi
classi come premessa per liberarsi dalla folle ingegneria delle graduatorie e
creare una vera categoria.
PRESIDENTE CROCETTA,
faccia la parte che gli compete, ordinaria e straordinaria per muovere la
macchina legislativa e amministrativa, uscire dall’emergenza e avviarci ad una
normalità che protegga il lavoro e l’ambiente.
Palermo lì, 29 Giugno 2014
Salvino Carramusa, Lavoratore
forestale
P.S.
Grazie a Mogavero. Il blog è un fattore
di prevenzione e riduzione dei rischi.