Il «no» della Cisl
«Non può bastare la mobilitazione sul territorio»Spiega le ragioni del suo no alla manifestazione di ieri la Cisl catanese. «La situazione di emergenza in cui versa la Sicilia - dice una nota del sindacato - va affrontata con scelte di cambiamento più attente al sociale e allo sviluppo produttivo. È per chiedere ciò al Governo, al Parlamento e agli enti Locali della Regione Siciliana che la Cisl manifesterà il 23 novembre a Palermo.
«Sono loro - continua - che, di concerto con il governo nazionale, devono avviare scelte di razionalizzazione della spesa, di lotta agli sprechi per attenuare anche la tassazione locale che in Sicilia è ormai ai massimi livelli. È tale peculiarità locale che lo sciopero di oggi, 15 novembre, proclamato da Cgil Cisl e Uil nazionali, doveva cogliere in Sicilia. Non basta chiedere al governo nazionale una decisa modifica della "legge di stabilità", col taglio della spesa pubblica improduttiva e dei costi della politica, con una significativa riduzione delle tasse a lavoratori, pensionati e imprese e con risorse a sostegno delle politiche sociali.
«È incomprensibile impegnare le strutture sindacali, i lavoratori e i cittadini in una mobilitazione solo territoriale, eludendo la grave situazione di emergenza economica e sociale della Regione su aspetti che, peraltro, sono coerenti con le indicazioni del documento confederale nazionale.
«L'opportunità che la Cisl siciliana vuole cogliere con la manifestazione regionale del 23 novembre a Palermo è di impattare il governo della Regione sulla vera "Emergenza Sicilia". In Sicilia, infatti, la Regione sta preparando una propria "legge di stabilità" in cui è vincolata ad attuare un taglio di spesa di carattere epocale. Taglio che potrebbero arrivare anche ai 600 milioni di euro e che colpiranno i settori dei forestali, i precari della Pa, la formazione, il trasporto e la sanità. Emergenze sociali - conclude la nota - sulle quali la Cisl non si tira indietro a proporre soluzioni».
16 Novembre 2013
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ci anno tagliato le giornate lavorative ,ci fanno impiegare tutto l anno per fare queste misere giornate .non ci pagano regolarmente,la gente si ammazza per la disperazione,si sente parlare male dei forestali come se noi rubiamo alla regione siciliana noi operai forestali la mattina ci alziamo alle 5 per andare a lavorare nei boschi dove rischiamo la salute sia in inverno che in estate noi non abbiamo poltrone non abbiamo condizionatori questi devono capire i signori politici invece di fare tagli. mi firmo operaio forestale di noto[sr] caruso vincenzo.
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