Vertice a Roma alla Protezione civile per affrontare la questione dei roghi in Sicilia. Lo smembramento del Corpo forestale dello Stato mostra i suoi primi, drammatici, effetti. E al posto di interventi rapidi ed efficaci si registrano rimpalli di responsabilità e accuse
Ci sarà un vertice oggi alla Protezione civile a Roma per affrontare la
questione-incendi in Sicilia. E capire come sia potuto accadere che una
regione così vulnerabile, dato l’alto numero di roghi per lo più dolosi,
sia apparsa colta così alla sprovvista.
E mentre, dopo le fiamme, divampano le polemiche,
con i Cinquestelle all’attacco del governatore Rosario Crocetta, c’è un
tema che emerge. Lo smembramento del Corpo forestale dello Stato,
finora unico presidio capillare e sicuro a protezione dei boschi, mostra
i suoi primi, drammatici, effetti. E al posto di interventi rapidi ed
efficaci si registrano rimpalli di responsabilità e accuse incrociate.
Lo aveva detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli,
all’indomani dei roghi che l’anno scorso avevano devastato la Sicilia
arrivando a lambire Palermo. «Credo che non sia stata proprio un’idea
felice», aveva dichiarato riguardo l’accorpamento del Corpo forestale
dello Stato ai Carabinieri e ai Vigili del fuoco, previsto dalla legge
Madia. Proprio mentre si appuntavano i sospetti dei roghi dolosi sui
forestali regionali: quell’esercito di precari, fino all’anno scorso 24
mila, dei quali 3.500 con condanne definitive per crimini contro il
patrimonio, incluso l’incendio doloso, contro i quali si era scagliato
Crocetta.
Fino all’anno scorso, tra i forestali locali che incendiavano per
rendere evidente la necessità di nuove assunzioni e quelli che
prestavano la loro opera solo dietro una scrivania, gli incendi
continuavano a imperversare. Ma, al momento della necessità, a
supportare i vigili del Fuoco, interveniva il Corpo forestale dello
Stato con i suoi 4 Canadair: drappello siciliano di una flotta dei cieli
che dal primo gennaio scorso è smembrata. E attualmente non è
disponibile per l’antincendio. Divisi tra Carabinieri e Vigili del
Fuoco, tra manutenzione e destinazione ad altri scopi, quegli elicotteri
non sono all’opera.
La Protezione civile assicura che la flotta sarà potenziata.
Saranno disponibili 16 Canadair, di cui due Ue destinati alla
Protezione civile e quattro elicotteri Erickson S64F (uno di riserva).
Più alcuni della Difesa e altri dei Vigili del Fuoco.
Ma dell’assenza dei Canadair e degli agenti della Forestale nazionale qualcuno
doveva porsi il problema prima. Il sindacato dei Vigili del Fuoco,
Conapo, aveva denunciato il ritardo delle Regioni nello stipulare
convenzioni per le squadre antincendio. Il capo della protezione Civile,
Fabrizio Curcio, ha fatto notare che le responsabilità dal 2000 sono
regionali. Un incontro ad hoc era stato fissato con l’assessore siciliano, ma questi lo aveva rinviato. Ci sarà oggi.
Il M5S, che nelle prossime amministrative contende la poltrona a Crocetta,
ne chiede le dimissioni. Lui se la prende con il Viminale che non gli
ha messo a disposizione Canadair. Stessa storia ieri a Roma, dove, per
l’incendio della pineta di Castelfusano, Davide Bordoni (FI) se l’è
presa con la sindaca M5S Virginia Raggi. Intanto il Wwf chiede ai
Comuni di aggiornare il catasto delle aree percorse dal fuoco. Anche
quello ancora manca.
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