11 dicembre 2024

UNA RIFORMA FORESTALE PER GARANTIRE DIRITTI CERTI: PER GLI UOMINI, LE PIANTE, L'AMBIENTE

Ricevo e pubblico

di Salvino Carramusa e Piero Cangemi


UNA RIFORMA FORESTALE PER GARANTIRE DIRITTI CERTI: PER GLI UOMINI, LE PIANTE, L'AMBIENTE

PRIMA PARTE

Attorno a noi troppe rovine. La Sicilia è ufficialmente... ricoperta da 280.000 ha di boschi alti (alberi ed arbusti che superano i 5 metri) equivalenti all' 11% del territorio regionale. Ad essi si accompagnano percentuali  inferiori  di boschi radi e bassi (altre terre boscate). Mentre la superficie forestale italiana e' del 34/38%!

Nel secondo dopoguerra i boschi siciliani si erano ridotti al  4%  del territorio! Nel 1947  fu avviata una poderosa opera di riforestazione prevalentemente pubblica, ma con significativi affidamenti a imprese private - specie nei primi 20 anni- per la realizzazione di gradoni, sentieri, piste, semina, piantagione, cure colturali, ect.

Sino al 1992 la media di aree acquisite dalla Amministrazione forestale ( esproprio, occupazione temporanea, convenzione con altri Enti pubblici, comuni in primis) ed avviate al rimboschimento è stata di circa 4000 ha l anno (a cui si devono aggiungere gli interventi attivati da privati con contributi della Unione Europea dalla 20/80 in poi). Successivamente abbiamo assistito ad una drastica diminuzione di tale processo virtuoso, mentre sono progressivamente aumentate le giornate sino a circa 3000.000 l'anno per la sola manutenzione ordinaria ( antincendio escluso), e da 14 a 17 giornate per ettaro. Nei primi decenni del dopoguerra presumibilmente non si arrivò mai ad 1000.000 di giornate annue.

Oggi gli organici sono drasticamente diminuiti per la fisiologica fuoriuscita dal settore e perché la L.r.s 14/06  non ha più consentito nuove assunzioni.

L' Amministrazione forestale attualmente gestisce 176.000 ha di boschi (secondo altre fonti 193.000). Predominano le conifere  (famiglia di importanti  specie  colonizzatrici eccessivamente inserite) con significative presenze di latifoglie alloctone quali gli eucaliptus. 

Ma il grado di copertura reale è molto al di sotto del 50%. Più che le fallanze hanno influito gli incendi e le superfici percorse, progressivamente aumentate negli ultimi decenni in particolare dal 2000 in poi. Mentre nel resto del paese incendi e danni sono diminuiti!

Anche se dominano le aree non boscate percorse dal fuoco e/o da cui ha avuto origine (incolti, pascolivi, terre agricole, unità residenziali extraurbane; bordi stradali, scarpate, banchine, ect), i danni ai soprassuoli forestali sono stati gravissimi. Spesso causati da appiccamenti di prossimità o addirittura interni alle stesse. 

Quindi non possiamo scaricare la colpa ai cambiamenti climatici! Che accelerano la propagazione delle fiamme, non l'origine..!

GLI OPERAI FORESTALI RIMASTI OGGI SONO CIRCA 15.000 (Manutenzione ordinaria ed antincendio). CIRCA 10 ANNI FA ERA INIZIATO UN PERCORSO VERSO LA STABILIZZAZIONE CON SOLI DUE CONTINGENTI. DOPO ANNI DI RAGGIRI SEMBRA CHE SI AVVICINI IL TRAGUARDO. SEMBRA!

Mantenimento del contingente a tempo indeterminato (non era scontato!)

178 giornate per chi prima ne svolgeva 151

156 giornate per i 101-isti ed i 78-isti

Anche i nuovi inserimenti saranno nell'immediato collocati a 156 giornate. Ma quale sarà la quota percentuale sulle periodiche cancellazioni dalle graduatorie? 25%? 50%? 100%?
Anche sulla permanenza del turn-over vi è diversità di opinioni tra Governo ed Organizzazioni sindacali.

Mentre non si capisce quali saranno i criteri adottati per lo scorrimento delle graduatorie già formate e per i lavoratori senza precedenti da assumere per rinnovare e stabilizzare il settore


SECONDA PARTE

MA NON POSSONO ESSERE LE SOLE GARANZIE OCCUPAZIONALI PUBBLICHE - fissate rigidamente dalla legge-  A TUTELARE BOSCHI, TERRITORIO, AMBIENTE. ED IL LORO FUTURO.

OCCORRE AUMENTARE L'EFFICACIA E L' EFFICIENZA DELL' INTERO SISTEMA.

A) Assunzione di geologi e dottori in scienze forestali esperti in pianificazione da affiancare agli attuali ed indispensabili dirigenti e tecnici della Amministrazione forestale. Adeguamento organici del Corpo forestale.

B) Formazione e riqualificazione professionale: almeno 200 ore di formazione di base per gli addetti ai cantieri forestali (operai/e). Formazione aggiuntiva per i neoassunti, nonché per qualifiche "sensibili" di livello superiore: motoseghisti,  decespugliatoristi, vivaisti, raccoglitori di semi, addetti alle trivelle , alle gru a cavo, alle piattaforme mobili e motocarriole; capi operai, capisquadra, ect

C) Costituzione di filiere forestali tra proprietari privati e pubblici

D) Istituzione dell'albo regionale delle imprese forestali. Anche per migliorare e stimolare la competitiva' del settore. La Sicilia è l' unica a non averlo!

E) Rilanciare la produzione vivaistica selezionando le migliori specie autoctone e non. Comunque adatte alle stazioni pedoclimatiche dell' isola ed ai cambiamenti climatici. Una parte delle piante potrebbero essere destinati alla vendita.
Oggi i vivai forestali pubblici sono quasi estinti!

F) Migliorare la pianificazione territoriale e di bacino idrografico, avvalendosi di strumenti sovraordinati già approvati o da definire: Piano forestale regionale, Piano assetto idrogeologico, Piano paesaggistico, Piani regolatori, Piano antincendio, ect. Allo scopo di trovare punti di equilibrio tra ambiente, forestazione, agricoltura, pascolo, consumo di suolo (la Sicilia è ai primi posti e continua ad aumentare....!). Fermo restando che le violazioni vanno sempre sanzionate.

G) Arginare  il dissesto idrogeologico e la desertificazione, mitigare i cambiamenti climatici, anche dando elevata priorità alla estensione delle aree da destinare a bosco, sia da parte del pubblico che del privato. Raddoppiare almeno l' attuale 11% nell'arco di un decennio. Ma con determinazioni quantitative e finanziarie notevoli, coerenti, certe e precise: annuali e poliennali. Che consentano alla Amministrazione forestale di acquisire nuove aree (esproprio, occupazione temporanea, libero conferimento, convenzioni con altri enti) ed ai privati di accedere a contributi idonei.
Non affidandosi dunque a disponibiltà aleatorie di bilancio, come accaduto negli ultimi decenni.

H) Adeguamento automatico delle garanzie occupazionali.
La nuova legge dovrebbe prevedere un adeguamento di nuove unita' in ragione dell' ampliamento della superficie destinata a bosco secondo parametri già conosciuti o da ridefinire. Da contrattare nell' ambito di ogni singolo distretto o bacino.

I) Piano di gestione forestale.
Fu normato dall'articolo 2 della Legge 11/89 e succ. mod. ed integrazioni. È uno strumento poliennale fondamentale per il miglioramento del patrimonio naturale e forestale di parchi, riserve, cantieri forestali, boschi ed altre terre boscate in proprietà private, aziende, ect.. 
Pianificazione di dettaglio conformemente alle analisi ed alle proposte della pianificazione sovraordinata (Direttive europee, vincoli paesaggistici, Piano forestale regionale, Piano assetto idrogeologico, Piano territoriale, ect).

Piani di gestione sostanzialmente inattuati! Oggi in Sicilia solo il 2/3% dei boschi pubblici e privati ne è dotato! Nonostante l'ulteriore normativa nazionale che, all'articolo 6 comma 9 del Testo Unico del 2018, in materia di foreste e filiere forestali, da facoltà alle regioni "di prevedere forme prioritarie di finanziamenti alle proprietà pubbliche e private dotate di piani di gestione.

La redazione di tali piani è propedeutica ad una razionale gestione del patrimonio forestale e naturale. Presuppongono analisi geopedologiche (natura dei suoli), altimetriche, morfologiche (pendenze, cime, vallate, altipiani), relative alla esposizione dei vari siti; climatiche, microclimatiche, dei corsi d'acqua e delle falde; della vegetazione spontanea e non, della età evolutiva di alberi ed arbusti,  della loro densità, delle aree nude e cespugliate, di quelle percorse da incendi; della condizione fitosanitaria. Nonché una valutazione delle caratteristiche delle infrastrutture presenti (parafuochi, recinzioni, piste, sentieri, bacini naturali ed artificiali, ect) e dei ricoveri.

Uno studio accurato anche attraverso la individuazione di particelle forestali e del patrimonio naturale omogenei per stabilire: 

le destinazioni conservative, protettive, produttive di beni e servizi materiali ed immateriali;
la valorizzazione quindi dei servizi ecosistemici (produzione vivaistica per usi propri e finalizzata alla vendita; 
legname da opera e per centrali a biomasse; 
percorsi naturalistici e storici, aree attrezzate, rifugi per visitatori;  
"monetizzazione" della fissazione del carbonio, del paesaggio, dell'assetto idrogeologico, dei servizi idrici, ect); 
le specie spontanee da tutelare, quelle alloctone ed invasive da sostituire gradualmente. Le specie da introdurre artificialmente o di cui favorire l'insediamento (diradamenti), tenuto conto delle più adatte essenze forestali autoctone E DELLA LORO RESISTENZA E RESILIENZA AGLI INCENDI ED AI CAMBIAMENTI CLIMATICI.
Un piano dei tagli e delle utilizzazioni. "e della loro resistenza e resilienza ai cambiamenti climatici ed agli incendi" 
Il monitoraggio e la cura delle piante ammalate o la loro rimozione. 

L'osservazione attenta delle aree percorse da incendi per valutare la massa di legno morto e la sua destinazione, il grado di resilienza e gli interventi più idonei e necessari.

L'adeguamento delle infrastrutture, come ad esempio:

manutenzione e realizzazione di strade, sentieri, piccoli laghetti artificiali, serbatoi fissi e mobili; ampliamento parafuochi o realizzazione di nuovi, soprattutto a sezione; 
rifacimento recinzioni, chiudende, rifugi.

Uso del fuoco prescritto sia nei boschi che nel territorio

I PIANI DI GESTIONE DEVONO IDENTIFICARE RIGOROSE PRIORITÀ, LE MACCHINE E LE ATTREZZATURE OCCORRENTI, L'IMPIEGO DI MANODOPERA NECESSARIA SECONDO CONGRUI CRITERI DI EFFICACIA ED EFFICIENZA.

I PIANI DI GESTIONE VANNO REDATTI DA UNA PLURALITÀ DI FIGURE PROFESSIONALI CHE NE ABBIANO COMPETENZA, IN PARTICOLARE DOTTORI IN SCIENZE FORESTALI, GEOLOGI, AGRONOMI, INGEGNERI, ECT.

Potrà essere molto utile il concorso dei lavoratori e dei delegati sindacali più esperti, nonché della cittadinanza attiva.
Imprescindibili però devono  essere il rispetto delle regole contrattuali (diritti e doveri) e periodiche relazioni del capo operaio o altro dirigente di cantiere sulle attività' svolte relativamente ai progetti attuativi dei Piani di gestione.


TERZA PARTE

FINANZIAMENTI PUBBLICI, AUTOFINANZIAMENTO, ISTITUZIONE DELL' AGENZIA FORESTALE, PREMIALITÀ 

Per tutto quanto quì esplicato,  l'implementazione della spesa regionale e più recentemente nazionale é ridicola!
Servirà - assieme ai risparmi maturati con le uscite dal settore- al sacrosanto miglioramento delle garanzie occupazionali. Forse...!

Sono invece necessari importanti investimenti pubblici a termine e per un medio lungo periodo, integrati dalla significativa valorizzazione delle risorse conseguente alla pianificazione (beni e servizi ecosistemici materiali ed immateriali)

In questo quadro funzionerebbe con standard elevati l'Agenzia regionale prevista dal disegno di legge, con la funzione di gestire gli operai, le attività forestali e quelle presso altri enti (e/o privati inadempienti agli obblighi di tutela antincendio, quali le fasce tagliafuoco). Queste ultime per definizione rientrano tra le cosiddette attività complementari.

Riguardo agli interventi in conto terzi è assolutamente opportuno che la norma preveda una congrua remunerazione delle convenzioni stipulate dalla Amministrazione forestale (in futuro dall' Agenzia) con i comuni e gli innumerevoli enti individuati dall'art. 14, L.r.s. 16/96 e soprattutto dall'art.25, Finanziaria 2013.

Se da un lato è giusto che gli oneri devono essere contenuti per le amministrazioni richiedenti, dall' altro l'intervento dei forestali non puo' essere interamente a carico della Amministrazione di appartenenza. A gratis! Come è avvenuto sino ad oggi!

Sarebbe una ottima occasione di autofinanziamento, soprattutto se l'Agenzia riuscirà ad implementare le convenzioni con i numerosi istituti pubblici  previsti dagli articoli citati.

I contratti di lavoro degli operatori del settore dovrebbero prevedere la
 introduzione di premialità e/o penalità sistemiche in relazione ai risultati raggiunti o meno  per le attività forestali e complementari, ed in ragione della riduzione della superficie percorsa dal fuoco.

Premi di risultato se si raggiungono gli obiettivi predeterminati e/o concordati con le parti sociali per tutti gli attori del settore forestale:
 
dirigenti, funzionari  impiegati, operai; 
Ma anche per Corpo Forestale, squadre A.i.b., Protezione civile,  Vigili del fuoco. E penalità nei casi contrari 

Lo stesso dovrebbe valere con disposizioni di legge o amministrative per  le aziende agricole e zootecniche che fruiscono di contributi dalla Unione europea o da altre istituzioni, con particolare riferimento alle aree percorse dalle fiamme. Nessun contributo se si accertano mancate o lacunose misure di prevenzione. Colpa o dolo a parte..

E naturalmente per i mezzi aerei antincendio: contratti contenuti integrati da un bonus  nel caso di diminuzione delle aree danneggiate dal fuoco.

Insomma si tratterebbe della attuazione sistemica del "modello Aspromonte" (2000/2005), lì applicato alle sole cooperative, associazioni ed imprese sociali convenzionate col Parco, che avrebbero perso  una importante parte del loro contratto se la superficie percorsa dal fuoco superava di una minima percentuale quella degli anni precedenti. Funzionò!

Queste misure integrerebbero una corretta gestione del Catasto incendi. Ma questa è un altra storia.
Così come la costituzione di Pool investigativi specializzati.

Altre storie ma molto correlate.

Anche il risarcimento o meno dei privati con residenze extraurbane danneggiate da incendi dovrebbe tener conto della verifica delle misure di prevenzione adottate.

10 dicembre 2024

Salvino Carramusa
Piero Cangemi




Galleria fotografica





Foto di:

Salvino Carramusa 
Fabio Militello 
Giuseppe Costa 
Rosanna Di Maria 
Antonino Buccola 
Maurizio Costa 
Ed autori sconosciuti




1 commento:

  1. L'unica mia perplessità riguarda il riferimento a premi per i risultati raggiunti. Per una squadra a.i b. il risultato raggiunto può essere dato dall'efficacia e dall'efficienza negli interventi, i quali non vengono notati da nessuno (tranne da qualche guardia). La prevenzione e la dissuasione, purtroppo, vanno al di là delle loro possibilità. Per cui il premio a loro riferito dovrebbe avere altri criteri con altre attenzioni e riguardi, visto che da oltre trent'anni mettono a rischio la loro incolumità, respirando fumo e bevendo sudore, per salvare i propri territori, ma senza riconoscimento da alcuna autorità, anzi...

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