Operai forestali in Sicilia:
quel baraccone inefficiente e clientelare
I lettori siciliani ci scrivono contestando in parte il recente articolo che li chiama in causa "Sicilia, l’esercito del forestali inutili è disoccupato (per ora)", in parte confermando
Michele Albini
Incendio boschivo in valle Maira (Cuneo)
Innumerevoli critiche provenienti dalla Sicilia hanno accolto l’articolo che analizzava il fenomeno, unico per le sue dimensioni in Italia, delle decine di migliaia di forestali al lavoro in Sicilia. Intanto riguardo il loro numero effettivo: stante l’enorme difficoltà ad avere dati definitivi sul numero dei forestali nel 2012, il più probabile sembra essere 26mila unità, non 29mila come scritto da noi. Non cambia granché: 29mila lo erano tre anni fa ma stanno diminuendo costantemente perché l’accesso alle graduatorie, informano i sindacati confederali, è stato chiuso nel 1996. In realtà il dato fornito dalla Regione è diverso e parla di 27.035 forestali, compresi i fuori ruolo. Un lettore, Salvatore, sostiene che siano 25mila, se non 22.500, ma le cifre non trovano riscontro presso nessuno degli enti contattati da ilVostro.
FORESTALI ITALIANI Varie perplessità sono state suscitate anche riguardo al numero dei forestali lombardi: nel pezzo è scritto 500. In realtà, il numero ufficiale di quelli al lavoro con una certa stabilità è inferiore, circa 460 persone. Salvatore fa giustamente notare che esistono anche i lavoratori alle dipendenze dei “consorzi con ditte associate”. Si tratta di un numero di persone difficilissimo da accertare, che la Regione Lombardia quantifica in circa altre tre centinaia di operai, con ritmi di lavoro complessi da valutare. Le altre regioni del Settentrione, ognuna dotata della propria porzione di arco alpino con relative foreste, si assestano su valori simili. Spostandoci invece in regioni con caratteristiche climatiche e ambientali più vicine a quelle della Sicilia, può essere utile sapere che in Calabria i forestali sono circa 10mila e in Sardegna 7mila, valori decisamente più avvicinabili ma nettamente inferiori ai 26mila siciliani.
SICILIA E LOMBARDIA Passiamo al confronto contenuto nell’articolo con una regione come la Lombardia. I lettori Marco e Mimmo contestano la sensatezza stessa del confronto. Per noi ha invece ragion d’essere, difatti si sta parlando di due regioni con estensioni di bosco simili e allo stesso modo localizzate in ambiente aspro e montagnoso. Sono pure due territori in cui la presenza dell’uomo è molto marcata. Le differenze climatiche logicamente esistono, come fa notare Gaetano, ma non si vede quali differenze “naturali” possano seguire a un incendio che si sviluppa in una pineta lombarda e in una siciliana. Forse si pensa che ad agosto in provincia di Sondrio ci siano 25 gradi scarsi e pioggerella ogni sera? Oppure, per cambiare regione, che Bolzano sia un paradiso della frescura e della natura verdeggiante, quando a fine maggio si è già ben oltre i 30 gradi? Siamo nei pressi delle più alte montagne d’Italia, avvolte dai boschi…
UN SISTEMA MALATO Questi i numeri. Ma non ha molto senso lambiccarsi, quando è palese che il cuore dei commenti dei lettori è un altro: l’umiliazione nel vedere se stessi e il proprio lavoro additati come rappresentanti di un baraccone pubblico inefficiente, spendaccione e clientelare. Dice Gaetano che quello del forestale è «un lavoro impossibile fatto con soli due mesi lavorativi l’anno ed è normale che poi divampano ogni anno numerosi incendi se non c’è un adeguata manutenzione».
Giovanni offre però qualche idea sul velo inquietante che copre il “mercato” politico dei forestali in Sicilia: «Sono andato all’ufficio di collocamento e, visionando la graduatoria del primo semestre di quest’anno», sono ancora presenti «persone che non fanno più parte delle graduatorie perché sono usciti, per pensionamento, per malattia, per decesso o per cambio lavoro e ancora oggi risultano inserite in graduatoria». E poi: «Al momento delle elezioni, i politici ti vengono a cercare tutti, ti promettono, ti garantiscono, alcuni giurano verbalmente, e poi tutto sfuma, chissà perché. Anche se firmano un accordo, poi ti senti dire: non abbiamo i fondi, stiamo lavorando per voi, il tizio non c’è manca la sua firma». I lettori proseguono parlando di salari bassissimi, stress per l’insufficienza del personale sul territorio, assenza di dotazioni di sicurezza da parte della Regione e, sopra ogni cosa, l’angoscia per un lavoro che si svolge da decenni senza mai essere stabilizzati.
DI COSA SI PARLA Il tema dell’articolo era altro. Si voleva rendere una fotografia che mostrasse immediatamente lo stato patologico che regge il sistema dei lavoratori forestali in Sicilia e questo è stato fatto. I numeri sono impietosi e, purtroppo, nulla rivelano delle singole esistenze sottoposte a questo infinito ricatto politico. Possiamo solo auspicare he la proposta di legge per la stabilizzazione di questi lavoratori sia approvata e rispettata da chi di dovere. In modo che nessun giornalista, mai più, possa in futuro constatare che in Sicilia l’amministrazione campa a danno dei propri boschi e dei propri cittadini.
19 Giugno 2012
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