Nel periodo invernale, a “causa delle forti piogge”, il territorio è soggetto a movimenti franosi, smottamenti, e si pensa come evitare tutto questo aspettando … la prossima frana.
Inizia il periodo estivo, e allora dopo che iniziano gli incendi nasce una allarmante preoccupazione, e intanto vengono distrutti ettari ed ettari di boschi.
E quindi, ci si accorge che c’è l’ALLARME e EMERGENZA incendi. E come al solito non si è pensato prima, con la prevenzione, e si ridà la colpa a troppa piovosità, o alle alte temperature.
Nessuno ci si preoccupa prima, per evitare queste calamità !
Come FAI CISL, da sempre abbiamo messo in evidenza queste situazioni, con programmi a lungo termini, legato soprattutto all’utilizzo degli addetti del settore: i lavoratori forestali.
I quali, nonostante le poche attenzioni a loro legate, in termini di pagamenti puntuali, indennità varie, incertezze nel proprio futuro, operano a tutela del nostro territorio in silenzio. I veri artefici nel periodo estivo (e non solo) a spegnere gli incendi boschivi, causati anche dall’incuria del territorio, operando in situazioni di forte disagio.
Una categoria spesso ignorata e giudicata male. Perché non si conosce a fondo il loro ruolo significativo ed impegnativo per la salvaguardia del patrimonio boschivo.
Come sempre, anche la Federazione nazionale della FAI CISL, interviene ancora nel merito con Augusto CIANFONI Segretario Generale Fai Cisl, sindacato dei lavoratori agroalimentari e forestali, il quale ha dichiarato:
-ne abbiamo viste tante e ascoltate molte negli ultimi anni riguardo alle cosidette “campagne estive dell’ antincendio nei boschi”! Ora (Avvenire 16 giugno) il Premier Mario Monti, parlandone, vede nel gemellaggio tra Regioni e Territori limitrofi la risolutiva sinergia per ottenere finalmente risultati apprezzabili. Una idea originale, ma semplicistica come (mi sia concesso l’ardire) balzana risulta quella di riconoscere premi salariali agli operai forestali in ragione del diminuire degli incendi boschivi (che sarebbe come aumentare gli stipendi ai militari al diminuire delle guerre). La proposta di consorziare le energie tra Comuni e Regioni sarebbe una buona idea se in Italia i livelli amministrativi, invece che allo sport del “ruba bandiera” ispirassero la loro azione al principio di sussidiarietà.
Su materie come la manutenzione del Territorio (montagna – fiumi – torrenti – boschi) è giunto il tempo di dire con chiarezza: “bisogna avere il coraggio di riportarne in esclusiva la competenza allo Stato o meglio all’Europa”.
A fianco della politica comunitaria per l’agricoltura e per la pesca bisogna vararne una per il risanamento del Territorio montano e collinare: un grande Piano pluriennale o meglio strutturale di quotidiana manutenzione, fatta da operai alle dipendenze di imprese pubbliche regionali, dotate di management specialisti e di metodologie privatistiche proprie di una rigorosa idea industriale del lavoro.
Infine vorrei suggerire al Primo Ministro di diffidare istintivamente di chi gli insinua che ad appiccare gli incendi siano gli operai dell’antincendio. Nella stessa pagina di Avvenire è riportata una cronaca di arresti di piromani e tra essi non ci risultano operai Forestali. Unico intento di certi istituzionali pseudo esperti, in collusa cointeressenza con Assessori Regionali e Provinciali, è giustificare il redditizio sistema degli appalti di Canadair e di elicotteri. Dia il Presidente Monti incarico all’ottimo Enrico Bondi di verificare quanti milioni di euro costano quegli appalti al Paese. A riprova di quanto sto affermando basti dire che a metà giugno molte Regioni ancora non hanno approntato il Piano antincendio per mancanza di soldi (dicono). Stiamo certi che di soldi se ne troveranno sempre tanti per i suddetti appalti perchè in estate, come in autunno, si muove in Italia un’orda di politici e di funzionari pubblici di ogni grado che fanno business con il pronto soccorso. Sono anni che denunciamo, inascoltati, questo malcostume. Vi sono migliaia di operai Forestali in Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna spesso senza stipendi da molti mesi e ovunque senza prospettive per il futuro. Con ciò non voglio dire che i Canadair non servano, ma che l’antincendio non può essere ridotto a questo. E’ ampiamente dimostrato che dove c’è la giornaliera manutenzione dei boschi e dei margini stradali, il numero di incendi cala e soprattutto diminuiscono i danni degli stessi. Vorrei chiedere al Presidente Monti di ascoltare una volta tanto anche il Sindacato e, se non esso, segua il parere del dr. Cesare Romiti il quale, un mese fa a Ballarò, suggerì di varare un grande prestito nazionale per finanziare opere pluriennali di restauro del fragile territorio montano e collinare italiano. In questo Piano (Romiti lo definì “un nuovo piano Marschall) ben si attaglierebbe il capitolo di un complesso di opere finalizzate alla prevenzione degli incendi. Queste opere si fanno a terra con gli operai forestali professionali, organizzati e gestiti da manger esperti mentre, solo nella fase acuta, lo spegnimento è giustamente opera dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. Le une e le altre sono complementari e non alternative tra loro”.
Alfonso IANNACE – FAI CISL Benevento
18 Giugno 2012
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