CORPO FORESTALE. UGL CHIEDE CHIAREZZA


Dal sito www.uglsicilia.it

30 Gennaio 2021
“Appare non chiara la strategia messa in atto dall’amministrazione regionale competente per colmare la grave carenza di personale agente del corpo forestale”.
A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia ed Ernesto Lo Verso, Segretario regionale Ugl/Fna.
“Con una mano si avviano le procedure di concorso, tra l’altro senza seguire quanto previsto dall’art. 5, comma 1 della legge 27 febbraio 2007, n. 4, e con l’altra si mette su un atto di interpello per il reclutamento di personale della categoria B, in contrasto con l’art. 62 del C.C.R.L. – precisano – senza comprendere con quali criteri saranno messi nelle condizioni, per esempio, di poter svolgere attività di polizia giudiziaria. E se così non dovesse essere allora ci chiediamo quale sia l’obiettivo finale da raggiungere”.
“Come Ugl – chiariscono Messina e Lo Verso – siamo favorevoli alla valorizzazione del personale tutto dell’apparato regionale, come nel caso dell’atto di interpello diretto ai lavoratori della cosiddetta categoria B, da troppo tempo in attesa della riclassificazione”.
”Da tempo ci battiamo per il rilancio dell’apparato amministrativo regionale che deve passare dalla riclassificazione,  aggiornamento e riqualificazione del personale regionale – concludono – e sulla vicenda degli agenti del corpo forestale chiediamo un confronto per conoscere e magari condividere le scelte sul personale regionale”.













30 gennaio 2021

SIFUS CONFALI: GLI STIPENDI PRO FORESTALI SICILIANI DEL 2020, POTRANNO ESSERE LIQUIDATI, DICEMBRE COMPRESO, ENTRO IL 15 - 20 FEBBRAIO 2021. LA NOTA DEL BLOG


Dalla pagina Facebook
Sifus Confali Segreteria Generale 

30-01-2021 - Dalle quotidiane interlocuzioni col palazzo, abbiamo acquisito  elementi a sufficienza per poter sostenere che gli stipendi di ottobre, novembre e dicembre del 2020,  potranno essere liquidati, presumibilmente, entro  il 15 - 20 febbraio 2021.
Maurizio Gosso 
Segretario Generale Sifus Confali  


La nota del Blog
Stanno pagando a singhiozzo. Da ieri alcuni lavoratori hanno ricevuto il saldo di ottobre ed il mese intero di novembre, altri solo novembre e c'è addirittura chi non ha percepito niente




REGIONE SICILIA RITIRA RENDICONTO 2019, A RISCHIO TEMPI PER IL BILANCIO 2021 E ACCORDO CON LO STATO


Dal sito www.ilgazzettinodisicilia.it

30 Gennaio 2021  
Polemiche dell’opposizione all’Ars per la decisione del Governo Musumeci di ritirare

Il conseguente slittamento della parifica non consentirebbe di approvare il bilancio previsionale 2021 entro il 28 febbraio.
A rischio quindi l’accordo Stato Regione che consente di spalmare su 10 anni il disavanzo. Verrebbero meno 421 milioni per l’anno in corso e il blocco degli investimenti fino al pareggio di bilancio. Secondo le opposizioni si profila un ritardo per la spesa della Regione, in un momento di grave difficoltà per imprese e lavoratori.
Per il Governo, al contrario, nonostante l’incidente di percorso, fatte le dovute rettifiche si approverà il rendiconto 2019, e di seguito saranno esitati i documenti contabili e finanziari secondo i termini previsti nell’accordo con lo Stato.
“Il ritiro del rendiconto 2019 della Regione è un fatto gravissimo che non ha precedenti nella storia finanziaria della Regione Siciliana”, dichiara il deputato regionale del M5s Luigi Sunseri, componente della Commissione Bilancio all’Ars. “Alla luce di questo ennesimo strafalcione, inizio a nutrire seri dubbi che questo Governo sarà capace di rispettare gli accordi presi con Roma e godere dei benefici concessi. A questo punto il rinvio della parifica è scientificamente certo. La ripresentazione del rendiconto comporta il riavvio dell’intera procedura da parte della Sezione di controllo della Corte dei Conti, per la cui definizione saranno necessari almeno un paio di mesi”.
“Il 1 Dicembre dello scorso anno – spiega Sunseri – la Sezione di Controllo della Corte dei Conti dichiarava l’irregolarità di ben 319 milioni di euro di residui attivi a causa del superamento della soglia del 2% costituita dall’errore massimo tollerabile. Appena pochi mesi addietro Musumeci decise di premiare i dirigenti responsabili dei dipartimenti con ben 7 milioni e mezzo di euro. Ad aggravare la storia, già tormentata, di questa sessione di bilancio si aggiunge la concreta impossibilità, contrariamente a quanto dichiarato dal presidente Miccichè, di approvare la finanziaria in mancanza della parifica della Corte dei Conti del rendiconto precedente. Questo significa che non  si potrà liberare l’avanzo necessario anche per la spesa per investimenti”.
“A saltare, o quantomeno a subire un ritardo – sottolinea il deputato –  sarà anche il neo accordo Stato Regione ed in particolare il punto in cui questa avrebbe dovuto, tramite adeguati interventi legislativi ed amministrativi, ridurre la spesa corrente ai fini del ripiano del disavanzo. Nulla di nuovo sotto il sole. Dal 2016 ogni anno la Regione sottoscrive un accordo con il Governo per superare lo stato di grave sofferenza finanziaria del bilancio regionale e puntualmente ogni anno questa Regione non rispetta gli impegni assunti. Abbiamo a questo punto anche compreso perchè Musumeci continua a prendersela con i suoi dipendenti, è evidente che non è in grado di controllare i processi amministrativi guidandoli e al posto di prendersela con se stesso colpisce i suoi sottoposti. L’ennesima brutta pagina che peserà sulle tasche dei siciliani” – conclude Sunseri.

“Invece di presentare il Bilancio 2021 Musumeci è costretto a ritirare il Rendiconto 2019 che non avrebbe superato la parificazione della Corte dei Conti”, interviene Giuseppe Lupo, capogruppo PD a Sala d’Ercole. “Il presidente della Regione riferisca all’Ars il motivo per il quale ha ritirato il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2019, già trasmesso per la parificazione alla Corte dei Conti. Ci auguriamo che almeno in questo caso Musumeci invece del solito scaricabarile si assuma la responsabilità delle cause della revoca del rendiconto, che può pregiudicare il rispetto delle scadenze pattuite con lo Stato, con gravi conseguenze per la Sicilia. Assistiamo alla marcia del gambero di un governo regionale incapace, che adesso rischia di far slittare l’approvazione della legge di stabilità e di bilancio ritardando ulteriormente gli interventi economici per imprese e lavoro”.




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LE REGOLE. DA LUNEDÌ LA SICILIA SARÀ IN ZONA ARANCIONE: COSA CAMBIA PER RISTORANTI, NEGOZI E SPOSTAMENTI


Dal sito gds.it

30 Gennaio 2021
La Sicilia da lunedì torna in zona arancione: saranno consentite quindi maggiori libertà negli spostamenti e riapriranno anche tutti i negozi (ma nei weekend chiuderanno quelli nei centri commerciali). All'interno del proprio comune ci si potrà spostare senza nessuna restrizione dalle 5 alle 22 (poi scatta il coprifuoco) mentre non si potrà uscire dal proprio comune se non per particolari esigenze a meno che non si viva in un comune sotto i 5 mila abitanti: in questo caso ci si può spostare entro 30 km ma senza andare in comune capoluogo. Si può anche andare a fare visita ad amici e parenti ma seguendo particolari prescrizioni. Sono queste alcune delle regole da rispettare in zona arancione: di seguito le risposte alle domande più frequenti.


Ristoranti, pizzerie, pasticcerie e altre attività di ristorazione: è consentito il consumo di cibi e bevande al loro interno?

In quest'area è sempre vietato consumare cibi e bevande all’interno dei ristoranti e delle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie etc.) e nelle loro adiacenze. Dalle 5.00 alle 22.00 è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande: dalle 5.00 alle 18.00, senza restrizioni; dalle 18.00 alle 22.00, è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande. La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. È consentita, senza limiti di orario, anche la consumazione di cibi e bevande all’interno degli alberghi e delle altre attività ricettive, per i soli clienti ivi alloggiati.


È consentito entrare o restare all’interno di bar, ristoranti e degli altri locali adibiti alla ristorazione (pub, gelaterie, pasticcerie…), se è sospeso il consumo di cibi al loro interno?

Nelle aree o negli orari in cui è sospeso il consumo di cibi e bevande all’interno dei locali (si veda la faq precedente), l’ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali.


A quali regole devono attenersi i commercianti, che svolgono attività diverse da quelle di ristorazione, e i gestori degli esercizi commerciali al dettaglio che sono aperti?

Non sono previste limitazioni alle categorie di beni vendibili. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Le attività commerciali al dettaglio si svolgono comunque a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all'interno dei locali più del tempo necessario all'acquisto dei beni.


Devo acquistare un bene durevole (ad esempio un'automobile, una cucina, una cameretta, una scrivania, etc.) di una certa marca che non è disponibile nel mio Comune. Posso recarmi in un altro Comune per fare i miei acquisti?

Sì, laddove il proprio Comune non disponga di appositi punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati.


Cosa prevede il decreto per lo svolgimento delle funzioni religiose?

Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni.


Sono consentite le tumulazioni e le sepolture?

Sì, sono consentite rispettando la distanza interpersonale di un metro tra le persone che vi assistono ed evitando ogni forma di assembramento.


È possibile praticare sport di contatto?

No, lo svolgimento degli sport di contatto, definiti nell’apposito decreto del Ministro dello sport sono sospesi. Sono inoltre vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto di carattere amatoriale. Tuttavia, è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti e le attività individuate con il suddetto decreto del ministro dello sport del 13 ottobre 2020, nonché gli allenamenti per sport di squadra, che potranno svolgersi in forma individuale, all’aperto e nel rispetto del distanziamento.


Ci si può spostare? È consentito andare a trovare amici o parenti?

Dal 16 gennaio al 5 marzo 2021, in area arancione, è consentito spostarsi all'interno del proprio Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate. Gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Resta in vigore anche il cosiddetto “coprifuoco”: dalle ore 22.00 alle 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, in quest’area è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un'altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell'abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro. A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi, tra le 5.00 e le 22.00, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.


È possibile fare rientro nella cosiddetta “seconda casa”? Se sì, ci sono dei limiti?

Dal 16 gennaio 2021, le disposizioni in vigore consentono di fare "rientro" alla propria residenza, domicilio o abitazione, senza prevedere più alcuna limitazione rispetto alle cosiddette "seconde case". Pertanto, proprio perché si tratta di una possibilità limitata al "rientro", è possibile raggiungere le seconde case, anche in un'altra Regione o Provincia autonoma (e anche da o verso le zone “arancione” o “rossa”), solo a coloro che possano comprovare di avere effettivamente avuto titolo per recarsi nello stesso immobile anteriormente all’entrata in vigore del Decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2. Tale titolo, per ovvie esigenze antielusive, deve avere data certa (come, per esempio, la data di un atto stipulato dal notaio, ovvero la data di registrazione di una scrittura privata) anteriore al 14 gennaio 2021. Sono dunque esclusi tutti i titoli di godimento successivi a tale data (comprese le locazioni brevi non soggette a registrazione). Naturalmente, la casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare convivente con l’avente titolo, e vi si può recare unicamente tale nucleo. La sussistenza di tutti i requisiti indicati potrà essere comprovata con copia del titolo di godimento avente data certa (art. 2704 del codice civile) o, eventualmente, anche con autocertificazione. La veridicità delle autocertificazioni sarà oggetto di controlli successivi e la falsità di quanto dichiarato costituisce reato.


Gli spostamenti devono essere giustificati in qualche modo? È necessario produrre un’autodichiarazione?

Dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio Comune. Per spostamenti verso altri Comuni, nonché dalle 22 alle 5 anche all’interno del proprio Comune, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti. Si ricorda poi che, ai sensi del Dpcm, sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.


Posso andare ad assistere un parente o un amico non autosufficienti?

Sì, è una condizione di necessità e quindi non sono previsti limiti orari. Nel caso si tratti di persone anziane o già affette da altre malattie, ricordate però che sono categorie più vulnerabili e quindi cercate di proteggerle dai contatti il più possibile.


Sono separato/divorziato, posso andare a trovare i miei figli minorenni anche in un’altra Regione o Provincia autonoma? Posso recarmi all’estero per gli stessi motivi?

Sì, gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche tra Regioni e tra aree differenti.


È possibile spostarsi per accompagnare i propri figli dai nonni o per andarli a riprendere all'inizio o al termine della giornata di lavoro?

È possibile ma fortemente sconsigliato, perché gli anziani sono tra le categorie più esposte al contagio da COVID-19 e devono quindi evitare il più possibile i contatti con altre persone. Pertanto, questo spostamento è ammesso solo in caso di estrema necessità, se entrambi i genitori sono impossibilitati a tenere i figli con sé per ragioni di forza maggiore. In tale caso i genitori possono accompagnare i bambini dai nonni, percorrendo il tragitto strettamente necessario per raggiungerli e recarsi sul luogo di lavoro, oppure per andare a riprendere i bambini al ritorno. Ove possibile, è assolutamente da preferire che i figli rimangano a casa con uno dei due genitori che usufruiscono di modalità di lavoro agile o di congedi.


Posso fare la spesa in un comune diverso da quello in cui abito?

Gli spostamenti verso Comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità. Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. Laddove quindi il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati.


Si può uscire per acquistare beni diversi da quelli alimentari?

Sì, non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili.


Se abito in un Comune e lavoro in un altro, posso fare “avanti e indietro”?

In questi casi lo spostamento è giustificato per esigenze lavorative, se non è possibile lavorare da casa.


Si può uscire per fare una passeggiata? È consentito fare attività motoria?

Sì, dalle 5 alle 22.


L’accesso a parchi e giardini pubblici è consentito?

È possibile raggiungere parchi e giardini pubblici all’interno del proprio Comune o, in assenza di questi, quelli in un Comune limitrofo più vicini a casa, salvo diverse specifiche disposizioni delle autorità locali, a condizione del rigoroso rispetto del divieto di assembramento.


Posso utilizzare la bicicletta?

È possibile utilizzare la bicicletta per tutti gli spostamenti consentiti, mantenendo la distanza di almeno un metro dalle altre persone. È inoltre consentito utilizzarla dalle 5 alle 22 per svolgere attività motoria all’aperto, sempre nel rispetto del distanziamento di almeno un metro, e per svolgere attività sportiva, nel qual caso il distanziamento deve essere di 2 metri.

© Riproduzione riservata

Fonte: gds.it






29 gennaio 2021

MANUTENZIONE. ACCREDITATO NEI CONTI UNICREDIT IL SALDO DI OTTOBRE E IL MESE DI NOVEMBRE. AL MOMENTO NESSUN ACCREDITO INVECE PER QUANTO RIGUARDA IL MESE DI DICEMBRE



di Michele Mogavero
Palermo. Accreditato nei conti Unicredit il saldo di ottobre ed il mese di novembre. Al momento nessun accredito invece per quanto riguarda il mese di dicembre.




IL PASTICCIO DEL RENDICONTO, L’IRA DI MUSUMECI SUI DIRIGENTI


Dal sito livesicilia.it

Il documento ritirato dopo le osservazioni della Corte dei conti. La lettera riservata del governatore.
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di Salvo Toscano
All’Economia assicurano che lo scivolone su rendiconto è solo una mera questione cartolare. “Un mero dato formale – spiegano in via Notarbartolo – che non determina alcun aggravio economico o finanziario, che tuttavia ai fini dell’ordinata tenuta delle scritture contabili impone un intervento correttivo”. Ma il passo falso davanti alla Corte dei Conti non è stato certo apprezzato dal presidente Nello Musumeci. Che ha scritto una riservata di fuoco, con data 27 gennaio, in cui sostanzialmente sembra chiedersi la testa dei dirigenti responsabili dell’errore. Maturato in un paio di dipartimenti.


Ritirato in autotutela

Il rendiconto 2019 della Regione è stato ritirato in questi giorni e sarà riesaminato in autotutela, su proposta della Ragioneria generale. Il governo Musumeci ha deciso in questo senso in quanto nel documento sono emersi alcuni residui attivi, riferiti al 2016 e 2017 e in particolare agli assessorati all’Istruzione e formazione professionale e all’Infrastrutture e mobilità, non tempestivamente cancellati. Cioè soldi non spesi che andavano cancellati e poi reinseriti nell’esercizio seguente. “Apportante le conseguenti rettifiche, il governo procederà alla nuova approvazione dello strumento contabile da sottoporre alla Corte de conti per la definizione del giudizio di parifica”, hanno spiegato in settimana dall’assessorato regionale all’Economia guidato da Gaetano Armao.


Le cifre degli errori

L’errore, a quanto si apprende, riguarda circa 230 milioni di residui attivi non cancellati della Formazione e circa 35 delle Infrastrutture. Solo un fatto cartolare che necessita una correzione e che nulla incide sul percorso del nuovo bilancio che la giunta dovrebbe approvare, sulla base dei patti siglati col governo Conte, entro fine febbraio con tanto di tagli che giustificheranno lo spalmamento del rientro dal disavanzo (1,7 miliardi spalmati in dieci anni).


Una lettera di fuoco

Ma il ritiro del rendiconto, approvato dalla giunta nello scorso agosto, è un fatto che “assume rilievo sia sul piano amministrativo che politico”, scrive in una lettera di fuoco Musumeci ai suoi assessori. Per il governatore “appare indispensabile accertare le responsabilità in capo ai dirigenti generali ed ai relativi dipartimenti che hanno contribuito a determinare la necessità del ritiro”. Chi ha sbagliato deve pagare, dice in soldoni il governatore, che non vuole fare sconti ai superburocrati dopo “le osservazioni mosse dalla Sezione di controllo della Corte dei conti”. Le irregolarità notate dai giudici contabili sembrano dovute, scrive il presidente, “il mancato rispetto dei principi contabili” del decreto legislativo 118 del 2011 “e non possono pertanto essere attribuite a meri errori materiali, comunque non giustificabili alla luce delle conseguenze prodotte”.


“Contestare gli addebiti”

Musumeci chiede una relazione dettagliata sulle responsabilità all’interno della burocrazia “al fine di procedere alla formale contestazione degli addebiti”, di cui si dovrà tenere conto nella valutazione dei dirigenti.


Slitta l’udienza

Intanto, potrebbe slittare nuovamente la data dell’udienza di parifica, da parte delle sezioni riunite della Corte dei Conti, del rendiconto della Regione siciliana, appena fissata al 27 febbraio. Infatti, alla luce della delibera della giunta Musumeci che ha deciso di modificare il rendiconto dopo le osservazioni mosse nei giorni scorsi dalla Procura contabile su una partita di residui attivi, è probabile che l’udienza venga rinviata ancora una volta dopo che la data del 29 gennaio era stata annullata in precedenza.
29 Gennaio 2021




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28 gennaio 2021

È LEGGE LA RIFORMA URBANISTICA. MODIFICATO L’ARTICOLO 37 DELLA L.R. 13 AGOSTO 2020, N. 19: TUTELA E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE E TUTELA DEI BOSCHI E DELLE FORESTE. ABROGATO L’ARTICOLO 10 DELLA L.R. 16/96. IL BLOG: CHE SUCCEDE AL NOSTRO COMPARTO? VOGLIAMO CONOSCERE LA RIFORMA!



Art. 12.
Modifica all’articolo 37 della legge regionale 13 agosto 2020, n. 19 ‘Tutela e pianificazione del territorio rurale e tutela dei boschi e delle foreste

1. L’articolo 37 della legge regionale 13 agosto 2020, n. 19 è così sostituito:

Art. 37.
Interventi produttivi nel verde agricolo.

1. Nelle zone destinate a verde agricolo dai PUG o dagli strumenti urbanistici vigenti, sono ammessi impianti o manufatti edilizi destinati alla lavorazione o trasformazione di prodotti agricoli o zoo tecnici locali ovvero allo sfruttamento a carattere artigianale di risorse naturali locali tassativamente individuate nello strumento urbanistico.
2. I permessi di costruire rilasciati ai sensi del comma 1 devono rispettare le seguenti condizioni:
a) rapporto di copertura non superiore a un decimo dell'area di proprietà proposta per l'insediamento;
b) distacchi tra fabbricati non inferiori a m.10;
c) distacchi dai cigli stradali non inferiori a quelli fissati dall’articolo 26 del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495;
d) parcheggi in misura non inferiore ad un quinto dell’area interessata;
e) rispetto delle distanze stabilite dall’articolo 15 della legge regionale 12 giugno 1976, n. 78, come interpretato dall'articolo 2 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 15;
f) distanza dagli insediamenti abitativi ed opere pubbliche previsti dagli strumenti urbanistici non inferiore a metri duecento, ad esclusione di quanto previsto dalla lettera c).
3. Previa autorizzazione delle amministrazioni competenti, nelle zone destinate a verde agricolo è consentito il mutamento di destinazione d'uso dei fabbricati realizzati con regolare titolo abilitativo, ancorché non ultimati, a destinazione ricettivo -alberghiera e di ristorazione e per l'insediamento delle attività di ‘bed and breakfast', agriturismo ed annesse attività di ristorazione ove sia verificata
la compatibilità ambientale della nuova destinazione ed il rispetto di tutte le prescrizioni igienico sanitarie nonché di sicurezza. Nelle zone agricole è ammessa l'autorizzazione all'esercizio stagionale, primaverile ed estivo, dell'attività di ristorazione anche in manufatti destinati a civile abitazione e loro pertinenze, nel rispetto della cubatura esistente e purché la nuova destinazione, ancorché temporanea, non sia in contrasto, con interessi ambientali e con disposizioni sanitarie. La destinazione ricettivo-alberghiera e di ristorazione cessa automaticamente 'allorché cessi la relativa attività.

*****

Quì sotto l’articolo 10 della legge regionale n. 16 del 6 aprile 1996 che è stato abrogato

Attivita' edilizia

1. Sono vietate nuove costruzioni all'interno dei boschi e delle fasce forestali ed entro una zona di rispetto di duecento metri dal limite esterno dei medesimi.
2. In deroga a quanto disposto dal comma 1, i piani regolatori dei comuni possono  prevedere l'inserimento di nuove costruzioni nelle zone di rispetto dei boschi e delle fasce forestali per una densita' edilizia territoriale massima di 0.30 mc/mq. Il comparto territoriale di riferimento per il calcolo di tale densita' e'  costituito esclusivamente dalla zona di rispetto.
3. La deroga di cui al comma 2 e' subordinata al parere favorevole della Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali competente per territorio, sentito  altresi' il Comitato tecnico-amministrativo dell'AFDRS per i profili attinenti alla qualita' del bosco e alla difesa idrogeologica.
4. I pareri della Sovrintendenza, di cui al comma 3, sono espressi in base a direttive formulate dall'Assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e per  la pubblica istruzione, sentito il Consiglio regionale per i beni culturali e ambientali.
5. All'interno dei parchi naturali la deroga al divieto di costruzione nelle zone di rispetto dei boschi e delle fasce forestali resta consentita nei soli limiti e con le  procedure di cui all'articolo 25 della legge regionale 9 agosto 1988, n. 14.
6. All'interno delle riserve naturali non e' consentita la deroga al divieto di cui al comma 1.
7. Il divieto di cui al comma 1 non opera per la costruzione di infrastrutture  necessarie allo svolgimento delle attivita' proprie dell'Amministrazione forestale.
8. In deroga al divieto di cui al comma 1 nei terreni artificialmente rimboschiti  e nelle relative zone di rispetto resta salva la facolta' di edificare nei limiti previsti dalla normativa vigente per le zone territoriali omogenee agricole.
9. Con riferimento ai boschi compresi entro i perimetri dei parchi suburbani ed alle relative fasce di rispetto, ferma restando la soggezione a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 8 agosto 1985, n. 431, non si applicano le disposizioni di cui ai commi 1 e 2. L'edificazione all'interno di tali boschi e' tuttavia consentita solo per le costruzioni finalizzate alla fruiziorie pubblica del parco.
10. Le zone di rispetto di cui al comma 1 sono in ogni caso sottoposte di diritto al vincolo paesaggistico ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497.

Dalla seduta parlamentare del 26 Gennaio 2021




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IL PUNTO COVID. SICILIA VERSO LA FINE DELLA ZONA ROSSA

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Dal sito www.ansa.it

(ANSA) - PALERMO, 27 GEN - La Sicilia continua a mantenere i nuovi contagi Covid sotto la quota psicologica dei mille casi al giorno, con un tasso di positività e un Rt che continuano a scendere, e si accinge a lasciare la "zona rossa". Lo ha confermato anche l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza nel corso di un dibattito in aula all'Ars sulla situazione della pandemia nell'isola.

"Qualche ora ancora e scopriremo se l'indice Rt, come appare dalla riduzione dei contagi in Sicilia, ci permetterà di condividere col governo centrale il possibile declassamento del rischio della regione. Auspichiamo di uscire dalla zona rossa il 31 gennaio". Razza ha illustrato i dati della regione che inducono a un cauto ottimismo: su 10mila abitanti, la Sicilia è al quinto posto per incidenza dei contagi, al 12esimo posto per decessi, settima per tamponi molecolari. Con l'inserimento dei tamponi antigenici, il tasso di positività nell'isola è passato dal 12% al 5%, e oggi è addirittura è sceso al 3,4%. L'assessore ha anche ricordato che fino ad ora sono stati vaccinati 105mila soggetti, e che le "criticità" hanno riguardato un numero modesto di persone. Il riferimento è ai cosiddetti "furbetti" del vaccino nei confronti dei quali la Regione ha adottato il pugno duro, con la rimozione immediata dei responsabili dei centri vaccinali dove sono state somministrate dosi a chi non ne aveva diritto. Razza ha infine sottolineato che per quanto riguarda l'adeguamento delle strutture ospedaliere la Sicilia "è la prima Regione in Italia per cantieri aperti come emerge dal piano diramato dall'ufficio del commissario nazionale per l'emergenza Covid su terapie intensive e sub-intensive".
    La relazione dell'assessore è stata però contestata dalle opposizioni. Il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo l'ha definita "desolante" e priva di risposte concrete. Per il M5s la lotta al Covid in Sicilia è stata una "Caporetto o quasi". "Siamo - dicono i deputati 5 stelle - l'unica zona rossa d'Italia, tra l'altro inspiegabilmente generalizzata in tutta l'isola, col risultato di mettere in ginocchio imprese e commercianti anche nelle aree dove i contagi sono bassi". A questo proposito stamane si è svolta anche una manifestazione a Catania di ristoratori e operatori del settore per protestare contro la chiusura dei loro esercizi. Per quanto riguarda infine il report giornaliero del Ministero della Salute in Sicilia sono 996 i nuovi positivi al Covid su 29.270 tamponi processati. L'isola è sesta per contagio dopo Veneto, Lombardia, Lazio, Puglia e Campania. Cala vistosamente il numero degli attualmente positivi: 47.030, con un decremento di quasi 500 casi grazie ai 1.407 guariti. Numeri che lasciano sperare nella fine imminente dell'area rossa in Sicilia. (ANSA).

Fonte: www.ansa.it







27 gennaio 2021

FAI-FLAI-UILA CHIEDONO LA RIFORMA DELLA FORESTALE. LA RIFORMA È INDISPENSABILE PER IL FUTURO DELL’ISOLA, MA QUALCUNO FA FINTA DI NON VEDERE E NON CAPIRE


Dal sito ilcorrieredisicilia.it

26 Gennaio 2021
“Il presidente Musumeci tiri fuori dal cassetto il progetto di riforma forestale. È stato sostituito l’assessore all’Agricoltura, che diceva di avere presentato al capo del governo regionale la proposta legislativa, ma la sostanza non cambia. Tutto a rischio del territorio, dei cittadini. E i lavoratori forestali, intanto, lamentano ancora una volta ritardi di mesi nel pagamento dei salari”. I segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino “denunciano l’inerzia di un governo che fugge dalle proprie responsabilità” e si dicono “pronti a nuove iniziative di protesta a fianco delle oltre duecento amministrazioni comunali che nel 2019 avevano aderito alla nostra iniziativa SvegliaRegione”.
Manca, Russo e Marino, che ieri – lunedì 25 – hanno riunito gli Esecutivi di Fai-Flai-Uila, sottolineano “i paradossi della politica regionale alla vigilia del fondamentale appuntamento con il Recovery Plan in cui l’ambiente come risorsa è valore primario, missione prioritaria”. Gli esponenti sindacali spiegano: “È schizofrenico aprire con noi un confronto non solo sulla riforma forestale ma anche su quella della Bonifica e, poi, lasciare tutto nella … palude del Palazzo. Il Piano nazionale per l’utilizzo delle risorse europee si propone espressamente di potenziare la capacità progettuale dei Consorzi di bonifica e migliorare le capacità di tutela dei boschi per combattere il dissesto. La Regione, però, continua a indicare date farlocche e rinviare la riforma forestale assieme al rilancio dei Consorzi. Altra stranezza sta nelle scelte contraddittorie del presidente Musumeci che da un lato ha presentato un Recovery Plan con somme ingenti, sulla carta, per infrastrutture idriche e rimboschimento, dall’altro ha trovato un accordo con lo Stato per il ripianamento decennale del debito e inserito tagli anche su questi settori”. “Per impreparazione o peggio – concludono i segretari di Fai, Flai e Uila Sicilia – la Sicilia rischia di perdere una grande occasione che è quella di mettere in sicurezza il territorio, valorizzare le professionalità di migliaia di lavoratori e creare nuova occupazione. È inaccettabile che la classe politica, non soltanto il governo, sia tanto disattenta verso un problema così importante per tutti i siciliani, esposti alle minacce del dissesto idrogeologico. La riforma è indispensabile per il futuro dell’Isola, ma qualcuno fa finta di non vedere e non capire”.






RIFORMA DEL COMPARTO FORESTALE, LETTERA APERTA DELL’ON. RAGUSA AGLI ASSESSORI SCILLA E CORDARO: E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI COMPLETARE IL PERCORSO DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO UMANO IN FORZA ALLA REGIONE, CERCANDO DI SALVAGUARDARE LA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI


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dell'On. Orazio Ragusa

27 Gennaio 2021
Lettera aperta dell’on. Orazio Ragusa, presidente della commissione Attività produttive all’Ars, all’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, e all’assessore al Territorio e ambiente, Salvatore Cordaro, affinché possa essere finalmente portata in aula la riforma del comparto forestale. “C’è ancora tutto il tempo, prima che si concluda l’attuale legislatura – scrive l’on. Ragusa – affinché il Governo regionale possa predisporre un percorso che garantisca il raggiungimento di quegli obiettivi legati all’efficienza, ampliando le prospettive di un itinerario operativo che deve tenere conto del miglioramento non solo dell’ambiente a cui ci si rivolge ma anche del decoro urbano. Dobbiamo, insomma, puntare a valorizzare, il più possibile, il patrimonio ambientale della nostra isola, innovando ed estendendo le competenze, cercando di salvaguardare la stabilizzazione dei lavoratori in forza alla nostra Regione. L’ipotesi di una riforma è ormai ferma da anni ed è quindi necessario che la stessa possa fregiarsi di un impulso positivo teso ad eliminare quelle anomalie e quelle incrostazioni procedurali che hanno reso il comparto non più in grado di essere al passo con i tempi”.
Nella lettera aperta inviata ai due esponenti del governo Musumeci, l’on. Ragusa porta alcuni esempi circa i passi in avanti da compiere come quello legato alla necessità di anticipare l’attività dell’antincendio già nel mese di aprile, così da coprire un più ampio arco temporale, considerando, tra l’altro, i mutamenti climatici e l’innalzamento delle temperature riferito alle medie stagionali. “Della vecchia filosofia forestale – continua l’on. Ragusa – occorrerebbe recuperare tradizioni di spessore come la potatura e, ancora, la piantumazione durante il periodo invernale. E, poi, spazio all’innovazione con il recupero finalizzato alla promozione territoriale dei fabbricati esistenti all'interno dei demani forestali da adibire al settore turistico ambientale e rurale. I lavoratori forestali sono oggi da considerare veri e propri operatori specializzati nel settore ambientale. Ecco perché la valutazione strategica delle leggi legate al settore da una parte ha permesso un reddito ai soggetti che hanno espletato tale mansione mentre dall’altra parte ha innalzato la loro preparazione con l’utilizzo di risorse economiche pubbliche. Stiamo parlando di un patrimonio ambientale e sociale da garantire alle future generazioni oltre a numerose altre idee che possono essere formulate per rilanciare il ruolo degli appartenenti a questo settore".
"Insomma, le proposte non mancano - continua l'on. Ragusa - e per fare in modo che le stesse possano essere calibrate in maniera più adeguata alle esigenze dei tempi, è opportuno un confronto serrato con la componente sindacale. Potranno arrivare stimoli interessanti e importanti. Invito, dunque, gli assessori Scilla e Cordaro ad attivarsi il più in fretta possibile affinché, anche in questo periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria, si riescano a gettare le basi per completare quella riforma del comparto forestale attesa da tempo”.






RENDICONTO DELLA REGIONE, MUSUMECI CONVOCA LA GIUNTA. IN BASE ALL’ACCORDO FIRMATO CON LO STATO SULLA SPALMATURA IN DIECI ANNI DEL DISAVANZO DA 1,7 MILIARDI, LA REGIONE DEVE APPROVARE LA MANOVRA DI BILANCIO ENTRO IL 28 FEBBRAIO


Dal sito www.ilsicilia.it

27 Gennaio 2021
Provvedimenti in autotutela sul rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2019 è il primo punto all’ordine del giorno della giunta regionale convocata dal governatore Nello Musumeci; la riunione e’ fissata per le 15. L’ANSA aveva anticipato che la Corte dei Conti ha rinviato a fine febbraio l’udienza, prevista il 29 gennaio, per la parifica del rendiconto.

In base all’accordo firmato qualche giorno fa con lo Stato sulla spalmatura in dieci anni del disavanzo da 1,7 miliardi, la Regione deve approvare la manovra di bilancio entro il 28 febbraio. E’ probabile, secondo quanto si apprende da fonti dell’Ars, che si procederà all’approvazione dei documenti contabili e finanziari rispettando i tempi previsti nell’accordo con lo Stato, seppure in assenza del rendiconto.

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IL BONUS BRACCIANTI AGRICOLI DA 1000 EURO POTREBBE ARRIVARE CON IL DECRETO RISTORI 5. IL PROVVEDIMENTO DOVREBBE ESSERE PRONTO PER FINE GENNAIO





Per approfondire questa notizia: www. thewam.net



N. B.
Il condizionale è d'obbligo! 
Il Blog segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione





RIFORMA FORESTALI. FLAI CGIL SICILIA: APRA QUEL CASSETTO PRESIDENTE. BASTA ANNUNCI!



Dalla pagina Facebook
Flai Cgil Sicilia

ANSA) - PALERMO, 26 GEN - "Il presidente Musumeci tiri fuori dal cassetto il progetto di riforma forestale. È stato sostituito l'Assessore all'Agricoltura, che diceva di avere presentato al capo del governo regionale la proposta legislativa, ma la sostanza non cambia. Tutto a rischio del territorio, dei cittadini. E i lavoratori forestali, intanto, lamentano ancora una volta ritardi di mesi nel pagamento dei salari". Lo affermano i segretari di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino. I tre sindacalisti "denunciano l'inerzia di un governo che fugge dalle proprie responsabilità" e si dicono "pronti a nuove iniziative di protesta a fianco delle oltre duecento amministrazioni comunali che nel 2019 avevano aderito alla nostra iniziativa SvegliaRegione(...)"È schizofrenico - sostengono - aprire con noi un confronto non solo sulla riforma forestale ma anche su quella della Bonifica e, poi, lasciare tutto nella... palude del Palazzo. La riforma è indispensabile per il futuro dell'Isola, ma qualcuno fa finta di non vedere e non capire"


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BRACCIANTI, AMBIENTE, SALARIO MINIMO: INTERVISTA DI AGRAPRESS A ROTA: “SERVE UN RECOVERY AGROALIMENTARE, LAVORIAMO INSIEME SU PRIORITÀ”. NON SI INVESTE SUFFICIENTEMENTE SULLE RISORSE E I DIRITTI PER I LAVORATORI, A COMINCIARE DAI FORESTALI E DAI CONSORZI DI BONIFICA


Dal sito www.faicisl.it

22 Gennaio 2021
“La questione della sostenibilità nel Recovery Fund potrà avvantaggiare in primis proprio il settore agricolo. Un gioco di squadra più efficace tra sindacati e imprese, nei confronti del Governo e in particolare del Ministero dell’Agricoltura, potrebbe dare al comparto maggiore capacità interlocutoria. Come Fai Cisl, sento di rivolgere un appello forte a Flai Cgil e Uila Uil, nonché a Coldiretti, Cia, Confagricoltura, e a tutta l’industria alimentare: lavoriamo insieme per costruire un Recovery agroalimentare, un documento di priorità che rafforzi quanto previsto per i nostri comparti dentro i percorsi del Recovery Fund”.
Lo afferma il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervistato da Letizia Martirano, direttore di Agra Press. Commentando l’esclusione dei lavoratori agricoli tra i beneficiari delle recenti indennità di mille euro, il sindacalista non ha escluso nuove agitazioni. “Il momento è molto delicato, ma di motivi per manifestare le nostre categorie ne avrebbero anche molti altri oltre al mancato bonus. Pensiamo ai lavoratori agricoli in malattia per Covid19, che non maturano giornate utili per accedere alla disoccupazione agricola. Pensiamo alle tante giornate di lavoro perse a causa di alcune calamità, e pensiamo al conseguente bisogno di riconoscere, per il 2020, le stesse giornate lavorate nel 2019, offrendo così ai lavoratori agricoli la possibilità di accedere agli opportuni ammortizzatori sociali. Altro dossier – aggiunge Rota – su cui sta crescendo inevitabilmente il malumore dei lavoratori è quello del comparto idraulico-forestale, che è privato del contratto nazionale da oltre 8 anni: un settore che purtroppo paga cara l’assenza totale di una visione strategica. Non è corretto dire una cosa mentre se ne fa un’altra: tutti parlano di ambiente, green deal, sostenibilità, ma poi non si investe sufficientemente sulle risorse e i diritti per i lavoratori che se ne occupano, a cominciare dai forestali e dai dipendenti dei consorzi di bonifica. E non se la passa meglio la pesca: andranno chiarite le modalità di copertura delle giornate di fermo per il 2021, su cui le misure del Feamp non sono sufficienti, e il sostegno ai pescatori nella legge di bilancio coprirà solo fino a giugno e non garantisce ai marittimi le necessarie coperture assistenziali e previdenziali. Che occorra un ammortizzatore strutturale, per i pescatori, lo diciamo da anni. Poi c’è la battaglia per la nuova PAC, che dovrà includere i principi della condizionalità sociale: i finanziamenti devono andare a chi applica i contratti e rispetta i diritti dei lavoratori. Per non parlare del caporalato, su cui vogliamo sapere cosa è stato fatto ad un anno dal lancio del Piano triennale, che ci aveva visto molto favorevoli. Su alcuni aspetti tra questi avevamo avviato con la Ministra Bellanova un confronto, avevamo ottenuto qualche primo risultato, è fondamentale che chi arriverà a Via XX Settembre abbia le competenze giuste e una forte predisposizione al dialogo”.
“Credo fermamente che dalla crisi economica indotta dalla pandemia si possa uscire soltanto con una nuova stagione di vera concertazione, con un rinnovato patto di solidarietà tra le rappresentanze dei lavoratori, le imprese e le istituzioni”, conclude Rota commentando positivamente alcuni recenti rinnovi contrattuali.

L’intervista completa è pubblicata su www.agrapress.it.








I DATI. PERSONALE IN FUGA DALL'ASSESSORATO REGIONALE AL TERRITORIO, 233 SCRIVANIE VUOTE: ECCO CHI MANCA


Dal sito gds.it

26 Gennaio 2021
Manca personale all’assessorato regionale al Territorio: sono ben 233 le scrivanie rimaste vuote tra prepensionamenti e timori di occupare poltrone che scottano, messe sotto la lente di ingrandimento dai magistrati, o sovraccaricate di lavoro.

Alla sede centrale, così come riporta Giacinto Pipitone in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, mancano 42 funzionari direttivi, 39 istruttori, 10 collaboratori e 4 operatori. Ma nelle sedi distaccate i numeri sono impietosi: a Trapani mancano 29 funzionari in un ufficio che è chiamato a esaminare qualcosa come 550 domande di concessione demaniale e altre autorizzazioni; a Siracusa e Ragusa, nella sede accorpata mancano 28 funzionari e in servizio ne sono rimasti 3 che non riescono a portare avanti le pratiche nei tempi stabiliti. A Palermo mancano 8 funzionari, 28 a Messina, 29 a Catania, 20 ad Agrigento e Caltanissetta. Ovviamente la carenza di personale porta a notevoli ritardi nell'espletamento delle pratiche.

L'articolo completo nell'edizione del Giornale di Sicilia in edicola

© Riproduzione riservata

Fonte: gds.it






IL BOSCO. LA FORESTA BIRRIBAIDA, QUERCE DA SUGHERO NELLA RISERVA IN CUI CACCIAVA FEDERICO II



Dal sito trapani.gds.it

16 Gennaio 2021
La foresta di Birribaida si estendeva da Campobello di Mazara, sino a Menfi, tra il trapanese e l’Agrigentino: la volle Federico II di Svevia come riserva di caccia ma anche luogo per accogliere diversi ordini monastici che avevano ruoli di collaborazione e supporto alle attività dell’Imperatore. Una distesa a vista d’occhio in età medievale, con querce da sughero, alberi di carrubo e un sottobosco ricco e fitto che attraversava le Latomie, l’attuale Parco archeologico di Selinunte, e arrivava sino alla valle attraversata dal fiume Belìce e l’agro dell’attuale paese di Menfi. Nei secoli la foresta è scomparsa e quei terreni sono stati riconvertiti a uliveto e vigneto.

Tra i pochissimi resti di quella storia, una delle macchie di bosco rimasta ancora fitta di vegetazione si trova in contrada Bresciana a Castelvetrano: 1,6 ettari di querce da sughero, dove ciò che rimane del bosco viene tutelato e curato dalla famiglia Asta, proprietaria dal 2005.

«Non è strano trovare questa macchia lì che non è altro che ciò che resta di vecchissimi alberi della foresta di Federico II», spiega l’architetto Giuseppe Salluzzo, co-autore del libro "Bellumvider: La Reggia di Federico II a Castelvetrano». Enormi querce da sughero, lentisco, biancospino, alberi di pero mandorlino, olivi selvatici, sorbi, meli selvatici e una fitta vegetazione da sottobosco.

«Quando mio papà ha comprato i 4 ettari della tenuta, qualcuno gli consigliò di estirpare tutto e piantare ulivi - racconta Nicolò Asta, 39 anni, figlio di Aurelio - ma noi, invece, abbiamo voluto mantenere questo pezzo di bosco dove camminandoci dentro si ascolta la natura». Quello che oggi forma questa macchia mediterranea sono le querce che negli anni sono cresciute rimpiazzando quelle che, nel frattempo, erano morte. Un rinnovarsi senza che l’uomo abbia interrotto questo ciclo naturale. Nicolò Asta, agricoltore per passione ed esportatore nell’Est europeo di prodotti siciliani, in questi anni ha tutelato le querce da sughero del bosco. «La corteccia racconta la storia di ogni pianta - spiega Nicolò Asta - e noi facciamo decorticare gli alberi ogni 7/9 anni da squadre di scorzini che vengono dalla Sicilia Orientale, per raccogliere il sughero da destinare poi al mercato, seppur è poco redditizio».

Chissà se già ai tempi di Federico II il sughero veniva raccolto. «A controllo della foresta federiciana c'erano tre castelli - racconta ancora l’architetto Salluzzo - turris Burgimillus (Menfi), castrum Bellumreparum (Birribaida, Campobello di Mazara), castrum Bellumvider (Castelvetrano)». Erano residenze di caccia inserite nel sistema dei castra exempta, ossia i castelli sotto il diretto controllo dell’imperatore.

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